Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: May_08    22/09/2012    2 recensioni
"La verità era semplicemente che stavo male dentro. Lo stomaco mi si contorceva al solo pensiero di quelle immagini e il groppone mi saliva in gola, impedendomi di respirare. La verità era che sapevo di non poterlo mai avere. Non l’avrei mai avuto. Non sarebbe mai stato mio."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Spazio autrice.
Ragazzeee!! Buongiorno! :D Eccomi finalmente con il 18esimo capitolo! Non voglio anticiparvi nulla, vi faccio penare ancora un po'! XD Vi dico solo che la parte di Nick di questo capitolo mi fa impazzire *_* mi compiaccio da sola u_u sono idiota lo so XD
Comunque, a parte tutto volevo ringraziarvi per l'ennesima volta! *_*
Vi adoro e siete fantastiche! Ringrazio le 24 persone che tengono la storia tra le seguite, le 16 tra le preferite e le 5 tra le ricordate! *_*
E' un onore per me!
Grazie di cuore anche a chi ogni volta recensisce!
E' una gioia per me!
Vabbè ho finito con il monologo e con i ringraziamenti, vi auguro una buona lettura e spero che il capitolo vi piaccia! :)
Fatemi sapere che ne pensate!
Con affetto, la vostra May
ps: l'immagine sotto NON MI APPARTIENE e NON E' USATA A SCOPO DI LUCRO!




Can't Have You










18.


Melanie



Era tardissimo. Avevo mille giri da fare e solo un’ora di tempo, visto che Chad mi aveva invitata per cena e avrei dovuto prepararmi. Mi ero ripromessa che quel pomeriggio sarei andata a fare compere per Lizzie ed Allie, dato che era il 22 di Dicembre ed io ancora non avevo pensato a cosa regalar loro. Di solito, cominciavo a darmi da fare per i regalini natalizi un mese prima che arrivassero le vacanze, ma quell’anno avevo la testa da un’altra parte. Non mi importava niente del Natale, anzi non vedevo l’ora che quelle odiosissime feste passassero in fretta.
Osservai l’orologio, che segnava le 16 e 45 minuti, imprecai qualcosa contro me stessa e mi scaraventai fuori dalla mia stanza.
Afferrai la borsa e le chiavi della macchina, ma quando spalancai la porta per uscire, mi ritrovai faccia a faccia con l’ultima persona al mondo che avessi voluto vedere in quel momento.
-Miley?-
Lei mi sorrideva con una fastidiosissima ingenuità, da prendere a schiaffi, mentre sostava fuori l’uscio di casa mia.
-Ciao Melanie… perdonami, stavi uscendo?- chiese, con l’espressione di chi fosse appena cascato dalle nuvole.
“Complimenti per l’intuizione” pensai tra me.
-Sì, in effetti sì e ad esser sincera sono piuttosto di fretta, perciò se vuoi scusarmi…- dissi, passandole accanto come per andarmene.
-Vorrei scambiare due parole con te, ti ruberò cinque minuti, farò in fretta… me lo concedi?-
La sua sembrava quasi una supplica. Mi bloccai d’improvviso per fare mente locale. Miley che voleva parlarmi? Avevo fatto o detto qualcosa di strano? Chissà che diavolo voleva da me quella lì.
Sbuffai scocciata. Che avevo fatto di male per meritarmi quelle torture? Volevo eclissarmi e sparire dalla circolazione, avrei voluto teletrasportarmi ai Caraibi, in Australia, ovunque... mi bastava che fossi stata lontana da tutti così da poter dimenticare tutta quella storia.
D’altra parte però, morivo dalla voglia di sapere cosa volesse dirmi, così mi girai verso di lei.
-D’accordo-
Tornai verso l’ingresso di casa e restai per un attimo immobile a fissarla. Era chiaro che Nick si fosse innamorato di lei, era uno schianto! I lunghi capelli biondi le scendevano fin sotto il seno e la frangia le nascondeva appena i grandi occhi blu che facevano da spartiacque ad un perfetto nasino alla francese. La labbra carnose erano colorate di rosso e si erano attorcigliate in quello che mi sembrava un ghigno divertito. Per non parlare del resto del fisico: il seno era abbastanza prosperoso nonostante fosse molto magra e il bacino era delineato da un paio di fianchi ben definiti. Aveva le curve al posto giusto.
Non avrei mai potuto competere con una come lei.
-Allora non mi inviti ad entrare?-
La sua voce melodiosa mi fece sobbalzare, rovistai nervosamente nella borsa per poi cacciare le chiavi del portone.
La feci accomodare e lei mi ringraziò.
Notai che si guardava attorno, quasi come se stesse studiando a fondo la mia casa, come se da quello avesse capito qualcosa in più di me.
La condussi in cucina e lei si sedette.
-Vuoi un thé?- le domandai, cercando di essere gentile.
-No non preoccuparti, non voglio farti perdere troppo tempo- disse, con dolcezza.
-Non c’è problema, se vuoi lo preparo-
-Se proprio insisti-
Mi alzai per andare alla ricerca del bricchetto dove di solito mettevo l’acqua a bollire. Accesi il gas e ve lo poggiai sopra dopodiché, tornai a sedere di fronte a lei in attesa che arrivasse a temperatura. Restammo a guardarci per un momento. Quell’attesa mi stava snervando così decisi di prendere la parola.
-Allora a cosa devo la tua visita?-
-Beh ecco… il motivo per cui io sia qui, credo sia abbastanza chiaro-
La guardai con aria interrogativa visto che in realtà, non sapevo proprio un accidenti e non capivo che cosa volesse da me.
-Sto parlando di Nick, Melanie- affermò lei, quasi come se fosse scontato.
Quando pronunciò il suo nome, il cuore cominciò a battermi talmente forte nel petto al punto che temevo potesse sentirlo anche lei.
Cercai di mantenere la calma e di mostrarmi indifferente.
-Ah sì? E perché?- domandai, fingendo di essere meravigliata.
-Vedi io e Nick abbiamo tanto in comune, mia cara Melanie… la musica prima di tutto. La carriera artistica per noi è tutto-
Continuavo a fissarla con aria turbata, non riuscivo a capire dove volesse arrivare, così la lasciai proseguire.
-Quando si è famosi come noi, non bisogna dar nulla per ovvio. Ogni cosa può ripercuotersi sulla nostra reputazione, sul nostro successo. Per esempio, il nostro fidanzamento è stato una manna dal cielo. Tutti ci fanno i complimenti, i nostri fans ci adorano come coppia e i giornali non fanno altro che parlare di noi e tutto questo non può far altro che far bene alla nostra carriera, specialmente ora che abbiamo deciso di organizzare un concerto insieme. Miley Cyrus e i Jonas Brothers. Sarà l’evento dell’anno, ma si sa è facile farsi condizionare dalle distrazioni e tu, Melanie, sei una di quelle-
Detto questo, sgranai gli occhi. Cosa c’entravo io? Restai imbambolata, aspettando che qualche maledetta lampadina si accendesse nel mio cervello, per rimettere insieme tutti i pezzi di quel discorso contorto.
-Sta sbottando l’acqua, tesoro-
Mi girai verso i fornelli e scattai in piedi a spegnere il gas.
Presi una bustina di thé dalla credenza, versai l’acqua calda in una tazza e gliela portai insieme allo zucchero. Lei mi ringraziò di nuovo, con un cenno.
-Non capisco che ruolo ho io in tutta questa faccenda- dissi, mentre lei girava velocemente il cucchiaino nella bevanda.
Soffiò, con grazia, poggiando la bocca appena sulla ceramica della tazza per poi tornare ad osservarmi.
-So della vostra profonda amicizia Melanie, so quanto siete legati tu e Nick…-
-Dovresti anche sapere che noi non ci sentiamo più da un paio di mesi ormai- dissi, anticipandola.
-Sì, ne sono a conoscenza ed è proprio per questo che sono qui. Da quando avete discusso, Nick è sempre stato distratto e assente e questo non va bene-
Mi stavo spazientendo. Quell’arpia… avrei voluto gonfiarla di botte!
-E che cosa dovrei fare scusami?-
-Semplicemente sparire dalla sua vita-
A quelle parole, mi si gelò il sangue nelle vene. Era un controsenso, avevo già messo piede fuori dalla sua esistenza, che pretendeva che andassi in Alaska per non rivederlo più?
-Lo sto già facendo Miley, se siamo vicini di casa e compagni di scuola io non posso farci nulla- risposi, con stizza.
-Continua ad evitarlo, come fai di solito. Deve dimenticarsi di te, altrimenti la sua carriera andrà a rotoli e tu non vuoi questo vero?!-
Era ovvio che non avrei mai voluto che Nick smettesse di cantare, perlomeno non per causa mia.
-Potresti cominciare con il decidere di fare uno stage per il college lontana da qui, per il prossimo semestre, così per un po’ non gli ronzerai più intorno. Pensaci, farebbe bene a te per il percorso di studi e a lui per tutto il resto-
Ero indignata. Come osava venire in casa mia a sputare sentenze e a dirmi cosa avrei o non avrei dovuto fare?!
Miley mi scrutò ancora, come se cercasse un’interpretazione del mio pensiero sul mio volto, come se volesse capire cosa mi brulicava per la mente.
Ci pensai ancora un po’ su. Se per Nick e la band dovevo sparire l’avrei fatto, ma solo per lui, perché volevo che stesse bene anche senza di me, volevo che i suoi sogni si realizzassero con o senza di me. Non avrei permesso che mandasse all’aria anni e anni di sacrifici per una storia sciocca come quella.
-Comunque, non è un obbligo mia cara, il mio è solo un consiglio. Voi due appartenete a dimensioni totalmente diverse e purtroppo era già scritto che un giorno avreste dovuto dirvi addio- continuò lei con aria saccente.
Però le sue non erano del tutto fandonie… aveva ragione. Nick faceva parte del mondo dello spettacolo mentre io… ero una semplicissima ragazza provinciale. Sapevo che prima o poi le nostre strade si sarebbero divise, ma non avrei mai immaginato in quel modo e così presto.
Miley bevve l’ultimo sorso di thé e poggiò la tazza, dopodiché fece per alzarsi.
-Non ti trattengo ancora Melanie, ti ho già rubato troppo tempo-
-Figurati-
Mi alzai insieme a lei, per accompagnarla alla porta ma ad un tratto si girò.
-Quasi dimenticavo-
Rovistò nell’enorme borsa, targata Vuitton, dalla quale estrasse due oggetti a me familiari.
-Li ho trovati nel cestino della spazzatura in camera di Nick, quando li ho visti mi è dispiaciuto così tanto e ho deciso di prenderli per riportateli. Ho pensato, che piuttosto che stare tra l’immondizia, avresti preferito tenerli tu-
A quella vista, mi mancò l’aria, di getto sentii le forze abbandonarmi e la vista mi si era appannata, tante erano le lacrime che avevano gonfiato i miei occhi.
Con una mano reggeva il quadretto che avevo regalato a Nick per il compleanno, con una nostra foto da bambini… il vetro era spaccato, quasi come se qualcuno gli avesse tirato un pugno. Con l’altra teneva la tazza con la chitarra, con il manico spezzato.
Il mio cuore si frantumò di nuovo. Non era reale, non credevo… non credevo che Nicholas fosse arrivato a tanto. Dopo tutto quello che c’era stato, dopo tutto quello che ci eravamo sempre detti, aveva avuto il coraggio di distruggere ogni cosa che lo legava a me.
Afferrai quelle cose in silenzio, Miley mi rifilò un salutino di cortesia e chiuse la porta alle sue spalle, lasciandomi sola. Era finito tutto, quindi. Non ne voleva sapere più di me, ma me l’avrebbe pagata, non avrebbe dovuto farlo. Mi abbandonai per terra, sul pavimento liscio e freddo e scoppiai in un pianto disperato. Tutta quella cattiveria non me la sarei mai aspettata, non riuscivo a capacitarmi.
L’idiota ero soltanto io, che mi ero fatta fregare in quel modo. Avevo creduto che lui fosse diverso, che non fosse come tutti gli altri, per me era speciale, ma ero stata solo una povera illusa a fidarmi così ciecamente. Tutto il castello che avevo costruito intorno a lui crollò in un attimo e, tra un singhiozzo e l’altro, urlai a me stessa quanto fossi stata stupida, sciocca e ingenua. Tutte le speranze e le sicurezze che avevo riposto in lui erano andate a farsi fottere o forse ero stata talmente scema da non guardare oltre il mio naso. Forse non ci avevo mai capito nulla di lui… quello era il vero Nicholas, allora. Quello in cui avevo creduto era solo una finzione.

Nick



-Nick? Nick?-
La voce profonda di mio fratello Joe mi svegliò di soprassalto, tanto che rischiai di avere un infarto.
-Cosa? Sì? Che ore sono?- domandai, spaesato.
Stropicciai gli occhi e lo guardai meglio, in cerca di qualche risposta.
-Non volevo disturbarti, solo che sto uscendo e volevo ricordarti che tra un paio d’ore ci vediamo in sala prove ok? Sai, con la testa che ti ritrovi ultimamente, ho pensato che avresti potuto dimenticartene- disse mio fratello, infilandosi il cappotto.
Portai le mani alla testa e mi frizionai un po’ i riccioli scomposti.
-In effetti l’avevo scordato- affermai, imbarazzato.
Joe alzò gli occhi al cielo, con un’espressione di disappunto dipinta sul volto.
-Sempre il solito. Allora io vado da Demi. Mamma e papà sono usciti con Frankie, Kevin invece è andato con Danielle a fare shopping, ci raggiunge là. Ti aspettiamo alle sei, agli studios… puntuale!- sentenziò, lanciandomi le chiavi della Volvo, che non so con quali riflessi, riuscii a prendere a volo.
-A dopo- biascicai.
Joe andò via ed io, ancora frastornato, mi alzai dal divano, ciondolandomi come uno zombie.
Avevo una fame da lupi, così mi avviai in cucina ad ingozzarmi di patatine in busta, dopodiché mi trascinai al piano di sopra, per lavarmi e vestirmi. Mi diedi una bella rinfrescata, mi strofinai il viso con l’acqua più volte, quasi come se volessi lavar via le terribili occhiaie che cerchiavano il contorno dei miei occhi e con esse tutti i pensieri.
Era meglio restare in catalessi post-dormita in eterno: il cervello sarebbe stato perennemente in standby ergo niente preoccupazioni.
Pescai un golfino a caso, tra il mucchio che avevo di fronte ed infilai i miei soliti jeans. Tornai in bagno, per sistemarmi meglio e per cercare di dare un senso ai miei capelli ribelli, ma con scarso risultato.
Alla fine rinunciai e mi diressi al piano di sotto. Accesi la tv, per ingannare il tempo, e girai un po’ con i canali. Mi fermai quando trovai uno spettacolo di cabaret. C’era il solito comico che aveva cominciato il suo monologo di battute e barzellette trite e ritrite che non facevano altro che mettermi ancor più angoscia.
Sbuffai scocciato e quando spensi il televisore, per disperazione, il campanello suonò.
Mi sollevai con fatica e mi diressi al portone. Prima di capire che tutto fosse vero, sbattei le palpebre per due volte di seguito.
Melanie se ne stava di fronte a me, a fissarmi arrabbiata con gli occhi gonfi e arrossati.
Il respirò mi si mozzò e fui incapace di emettere alcun suono gutturale.
Lei sospirò per prendere fiato e mi porse una busta tra le mani.
-Grazie per avermi spezzato il cuore, Nicholas- disse flebilmente, cercando di trattenere il pianto.
Non capivo. Che cos’altro avevo fatto?
Aprii la busta sotto il suo sguardo e rimasi pietrificato: la nostra foto, quella che lei mi aveva regalato con la cornicetta, era in mille pezzi e accanto ad essa c’era la tazza con la chitarra, con il manico rotto.
Cosa significava? Come ci erano finite quelle cose in mano sua? Non era colpa mia, non avrei mai fatto una cosa del genere.
Lei fece per andarsene ma io la fermai, acchiappandola per il polso. A quel contatto, il mio stomaco gridò pietà.
-No Melanie aspetta! Non sono stato io, c’è un errore!-
-Hai anche il coraggio di negare? Sei solo uno stupido, anzi la stupida sono io ad essermi fidata di te, per tutto questo tempo!- gridò lei, con le lacrime ormai che scendevano senza sosta sul suo viso rosso per la collera.
-Mel davvero credi che io possa aver fatto questo? Non capisco!-
Tutta quella situazione era assurda, non era possibile che stesse davvero accadendo a me… a noi.
-Non pensavo che saresti arrivato a tanto, mi hai delusa e soprattutto mi hai ferita. Le tue sono state solo menzogne! Falso, sei un falso Nick! Mi hai preso in giro! Io ti detesto!-
Ebbi la sensazione che il cuore mi si fermò per un attimo.
Melanie… mi… odiava.
-Hai distrutto tutto! E’ colpa tua, soltanto colpa tua!- continuava a gridare come un’ossessa.
D’improvviso, fui colto da un impeto di rabbia e sbottai tutt’insieme anch’io.
-Non sono stato io lo vuoi capire?! A questo punto sono io che non so più cosa pensare di te visto che ti basta questo per perdere la fiducia in me! Come puoi solo pensare che io abbia potuto essere così meschino, solo per una nostra discussione?! Melanie io non potrei mai mai farlo, perché ogni oggetto, ogni stronzata che mi lega a te per me è tutto!-
Lei non rispose, si lasciò solo trasportare dal suo pianto.
-Come hai avuto questa roba?!-
Restò ancora in silenzio e abbassò lo sguardo, tirando su con il naso.
-DIMMELO!-
-E’ stata Miley. Lei me li ha portati- sussurrò con un fil di voce.
Miley?!
Cercai di riordinare le idee nella mia testa, per dare un senso logico a tutta quella storia. Ripensai alla mia ex, a quando avrebbe avuto l’opportunità di prendersi quelle cose. Poi ricordai.
Era successo di sicuro la settimana prima, quando per l’ennesima volta si era presentata a casa mia, implorandomi di tornare da lei. Non gli avevo detto che il motivo per cui non volevo più starci insieme era Melanie, ma evidentemente l’aveva capito.


“Dimmi la verità Nick, è per quella ragazzina?”
“Di chi stai parlando?”
“Della tua amichetta, di quella Melanie… non è così?”
Restai zitto per poi dargli le spalle.
“Non dire idiozie, te l’ho già detto, non credo che io e te possiamo stare insieme, non siamo compatibili, non sono preso da te, punto. Adesso se vuoi scusarmi, vado a farmi la doccia. Vorrei che tu te ne andassi, quando esco dal bagno non voglio vederti qui.”
Detto quello, me ne andai, lasciandola sola in camera mia.


Sì, quello era stato l’unico momento in cui avrebbe potuto frugare tra le mie cose, sapeva per fino della tazza. Una volta glielo raccontai. Maledetta strega, aveva architettato tutto per far sì che io e Mel ci odiassimo a vicenda.
-Quando l’hai vista?-
-Ieri pomeriggio-
-E le hai dato ascolto? Hai dubitato di me così facilmente?-
Lei si accigliò ancora di più e mi aggredì, peggio di una iena.
-Certo! E’ la tua ragazza, chi meglio di lei può sapere le cose che fai?-
-Non è più la mia ragazza… sei rimasta indietro- affermai distrattamente.
Melanie si bloccò un attimo e sgranò gli occhi, come se quella notizia l’avesse sconvolta.
-Comunque non posso sapere che tu stia dicendo la verità, non puoi dimostrarmelo! Soprattutto dopo tutto quello che è successo tra noi- farfugliò lei a testa bassa.
-In altri tempi ti sarebbe bastata la mia parola. Perché tutto questo Mel? Perché siamo arrivati a questo?-
Stavo per esplodere, non ce la facevo più. Erano due mesi che soffrivo come un cane, meritavo davvero tutta quella crudeltà?
-Io non…-
La guardai ancora un po’. Dio quanto mi mancava, mi sembrava quasi surreale averla così vicina. Senza rendermene conto, mi avvicinai un po’ di più e le sfiorai le mani. Ebbi un brivido. La sentivo tremare, ma non capivo se fosse per il freddo, per il pianto o per altro.
Il cuore mi batteva all’impazzata e facevo fatica a connettere. Lei era meravigliosa. Quando sollevò lo sguardo su di me, mi sentii morire. Volevo stringerla, volevo… volevo baciarla con tutto me stesso e non mandarla via più. Ingoiai quel nodo che mi si era formato all’altezza della gola, nel tentativo di dire qualcosa di sensato.
-Mel… dammi un’altra chance- dissi, con la voce tremante.
-Perché dovrei?-
Era il mio momento, dovevo dirglielo, altrimenti non l’avrei più fatto. Fanculo Chad, fanculo Miley, fanculo tutto il resto. Lei non distoglieva lo sguardo da me, quelle pozze verdi in cui mi specchiavo, mi stavano facendo venire i giramenti di testa.
“Ti amo Melanie, ti amo! Dillo Nick! Dillo porca miseria!” gridai a me stesso.
-Perché io… io… io ti…-
-MELANIE!-
La magia di quell'istante svanì d’un botto e entrambi, sobbalzammo al suono di quella voce stridula. Melanie si girò e notò sua madre al vialetto di casa, che la richiamava.
“Maledizione!”
Lei si voltò di nuovo verso di me e si sfregò le mani con fare nervoso, per poi portare una ciocca di capelli dietro un orecchio.
-Devo andare-
-Ci rivedremo vero? Devo ancora finire di parlarti- dissi io.
-Non può funzionare, non posso darti un’altra possibilità. Io e te siamo troppo diversi-
Restai immobile a fissarla, incapace di dire nulla. No, non era vero, come faceva a dimenticarsi di tutto così?
Sostò ancora un po’ di fronte a me, poi abbassò lo sguardo e fece per andarsene.
-Buon Natale Nicholas-
Si girò e andò via ed io la lasciai andare, come uno stupido, senza essere in grado di dire o fare niente per fermarla.
-Buon Natale anche a te Mel-
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: May_08