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Autore: shesfede    22/09/2012    10 recensioni
-Ti capita mai di vivere un attimo perfetto e voler fermare il tempo per poter renderlo eterno?- Si voltò verso di me. Il suo viso, a differenza del mio che stava all’ombra, era illuminato dalla pallida luce della Luna. Aveva un’espressione triste, malinconica. L’atmosfera attorno a noi sembrava essere magica, quasi fiabesca. Mi poggiai allo schienale e mi abbassai verso di lei.
-Questi giorni- le risposi convinto. -Vorrei poter tornare indietro e rivivere questi cinque giorni dall’inizio.- La mia voce era bassa, ma decisa. Era vero, se solo avessi potuto avrei mandato indietro l’orologio e avrei rivissuto ogni singolo istante di quella gita, ogni singolo momento trascorso insieme a lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

HER
Quando una gita, un viaggio, si conclude dentro di te si forma come un vuoto. Una sorta di piccola nube che con sé porta soltanto tristezza e malinconia.
Era così che mi sentivo quella mattina: vuota e spenta. L’eccitazione, l’entusiasmo e la gioia provati in quei cinque giorni sembravano ormai un ricordo lontano.
Aspettai che la porta davanti a me si aprisse e lentamente scesi dall’autobus. A fatica mi trascinai verso scuola, mantenendo il volto basso e tenendo le cuffie nell’orecchie per evitare gli altri ragazzi.
Avevo trascorso così il primo giorno a casa, col cellulare spento e stando lontana dal computer. Perché poi? Per la stupida paura di svegliarmi e trovare tutto cambiato, o meglio, tornato alla normalità. Ero certa che dopo quei primi giorni passati a ricordare e raccontare gli aneddoti  più buffi di quella gita ognuno avrebbe ripresto la vita di sempre, dimenticandosi dei nuovi amici e di tutti i bei momenti passati insieme. In particolare avevo paura che una persona se ne dimenticasse.
L’ultima volta che avevo parlato con Harry era stata appena scesi dall’autobus. Un sorriso, un bacio rubato e un ‘buonanotte’ detto al volo prima che io raggiungessi l’auto dei miei e lui andasse verso i suoi genitori. Non sapevo se in quel giorno passato a casa mi avesse  cercato oppure no e onestamente non sapevo neanche se volevo venirlo a sapere.
Mi rigirai il telefono ancora spento tra le mani, per poi sospirare e rimetterlo nella tasca dei jeans.
Raggiunsi il solito muretto dove la mia classe si riuniva la mattina, salutai i presenti con un mezzo sorriso e mi sedetti in disparte per evitare domande o commenti. Non avevo voglia di dialogare, non quella mattina almeno.
-Ciao Julie.- Sussultai quando di sorpresa mi fu tolta una cuffia.
-Oh, sei tu Niall- dissi, senza preoccuparmi di nascondere la mia delusione.
-Attenta o rischi di far fuori qualcuno col tuo entusiasmo oggi- mi disse scherzando, sedendosi accanto a me. Lo guardai, sforzando un sorriso.
-Ho capito, non è giornata- dedusse dal mio atteggiamento, dandomi una pacca di conforto sulla coscia. -Hai visto Rach?- Scossi la testa. -D’accordo, allora vado a cercarla- disse, alzandosi e salutandomi con un gesto della mano.
-Ciao Niall- dissi a bassa voce, talmente tanto che forse neanche riuscì a sentirmi.
Dopo qualche minuto la campanella suonò e, anche se nessuno entrava mai in orario, io lo feci. Percorsi i corridoi della scuola in silenzio, quasi in modo invisibile. Non vi era ancora nessuno fatta eccezione per i bidelli e per qualche insegnante. Aprii lentamente la porta della mia classe sperando di trovarla vuota. E così fu. Entrai e mi richiusi la porta alle spalle. Mi avvicinai alle finestre che davano sull’esterno e mi fermai un poco a guardare i volti sorridenti e spensierati dei miei compagni. Perché da quella sera io non riuscivo più a sentirmi in quel modo? Perché improvvisamente ogni cosa mi faceva sentire persa ed insicura? Poi, come per magia, o magari semplicemente per destino, la risposta mi si materializzò davanti agli occhi.
Harry arrivò dai suoi amici, Zayn e gli altri, sorridente e tranquillo. Quasi immediatamente una ragazza, bella, alta e bionda, corse verso di lui, allacciandogli le braccia attorno al collo. Automaticamente mi si formò una specie di nodo allo stomaco, che mi costrinse ad allontanarmi da quella dannata finestra.
Ma cosa diamine mi era saltato in mente? Di aver forse trovato il mio principe azzurro? Lui era Harry Styles dannazione, il playboy della scuola, e io, come una sciocca e un’illusa, ero cascata esattamente come tutte le altre nel suo gioco.
-Sapevo di trovarti qui.- Alzai lo sguardo e vidi Rach posare il suo zaino sul banco accanto al mio. -Ho visto Niall prima, ha detto che eri strana così sono venuta a cercarti. Si può sapere perché hai il telefono staccato?-
Tirai su col naso e finsi un sorriso. -Sono solo un po’ stanca- mentii, cercando di risultare credibile. -Come è andata con Niall?- le domandai, sperando di cambiare così argomento. Mi sedetti sul mio banco e aspettai che lei facesse lo stesso.
-Normale- rispose scrollando le spalle. -Ah, Liam ha stampato le foto della gita per tutti ieri, queste sono le tue- disse, prendendo dal suo zaino una busta gialla.
Aprii il pacchetto e mi ritrovai un mazzo indefinito di foto in mano. -Ma quante sono?- le domandai cominciando a sfogliarle.
-Un bel po’- rispose ridendo. -Divertiti a guardarle tutte. Io l’ho fatto e ne ho viste un paio tue e di Harry davvero carine.- Mi fece l’occhiolino per poi scendere dal banco quando gli altri nostri compagni entrarono in classe. Biascicai un grazie, per poi continuare a guardare le foto.
Ed eccole lì, come annunciato, le foto mie e di Harry. Erano quasi tutti scatti rubati, in nessuna foto eravamo in posa. Una volta eravamo a cena, un’altra in giro per Londra e poi c’era quella che doveva essere stata scattata l’ultima sera, durante il viaggio di ritorno. Posai le altre, tenendo in mano soltanto quella, quasi a volerla studiare.
Ecco ciò di cui parlavo. Il momento perfetto che avrei voluto rendere eterno, quello che non avrebbe avuto mai una fine, ma sarebbe durato per sempre. Lo avevo avuto, ma adesso l’unico ricordo che mi rimaneva di quell’attimo di paradiso era soltanto una foto che, col passare del tempo, sarebbe sbiadita.
 
HIM
-Era ora, ce ne hai messo di tempo!- sbuffai contro Niall, una volta che fu tornato a posto.
-Scusa, ho avuto da fare con Rachel- disse con tono malizioso e una faccia che non prometteva niente di buono.
-Si si okay, siete una bellissima coppia- lo presi in giro, sbuffando ancora una volta. -Allora? Le hai chiesto quella cosa?- domandai con insistenza.
-Si, sta tranquillo Harry. Appena Julie esce per andare in bagno me lo fa sapere.- Annuii, mentre Niall continuava a parlarmi cercando di farmi tranquillizzare.
L’avevo cercata come un disperato quella mattina, ma i suoi compagni, quelli che l’avevano vista, mi avevano detto che era già dentro al mio arrivo. L’avevo cercata per un giorno intero, senza mai ricevere una sua risposta. Quel telefonino non faceva altro che ripetere sempre le stesse cose: ‘il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile’.
-Pss, Harry- Niall richiamò la mia attenzione. Mi voltai verso di lui, mentre mi allungava il suo cellulare da sotto il banco. -Vai, è fuori- disse, picchiettando sullo schermo.
Gli diedi una pacca sulla spalla in segno di ringraziamento e, dopo aver discusso con il mio insegnante di storia su quanto fosse sbagliato uscire durante il bel mezzo della lezione, lasciai quell’aula infernale. Percorsi a grandi passi il corridoio che divideva la mia aula dalla sua sperando di trovarla ancora là fuori, ma di lei neanche l’ombra. Così passai davanti al bagno delle ragazze, ma non era neanche lì. Allora scesi ai distributori, sperando di trovarla mentre sceglieva quale cioccolata comprare, ma fu un buco nell’acqua anche quello.
-Dove accidenti ti sei cacciata, Julie?- dissi tra me e me, risalendo le scale e passando davanti alla porta che faceva accedere alla scala antincendio. Fu allora che la trovai. Con le braccia poggiate contro la ringhiera guardava le classi giocare nel cortile durante l’ora di educazione fisica. Stava fuori nonostante facesse freddo e lei stesse tremando (lo si vedeva chiaramente anche da dentro). Allora slacciai la felpa, rimanendo con una leggera maglietta, e, una volta fuori, gliela poggiai sulle spalle.
-Harry- esclamò sorpresa, prendendo la felpa tra le mani e guardandomi stupita.
-Ciao Julie- le dissi, riprendendo la felpa e riappoggiandogliela sulle spalle. -Tienila su, lo so che stai sentendo freddo- le dissi, pizzicandole leggermente una guancia.
-Che ci fai qui?- mi domandò, puntando con lo sguardo le sue scarpe ed evitando il mio.
-Cercavo te- le dissi, come se la cosa non fosse già ovvia. -Non hai risposto alle mie chiamate ieri e oggi non ti ho vista per niente- le spiegai, anche se non pensavo fosse necessario farlo. Insomma, sapeva anche lei ciò che aveva fatto.
-Ho avuto il telefono staccato- si giustificò. -E poi non pensavo che mi avresti cercato. Insomma, sta mattina ti ho visto già abbastanza impegnato con quella biondina- sputò poi, con un tono molto acido.
-Di cosa stai parlando?- le chiesi, corrucciando la fronte. -Aspetta, non starai parlando di quella ragazza che mi si è buttata al collo all’entrata? Quella non significa niente, è soltanto l’ultima ragazza con cui sono stato prima di partire- le spiegai, sollevato in parte perché adesso sapevo che non era realmente con me che ce l’aveva, ma si trattava soltanto di gelosia. Sorrisi, lusingato da quelle sue attenzioni.
-Lascia stare, non puoi capire- disse, levandosi la felpa di dosso e lasciandomela tra le mani. Frettolosamente tornò dentro, lasciandomi lì da solo.
-Julie aspetta, fermati- la bloccai, raggiungendola in un lampo.
-Lasciami andare Harry, ti prego- mi implorò, voltando il viso per non farmi vedere i suoi occhi gonfi che io avevo comunque notato da prima che sparisse.
-No, non posso farlo- le dissi convinto, cercando disperatamente i suoi occhi. -Juliet parlami, ti prego. Dimmi qualsiasi cosa, dimmi che sono uno stronzo, che ho sbagliato tutto con te, ma dimmi cosa in modo da poter rimediare ai miei sbagli.-
-Che significa tutto questo Harry?- mi domandò, continuando a tenere la testa nascosta. -Quei continui ‘mi piaci’, gli abbracci, le carezze- elencò, gesticolando nervosamente. -I giorni trascorsi insieme, quel bacio, cosa hanno significato per te?- Voltò il viso verso di me, fissandomi coi suoi grandi occhi marroni.
Aprii la bocca per risponderle, ma non ne uscì alcun suono. Allora la richiusi, grattandomi la testa confuso.
-Io non lo so- fu la prima cosa che riuscii a dire. Lei sorrise amaramente, annuendo e basta.
-Lo immaginavo- aggiunse, allontanandosi da me e camminando lungo il corridoio vuoto.
-Aspetta, lasciami finire- richiamai la sua attenzione, obbligandola a voltarsi nuovamente verso di me. Puntai lo sguardo su di lei, cercando dentro di me le parole giuste da dire. -Io non so cosa sia successo precisamente tra noi, ma so che tu mi piaci e non voglio fingere il contrario.- Lentamente iniziai ad avvicinarmi a lei, un passo dopo l’altro fino a quando non le fui nuovamente vicino. Le presi la mano dolcemente, portandola poi sul mio petto, all’altezza del mio cuore. Lei mi guardò spaventata, lasciandomi però fare.
-Lo senti questo? È come il mio cuore batte ogni volta che ti sono accanto.- Lei mi sorrise, finalmente. -Qualcuno più smielato di me direbbe di essersi innamorato, ma io ancora non ho capito cos’è veramente l’amore così voglio aspettare prima di dire qualcosa più grande di me. Però non voglio neanche perderti perché non ho avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti e dirti cosa sento veramente ogni volta che sei con me.-
-Harry ascolta, tutto questo non è necessario. Io…-
-No Julie, lo è invece- la fermai, prima che potesse aggiungere altro. -Sono stato con parecchie ragazze fino ad adesso, è vero. Non posso cambiare ciò che sono stato, ma posso iniziare ad essere diverso. Posso farlo per te. Posso farlo per noi. Dammi soltanto una possibilità e ti prometto che sarò tutto ciò che hai sempre desiderato, tutto ciò di cui hai avuto sempre bisogno.- Presi finalmente un respiro, dopo aver parlato così tanto. Non avevo mai fatto un discorso così serio ed importante e adesso mi sentivo libero e rilassato. Come se finalmente avessi buttato tutto ciò che avevo dentro fuori.
-Perché hai aspettato così tanto?- fu ciò che disse quando si decise a parlarmi nuovamente.
-Aspettato per fare cosa?- le chiesi, non capendo ancora una volta.
-Per trovarmi, Harry- rispose sussurrando. -Per trovarmi- disse più convinta, alzando il viso e incrociando finalmente il mio sguardo.
-Beh, magari ho aspettato un poco prima di farlo, ma l’importante è esserci riusciti- le risposi, sorridendole come forse mai avevo fatto. Le accarezzai dolcemente una guancia, mentre chinavo il viso verso il suo.
Quel bacio che ci scambiammo fu come un sigillo, un lucchetto che mettemmo al sentimento che provavamo l’uno nei confronti dell’altro. Forse, finalmente avevo trovato la ragazza perfetta per me. Si, perché Julie in soli cinque giorni era riuscita a fare tutto ciò in cui le altre avevano fallito: trovare la chiave del mio cuore.


THEY SAY:
come vi avevo detto questa è una mini-long, perciò eccoci già all'epilogo!
è scritto interamente da me, dato che la mia socia ( @_stopthetape ) si era occupata del prologo :)
oggi è stata una mattinata abbastanza pessima perciò spero che le vostre recensioni mi tirino su di morale cwc
intanto mi ascolto a ripetizione il nuovo singolo dei ragazzi, che non so a voi, ma a me aiuta un casino a migliorare l'umore! :)
grazie a tutte per aver seguito la storia, ci sentiamo se volete alla prossima xx

   
 
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