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Autore: Ili91    22/09/2012    2 recensioni
[Emily/Nolan, post 1x22, spoiler promo season 2]
Nolan inizia a praticare la boxe per essere meno indifeso e Emily lo aiuta.
Ed era pure senza cuore, pensò Nolan, desiderando di rimanere lì, lungo disteso sul pavimento, senza rialzarsi più. Non c'era un solo osso o muscolo che non gli facesse male.
[...]
«Ems!» esclamò allegramente Nolan. Scavalcò la rete e saltellò giù dal ring, ritrovandosi al suo fianco. «Hai visto? Sono riuscito a stenderlo!»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emily Thorne, Nolan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Guantoni e offerte di pace - capitolo unico Titolo: Guantoni e offerte di pace
Personaggi: Nolan, Emily
Pairing: Nolan/Emily
Rating: Verde
Genere: Commedia, Sentimentale
Note e avvertimenti: Het, Spoiler promo seconda stagione
Note dell'autore:
- Post 1x22;
- N. parole: 1963

Guantoni e offerte di pace

Alcune settimane prima, Nolan si era presentato a casa sua stringendo tra le mani un paio di guantoni da box e indossando una comoda tuta.
«Che significa?» gli aveva chiesto, osservandolo sorpresa. Nolan non le era mai sembrato un tipo da boxe, ma piuttosto che rispettasse il tipico cliché da nerd intelligente appassionato di videogiochi e poco propenso agli sport fisici.
«Ho iniziato a boxare, vuoi allenarti con me?» le aveva detto di rimando, con tono speranzoso.
Era cominciata così.
***
Emily lo colse di sorpresa e gli rifilò l'ennesimo gancio destro, facendolo finire a terra, a gambe all'aria.
Un gemito di dolore sfuggì dalle labbra di Nolan, che aveva il respiro corto ed era tutto sudato.
In piedi davanti a lui, che lo guardava dall'alto in basso – letteralmente – c'era Emily. «Eri di nuovo scoperto, non imparerai mai così» lo rimproverò.
Emily era una vera esperta di karate, autodifesa o quello che era, ma anche nella boxe era una vera campionessa. Come poteva lui sperare di contrastarla? Aveva cominciato da poche settimane ed era ancora molto impacciato.
Fino a quel momento gli sembrava di aver ricavato solo lividi, di certo non esperienza.
Senza contare che Nolan continuava a giocare in difesa, timoroso di riuscire finalmente a colpirla e magari farle del male.
Naturalmente, Emily non si faceva i suoi stessi problemi.
«Avanti, rialzati! Continuiamo.»
Ed era pure senza cuore, pensò Nolan, desiderando di rimanere lì, lungo disteso sul pavimento, senza rialzarsi più. Non c'era un solo osso o muscolo che non gli facesse male.
«Basta per oggi» ansimò. Sollevò un braccio e si terse il sudore sul viso, mentre il suo respiro cominciava a tornare regolare.
«Pappamolla» lo prese in giro Emily e cominciò a slacciarsi uno dei guantoni.  
Nolan si prese un momento per ricordarsi il motivo per cui era cominciata quella storia. Da quando Emily era arrivata negli Hamptons – non che la incolpasse di questo... beh, okay, forse un po' -, era stato rapito e percosso fisicamente ed emotivamente più volte, rischiando anche di lasciarci la pelle. Stanco di essere così indifeso e di essere costantemente tratto in salvo da Emily, aveva deciso di imparare a difendersi. Non sarebbe più stato d'impiccio in alcun modo alla sua amica e avrebbe potuto aiutarla in ogni situazione. «Aspetta!» disse e si decise a rialzarsi.
Lei lo fissò, ancora intenta a sfilarsi il guantone.
«Continuiamo. Sono pronto.» Nolan prese un respiro profondo e si mise in posizione, con i pugni a proteggere il viso.
Emily sorrise. «D'accordo.»
Non sarebbe stato facile, ma sarebbe migliorato. Ci teneva davvero, ce l'avrebbe fatta.
***
Emily ripose le sue cose e uscì dagli spogliatoi della palestra dove andava a d allenarsi regolarmente. Attraversò la sala per dirigersi verso l'uscita, ma la sua attenzione venne attirata da una conoscenza famigliare che stava conducendo un incontro di boxe.
Osservò Nolan e il suo avversario lottare per un po', poi il voltò di lei si oscurò.
Aveva avuto il sospetto fin dall'inizio, ma solo ora che aveva potuto assistere ad un incontro ne aveva la conferma.
Perché chiederle di allenarsi insieme se con lei non dava il meglio di sé?, si chiese indispettita.  
Emily si avvicinò di qualche passo al ring su cui stava combattendo Nolan, senza smettere di prestare attenzione all'incontro.
Osservò attenta la tecnica del suo complice e decise che non era affatto male. Era un uomo intelligente e sapeva dove e in che modo colpire.
Era davvero migliorato negli ultimi tempi, ammise fra sé e sé.
Nolan subì un altro colpo, ma, rifilando un paio di diretti al suo avversario, riuscì ad aggiudicarsi l'incontro. In segno di vittoria, sollevò i pugni in aria, poi si sfilò i guantoni e strinse la mano al suo avversario.
«Bravo» disse Emily sorridendo e attirando l'attenzione di lui. Si appoggiò con le braccia ad uno dei lati del ring e sollevò il capo verso l'alto.
«Ems!» esclamò allegramente Nolan. Scavalcò la rete e saltellò giù dal ring, ritrovandosi al suo fianco. «Hai visto? Sono riuscito a stenderlo!»
«Sì, sì. Buon tecnica, ma non montarti troppo la testa, capito?»
Il sorriso di Nolan si incrementò mentre annuiva vivacemente. A volte il suo modo di comportarsi, il suo entusiasmo, le ricordavano quelli di un bambino, ma il paragone finiva lì; quello che aveva visto muoversi sul ring - con un certa dose di impaccio, beninteso – era decisamente un uomo, un uomo sexy e affascinante.
Era quasi strano pensarlo, visto che era la prima volta che un pensiero simile l'aveva sfiorata.
«Ci vediamo domani come al solito per gli allenamenti?» le chiese improvvisamente Nolan, riscuotendola dai suoi pensieri.
«No» rispose Emily e scosse la testa.
Lui la guardò sorpreso e un filo deluso - si divertiva così tanto a farsi battere da lei?
«Hai un impegno? Possiamo rimandare ad un altro giorno, allora.»
«No, Nolan, è ora di finirla con questi allenamenti insieme.»
L'espressione ferita di Nolan venne immediatamente mascherata, ma Emily la colse lo stesso e si sentì un po' in colpa. Non voleva certo ferirlo, però aveva cominciato lui! E perché poi gli interessava tanto, si trattava solo di stupidi allenamenti?
«Non capisco, Ems. Come mai hai cambiato idea?»
I guantoni ormai giacevano dentro al borsone da cui Nolan aveva preso un asciugamano per tergersi il sudore prima di andare a fare la doccia.
«Semplicemente penso che per te sia più utile allenarti qui, in palestra, piuttosto che con me, soprattutto se insisti a trattarmi come la ragazzina arrabbiata che hai incontrato più di dieci anni fa.» Si pentì subito di essersi lasciata sfuggire il suo disappunto.
Lui la fissò a bocca aperta, mentre lei gettava un'occhiata al quadrante dell'orologio. «Ora devo andare. A presto, Nolan.»
Fece per girarsi, ma l'altro la fermò posandole una mano sulla spalla. «Aspetta, non saltare sempre alle conclusioni sbagliate! Stai sempre lì, ad accusarmi di tutto e a non avere fiducia in me.»
Emily si voltò completamente verso di lui e incrociò le braccia al petto, in segno di attesa. «Bene, sentiamo le tue motivazioni, allora.»
Nolan sospirò esasperato. «Va bene, potrei esserci andato piano con te durante i nostri allenamenti, ma solo perché sei una persona a cui tengo molto e non vorrei farti male né per sbaglio, né per gioco, mai. Quando ti deciderai ad accettarlo, Ems?» Lui le rivolse un'ultima occhiata triste, poi raccattò il suo borsone e si allontanò in silenzio, in direzione delle docce.
La presa attorno alla cinghia della sua borsa s'intensificò mentre Emily si diceva che non importava affatto quello che lui pensava di lei. Se ne andò con passo pesante e non poté non ammettere che era passato talmente tanto tempo da quando qualcuno l'aveva amata per quello che era che faticava a rammentarne la sensazione.
Era sempre così difficile litigare con Nolan, perché solo chi ti conosceva davvero sapeva dove colpire per ferirti. E lui, più di chiunque altro, la conosceva e teneva a lei nonostante tutto.
***
Se fosse stato una persona diversa, probabilmente Nolan si sarebbe alzato da quel divano e avrebbe presto a pugni il sacco da boxe che aveva fatto installare nella sua villa.
Ma lui non era così e preferiva di gran lunga giocare ad un videogioco per distrarsi e scaricare la tensione.
L'attività fisica si stava rendendo utile per farlo sentire ed essere meno indifeso se si fosse trovato – molto, molto probabile – in un'altra brutta situazione, ma non al punto di cambiare se stesso e le sue abitudini.
Senza contare che continuava a preferire le parole ai pugni, pure quando Emily diventava così irritante.
Non era davvero arrabbiato con lei, ma piuttosto un po' deluso che, dopo tutto quel tempo in cui erano diventati complici, lei avesse ancora qualche problema di fiducia nei suoi confronti.
Il campanello suonò e fu talmente improvviso che Nolan commise un errore e sullo schermo apparve la scritta: game over.
«Dannazione» borbottò tra i denti, mettendo da parte il joystick e lasciando la sua postazione.
Attraverso la porta a vetri, era perfettamente distinguibile la figura di Emily.
Nolan la lasciò entrare. «Ems, cosa ci fai qui?»
«Volevo chiederti scusa. Sai per... per essere così acida, a volte.»
Qualsiasi sensazione negativa che poteva aver provato dal momento della discussione si dissolse quasi istantaneamente. Era troppo buono, si faceva sempre fregare da lei!
«Dai, vieni» le disse e ritornò a sedersi sul divano, con lei al suo fianco.
Emily posò un sacchetto di carta marrone sul tavolo che attirò la sua immediata attenzione. Non l'aveva notato prima, all'ingresso. «E quello?»
Lei sorrise. «Uhm... un'offerta di pace, se le scuse non fosse bastate.»
Lui agguantò il sacchetto e sbirciò l'interno. «Non serviva, ma...» Annusò il piacevole odore di bignè al cioccolato. «Beh, questi sono ben accetti!» Ne prese uno per sé, poi passò il sacchetto a lei.
Avrebbero passato un tranquillo pomeriggio al dolce sapore di cioccolato.  
***
«Avanti, Nolan!» lo incitò Emily, in tenuta da combattimento davanti a lui che lo incitava a colpirla.
Lui si sentì come quando si era fatto accompagnare al poligono di tiro e non era riuscito nemmeno a sparare come si deve: impacciato e con il desiderio di essere da tutt'altra parte.
«Nolan» ripeté Emily con voce più dura e arrabbiata. Aveva gli occhi socchiusi e le labbra strette in un'espressione minacciosa. Se fossero stati nemici, lui sarebbe stato spaventato da lei. A dirla tutta, un po' lo era.
Emily avrebbe dovuto trovarsi un hobby più dolce e tranquillo, la cucina, per esempio. O il ricamo!
«Nolan!» ripeté nuovamente lei e mosse un passo in avanti.  
Entrambi i due contendenti si spinsero in avanti nello stesso momento, lui incespicò e le loro gambe finirono per incrociarsi e far perdere l'equilibrio ad entrambi. Per fortuna, il tappettino di gomma ai lori piedi attutì la caduta.  
Emily si ritrovò lunga distesa per terra con Nolan sopra di lei, entrambi un po' malconci e con il fiato corto. Lui si fece forza e fece leva con le braccia per non pesarle addosso. «Scusa, Ems. Stai bene?»
Lei annuì e si appoggiò sui gomiti per tirarsi su.
Nolan si mise in ginocchio e l'aiutò a tirarsi su a sedere stringendole le mani con le sue. Erano davvero vicini e gli occhi di lui finirono per posarsi sulle labbra di lei. Si diede immediatamente dell'idiota, perché Emily era innamorata di Jack – diamine, era stato lui stesso a spingerla dritta tra le sue braccia – e tra loro non avrebbe potuto esserci niente. Improvvisamente, Emily si fece seria e decisa, si sporse in avanti e lo baciò.
Nolan rimase fermo immobile, sbarrò solo le palpebre, e prese coscienza del fatto che stesse avvenendo per davvero.
Emily Thorne e Nolan Ross, era strano anche solo pensarlo.
Oh, al diavolo!
Continuò a stringere una mano di Emily con le sue, mentre l'altra la posò dietro il collo di lei, per averla più vicina. Spostò ulteriormente il capo da un lato e approfondì il bacio.
Quando si separarono, rimasero a fissarsi in silenzio per alcuni, interminabili istanti.
Nolan si schiarì la gola. «Ne vogliamo parlare?»
Lei lo guardò male. «No.»
Lui aveva sempre detto a se stesso che Emily avrebbe dovuto essere per lui come una sorellina, qualcuno da aiutare, proteggere e voler bene. Era anche quello che a David Clarke aveva detto avrebbe fatto, solo che, dopo averla conosciuta, non era andato tutto esattamente come nei suoi piani.
Non avrebbe potuto, c'era troppo tra loro.
Si alzò in piedi e Emily fece lo stesso. «Credo sia meglio che io vada» disse Nolan, con tono davvero poco convinto, perché avrebbe voluto continuare a rimanere lì, con lei. Ma ammetteva che sentiva una grande confusione in testa.
Lei sollevò il capo e incrociò il suo sguardo. «Sì. Ci sentiamo.»
Si allontanò dalla casa sulla spiaggia di Emily con il cuore che batteva forte e il sapore delle labbra di Emily sulle sue.


Spazio Autrice: Momento catartico... dopo cinque storie sui Nemily con il nulla più assoluto, finalmente in questa sono riusciti a concludere qualcosa.
Seriamente, non capisco come possano esserci così poche storie in questo fandom, tutti i promo e gli sneak peek che stanno uscendo hanno fatto scattare la mia ispirazione a mille.
Ringrazio tanto le mie amiche Deb e Cristina che mi hanno letto la one-shot in anteprima e mi hanno datto il loro parere. Grazie, ragazze. <3
Spero che la storia vi sia piaciuta, credo ci rivedremo presto. :)
E sempre forza Nemily, of course! :D
Ilaria
   
 
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