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Autore: Painting_Flowers    23/09/2012    7 recensioni
Cosa accadrebbe se i ragazzi di A tutto reality, compresi quelli della nuova stagione, si ritrovassero tutti nello stesso condominio e in quelli accanto?
Il reality non è mai esistito, i ragazzi sono per lo più di età diverse e vi è un insieme di amore, litigi, rivalità, feste e anche leggende della zona...
se vi ho incuriosito...date un'occhiata ^^
Dall'ultimo capitolo:

- Com’è stata la festa di ieri sera? – domandò con evidente ironia Heather alla mora seduta sul muretto. Questa, per l’improvvisa battuta dell’altra, si alzò in fretta e, avendo scoperto chi sembrava averle letto nel pensiero, contorse il viso in una terribile smorfia di rancore.
- Come sai che c’è stata una festa? – chiese a sua volta la dark, incrociando le braccia, ma sospettando quale fosse la reale risposta.
- Le voci girano. – rispose l’asiatica, inarcando un sopracciglio e mantenendo il suo sorriso sprezzante ed estremamente irritante, secondo la gotica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Gwen, Heather, Zoey | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Il sole si svegliava e si alzava per annunciare una nuova giornata a Toronto, mentre un quartiere da noi conosciuto cominciava ad animarsi.
Le persone si destavano, andando a compiere i propri doveri, mentre altre dormivano tranquillamente, senza curarsi della luce che filtrava dalle finestre, illuminando il proprio cuscino.
 
- Gwen, per l’amor del cielo, alzati! – disse la signora Fahlenbock in camera della dark, infilando un braccio in un cappotto color non-ti-scordar-di-me.
- Stai calma, mamma…Sono in vacanza, accidenti! Cinque minuti…- replicò lei, alzando il busto per parlare con la donna dal carattere gentile, ma terribilmente nervoso, che lei chiamava “mamma”. Dopo aver risposto a sua madre, la quale uscì di casa in fretta senza salutare, si ristese nel letto, pronta ad assaporare altre due ore di sonno beato.
 
Ma improvvisamente si ricordò di qualcosa, o meglio qualcuno, che non doveva trovarsi a casa sua in quel momento.
Così, sicura che “l’Ubriaca addormentata” fosse ancora in preda ad un sonno catatonico, si mise in piedi e camminò lentamente per non sprecare le scarse energie recuperate con qualche ora di sonno disturbato.
Eppure l’aspettava una brutta sorpresa: infatti la castana non si trovava sul divano a russare, e tantomeno dormiva nella stanza degli ospiti vicino a camera sua.
 
Cercando di mantenere la calma, Gwen ottenne l’effetto opposto: cominciò ad agitarsi e chiamò suo fratello.
- Kevin! Dove diavolo è Courtney? – urlò la mora dal salotto. Il ragazzo le rispose da camera sua, ma non aiutando la dark in alcun modo.
- Parli della tua amica sexy? è andata via poco fa. È un peccato, perché volevo invitarla ad uscire…-
 
- Ora ho capito perché se n’è andata…- commentò fra sé e sé la ragazza, prima di entrare in cucina e versare in una tazzina del caffè.
Dove poteva essere Courtney? L’episodio di ieri era un caso isolato: la ragazza è una perfettina con la testa sulle spalle. Saccente, ma responsabile. Perciò Gwen decise di non preoccuparsi tanto.
 
Infatti, circa trenta minuti dopo, la ragazza decise di bussare alla porta di fronte, per assicurarsi che Courtney fosse a casa e sperando di non commettere una gaffe, rivelando di non sapere dove la castana fosse.
Fu la signora Barlow ad aprire la porta, salutando con allegria la nostra dark.
- Buongiorno! Mi chiedevo…Courtney è in casa, vero?- domandò con Gwen, nascondendo a stento l’ansia.
- Certo. È’ rientrata poco fa. – assicurò la madre di quest’ultima, con un sorriso. Prima che la mora potesse ribattere, la signora Barlow chiamò a gran voce la perfettina. Era evidente che la voce potente fosse un particolare di famiglia.
 
- Ciao! – salutò un’allegra Courtney. – Potresti andartene un secondo? – domandò, rivolgendosi a sua madre.
Quando la signora Barlow non fu più in vista, la castana si mostrò visibilmente preoccupata.
- Tu sai cosa è successo ieri sera? Io non lo ricordo! – proferì l’ispanica, con occhi terrorizzati.
- Lascia stare, non è successo niente! Qualche brutto scherzo, ma alla fine si è risolto tutto. – rispose Gwen, preferendo non citare il punk.
 
- Prima o poi me lo dirai, ora vado a finire geometria. Sono rimasta molto indietro con il programma scolastico estivo! – disse Courtney, guardando l’orologio appeso al muro di casa sua.
- Programma scolastico estivo…Quella è tutta matta! – commentò tra sé e sé la dark, quando la sua amica ebbe chiuso la porta di casa, dirigendosi successivamente nel cortile del palazzo.
 
Varcata la soglia del condominio, notò con semplicità e sicurezza che nulla era cambiato dal giorno, perciò perché avrebbe dovuto preoccuparsi per quella festa?
Non aveva motivo di mostrarsi ansiosa, quindi poteva riprendere la solita vita con tranquillità; ma c’era qualcosa che, dopotutto le sfuggiva: come avevano fatto a ubriacarsi gli invitati?
Considerando che non vi erano alcolici sul tavolo, qualcuno doveva per forza aver corretto le bibite. Ma chi potrebbe essere stato?
 
Mentre Gwen si immergeva in un mare di pensieri intricati, viaggi e film mentali che meriterebbero l’Oscar, una ragazza usciva dal palazzo adiacente, pronta per un’altra intensa giornata occupata rovinando la vita -o almeno gran parte di essa- ad ogni essere vivente che trovasse pessima o sfigata. E parlando di persone pessime e antipatiche…
 
- Com’è stata la festa di ieri sera? – domandò con evidente ironia Heather alla mora seduta sul muretto. Questa, per l’improvvisa battuta dell’altra, si alzò in fretta e, avendo scoperto chi sembrava averle letto nel pensiero, contorse il viso in una terribile smorfia di rancore.
- Come sai che c’è stata una festa? – chiese a sua volta la dark, incrociando le braccia, ma sospettando quale fosse la reale risposta.
- Le voci girano. – rispose l’asiatica, inarcando un sopracciglio e mantenendo il suo sorriso sprezzante ed estremamente irritante, secondo la gotica.
 
- A proposito, so anche che molte persone si sono ubriacate…Appartieni a questo branco di irresponsabili, per caso? – aggiunse Heather, compiaciuta per la stizza che stava provocando alla dark.
- Mi sembra tu sappia un po’ troppe cose…Perché ho l’impressione che tu sia la causa di tutto? – replicò acidamente Gwen, allontanandosi dalla barriera di cemento e bloccando l’impulso di strangolare la sua interlocutrice.
- Perché sei la solita noiosa paranoica. Ma ti vesti sempre di nero? Dopo un po’ stanca, sai? Dovresti cambiare, così anche il tuo ragazzo sarebbe contento. – ribatté la sedicenne con allegria crescente, ben sapendo di tenere in pugno la pallida ragazza che aveva di fronte, poiché questa non sapeva come rispondere a tale provocazione. Infatti Gwen sbiancò, per quanto le fosse possibile.
 
- Ascoltami bene: non so perché senti il gigantesco bisogno di farti gli affari degli altri, ma ti do un consiglio che ti aiuterà a non finire molto, molto male…Fatti una vita! Ed evita di distruggere le altre. Sei così subdola e crudele che un cobra morirebbe avvelenato, se ti mordesse! – concluse la ragazza dai capelli neri e blu, trattenendo un specie di tic nervoso che la costringeva a portare le mani al collo dell’asiatica ogni volta che la vedeva. Detto ciò, si accinse ad uscire dal cortile per una breve passeggiata, ma era evidente che il dialogo non fosse finito.
 
- Stai scappando? Non credevo che oltre ad antipatica, asociale e mal vestita fossi anche codarda. Ieri sera credevi avresti risolto i tuoi problemi con il whisky, come ogni alcolizzata? – domandò Heather, analizzando distrattamente le proprie unghie e aspettando la risposta dell’altra, ma questa, che fin’ora aveva ignorato gli insulti della mora, si bloccò.
- Hai detto veramente…Whisky? Come sai quale tipo di liquore fosse? È possibile che tu abbia sentito parlare della festa da qualche tua amichetta smorfiosa, ma…Non credevo fossi tanto informata. – disse Gwen, con un sorriso estremamente perfido stampato in volto, mentre la sua interlocutrice sgranava gli occhi e mostrava un’espressione basita e atterrita. Accidenti a quella parola di troppo!
 
Improvvisamente la reazione della dark cambiò, mutandosi in un’espressione inquietante, che nascondeva strani istinti omicidi e sarebbe stata più indicata per un assassino di un film horror.
- Me la pagherai, stanne certa…Non mi arrenderò tanto facilmente. Potrebbe durare anni questa guerra, ma non m’importa: non sarò soddisfatta finché non cadrai nel baratro della disperazione. – le intimò Gwen, con fare cupo e minaccioso, avvicinandosi pericolosamente al muretto e facendo indietreggiare l’altra.
 
- Sei così…Patetica! Non puoi accusarmi di un incidente accaduto in un luogo dove non mi trovavo! Quali prove hai contro la sottoscritta? – ribatté Heather, infiammandosi all’istante, girando i tacchi e andandosene indignata.
- Piccola maledettissima serpe bast…- sussurrò Gwen, inviando mentalmente un’imprecazione ben peggiore.
 
- Ne ho abbastanza…Quella cocca di papà merita una lezione. – disse lei tra sé e sé poco dopo, trovandosi in camera sua e prendendo un piccolo diario nero con un cinturino del medesimo colore per chiuderlo.
 
Caro diario,
No, ricominciamo! Non sono certo una di quelle ragazzine smielate da soap opera che partecipa al ballo scolastico…
 
Promemoria per il futuro: mi devo vendicare di Heather. Non interessa a nessuno quanti danni farò o quanto costerà sistemare il disastro che combinerò, ma più la farò soffrire, più sarò felice. È una teoria inversamente proporzionale.
Non riesco a sopportarla, è peggio della cicuta! Come si può vivere con un essere del genere senza assassinarla nel letto mentre dorme? Credo seriamente che i suoi genitori festeggino quando parte per il campeggio…Magari la prossima volta mi unisco anch’io ai festeggiamenti e consiglio ai suoi parenti una vacanza permanente per quella sottospecie di ragazza dalla lingua biforcuta.
Ciò che mi ha maggiormente spaventata era il fatto che sapesse di me e Trent…Se dovesse mettersi in mezzo, giuro che quello sarà il suo ultimo scherzo crudele. Non le permetterò di rovinare la mia vita sentimentale, oltre che quella di tutti i giorni!
 
Gwen si fermò a pensare, portando la penna rigorosamente scura alla bocca: una sua abitudine che la aiutava a pensare meglio. Queste parole rispecchiavano i suoi autentici sentimenti in quel momento?
Non completamente…Dopotutto non era mai stata una scrittrice particolarmente abile; inoltre il suo diario era personale, perciò nessuno l’avrebbe giudicata per le sue capacità letterarie.
Chiuse il piccolo quaderno e appoggiò la schiena alla sedia davanti alla sua scrivania. Si guardò intorno: quella era la camera da letto di una ragazza dark, amante dell’arte, dei colori scuri e dei film horror. Era la sua camera, dove poteva essere se stessa, senza le solite persone che la evitavano per il suo aspetto inquietante.
 
Senza accorgersene, cominciò a formulare pensieri profondi sulla propria vita e sulla società discriminatoria, finché il suo sguardo, posato sull’orologio a parete, le ricordò l’orario.
Distolta dalle sue riflessioni, avanzò verso una libreria blu e prese a caso un quaderno dalla tonalità simile tra quelli presenti. Successivamente storse la bocca, constatando che si trattava del quaderno di algebra, indi tornò alla sua scrivania malvolentieri e ancora leggermente distratta dai suoi pensieri.
 
Pochi minuti dopo, realizzò che la grande impresa titanica –ovvero cominciare i compiti delle vacanze- risultava semplicemente impossibile, quando la sua testa viaggiava tra i meandri della fantasia e delle riflessioni filosofiche.
Quindi decise di uscire, diretta ovunque purché potesse stare lontana da quella stanza, ma, soprattutto, da quei libri. Una così bella giornata di sole non poteva certamente essere sprecata!
Borsa in spalla, occhiali da sole e un’aggiusta al trucco per poter partire con serenità in quella mattinata di luglio.
 
In realtà sapeva bene dove andare, sperando con tutto il cuore che la motivazione per cui si dirigeva lì fosse presente.
Non aveva mai prestato molta attenzione al trucco: sbavato o no, la gente la additava in ogni caso come una ragazza bizzarra e sinistra, perciò perché disturbarsi? Ma stavolta era diverso: la persona per la quale si preparava tanto minuziosamente era interessata a lei.
 
Circa due isolati dopo, la ragazza si trovava in un parco ben conosciuto, alla ricerca disperata di un chitarrista dai capelli corvini e con gli occhi somiglianti a due smeraldi. Ma non lo trovò…
Doveva sentirsi triste per questo? Se l’erano promesso a vicenda, perciò presto o tardi sarebbe arrivato.
Oppure ci aveva ripensato? Forse lui non voleva più incontrarla, decidendo anch’egli come ogni persona presente sulla Terra che la ragazza fosse inquietante.
Era davvero così? L’aveva solo illusa per divertirsi? Che persona spregevole…
 
Mentre la dark sovrapponeva pensieri sempre peggiori, mostrando un notevole pessimismo, un ragazzo di sua conoscenza si avvicinava e, avendola riconosciuta da lontano, decise di sorprenderla.
- Buongiorno, raggio di sole! – salutò allegramente Trent, arrivando da dietro l’albero e facendo sobbalzare la ragazza, la quale era arrabbiata con lui senza alcuna ragione precisa.
- Ah…Sei tu. – replicò una Gwen piuttosto seccata. Inutile dire che il chitarrista rimase basito da quella risposta.
- Che ti prende? Stai bene? – domandò premurosamente lui. La gotica inizialmente gli rivolse un’occhiata fulminante, poi, resasi conto del motivo che la spingeva a serbare rancore a quel ragazzo tanto dolce, gli mostrò uno dei suoi migliori sorrisi.
 
- Sì…Scusa, è un brutto periodo. – si giustificò lei, sedendosi ai piedi dell’albero e osservando l’altro che la imitava.
- Vuoi parlarmene? – chiese nuovamente Trent, posando la propria mano su quella della ragazza. Lei parve pensarci, valutando se dirgli la verità o cambiare argomento, fissando quello che doveva essere un punto vuoto, ma si rivelò la mano di lui quando si destò ancora una volta dai propri pensieri .
- In realtà no…- rispose lei con un’alzata di spalle, notando la leggera delusione del chitarrista.
- Perché, se non sbaglio, avevamo una questione in sospeso… - continuò la dark con eloquenza, mentre lui la guardava impassibile.
- …E vorrei la concludessimo. – disse infine Gwen, indirizzando al moro uno sguardo che sperava risultasse dolce e, allo stesso tempo, seducente.
 
In realtà Trent aveva intuito fin da subito cosa volesse la gotica, ma inizialmente credeva di aver capito male, poiché, a detta sua, era impensabile che una ragazza fantastica e meravigliosa come lei gli chiedesse di baciarla.
Bramando quel contatto tra labbra, i due si avvicinarono, l’una con gli occhi chiusi e l’altro analizzando i bei tratti del viso di quell’angelo oscuro.
Nessuno avrebbe potuto rovinare un momento simile, l’istante fondamentale per ogni coppia, tranne forse una presenza non gradita che aveva spiato i due fin dall’inizio.
 
- Vi volete baciare? Che cosa disgustosa! Dicono sia romantico, ma io continuo a pensare che sia una cosa assurda…–
Così una bambina dai capelli rossi fece la sua comparsa, dondolandosi con le gambe su un ramo dell’albero e fissando i due innamorati con due grandi occhi verdi spalancati.
- Izzy! – urlò Gwen, indecisa se mostrare sopresa, rimprovero o divertimento. Il tono che usò, quindi fu un insieme di questi, risultando assai strano.
 
- Ciao! Lui è il tuo fidanzato? – disse la rossa, mostrandosi totalmente indifferente al fatto di aver rovinato l’atmosfera perfetta per bacio appassionato e all’espressione che ostentava Trent nel vedere una bambina che fingeva di essere una trapezista del circo.
- No, è solo un amico…Per ora. – rispose la dark, sforzandosi di sembrare gentile e ignorando la reazione dell’altro.
- Davvero? Dovreste mettervi insieme, siete una bella coppia! Io non ho ancora un fidanzato…Sono troppo piccola secondo te? Però, anche se non fossi troppo giovane, non mi interesserebbe comunque nessuno. Nella mia classe tutti i maschi sono molto antipatici con me, perché mi dicono che sono pazza. Ma io non sono pazza, vero?
Inoltre loro non mi piacerebbero in ogni caso…Billy si mette le dita nel naso e Matthew nelle orecchie! Secondo me sono davvero schifosi, lo pensi anche tu, Gwen? –
 
La piccola Izzy aveva parlato senza sosta, sfiancando i due ascoltatori, i quali, senza farsi vedere dalla rossa, erano scappati in direzione del bar dove stavano per baciarsi per la prima volta.
Ad entrambi dispiaceva, però in quantità diverse, così si fermarono per salutarla da lontano, mentre lei ricambiava con allegria, senza riservare stizza nei loro confronti.
Dopo essersi assicurati che la bambina non fosse arrabbiata con loro, questi si diressero verso il bar per ricordare l‘appuntamento del giorno prima.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Ti assicuro che quel ragazzo proprio non lo capisco! Promette di chiamarmi, poi mi ignora…Tu come chiameresti una persona così? – domandò una ragazza magra dalla pelle ambrata alla sua amica.
- Ipocrita, ovvio! – rispose l’altra, staccando le labbra dalla cannuccia del suo frappé, per poi riprendere a sorseggiarlo.
- Già…E se si vedesse con un’altra? – chiese la prima con preoccupazione.
- Forse…I maschi sono dei traditori, lo sanno tutti. – replicò la seconda, che in confronto all’altra pareva molto pallida e indubbiamente più grassoccia.
- Ma lo sai che penso proprio la stessa cosa? – disse l’abbronzata, rivolgendo all’amica uno sguardo felice.
- è così bello avere qualcuno che sa sempre cosa pensi ed è d’accordo con te! – replicò con allegria l’altra, abbracciando la prima.
- A chi lo dici! Con il mio ragazzo è completamente diverso…Ultimamente non mi considera e dice che sono ancora una ragazzina infantile. – ribatté la magra, cercando sostegno nell’amica.
- Non mi dire! Riesco ad immaginarmi Josh mentre te lo dice. Della serie: “ Ehi, io sono troppo bello per te, perciò vado vicino al bagno delle ragazze a spiare le più grandi dal buco della serratura.” – disse la grassoccia, facendo volontariamente una pessima imitazione di un ragazzo presuntuoso il cui nome era Josh.
- Sì, hai ragione. Sai che ti dico? Tra me e lui è finita! Adesso cerco un nuovo fidanzato, così capirà che ha perso una ragazza davvero fantastica! – decise la prima, battendo un pugno sul tavolo per mostrare determinazione.
- Allora ti conviene voltarti, perché credo di aver trovato il tuo obiettivo. – sussurrò l’altra totalmente assorta, fissando un punto vuoto sulla spalla destra dell’amica. Notando lo sguardo della ragazza, la magra si girò, vedendo un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi verdi che entrava insieme ad una dark.
 
- Oh. Mio. Dio. Sadie, ma l’hai visto? – domandò la prima.
- Certo! Quel tipo è un sogno, Katie! – rispose la ragazza di nome Sadie.
- Lo penso anche io! Ma è fidanzato… - replicò con delusione Katie.
- Parli di quella dark? Tu sei molto più carina di lei, non ti preoccupare. – la rassicurò l’amica. Nel frattempo i due ragazzi di nostra conoscenza stavano scegliendo un tavolo per sedersi.
Appena la coppia innamorata ebbe preso posto, le due ragazze, che erano vestite totalmente di rosa, fatta eccezione per un top a fascia a righe nere e bianche, cominciarono ad ascoltare le loro conversazioni.
 
- Quindi quella ragazzina era una tua vicina di casa? – domandò Trent, ancora stupito.
- Già…in realtà non la conosceva fino a ieri sera. È una storia lunga da spiegare… - replicò Gwen.
- Però abiti vicino ad un sacco di gente strana: Heather, Izzy e anche quella tua amica di ieri… - disse lui, osservando la ragazza sorseggiare un frullato.
- Parli di Courtney? Lei non è sempre stata così, era solo una pessima giornata. Di solito è molto peggio! – scherzò la gotica, strappando un sorriso divertito al chitarrista.
- è una ragazza incredibilmente pignola e perfettina…Se non ci conoscessimo da quando avevamo quattro anni, credo non le rivolgerei nemmeno la parola. – continuò Gwen. A quella rivelazione, una lampadina si accese nella testa di qualcuno.
 
- Sadie, dobbiamo andare. – proferì Katie, alzandosi dal tavolo.
- Ma dove? – chiese l’altra, prestando più attenzione al frappé piuttosto che all’amica.
- Da una persona che sono certa mi aiuterà. – rispose l’abbronzata, scegliendo di restare sul vago.
Di malavoglia Sadie si alzò dalla sedia, seguendo la prima con passo lento, mentre quest’ultima voleva correre verso la sua meta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

  
 ANGOLO AUTRICE
 


Bonjour ^^ capitolo estremamente corto, ne sono consapevole, ma...Ehi, scegliete! O troppo lungo o troppo corto...Quelli troppo lunghi annoiano a lungo andare...
In ogni caso spero vi sia piaciuto e...
Noah: no, non puoi farmi questo...
Cosa c'è ora?
Noah: Posso sapere per quale ignota ragione hai inserito quelle due oche?
...
...
...Sei proprio sicuro di volerlo sapere?
Noah: Sì, ora me lo spieghi, perchè io propr...No! No, no, no, no! So a cosa stai pensando, non ci provare!
A cosa sto pensando?
Noah: Non lo dico! Sarebbe come confermarlo!
Io stavo pensando ad un bombolone alla crema, fai te ._.
Noah:...D'accordo, me ne vado.
Mandami una cartolina! Nel frattempo io faccio i ringraziamenti!!! :D

Un grazie ultramegaspeciale a...

anna21

Jane Black

piergiorgiosaurus


...per avermi messa tra gli autori preferiti :D Grazie davvero!


 Grazie a...

Jane Black

piergiorgiosaurus


...per aver messo la storia tra le preferite!

Grazie a...

Dark_Kiss

kodocha98

Anny_12

Stramboidexsempre

_Duncney_Ele

lale99

Jane Black


...per aver recensito lo scorso capitolo! Senza dimenticare WhitneyVanity per aver recensito il secondo capitolo!

Ma dico, cos'è quest'improvviso picco di letture? *^* Vuol dire che finalmente qualcuno apprezza gli scleri da manicomio di questa inutile autrice? T.T sono ufficialmente commossa! E vi giuro che allagherò virtualmente il fandom, se la storia raggiunge la 50 recensioni!
Confido in voi e nella vostra buona volontà di lasciare recensioni ^^ Per il resto..Ci si vede prestoooo ^^
  
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