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Autore: Teikci Ni Kare Suh    24/09/2012    2 recensioni
Qui ho raccolto i punti di vista di alcuni tributi che hanno partecipato agli Hunger Games.
Come sono stati estratti, la loro permanenza a capitol city, i loro addestramenti e...l'arena.
Chi sarà il vincitore? Nemmeno io lo so.
Nota: I personaggi sono inventati dalla sottoscritta e da altri utenti, perchè in principio era una storia fai da te.
Ora è solo una semplice storia.
Spero vi piaccia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Flickerman, Effie Trinket, Presidente Snow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Charlotte

Un'ultimo colpo di spazzola, e le raccolgo i capelli in un grazioso chignon con un elastico argentato.
"Sei bellissima, sorellina" le dico guardandola riflessa nello specchio.
Lei si volta verso di me e mi bacia sulla guancia.
"Anche tu"
Controlliamo il nostro aspetto, fino a quando non sentiamo una sirena in lontananza.
La poca gioia che ci rimaneva si dissolce, e i nostri volti diventano maschere senza espressione.
"E' ora di andare" mi dice Elisabetta.
Mano nella mano, usciamo di casa e lentamente camminiamo verso la piazza.
Non vogliamo che il tempo scorra troppo veloce.
Guardo il mio distretto, con un misto di odio e malinconia.
Quel distretto di assassini assetati di sangue e mostri, ma dopottutto sempre casa mia.
Ogni anno era la stessa storia: passavo quei minuti come se fossero glu ultimi, prima di cambiare e di essere estratta.
Non volevo andarmene, senza aver assaporato gli ultimi ricordi di casa.
Ma non per questo avrei pensato di non tornare più.
Nonostante io avessi solo mia sorella e lei avesse solo me, non ci eravamo arrese all'idea di morire.
Ci eravamo allenate fino allo stremo, e avevamo lottato per non cadere prede della paura.
Arrviamo in piazza senza che me ne accorga.
Ci pungono un dito.
Ormai è solo un'abitudine e non vi faccio nemmeno più caso.
Aspetto mia sorella e insime raggiungiamo le altre ragazze della nostra età.
Tutti si dispongono in ordine, e sale sul palco una donna di Capitol City.
La guardo e provo un disgusto irrefrenabile.
"Benvenuti! Felici Hunger Gamesd e possa la fortuna sempre essere a vostro favore!" dice con il suo accento affettato.
Seguono i discorsi delle autorità, solo una perdita di tempo.
Poi la capitolina si avvicina alla boccia delle ragazze.
Stringo più forte la mano di Elisabetta, lei mi guarda.
"Andrà tutto bene" le sussurro.
E in quel momento dichiarano il nome del tributo.

Lucas

Tiro un spospiro di sollievo.
Sono contento che Rachel non sia stata estratta.
C'è un volontario.
E' una bella ragazza, occhi verdi e penetranti e lunghi capelli marroni.
Ha il viso sconvolto e pieno di disperazione.
"Mi offro come volontaria!" continua a gridare.
Poi noto che vicino a lei c'è una ragazza identica, con la stessa espressione, solo di...dolore.
Non succede spesso che qualcuno si offra volontario per salvare qualcuno che ama.
La volontaria ferma la gemella e sale sul palco decisa, il volto serio.
Probabilmente non vuole far trapelare la sua paura.
Bella tecnica.
La capitolina le chiede il nome ma viene bruscamente interrotta a metà della domanda
"Charlotte Hamm" risponde scontrosa la ragazza.
La osservo meglio.
E' sciupata, ma sembra forte e agile.
Probabilmente non vive agiatamente, ma dev'essersi allenata a lungo.
La capitolina lascia la ragazza e si dirige verso la boccia maschile.
Mio padre mi scruta da lontano, lo sguardo severo e l'espressione adirata, che gli segnano solitamente il volto quando è sobrio, cosa che non capita spesso.
La capitolina legge il nome, ma non riesco a intenderlo.
I ragazzi che mi stanno vicino mi guardano quasi deridendomi.
Di scatto punto lo sguardo verso il palco.
"Lucas Japerh?" ripete la donna.
Cerco di respirare lentamente e tranquillizarmi.
Ho sempre aspettato questo momento e finalmente eccolo qui, è arrivato.
Mi dirigo con passo deciso al palco e vi salgo, lo sguardo fiero.
Probabilmente molti mi daranno già per spacciato, lo scorgo nelle facce dei ragazzi più grandi, sono ancora giovane certo, ma non stupido.
Aspetto la fine del discorso del sindaco, poi stringo la mano alla mia compagna.
Ha una stretta forte, decisa e i suoi occhi dicono che lei non avrà pietà.
Beh, imparerà presto che non ne avrò neanch'io.

Charlotte

"Puoi vincere, devi vincere!" dice disperata, abbracciandomi.
"Vincerò. Non ti lascerò sola. Nn riuscirai a sbarazzarti di me così facilmente" dico, scherzando.
Un leggero sorriso le appare, ma non per molto.
Le accarezzo il viso e rivedo la paura nei suoi occhi uguali ai miei.
Ciò che mi spaventa di più non è la morte, ma la solitudine e il dolore che Elisabetta dovrebbe sopportate se non tornassi.
Potrebbe mai sopravvivere da sola in questo mondo crudele?

Lucas

"Finalmente il tuo sogno si avvera" mi dice, quasi sprezzante.
"Tu non capisci" le dico "Se io vincessi gli Hunger Games, tutti i nostri problemi finirebbero! Non saremo più costretti a vivere con i nostri genitori!"
"Pensi che sia tutto così semplice? Che i nostri genitori ci lascerebbero andare?" mi urla.
Poi esce sbattendo la porta.
No, perchè le ho urlaro contro.
Mi sento terribilmente in copla, perchè abbiamo litigato?
Sento aprire la porta e mio padre entra.
Mi prende la spalla e mi guarda fisso negli occhi.
"Ricorda tutto ciò che ti sei allenato a lungo e hai lottato per ciò. Torna vincitore."
"Tornerò, padre. Ma non illuderti che verrò da te"
  
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