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Autore: MissNanna    23/09/2012    3 recensioni
Maggie e Nick.
Lei una ragazzina. Lui un uomo che dovrebbe esser maturo.
Lei la figlia della migliore amica di lui.
Lui il grande amore di Maggie.
Eccoli di nuovo su Efp..
Questa storia è stata una lunga epopea!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Primo capitolo

Avete presente quei momenti in cui vi sembra di toccare il fondo?Si insomma quando vi basterebbe allungare una mano e riuscire a sfiorare il nero  della desolazione? Beh,  sarà la mia vena leggermente drammatica, ma credo che questo sia uno di quei momenti. Non tanto perché sono stata  bocciata al corso di letteratura inglese, non tanto perché il mio ragazzo mi ha lasciata per una cheerleader e nemmeno perché ho litigato con la mia migliore amica, quanto  per il fatto che la mia dolce madre si trasferisce a Londra per i mesi estivi, ed io non posso fare altro che restare in città. L’unica cosa che so è che mio padre al momento si trova in India per affari, mio fratello Josh è in Europa a cercare se stesso ed io resterò qui a piangermi addosso. Le vacanze estive sono appena iniziate, ma per evitare altro stress per il prossimo semestre, ho giurato di anticiparmi gli studi. Qualcuno si chiederà dove albergherò, giusto? Bene l’incubo non è ancora finito. Avete presente quegli avvocati, belli, seri, che amano la propria donna come una dea, che mangiano con il fazzoletto sulle gambe … beh ci siamo capiti, no? Bene, ora pensate all’opposto. Diciamo un trentenne dal bell’aspetto, da una donna a notte e dalle mani sporche di grasso e che spesso preferisce girare per casa in mutande invece che indossare l’abito elegante. Bene, ecco. Io alloggerò a casa del caro vecchio Nicolas Demson, meglio conosciuto come Nick. Chi è Nick Demson ? Uno dei migliori amici di mia madre, in cui lei ripone tanta fiducia. Perché penso che il peggio debba ancora venire? Non so credo sia perché non ho mai digerito quell’uomo. La prima volta che l’ho visto avevo circa 10 anni. Bello come un angelo, dalla barba incolta, gli occhi chiari tendenti al verde e i capelli paglierini tutti in disordine. Ricordo di esser rimasta impalata per circa un minuto, sino a che mia madre non mi ha spinta verso, all’epoca ventiduenne, Nicolas. Mi ha semplicemente guardata  e non so nemmeno il perché sono arrossita a tal punto da scappare via. Da quel momento in poi i miei rapporti con quest’individuo sono sempre stati di contrasto. Okay devo ammetterlo? Sono cotta di lui da ben otto anni, ma l’impossibilità della cosa è talmente evidente che anche una sciocca ragazzina come me se ne rende conto.

-Tesoro, ti chiamo appena arrivo, mi raccomando comportati bene con lo zio Nick e non pesargli troppo!Ti voglio bene bambina mia, mi raccomando con la letteratura!

Mi dice mia madre lasciandomi un bacio su una guancia per poi entrare nel taxi. Le faccio un cenno positivo con la testa e l’osservo mentre si allontana. Sono immobile dinnanzi a questo palazzo colossale alle mie spalle. Sono così gracilina al confronto. Mi pare quasi  la rappresentazione di un puntino su un immenso foglio bianco. Ecco ho dato l’idea. Deglutisco e facendomi forza carico il borsone sulla spalla,mentre con l’altra mano trascino la valigia e il beauty case .Arrivo al portone, cerco di bussare al citofono, ma mi rendo conto che è uno di quelli con la video camera così desisto. Cercando di non cascare, tiro via l’elastico che mi lega i capelli in uno chignon al centro della testa. Prendo il rossetto dalla tasca del pantaloncino e uso il piccolo schermo dell’apparecchio come specchio per passare il colore  sulle labbra, ma qualcosa va male, perché proprio nel bel mezzo dei preparativi nel rendermi presentabile, delle unghie laccate di rosso fanno capolinea dinnanzi al mio viso e pigiano il pulsante relativo ad uno dei condomini. Sgrano gli occhi non appena la voce di Nicolas, pronuncia il mio nome.

-Maggie! Sei arrivata Sali!

Sgrano gli occhi e senza rendermene conto sbavo il colore disegnando una breve striscia rossa lungo il mento. Sento la donna alle mie spalle ridacchiare e porgersi verso la piccola telecamera.

-Nick, ci sono anch’io tesoro, salgo con la mocciosa, apri per favore!

Una bionda dal fisico mozzafiato, dalle super tette e dalle cosce da gazzella. Una delle sue donne, insomma. Sbuffo mentalmente e prego che il seguito della convivenza non prosegui come l’inizio, anche se credo che al peggio non ci sia mai fine.

Entrambe chiuse nella piccola cabina dell’ascensore .Io con lo sguardo basso,lei che mi fissa con un ghigno fastidioso sulle labbra. Cerco di concentrarmi su altro. Di contare i giorni, le ore e i minuti che mi separano dalla libertà di questo strazio. Arriviamo al dodicesimo piano. Ricarico i bagagli in spalla ma proprio mentre sto per uscire la donna mi si para davanti,come alcuni minuti prima.

-Tesoro, mio malgrado devo ammetterlo. Nonostante il viso pulito e la giovane età, sei davvero bella. Presumo che tu abbia già il ciclo mestruale e hai due tette che non sono per niente piccole. Dunque anche se Nick è come uno zio per te, ti avviso. Stai lontano dal mio uomo. Limitati a fare la nipotina carina, giovane e ribelle, non toccare il mio uomo perché potrebbe finire male e questo non farebbe piacere al tuo sederino da liceale!

Sgrano gli occhi e la fisso deglutendo a fatica.

-Ci siamo intese Margaret ?

Mi fissa intensamente,con cattiveria,con una scintilla verde negli occhi. La scintilla della gelosia. Quasi spaventata faccio un cenno positivo con la testa. La sua espressione si rilassa e mi scompiglia i capelli.

-Bene,se continui di questo passo magari potremmo anche diventare amiche!

Certo!Preferisco infilarmi una carota su per il culo!

Senza nemmeno riuscire a replicare si allontana lasciandomi  impietrita tra le porte dell’ascensore. Mentre cerco di tirare fuori tutte le mie cose, le dannate porte di ferro si chiudono intorno al mio bagaglio incastrandolo. Cerco di tirarlo fuori, ma le porte si riaprono lasciandomi cadere come una pera con il sedere al pavimento. Sbuffo nuovamente.

Cazzo, ma me le chiamo proprio certe cose?

Mi rialzo a fatica, quando una mano mi si para sotto il mio sguardo allibito. Alzo il capo e incontro i capelli scompigliati del mio “fantomatico” zio. Incazzata per quella fidanzata stronza che si è trovato, per la figuraccia appena fatta, schiaffeggio la sua mano e mi rialzo da sola, evitando il suo sguardo. Lo sento sghignazzare e la cosa mi urta non poco.

-Ma cosa hai fatto alle labbra?

Sgrano gli occhi e le tocco sporcandole di rosso. Divento paonazza e con il gomito ripulisco tutto.

-Rossetto,ma non sono fatti che ti riguardano!

Mi si avvicina e il mio cuore da giovane fanciulla batte frenetico come quella prima volta di circa otto anni fa. Mi tira via le borse e se le carica in spalla.

-Allora?Non vieni?

Mi dice sorridendomi per poi camminare sino in casa. Lo raggiungo ed entriamo nell’appartamento che dovrà ospitarmi per un bel po’.

Un appartamento semplice, sul moderno e l’etnico. Lo stile cambia da camera a camera. La stanza da letto che sino a quel momento era stata sua infatti ha il letto poggiato al pavimento, le pareti lilla ricoperte interamente da foto scattate durante tutta la sua vita. Foto di posti, di sguardi, di DONNE, dei suoi cari, tutte che scrivono un po’ della sua storia, qui, sul muro della sua camera. Ha un armadio a muro in cui mi ha lasciato un’anta libera e qualche cassetto.

Una volta sistemate le prime cose decido di fare una doccia. Esco dalla camera con addosso i vestiti del mio arrivo e tra le mani il mio adorato pigiama  e della biancheria pulita. Sono quasi alla porta della sede in cui avrei voluto rilassarmi, quando le voci di Nick e, quella che ho saputo essere, Michelle arrivano alle mie orecchie.

-Tu scherzi?Ma l’hai vista?E’ uno schianto pazzesco!E’ nel fiore degli anni maledetta!

- Michelle non ti sembra di esagerare?E’ a malapena una ragazzina, non trattarmi da pedofilo!

E’ a malapena una ragazzina..

-Non capisco perché debba stare proprio da te!Non ha una zia, un parente del padre, non ha nessuno ?

Continua in tono stridulo, la donna.

-Ha solo me qui!Non potevo tirarmi indietro, uno perché l’ho vista crescere, due perché le voglio bene, tre perché la madre è una mia cara amica che nel momento del bisogno c’è sempre stata e se questo non ti va giù, non so proprio cosa dirti!Sei tu che hai insistito per portare avanti questa storia. Stiamo insieme da due mesi e non so ancora il perché!

Termina quasi ringhiando, Nick, pur di tenere basso il tono della voce.

-Se è così che la pensi, fottiti Nicolas Demson ! Fottiti tu e quella puttanella che devi tenerti a casa!

Sputa velenosa la bionda, mentre sussulto a quei suoi insulti.

-Quanto sai essere stronza quando ti ci metti!Sei così oca Dio Mio!Avrei dovuto ascoltare mia madre!

-Ah si quell’altra megera!Facciamo una cosa Nick!Finiamola qui!

Afferma autoritaria Michelle.

-Per me era già finita almeno 5 o sei insulti fa!

-Mi ripeto Nicolas!Fottiti!

E così dicendo sento i passi pesanti della donna percorrere l’entrata e infine il rumore della porta che sbatte alle sue spalle.

-Pisello della malora!La prossima volta ti infilo nel freezer pur di non finire più tra le grinfie di una deficiente simile!

Commenta ironico Nick,facendo un discorso con il suo “Amico”, in pura solitudine.

Sospiro sentendomi un po’ in colpa, non sono nemmeno arrivata che già gli ho provocato dei guai. Entro in bagno spogliandomi del tutto legando i capelli in una coda alta in modo tale da non bagnarli entro nella doccia e mi rendo conto di aver dimenticato l’accappatoio. Mi copro con le mani le parti intime e guardando bene dove si trovasse Nicolas, sgattaiolo fuori fino ad arrivare in camera. Prendo l’asciugamano e corro nel medesimo modo per ritornare indietro. Peccato che al male non c’è mai fine. La porta è semi aperta, la spingo e mi precipito dentro sino a spiaccicarmi addosso a qualcosa, o meglio a qualcuno, e capirete bene chi. Apro gli occhi e alzo lo sguardo verso i due rubini che guardano dritto nel vuoto.

-Maggie dimmi che non sei nuda!

Cerco di alzare l’asciugamano che poco prima mi è caduto dalle mani ,ma nell’abbassarmi i miei occhi vedono qualcosa che non dovrebbero vedere. Il mio basso ventre ha una fitta lancinante e subito porto le mani sul viso.

-Oh mio Dio Maggie !Esci su, non preoccuparti non ho visto niente!

“Ma ho sentito tutto..”Pensava intanto lo “zio”, sentendosi un emerito coglione nudo.

-Scusami Nick!Non volevo..

E scappo via coprendomi con l’asciugamano. Mi chiudo in camera indossando il pigiama. Dopo alcuni secondi sento dei colpi alla porta.

-Maggie posso?

Oh Dio che Vergogna!Gli ho visto l’asta !Che verginella imbranata!

-No vattene devo ancora smaltire la figuraccia!

Dico gettandomi con la schiena sul guanciale. La porta, malgrado la mia richiesta, si apre ed entra Nicolas con addosso una canotta e dei pantaloni di tuta. Lo osservo con la coda dell’occhio e cerco di non fargli capire quanto vorrei sprofondare giù in basso, perché anche se è stata una tremenda figuraccia, io il suo uccello lo guarderei di nuovo. Arrossisco all’audacia dei miei pensieri e stringo automaticamente le gambe.

-Ti ho portato le cose che hai lasciato in bagno,se vuoi ora è libero!

Mi dice calmo sedendosi sul bordo del letto. Mi volto dal lato opposto e porto le mani sotto al capo.

-Cavolo,ho lasciato i miei indumenti a terra, potevi pensare che ci fossi io!Dopo è  ovvio che la tua ragazza pensi male di me!Già mi ha dato della sgualdrina, se avesse assistito alla scena orrenda di poco fa, credo che mi sarei giocata le gambe!

Termino imbronciata.

-Beh, lei è una stupida, quindi può credere quello che vuole. Per me non sei altro che una bambina e mi dispiace aver visto le tue cose solo dopo, ma ero stressato dalla discussione avuta con quella decerebrata della mia “ex” fidanzata!

Mi giro automaticamente verso di lui  appollaiata con le ginocchia sempre più vicine al petto, in posizione fetale e lo fisso.

-Mi dispiace di averti creato dei problemi, non volevo. E non volevo nemmeno vederti l’aggeggio, non era mia intenzione. Non sono il tipo. Resto sempre la verginella incallita! 

Sbotto aprendomi in un sorriso dolce. Spero possa perdonarmi. Si sbilancia e mi accarezza una guancia.

-Beh non ci vedo niente di male ad essere vergine alla tua età!Non hai ancora compiuto i 18 anni. Hai tutta la vita per fare sesso, per fare l’amore … magari avessi ancora 18 anni!

-Parli come mio padre, con la differenza che tu hai solo 30 anni e lui ne ha all’incirca 55!

Affermo sghignazzando.

-Purtroppo il brutto di avere 30 anni, non sono tanto le rughe quanto l’esperienza. Una parte di me resterà sempre infantile, ma c’è l’altra parte che è così consapevole di questi 30 anni vissuti che ..beh … non mi resta che accettare di essere molto più vecchio e molto più saggio !

Sorrido e mi metto seduta, sciogliendo i capelli per riattaccarli.

- Lasciali scompigliati, ti addolciscono il viso!

E così di cedo  e resto a fissarlo a bocca aperta, con il cuore a mille.

-Hai già mangiato qualcosa?

-Non proprio!

Affermo imbarazzata dai continui rumori del mio stomaco affamato.

-Allora Hamburger e patatine per tutti stasera!

E anche  se in questo momento vorrei mangiare lui, non posso che sorridere e accettare la sua offerta.

 

Più tardi, una volta trovatami sotto il getto caldo della doccia, non posso che pensare a quanto sarà dura questa convivenza e quanto probabilmente farà male al mio povero cuore d’adolescente.

Per me non sei altro che una bambina..

Dio Perché gli sono così invisibile!

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Lei: bella , ricca e terribilmente schiava dell'apparenza .
Lui:bello , povero e privo di ogni inibizione.
Lei la sua datrice di lavoro, Lui il suo autista.
Quando due cuori si scontrano,non è sempre facile ad arrivare al lieto fine..
Strade lunghe tortuose e ricche di colpi di scena...
Questa è la storia Di Noa e Pen.
ATTENZIONE:storia completa, su richiesta è possibile aggiornare un capitolo al giorno.

   
 
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