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Autore: A Midsummer Night_s Dream    22/09/2012    6 recensioni
-Prima del prologo è stata inserita una breve prefazione-
Si racconta che le anime gemelle siano coloro destinati a non incontrarsi mai.
A soffrire un’intera vita, nel continuo e disperato peregrinare in un universo infinito, alla ricerca dell’altro.
Ma si racconta anche che le anime gemelle siano coloro destinati ad incontrarsi, per poi dividersi perché troppo grande è il loro amore.
Per me?
Le anime gemelle sono coloro destinati ad incontrarsi, sempre.
Nel bene o nel male. In una vita o nell’altra.
Il loro è un amore troppo forte, caparbio, inesauribile per potersi perdere nel silenzio delle stelle che lo hanno visto nascere. Tanto potente da sfuggire persino al controllo del suo dio, Eros, e alle potenti creatrici dello stesso fato, le Parche.
Complementari come due parti perfette di una mela tagliata a metà: potranno essere divise, ma saranno pur sempre il frammento nato da una sola cosa, un solo essere.
Ognuna ha la sua anima gemella, da qualche parte nell’universo.
Il mio nome è Dafne, ed io ho già incontrato la mia: Apollo.
Dalla mia storia, “Gli intrecci del destino”.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 




Fili di ogni lunghezza discendono dalle freddi pareti di un'oscura grotta.
Solo la lieve fiammella di poche candele conferisce a quell’ambiente un fioca luce, un illusione di torpore che si disperde nell’aria non appena gli occhi di un visitatore invisibile, esperto o meno nello scorgere anche il più piccolo particolare, scrutano a fondo ogni singolo angolo di quella caverna.
Tutto, all’interno di essa, sembra sussurrare gelo, ostilità e provocare un profondo timore in chi la osserva.
Un attimo di smarrimento prima che gli occhi si abituino alle tenebre di quel luogo tanto temuto, un sospiro che tremulo fuoriesce dalle labbra e poi eccolo, inatteso quanto previsto, quel brivido di terrore che scorre lungo la schiena, la consapevolezza di non essere soli e lo sguardo che inizia una ricerca frenetica fino a quando, finalmente, scova delle figure.
Circospetto, si posa su di loro.
Le ombre di tre donne dall’anziano aspetto si stagliano lungo le pareti di quell’ambiente, labbra che raggrinzite si muovono, pronunciando suoni in una lingua dal mondo mai conosciuta.
Parole vibranti, striscianti scivolano dalle loro lingue, portano i loro denti a stridere tra di loro prima di fuoriuscire in un roco e basso mormorio, per poi disperdersi nell’aria. Impalpabili, eppur pregne di un grande potere.
All'improvviso, una delle tre donne solleva il braccio, una piccola mano, bianca come il latte, afferra un filo diverso dagli altri, non più grigio o nero e dall’aspetto fragile come il resto, ma rosso, robusto, di cui si riesce a vedere l’inizio, ma non la fine.
Lentamente, lo stringe tra le piccole dita, per poi attorcigliarlo nel suo lungo e scheletrico indice, prima che le sue labbra si pieghino in un ghigno che nulla di buono presagisce, per poi essere imitata dalle altre due misteriose  figure.
Un altro filo, questa volta di un dorato splendente, tanto da sembrare uno dei raggi dello stesso sole, viene accostato al suo fianco.
 
Troppo a lungo senza destino la fanciulla ha vissuto”disse Cloto.

Nessun sospiro di morte ha accarezzato il suo corpo, nessuna lama ha mietuto il suo filo”continuò Lachesi.

E se la morte non potrà cingere la sua anima nel suo freddo abbraccio, sarà la vita a scorrere nelle sue vene, il suo caldo alito ritornerà a generare le sue membra” concluse Atropo.

E il fato proseguirà il suo corso, che in un tempo assai lontano fu interrotto” dissero all’unisono.

Il giudizio era stato dunque deciso, le tre Moire il loro verdetto avevano espresso.




 

 ***




 

              In un luogo della terra, in una regione che nel passato l’antica civiltà greca aveva ospitato, madre natia di miti e leggende, di cui oggi si narrano le grandiose e improbabili avventure di strani personaggi inventate, un soffio di vento solitario si libra nell’aria.
Esso giunge dal regno degli Inferi, temerario sale in superficie e quando la sua carezza lambisce il mondo terreno ecco che il suo alito, caldo e pieno di vita, si avvicina ad un albero vecchio di secoli e dimenticato dagli uomini.
Come un turbine si avventa sui suoi rami d’alloro e parole antiche risuonano nel suo vortice.

 



“Nell’umidore del selvaggio suolo
radiche contorte si fanno piedi
lei sente nuova linfa avvolgere il suo tronco
sale sulle gambe, fino alle cosce
la ruvida scorza pelle ritorna
Si scioglie quel nodo che inviolabile custodiva la sua verginità.
Lei sente.
Lei pulsa.
Lei vive”

 

 
Lei è tornata.
Gli intrecci del destino il loro corso hanno compiuto.

 





 










Note d'autrice:

Non riesco ancora a credere di aver finalmente pubblicato questa storia, mi sembra impossibile!
So che ho delle storie in corso e che dovrei pensare soltanto a quelle, ma... questa storia è in cantiere da così tanto tempo e solamente in questi giorni, dopo più di un anno, ho deciso di riprenderla in mano. Ero così emozionata ed euforica da sembrare quasi la mia prima storia. Il tema della mitologia greca, poi, è una tematica che mi ha sempre appassionata. Per l'Antica Grecia, per la storia dei suoi miti e leggende, ho una predilezione che sfiora quasi l'ossessione. Perciò, per questo e tanti altri motivi, posso dire si sentirmi molto legata a questa storia, di sentirla così... mia, ecco.
Penserete che sia una pazza, lo so, ma non posso farci nulla! Vivo con questa passione fin da bambina, è più forte di me.
  mi  Penserete che sono una pazza, lo so, ma purtroppo non posso farci nulla!, è più forte di me Dunque, ho iniziato a creare quest'idea tempo fa e adesso mi sento finalmente pronta a metterla su e continuarla. Ho aspettato anche troppo. Per quanto riguarda le altre storie, ovviamente, verranno anch'esse continuate, più lentamente magari, ma gli aggiornamenti continueranno! Okay, credo già di avervi rubato abbastanza tempo con i miei sproloqui! Spero che questo piccolo prologo vi sia piaciuto e, ovviamente se vi va, spero di leggere le vostre opinioni al riguardo e cosa ne pensate. Perciò, a voi la parola! Alla prossima, un bacio, A Midsummer Night_s Dream! P.s.: Per la piccola poesia che trovate giù in fondo ho ripreso uno dei versi di Gabriele D'Annunzio in "L'Oleandro" modificandone alcuni tratti.  Okay
 








 

   
 
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