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Autore: michiyo1age    22/09/2012    6 recensioni
Se c'era una cosa di cui Temari non poteva assolutamente lamentarsi era sua suocera. Che poi tanto suocera non era, visto che sull'anulare della mano sinistra non brillava alcun anello. Ma diciamo che, dopo tutti quegli anni, non si poteva dire che Yoshino Nara non avesse acquistato quel titolo. C'era sempre andata d'accordo anzi, delle volte, anche troppo. Infatti, per un breve periodo, aveva creduto che Shikamaru stesse con lei perché assomigliava tanto a sua madre.
Non era di certo una cosa molto lusinghiera essere scelta perché si è la copia di qualcun altro e per questo Temari aveva alzato un po' di volte la voce con il suo uomo, ma dopo aver visto il modo canino in cui Yoshino trattava il figlio, si era resa conto che c'era un non so che di masochistico e tenero nell'attaccamento di Shikamaru a quel tipo di donne.
Partecipa all'iniziativa -Happy Birthday Lazy Pineapple!-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A scary perspective

Se c'era una cosa di cui Temari non poteva assolutamente lamentarsi era sua suocera. Che poi tanto suocera non era, visto che sull'anulare della mano sinistra non brillava alcun anello. Ma diciamo che, dopo tutti quegli anni, non si poteva dire che Yoshino Nara non avesse acquistato quel titolo. C'era sempre andata d'accordo anzi, delle volte, anche troppo. Infatti, per un breve periodo, aveva creduto che Shikamaru stesse con lei perché assomigliava tanto a sua madre.

Non era di certo una cosa molto lusinghiera essere scelta perché si è la copia di qualcun altro e per questo Temari aveva alzato un po' di volte la voce con il suo uomo, ma dopo aver visto il modo canino in cui Yoshino trattava il figlio, si era resa conto che c'era un non so che di masochistico e tenero nell'attaccamento di Shikamaru a quel tipo di donne.

Il suo tipo, che era decisamente, a detta sua, il migliore. Non teneri angeli del focolari, ma capitani decisi sul campo e in casa che facevano valere la loro opinione e il loro volere sui presunti “capofamiglia”. La tradizione voleva che Shikaku fosse colui che poteva porre veto sulle questioni, la realtà era che non aveva alcun potere decisionale se non, alle volte, quando concesso, sull'educazione del figlio. Yoshino ripensava sempre con grande dispiacere al momento in cui gli aveva accordato questa libertà perché non vi era alcun mistero sul perché il ragazzo fosse cresciuto così male. Fortunatamente, pensava la signora Nara, l'unico neurone non corrotto dall'influenza maligna, aveva saputo trovare una ragazza d'oro come Temari che lo sapeva tenere a freno.

Non è che lei approvasse sotto ogni aspetto la condotta dell'ambasciatrice della Sabbia che molto spesso dimostrava poco attaccamento alle cortesie e ai valori della famiglia, ma diciamo che poteva essere scusata, visto che non aveva avuto una vera famiglia e veniva da un posto così aspro come Suna. Aveva l'attitudine al comando ed anche l'abitudine e nonostante cercasse di mascherarlo, si vedeva chiaramente quando qualcosa non le andava bene. Ma questo era proprio cercare il pelo nell'uovo, tutto sommato, era una ragazza deliziosa.

Così era stata la situazione fino a quando l'incantevole signora Nara di Konoha, nel Paese del Fuoco non era incorsa in quel periodo un po' confuso che è la menopausa.

Come ogni grande epidemia, non si era capita subito la gravità, ma invece era stata malauguratamente sottovalutata. La stessa Yoshino l'aveva presa alla leggera, alzando le spalle e rallegrandosi di non dover più preoccuparsi ogni mese di andare a comprare gli assorbenti. Nessuno, proprio nessuno, aveva contato come gli squilibri di ormoni avrebbero potuto avere effetto su una donna di per sé poco equilibrata.

I due Nara cominciarono ad evitare di stare in casa troppo a lungo: uno fuggiva a bere con gli amici, l'altro si rintanava in qualche posto sperduto a guardare le nuvole. Se con questo metodo riuscivano ad evitare urla, rimproveri, cambi repentini d'umore che facevano sì  che stare sul divano diventasse un delitto capitale, al loro ritorno si dovevano sorbire lamentele sul fatto che fossero dei mariti/figli degeneri che la lasciavano sempre da sola e la trattavano come una serva.

Alle volte a quello più alticcio potevano scappare gorgogli strani che assomigliavano ad un “ma se sei tu la schiavista” e lì, apriti cielo, la catastrofe si abbatteva su tutti loro.

Di solito al figlio veniva rimproverato di avere trent'anni, come se ne dipendesse da lui, e di vivere ancora in casa, senza fare nulla, dormendo tutto il giorno e mangiando gratis senza contribuire con il proprio salario. Queste discussioni erano sempre state all'ordine del giorno, ma ora la signora Nara vi infondeva un tale grado di drammaticità e emozione da renderlo insopportabile.

I due uomini avevano cercato di raggiungere un accordo per il quale le davano tutte vinte alla donna isterica, ma non sempre era possibile, perché vedere una pazza che ti pulisce la camera alle sei della mattina, momento neanche considerato nella vita di un Nara, non è una cosa che si possa sopportare di buon grado.

Ma la cosa più spaventosa che era successa a Shikamaru, ed era anche la cosa che lo preoccupava di più, era sua madre che lo abbracciava senza alcun motivo e che, alle volte, si metteva pure a piangere rivedendo sue vecchie foto. Non è che non avesse mai ricevuto affetto dalla sua genitrice nel corso della sua vita, ma, diciamo, non era mai stato così patetico, nel senso di eccesso di emozione, ovviamente. Sua madre non era una che abbracciava, quella era la signora Akimichi che con un bacio sulla guancia ti riempiva anche di cibo.

Erano cose che lo imbarazzavano e lo terrorizzavano allo stesso tempo e molto spesso si era chiesto se mai avrebbe riavuto sua madre. Quella vecchia racchia gli cominciava seriamente a mancare. In quel momento non era lei, dov'era la sua dignità? Un generale non doveva mai mostrare  i suoi punti deboli e lei invece stava perdendo su tutta la linea.

Questi ormoni erano davvero una cosa terribile e lui e il padre cominciarono a passare sempre più tempo negli archivi del loro clan per vedere se qualcuno avesse mai inventato qualcosa per calmare   questi eccessi. Sfortunatamente non trovarono nulla di utile e il solo suggerire alla pazza di andare a farsi qualche controllo scatenava nuove tragedie.

Nemmeno il ritorno della Seccatura riuscì a risollevare l'animo del povero figlio afflitto.

Temari del resto, notò subito che qualcosa non andava: di solito Shikamaru le riservava un'accoglienza ben più calorosa di quel semplice bacio sulla guancia. Il ragazzo seguitò ad osservarla, quasi a studiarla per tutta la giornata del suo arrivo fin quando, esasperata non gli chiese cosa cavolo avesse da fissare come un ebete.

-Cos'ho due corna? Un terzo occhio?-

-Tu non andrai mai in menopausa vero?- gemette senza neanche fissarla negli occhi.

Dire che la fidanzata rimase scandalizzata dalla domanda fu ben poco e dire che Shikamaru se la cavò solo con la spiegazione delle sue pene è utopistico. A detta sua, quello che aveva detto era estremamente offensivo verso il genere femminile al completo: come potevano mai gli uomini essere così spregevoli, o come aveva detto lei, idioti? Le donne dovevano sopportare dolori mensili per permette all'intera specie, quindi anche la loro, di proseguire e poi dovevano sputare l'anima per dare alla luce i loro cari eredi e loro le ripagavano così?

Lamentandosi per qualche mesuccio in cui dovevano sopportare un po' di alterazioni del carattere che non erano neanche coscienti d'avere?

-Mi fai proprio schi-fo- aveva sillabato con disprezzo.

Purtroppo per lei dovette ricredersi quando vide la nuova signora Nara all'opera la sera seguente all'usuale cena a cui era invitata.

Yoshino la trattò per quasi tutto il tempo in modo gelido come se la detestasse dal più profondo dell'animo e quando se ne andò le lanciò una vera e proprio occhiata di disgusto. Ora, Temari era davvero convinta che le fosse cresciuto qualcosa di orribile in fronte come delle corna o simile, ma fu bloccata dallo stesso Shikaku dall'andare chiedere spiegazioni.

-Crede che tu sia venuta per portargli via il suo bambino- spiegò scusandosi per la moglie.

-Ma se lo può anche tenere!- rispose alterata.

-Grazie, Tem- ribatté il bimbo in questione.

Il signor Nara le posò una mano sulla spalla e la pregò, visto che faceva parte della famiglia, di sopportare in silenzio e se possibile di passare un po' di tempo con la moglie, tra donne, sai, si capivano meglio. Forse fu la pietà che quel pover'uomo le aveva ispirato che la convinse ad accettare.

La sera stessa nel suo appartamento, accoccolata a Shikamaru, gli sussurrò: -Io non diventerò mai così vero?-

-Penso anche peggio- fu la risposta di quest'ultimo senza ormai alcuna speranza nel genere umano.

 

Temari mantenne comunque la promessa che aveva fatto e capì quanto la vita fosse insopportabile quando qualcuno continuava ad urlare perché evidentemente nulla di quel che facevi era giusto. Si era messa ad aiutarla a pulire la cucina, ma o lo faceva troppo velocemente o non lo faceva bene o spostava il riso appena comprato dove invece c'era quello più vecchio.  La furia sudava copiosamente e avere le vampate di calore in piena estate non doveva essere il massimo del comfort. Si sedeva distrutta al tavolo e lì, la sua pseudo-nuora le faceva un tè.

-E' davvero insopportabile stare così- le aveva confessato -Alle volte so di stare esagerando, ma non riesco a bloccarmi, è come se qualcosa mi spingesse a sfogarmi, ad attaccare-

“Come una bestia rabbiosa” avrebbe voluto aggiungere la bionda, ma si limitò ad annuire grave.

-Non pensavo che mi avrebbe mai pesato il fatto di non aver più figli- continuò.

-Ma, signora, penso che Shikamaru sia stato già abbastanza- tentò.  Il fatto che la frase potesse essere interpretata in due maniere differenti fu voluto precisamente da Temari che non capiva come si dovesse comportare in quel momento: di solito il denigrare apertamente il figlio era il loro argomento di conversazione preferito. Shikaku o anche Shikamaru sembravano capire le giuste parole, visto che la maschera della cortesia era stata gettata da Yoshino che la trattava come una di famiglia, ma se n'erano andati a fare qualche falsa commissione sapendo di lasciarle la belva con un bravo domatore.

Col cavolo!

-Non sono mai stata un tipo materno- oddio quella donna non si fermava  e Temari cominciava ad andare in quello che riconobbe come panico. Non era mai stata neanche lei una ragazza che pensava a bambini, tutine e cucci-cucci e quello che aveva apprezzato in Yoshino era il suo essere prima una donna e poi una madre. -Ma... non so cosa mi succede...-

Forse non fu una soluzione molto originale, mai i suoi familiari portarono a casa un cucciolo quella sera.

Tutti e tre incrociarono le dita, ma Temari sentì ancora la donna rimproverare al figlio di dormire fuori anche quella sera: -Ti sei trovato la ragazza solo per non fare niente a casa!-

 

-Se divento così anch'io, ti autorizzo a uccidermi-

-L'avrò già fatto prima io-

Questa nuova rivelazione sul mondo femminile l'aveva davvero spiazzata, certo sapeva cosa significasse menopausa, termine ora tabù in casa Nara: l'aveva provato sulla stessa pelle. Quel che non conosceva era la situazione da vicino. Sua madre non c'era più e non aveva avuto altra figura femminile di riferimento nella sua vita. Quando aveva avuto le mestruazioni, l'avevano mandata da un medico per spiegarle il tutto e poi non se n'era più fatta menzione. Anche con Shikamaru non era mai stata molto libera nel parlarne. In generale, come una cosa di tutte, sì, ma di lei, in particolare, no. Si vergognava quasi di nominarle quando c'era lui e molto spesso aggirava la parola. Con il passare degli anni si era un po' abituata, ma continuava a vederlo come segno di debolezza. La scoperta che sarebbe diventata un fascio di nervi davanti ai propri familiari non era poi la cosa più bella del mondo.

-Forse sarebbe meglio che mi rinchiudessi in un eremo, quando mi accadrà- soppesò mettendosi sotto le lenzuola dove Shikamaru l'aveva giustamente preceduta. -Così potrai ancora pensare di aver sposato un essere umano-

Mentre diceva questo lui l'aveva presa per la vita e l'aveva attirata a sé, così da averla contro la maglietta che usava come pigiama.

-Sai cosa c'è che mi stupisce di te?- disse mentre allontanava i codini dalla bocca.

-Il fatto che io sia ancora convinta di essere una donna, nonostante tu ti mostri molto più femminile di me?-

La solita frecciatina: la bionda non riusciva ancora a capacitarsi come quell'uomo, parecchio maschio e prestante in certi ambiti, potesse mai avere dei tali occhi dolci e melensi alla vista di un marmocchio. Sembravano dire “Ne vorrei uno anch'io” al che lei distoglieva lo sguardo proprio per rispondere “Ma sognatelo!”. Era anche questo il motivo per cui non erano mai progrediti: lei voleva rimanere una donna e non diventare una madre. Molti le avrebbero potuto chiedere: “E allora? Sposarsi non significa per forza avere figli!”. Ma lei sapeva che Shikamaru li avrebbe pretesi da sua moglie: era nel suo stesso essere. Gli aveva già detto di no parecchie volte per questo.

-No, maledetta donna. Sai sempre essere un'enorme seccatura. Io stavo parlando seriamente- sbuffò allontanandola da sé.

-Visto? Sei permaloso quanto una donna- ribatté abbracciandolo da dietro -Dai, cry-baby dimmi...-

Quello grugnì, ma ormai la curiosità era stata catturata e fu costretto a sputare il rospo.

-Mi stupisce il fatto che, nonostante tu non mi voglia sposare, dai per scontato il fatto di passare tutta la tua vita con me-

Questo non se l'era aspettato e gli occhi spalancati lo testimoniavano.

-E la cosa mi piace- Shikamaru si piegò per scoccarle un breve, umido, bacio. Si leccò le labbra per trattenere il suo sapore ancora un po'.

-Quindi dici che sto cedendo?-

-Pian piano- Le diede un altro bacio.

-Anche se diventassi come tua madre?- In qualche modo volevo farlo indietreggiare, le aveva fatto capire che per lei era troppo tardi: l'aveva invischiata nella sua tela e da lì non si sarebbe più liberata.

-Non provarci Tem- l'avvertì -Ho sempre pensato di doverti prendere con tutto il pacchetto-

Lei non rispose, ma si appoggiò contro il suo petto.

Beh... aveva ragione. Non si poteva mica mangiare ramen e scartare la cipolla perchè non piaceva. Solo i bambini facevano così. E lei era un po' troppo grande per fare i capricci.

Quindi o tutto o niente?

Sbuffò dell'ironia di tutta la situazione.

Ovvio che avrebbe scelto tutto.

Quando l'aveva ridotta in scacco matto?

-Tua madre mi ammazzerà- commentò.

-Hmn?-

-Mi sa che le porterò via seriamente il suo bambino-

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Buon Compleanno Shikamaru!
Un bel modo per festeggiare eh? Fare entrare in menopausa tua madre. Si, lo so: non sono mai stata brava a far regali.. Prometto che prossima volta Shikaku avrà la prostata infiammata, così possiamo andare tutti in ospizio.
Se c'è gente che penserà che io abbia esagerato nella mia descrizione, vi assicuro non è così -.-. Per il resto, quando l'ho scritta, avevo in mente tutt'altro finale, ma Temari ha deciso che voleva il ruolo di prima donna e come al solito, eccola  accontentata.
La fic appartiene di diritto alla Black Parade, visto che è stata creata per l'iniziativa -Happy Birthday Lazy Pineapple!-
Alla prossima!

   
 
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