Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Peeta97    24/09/2012    10 recensioni
I tributi creati dai lettori saranno costretti a lottare nell'arena. Saranno costretti a combattere, a massacrarsi l'un l'altro, ad amarsi, a dirsi addio.
Saranno costretti ad andare incontro al destino scelto per loro da Capitol City.
Storia eliminata e ora ripubblicata secondo regolamento.
Spero che la leggerete comunque!
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

CAPITOLO 1: LA SFILATA
 

Come tutti gli anni


Linda si sistemò ancora il cappellino variopinto sulla testa. Accanto a lei, thabita, la sua migliore amica, si stava dando una ripassata di rossetto fucsia.

Tutt'intorno a loro, la folla era in attesa. Come ogni anno, attendevano i tributi, e non avevano altro di meglio da fare se non parlottare di come sarebbero stati i vestiti di quell'anno.

Per Linda, la cosa era diversa. Lei, infatti, sarebbe diventata una stilista. Frequentava un'istituto di moda e conosceva tutte le tendenze del momento. Secondo la sua istruttrice, era una ragazza molto talentuosa, che, se solo avesse voluto, sarebbe potuta diventare una modista importante.

Anche una stilista degli Hunger Games.

Era tutto ciò che Linda sognava: una volta all'anno, rendere splendidi i tributi prima dei Giochi, essere conosciuta e ammirata da tutti. In particolare, avrebbe tanto desiderato essere la stilista del Distretto 1, poiché per i suoi vestiti le piaceva molto utilizzare tutti quei gioielli e accessori particolari che spesso erano presenti nei costumi di quel distretto.

Cosi, ogni anno, Linda e Thabita, sua compagna di studi, venivano ad assistere alla sfilata, così da imparare il più possibile da chi ce l'aveva giá fatta, a coronare quel sogno.

Respirare gli Hunger Games, usava dire l'istruttrice dell'Accademia di moda.

E cosi, come ogni anno, Linda osservava la folla con fare critico, dicendosi "un giorno sarò io quella per cui sarete qua".

Non era un'ambizione facile, ma era certa che ce l'avrebbe fatta. Quella che aveva meno possibilità era Thabita, perché, a Linda dispiaceva sempre ripeterselo, non era dotata di una grande intelligenza, e nemmeno di una grande creatività . Però, in fondo, non era una cattiva ragazza.

Era proprio che non ci arrivava...

Quando ebbe finito di risistemarsi il cappello, tiro fuori lo specchietto dalla trousse e si rifece il trucco.

Come ogni anno, lei e Thabita erano arrivate in anticipo, in modo da potersi prenotare i posti migliori. Di fatti, si trovavano in seconda fila, davanti ai pochi che erano riusciti ad arrivare prima di loro. Comunque, grazie ai tacchi 18, riuscivano a vedere bene nonostante le parrucche alte e variopinte delle donne davanti. Non passò molto tempo che la voce calda e forte del nuovo presentatore, un certo Caesar, si impadronì della piazza, amplificata dagli altoparlanti anche se parzialmente coperta dalle grida del pubblico, annunciando l'inizio della parata. Di li a poco, i carri dei tirbuti sarebbero apparsi e avrebbero fatto il giro della piazza, mostrando i tributi e i vestiti loro indosso.

Non appena cominciò a sentire lo scalpiccio dei cavalli, l'espressione sul volto di Linda divenne seria, determinata. Era arrivato il momento di imparare, di respirare gli Hunger Games.

E poi, come ogni anno, i carri comparvero, splendidi, trainati da animali meravigliosi ed enormi. I primi ad arrivare furono i ragazzi del Distretto 1. Come ogni anno, erano magnificamente vestiti. La ragazza indossava un abito fucsia che ne metteva in risalto le curve e il volto mozzafiato. Inoltre, indossava gioielli e brillanti uno più bello dell'altro. Linda, in particolare, fu colpita dal diadema d'argento con incastonata una pietra meravigliosa, rosa.

Il ragazzo, invece, indossava un gilet dello stesso colore dell'abito della compagna, solo che il suo vestito lasciava scoperti gli addominali scolpiti, una scelta non casuale da parte del suo stilista, dettata sicuramente dalla sua particolare bellezza. Entrambi mandavano baci alla folla e sorridevano, radiosi.

 

-Thab, hai visto che bello il ragazzo?-
-Bello? È meraviglioso... E che sorriso...-
- Giá , anche gli abiti sono molto belli-
-si, certo, gli abiti...-
-Thab, riprenditi!-

 

Il Distretto 1 fu immediatamente rimpiazzato dal 2. Quell'anno, i tributi indossavano dei vestiti particolari.

Avevano infatti una cotta di maglie argentata, una cappa dorata legata dietro la schiena e un'armatura di cuoio. Sembravano dei guerrieri, invincibili. In particolar modo colpiva il ragazzo, che, nonostante la tenera etá, aveva uno sguardo freddo e distante, il che contribuiva a farlo sembrare un guerriero, potente e distaccato.

La ragazza, invece, dava l'impressione opposta: solare e sorridente nonostante la sindrome dalla quale era affetta, mandava baci e saluti alla folla, che la applaudiva raggiante e commossa, tanto che Linda e Thab dovettero gridare per riuscire a capirsi.

 

- Lind, hai visto il ragazzo che aria seria?-
-giá, sembra davvero un tributo pronto a tutto, pur di vincere, Thab...-
-Se finissi nell'arena, non vorrei certo trovarmelo davanti-
-Se finissi nell'arena? Oh Thab, ti prego, non essere ridicola-

 

All'arrivo del distretto 3, tutte le facce dei presenti si volsero ad osservare, ammirati, il tributo più bello che avessero mai visto. Che, purtroppo per lui, non era Damian.

Alethea, infatti, era vestita di fili di rame illuminati sulla cima. Risplendeva come una divinità, e, dato il modo in cui la luce cadeva sui suoi occhi, questi si erano tinti di un viola intenso e affascinante, che non mancò di colpire tutti gli abitanti di Capital City. Senza contare, poi, i boccoli biondi e il viso perfetto, da bambola.

Damian, quindi, nonostante non fosse affatto un brutto ragazzo nè fosse vestito male, passò praticamente inosservato, tanto attirava l'attenzione la sua compagna.

 

-Oh Thab, hai visto quel vestito? È meraviglioso! Sicuramente lo stilista ha studiato tantissimo come far ricadere la luce sugli occhi in modo che diventassero viola... È... É proprio quello che vorrei diventare anch'io, Tab.. Capisci, no?
-Quella ragazza è così bella, come la invidio! Anch'io vorrei gli occhi viola!-
-no, decisamente non capisci...-
 

Il distretto 3 lasciò presto il posto al 4, e con esso giunsero anche i suoi fantastici tributi. La ragazza indossava un abito lungo che le ricadeva sulle gambe formando una specie di coda di pesce, come se fosse una sirena. Inoltre, era decorato con scaglie e conchiglie che rilucevano alla luce del sole. Aveva i capelli rossicci tendenti al castano e un fisico muscoloso e ben piantato che ricordava i tributi del Distretto 12. Salvo quando erano denutriti, ovviamente.

 Anche il ragazzo era riccamente vestito, solo che in modo più marziale e meno sensuale. Non si poteva certo dire che fosse brutto, con quei capelli neri come la pece in contrasto con gli occhi azzurro ghiaccio e la pelle bianca.

La folla applaudì quei bellissimi tributi come meritavano, mentre passavano salutando allegramente.

 

-Mi piacciono molto i tributi del 4, mi ricordano sempre il mare... Ah, quanto vorrei vedere il mare-
-Già, Thab, dev’essere bellissimo-
-Si, certo che sono propio fortunati quelli dei distretti: vivono in posti così esotici!-
-Già, ma... Ehi, Thab, guarda, il Distretto 5-

 

Quell’anno, il Distretto 5 aveva abiti davvero strabilianti.

Sia il maschio che la femmina indossavano una calzamaglia dorata. Su di essa scorrevano guizzanti delle scintilla argentee, come particelle in continuo movimento.

Ma la cosa più bella ed originale era l’elmetto in tinta con la tuta. Attorno ad essa, infatti, ruotavano ininterrottamente sfere multicolore, percorrendo anelli psichedelici e meravigliosi, come un atomo con attorno i suoi elettroni.

Il ragazzo pareva un tipo molto chiuso in se stesso. La ragazza, invece, aveva un che di inquietante mentre, dall’alto del palco, sfoggiava la sua espressione determinata, come d’opposizione alla probabile morte imminente.

 

-Cavolo Tab, sono dei costumi fantastici!-
-Il ragazzo è carino, forse lo sponsorizzo! Mi piace il Distretto 5, sono tutti fissati con l’energia! Che cos’è non lo so, ma la parola mi piace tantissimo!-
-Va bene, Tab, va bene. A me invece piace di più la ragazza. Ha un’espressione determinata, proprio come me-
 

Anche il Distretto 6 fu accolto da applausi fragorosi.

Difatti, I loro costumi erano molto diversi da quelli che i tributi di quella zona sfoggiavano solitamente.

I ragazzi indossavano tute rosso fuoco decorate con fiamme gialle e arancioni. Ma il tocco di classe, per quanto riguardava la percezione visiva, erano gli schermi che avevano davanti.

Quelli, detti defocalizzatori, sfocavano la loro immagine, facendoli sembrare in un continuo e rapidissimo movimento, che ben si addiceva al loro distretto, quello dei trasporti.

Entrambi I ragazzi sembravano forti e allenati come favoriti.

La femmina aveva splendidi capelli rossi e un’aria di sfida, il ragazzo, allo stesso modo, sembrava molto sicuro di se.

 

-Che belli I suoi capelli, Lind! E senza neanche una parrucca-
-Già, non dev’essere stato difficile rendere bello un tributo del genere.-
-Perché?-
-Perché era già bello, Thab-
-oh, ok, capito. Forse la sponsorizzo-
-Non puoi sponsorizzare, tutti, Thab-
-Giusto, Lind, scusa-

 

Il distretto 7, invece, presentava poco o nulla di originale, rispetto agli altri anni.

I suoi tributi erano vestiti da alberi, ovviamente. L’unica novità stava nel fatto che I capelli della ragazza erano tirati su da dei rami, e, man mano che salivano, si trasformavano in foglie. Per il resto, tutto da programma, dato che erano sempre gli stilisti peggiori che si beccavano gli ultimi distretti.

La ragazza aveva un’aria pacata, buona, che infondeva tranquillità. Il ragazzo, invece, sembrava più chiuso in se stesso, il viso serrato in un’espressione seria e marziale, che incuteva timore.

 

-Questi, per ora, sono i costumi che mi sono piaciuti di meno-
-Perché? Lind, sono stupendi!-
-Si, ma sono i soliti costumi da albero, come ogni anno.-
-Già, hai ragione, dovrebbero smetterla di fare gli alberi… se fossi in loro io farei un… un pioppo!.-
-Che è un albero, Thab-
-Allora un faggio!-
-Sempre un albero-
-Una betulla?-
-Thab!-

 

Seguì il carro del distretto 8, I cui ragazzi indossavano dei ricchissimi abiti composti da una svariata quantità di stoffe. Considerando Il distretto di provenienza, quei costumi erano abbastanza banali, ma, dato il modo in cui erano progettati, assumevano un aspetto raffinato, d’atmosfera.

Perciò, tutto sommato, non erano affatto male.

La ragazza sembrava venire da un altro mondo: aveva un fisico minuto, da folletto, e degli inquietanti occhi Verdi dal taglio allungato che sembravano poter leggerti dentro. Stava ritta sul carro, guardinga, come se l’intera folla fosse un nemico che l’attendeva per un’imboscata. La stessa espressione appariva speculare sul volto del ragazzo, che, tuttavia, rimaneva comunque un bellissimo tributo, con qualcosa di nobile nel volto.

 

-Bei costumi, Thab. Sempici e al tempo stesso raffinati-
-Si, come I cuscini. Hanno una forma semplice, ma possono essere raffinati, no, Lind?-
-Si, Tab, I cuscini. Certo.-

 

Il carro seguente fu quello del distretto 9.

I tributi, quell’anno, avevano spighe di grano tra I capelli e abiti alla moda e allo stesso tempo smessi e sfilacciati che ricordavano molto quelli indossati dagli spaventapasseri, attrezzi usati dai contadini per allontanare i corvi nel loro distretto.

Il ragazzo aveva i capelli ramati e uno sguardo ironico, cininico e canzonatorio.

La ragazza, invece, che certo non poteva avere più di dodici anni, sfoggiava un sorriso stupendo, radioso, fuori dal commune.

 

-Che carina la ragazzina, è così dolce-
-già, proprio adorabile. Il ragazzo, invece, non mi piace molto… sembra… uno squalo, ecco, con quell ghigno stampato in faccia.-
-Per una volta hai ragione, Thab, è strano... poi boh, vedremo. comunque…-
-Guarda Lind, il distretto 10!-

 

Il carro del distretto 10 giunse in pompa magna portando costumi ben poco origininali.

Entrambi i ragazzi, infatti, sfoggiavano i soliti abiti da cawboys, con camicetta a scacchi bianchi e celesti e cappello in pelle, nonché pantaloni attillati blu scuro e grandi speroni dorati.

I tributi dentro ai costumi, però, contribuivano a rendere il tutto più entusiasmante.

La ragazza era bionda e d’aspetto abbastanza commune, ma aveva in viso un’espressione talmente determinata che chiunque non avrebbe potuto dubitare di una sua eventuale vittoria.

Il ragazzo, invece, aveva solo tredici anni, ma aveva un’aria proprio simpatica. Sembrava malandrino e dolce allo stesso tempo, con quell sorrisetto scaltro stampato sul volto.

Molti cuori si sciolsero a Capital City, osservandolo mentre, dall’alto del carro, faceva una giravolta su se stesso, senza mai smettere di sorridere.

 

-Che carino quell bambino!-
-Carinissimo, peccato che la stessa cosa non si possa dire dei costumi-
-E basta! Dai, Lind, non pensare ai costumi, pensa ai tributi…-
-Lo farei, Thab, se non fosse per i costumi che siamo venute qui. Noi dobbiamo studiarli, ricordi?-
-Ah, già, hai ragione. Scusa, Lind-

 

L’arrivo in piazza del carro del distretto 11 fu accolto da un mare applusi e grida.

Applausi e grida che non erano tanto per Liam, il tributo maschile. No, lui indossava la solita tenuta da agricoltore, arricchita soltanto da una corona di foglie dorate.

No, la vera signora della sfilata, in questo caso, era Ribes Blynn.

Indossava un meraviglioso abito scarlatto che le scendeva fin sotto I piedi, mettendo in risalto le curve e il fisico muscoloso ma allo stesso tempo molto femminile.

Le lunghe maniche di seta rossa erano allacciati alla gonna da nastri di seta screziati di rosa.

il cappuccio posato sulla testa aveva la forma di una meraviglisa rosa bianca, mentre il collo, coperto di seta verde, somigliava ad un piccolo picciolo. Ribes, difatti, era diventata un fiore in tutto e per tutto.

Per niente a disagio davanti all’ammirazione della folla, la ragazza si inchinava e mandava baci, compiendo giravolte per mostrare quello splendido vestito intessuto con le sete più ricche del distretto 8.

 

-Quel vestito, Tab. Quel vestito. Questo è il massimo possibile a cui uno stilista possa aspirare. È bellissimo, il meglio che chiunque possa fare, non ho parole-
-A me, per la verità, ricorda il nuovo presidente-
-Chi, Snow?-
-Esatto! La rosa è bianca, proprio come quella che lui tiene sempre appuntata al bavero-
-Già, potrebbe essere visto come una specie di omaggio. Beh, lui sarà contento-
-Uh guarda, il distretto 12!-

 

Anche quell’anno, come ogni anno, il Distretto 12 rappresentò una fine ingloriosa per la parata.

Entrambi I tributi erano nudi fino alla cintola e coperti di carbone. Sotto, avevano dei pantaloni neri di fuliggine che un tempo dovevano essere stati blu e degli stivali pesanti.

L’unico elemento frivolo era l’elmetto, la cui luce emanava un bagliore rosso e intenso.

La ragazza sembrava molto intelligente, il ragazzo, invece, dai tratti orientali, rimaneva in piedi, impettito, senza l’ombra di un sorriso.

 

-Mah, anche questi non è che mi siano piaciuti più di tanto eh-
-si, infatti, I tributi del 12 di solito non che li valorizzino per niente-
-si, però almeno questi non hanno la solita aria denutrita-
-anche questo è vero, Lind-

 

Dopo aver percorso la piazza, i carri si fermarano, e il neopresidente Snow tenne il suo discorso. Linda e Thabita, però, non lo ascoltarono: i loro occhi rimanevano fissi su quei costumi, così belli, così nuovi.

Stupendi. Come ogni anno.

Quando la folla applaudì, il boato fu talmente forte che nessuno sentì Caesar augurare la buonanotte. Poi le luci si spensero e i carri rientrarono, ma la folla restò, a parlottare dei tributi, dei costumi e di chi sponsorizzare.

Anche Linda e Thabita rimasero, e furono tra le ultime ad andarsene, a notte inoltrata. Erano galvanizzate.

 

-Bella parata eh?-

-Già, come ogni anno, Thab-

-Si, è bellissimo sapere che certe cose dureranno per sempre, come la nostra amicizia-

-E come gli Hunger Games, Thabita-




 

E rieccomi recidivo. 
La storia è questa, lasciata intatta. Riguardo alle sponsorizzazioni, invece che scriverlo nelle recensioni potreste mandarmi un messaggio privato. In questo modo non si falserà la classifica delle storie più popolari e la storia rimarrà comunque interattiva. Spero di essere stato chiaro ^^ .
Bene, sinceramente non trova altro da aggiungere, perché in quello che prima era questo capitolo avevo già detto tutto D:
Oks, spero che riusciremo a recuperare le recensioni che abbiamo perso :D

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Peeta97