Amore infinito
Cammini. Sul viale alberato, cammini.
Cammini lentamente. Lo sguardo nel
vuoto. Il sorriso spento.
Cammini. Gli uccellini cinguettano.
Senti le risate dei
bambini, le urla delle madri.
Rumore. Solo un fastidioso rumore per
te.
Cammini silenziosamente.
Cammini e senti che la tua vita
è finita.
Ti fermi.
Alzi lo sguardo.
Gente, tanta gente che ti fa sentire
sola. Morta.
Quei bambini. Così
innocenti. Così puri.
Ti tocchi il ventre. Lo esamini.
Lui era lì.
Lui cresceva dentro di te.
Il tuo piccolino.
Lo nutrivi, lo proteggevi. Tu, lo
amavi.
Lo amavi e avresti fatto tutto per
lui.
Eri felice. La tua vita era completa
finalmente.
Una lacrima.
Un singhiozzo soffocato.
Quel sangue. Tanto sangue. Quel
dolore.
E poi il nulla.
Quel nulla che ti strappa
l’anima dal corpo.
Lo ricordi. Lo rivivi tutti i giorni.
Ricominci a camminare.
Un passo. Forse due. Poi sempre
più veloce. Il respiro
affannoso.
Corri. Senza meta. Senza voglia.
Corri, sperando che il tuo piccolo ti
salvi da quella oppressione.
Non capisci.
Come puoi?
Ti fermi. Li vedi. Di nuovo quei
bambini.
Il tuo piccolino. Sorridi.
Anche lui sarebbe stato come loro.
Un bambino.