Colby stava per impazzire.
Chiuse gli occhi e si premette il pollice e l’indice alla radice del naso, massaggiando la parte e inspirando a fondo per recuperare una minima parte di quell’autocontrollo di cui andava parecchio fiero in passato e che ora invece sembrava averlo abbandonato a lui stesso. A sua discolpa poteva affermare che, se non riusciva a concentrarsi neanche per un minuto sull’ispezione che dovevano compiere, la colpa era solo e unicamente di Charlie. Erano nel liceo dove quella mattina si era svolta una strage e dove molti ragazzi avevano perso la vita o rischiavano di perderla, un posto del genere doveva essere come acqua gettata sul fuoco per la sua libido e, invece, la sola cosa a cui riusciva a pensare era che se si fosse concentrato abbastanza sarebbe riuscito a teletrasportare se stesso e Charlie nella sua camera da letto e lì avrebbe potuto fare l’amore con lui per tutto il giorno, senza che nessuno potesse disturbarlo.