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Autore: IndelibleSign    25/09/2012    6 recensioni
C'era un solo posto dove ogni venerdì sera, puntualmente allo scoccare delle sei e mezza, Cassie si recava. Ultimamente nulla stava andando per il verso giusto e Cassie, per cancellare qualche stupido ricordo, aveva scoperto un posto. Uno stupido hotel il quale terrazzo dava vita ad un'immagine quasi innaturale.
Quel giorno la rossa scoprì che nulla è perso, c’è sempre qualcosa o qualcuno che può salvarti anche se sei sull’orlo di un precipizio o anche solo se stai per farti del male. Ci sarà sempre qualcuno capace di salvarti anche solo sorridendoti. Probabilmente anche uno sconosciuto potrebbe farlo, e probabilmente potrebbe anche cambiare radicalmente la tua vita.
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‘Ti sei mai sentito solo?’  Cassie non lo è più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 -Have you ever felt alone? Cassie Jonthan and Niall Horan.

 


C'era un solo posto dove ogni venerdì sera, puntualmente allo scoccare delle sei e mezza, Cassie si recava.
Adorava più di ogni altra cosa sentirsi il vento inondarle le narici e scompigliarle quasi dolcemente i lunghi e ramati capelli rossi, quasi come se a quel tocco potesse sentir ancora suo padre accanto.
Proprio come da piccina quando suo padre, appena tornato da lavoro, passava le sue grandi mani tra i suoi perfetti lisci mentre lei, sorridendo, permetteva di far comparire sulle sue adorabili guance delle graziose fossette rosee. Suo padre le amava, ma ancor più amava inspirare il dolce profumo di pesca della camera della sua figliola, era una specie di nettare per i suoi polmoni.

Ultimamente nulla stava andando per il verso giusto e Cassie, per cancellare qualche stupido ricordo, aveva scoperto un posto. Uno stupido hotel il quale terrazzo dava vita ad un'immagine quasi innaturale.
Da quell'altezza si potevano chiaramente vedere tutte le luci di Miami, potevi perfettamente notare tutte le figure miniaturizzate delle persone, camminare velocemente verso probabilmente quello che doveva essere il loro posto di lavoro.
Cassie potè giurare di esser riuscita persino a vedere Mrs. Hockins in procinto di attraversare le grandi strade di periferia impugnando alla sua destra della mano un frappuccino mentre, stretta al petto, tratteneva forzatamente i nuovi giornalini di gossip della rivista per la quale lavorava.
Sorrise notando con quanta agilità riuscisse ad intrufolarsi tra la folla di automobili che le suonavano contro quasi per incuterle timore.

Dopo aver osservato per ben dieci minuti quel panorama così misterioso ma invitante allo stesso tempo si sedette.
Poggiò la sua schiena contro il marmo fresco del muro mentre, distendendo le gambe lungo il ripido pavimento, sospirò prendendo un blocchetto dal suo zaino.
Il suo mondo era quello.
Tutto ciò che per noi potrebbero sembrare futilità per Cassie erano particolari fondamentali; si accontentava di un semplice foglio bianco dove con la sua matita arancione appuntava tutto ciò che le passava per la mente, si accontentava anche solo di un terrazzo di un hotel di periferia.

Cassie era appena uscita da una lunga relazione con Thomas Drave, moro, occhi verdi e con un cervello pari a quello di un criceto in prognosi riservata.
Solamente dopo qualche mese riuscì a cogliere il vero lato di Tom (da lei chiamato così), e così decise di mollarlo. Ma se per lei quella parve la mossa giusta beh, probabilmente stava sbagliando.
Durante questi due mesi aveva letteralmente diffamato l'immagine che l'intera scuola aveva di Cassie; maltrattandola con i suoi fedeli compagni nonché suoi ex-migliori amici, Luke e Stephan Stones, due gemelli che al primo impatto possono sembrarti dolci e gentili ma, magari al secondo incontro ti accorgi che sono l'esatto contrario; spacchiosi ed arroganti. Una brutta copia di Thomas, in fin fine. 
Aveva iniziato a spassarsela, se così si può dire, con due ragazzi, conoscendoli nello stesso periodo. Si limitava al bacio, di certo non quello innocente, ma non superava la soglia dei baci.. ma quella non sembrava essere la stessa cosa che le voci da corridoio confermavano.
Era stufa. Stufa di sentirsi dire -Hei Jonthan, passi da me oggi? Ho bisogno di un servizietto- sapeva fin troppo bene a dove cercavano di parare tutti i ragazzi che glielo chiedevano e lei prontamente faceva spuntare una smorfia di disgusto sul suo volto per poi passar oltre, facendo finta di averlo dimenticato.
Ma lei era l'unica che sapeva cosa si provasse, era l'unica che sapeva quanto potesse far male tenersi tutto dentro quando invece si avrebbe voglia di urlare al mondo quanto sei stufa e stanca dei loro fottuti pensieri personali, che poi tanto personali non sono se ti aggiri per i corridori facendone pettegolezzi con le prime oche che ti capitavano a mano.

Quel giorno stesso aveva preso a disegnare una donna, una donna dai lunghi capelli ricci oscurati dalla luce scura di un lampione accanto ad uno stagno.
Poggiò per un attimo la sua matita sul taccuino, in tempo per prendere una merit dal suo pacchetto e accendersela poggiando entrambe le mani alla sua punta, quasi a volerla proteggerla come nessuno faceva con lei.
La poggiò sulle sue labbra e, sul bordo di quest’ultima, si stampò il color rosso del rossetto di Cassie.
Cominciò a inspirare il fumo bruciando i suoi stessi polmoni che sembravano scongiurarle pietà, forse anche loro erano stanchi perfino di lei. Chissà.
Abbassò lo sguardo continuando imperterrita a disegnare i lunghi capelli della donna, non sapeva chi fosse ma gli ricordava qualcuno, sicuramente una donna vista durante il viale verso scuola.

Schiuse la punta destra delle labbra per lasciar uscire il fumo fuori, non avrebbe trattenuto quel fetore dentro sé ancora per molto.
-Sai che fumare fa male?- una voce flebile ma sconosciuta la fece sobbalzare, facendole cadere la sigaretta dalle labbra.
La rossa alzò lo sguardo giusto in tempo per perdersi in due diamanti di un azzurro ipnotizzante.
Possibile che per un momento avesse creduto che il cielo si fosse spostato negli occhi di quel ragazzo?
Riabbassò lo sguardo cancellando quegli strani pensieri e, con le dita della mano sinistra, riprese la merit cadutale poco prima e la portò alle labbra, aspirandone un altro po’.
-E’ a me che faccio del male non a te, lo sai?- esitò a rispondere la ragazza la cui attenzione era sorprendentemente ancora presa dal suo disegno.
Non era mai successo di incontrare qualcun altro su quel terrazzo e, per quando scontato e probabile, la parve un segno del destino.
-E tu sapevi che è maleducazione rispondere a delle domande con altre domande?- sogghignò il biondo sorridendo. Cassie sembrò pensarci su prima di rispondere, aspirando di nuovo la sua merit.
-L’hai appena fatto.- si limitò a rispondere. Niall se poco prima aveva pensato che quella rossa fosse un’inutile e stupida ragazza ora si stava ricredendo e la curiosità di conoscerla lo invadeva.
-Io sono Niall, Niall Horan- affermò il biondo pronunciando il suo nome con uno strano accento irlandese. Le porse la sua mano che lei guardò, dopodiché spostò di nuovo lo sguardo al suo disegno continuando a contornare i capelli della donna.
Con la mano destra libera tolse la sigaretta dalle labbra e lasciando libero il fumo, rispose:
-Piacere tutto tuo, io sono Cassie- detto questo riposò la sigaretta sulle sue labbra e, solamente dopo aver tirato l’ultima fumata, la gettò poco più lontano da lei.
Niall rise sommessamente, quella ragazza aveva un caratterino niente male per i suoi gusti.
Era la classica ragazza che lui stesso definiva ‘perennemente mestruata’ e chissà per quale piccola ragione quella volta era un complimento.
-Sei una strana, Cassie?- chiese Niall sedendosi accanto a lei con le spalle al muro.
Cassie lo guardò stizzita. Cosa intendeva esattamente con ‘strana’?
Probabilmente lo sguardo della ragazza fece capire che c’era qualcosa che non andava, siccome il biondo precisò il suo quesito.
-Intendo dire, sei una ragazza abbastanza modesta.. giusto?- probabilmente l’idea che Niall si era fatto della rossa era la stessa che si facevano gli altri guardandola.
-Mai sentito parlare del: ‘mai giudicare un libro dalla copertina’?- rispose Cassie riabbassando lo sguardo sul suo disegno, prendendo questa volta a disegnare un jeans.
Niall rimase abbastanza basito dalla risposta della ragazza, per quanto potesse sembrare un’impertinente voleva saperne di più. Di certo quella risposta non indicava solamente la sua domanda, ma chissà quante altre.
-Non vorrei sembrare impiccione, ma con quella frase non intendevi solo la mia domanda. Giusto?- chiese il biondo. Cassie sbuffò, quel biondo le aveva tolto la concentrazione facendola sbagliare la sfumatura dello jeans.
Quando ripensò alla domanda di Niall il sangue le si raggelò nelle vene, possibile che quel biondo l’avesse capita solamente con un’affermazione?
-Fai troppe domande, Ryan- sbuffò la ragazza. Niall strabuzzò gli occhi, correggendola:
-Mi chiamo Niall, non Ryan- disse con una punta di acidità.
La ragazza fece uno strano gesto della mano accompagnato da un:
-Sì, fai un po’ come ti pare- per poi riprendere a disegnare l’altra sfumatura.
Il biondo continuava a fissarla mettendola in soggezione, non era venuta in quel posto isolato per essere osservata da uno sconosciuto.
Posò la sua matita dietro l’orecchio sinistro e, piegandosi verso la borsa, ne estrasse un’altra sigaretta.
La accese con gli stessi movimenti di poco prima lasciando un’altra scia di fumo che Niall scansò con un gesto veloce del polso.
-Ne hai appena spenta una- trillò il ragazzo riferendosi alla merit.
La ragazza ovviamente fece finta di non aver sentito quello che doveva essere un lamento bello e buono e aspirò la sua sigaretta, sporcandola di nuovo col suo rossetto, poi prese a disegnare.
Niall pensava quasi che quella ragazza fosse un robot; fumava, rispondeva acidamente e riprendeva a disegnare. Troppo scontato e ripetitivo per i suoi gusti.
-Cosa disegni di interessante?- chiese Niall, non sapeva come riuscire a dialogare con quella rossa e per questo puntò ad una domanda stupida. Cassie sospirò leggermente infastidita, perché quel giorno quell’irlandese era dovuto andare proprio lì?
-Non vedi?- chiese sarcasticamente Cassie sbuffando, tanto che Niall preferì non proferir parola e stette in silenzio, cullato solamente dai leggeri sospiri della rossa a causa del fumo.
Tossicchiò prima di alzarsi, era pronto ad andar via quando la voce rauca di Cassie lo fermò:
-Dov’è che vai?- chiese alzando lo sguardo verso il biondo, incontrandolo per la seconda volta.
Era sicura che il suo cuore avesse perso svariati battiti.
Niall fece per voltarsi, era stufo anche lui di quella ragazzina insolente. Chi credeva di essere per non rispondere ad una domanda?
-Dai, non te la sarai mica presa..- soffiò Cassie guardando la figura di Niall allontanarsi.
Il biondo non rispose cosicché la rossa dovette urlare:
-Non ti ho raccontato ancora perché sono qui!- all’udire quella frase Niall fece comparire un sorrisino sul suo viso. Aveva vinto.
Si rigirò e, tornando dietro, si risedette al fianco della ragazza.
Quest’ultima aspirò l’ultima fumata e rigettò il mozzicone accanto al precedente, intrufolò la mano nello zaino estraendone uno specchio e un rossetto rosso.
Lo aprì lentamente mentre con la mano sinistra lo impugnava e con la mano destra ritoccava le sue labbra carnose.
-Vengo spesso qui..- cominciò Cassie richiudendo lo specchietto e gettandolo nello zaino con nonchalance, per poi riprendere a parlare fissando dinanzi a lei stessa.
-Vengo qui perché mi sento bene, mi sento lontana dal mondo o per lo meno lontana dai deficienti che lo invadono. Ho cominciato a venir qui da qualche mese, dopo aver mollato il mio ex. In realtà sono ancora qui a chiedermi come abbia fatto solamente a fidanzarmi, forse ero sotto anestetici.. chissà..- Niall rise all’affermazione trasportando per un po’ anche Cassie, che poi riprese a parlare:
-Sai, non credevo che l’amore potesse accecare fino a questo punto ma probabilmente è vero, mi sono lasciata trasportare da esso e ora eccomi qui.
Con una reputazione calpestata sotto ai piedi di chiunque, con la coscienza probabilmente sporca e senza qualcuno che davvero sappia come sono.. pensano tutti che sia una puttana-
terminò la rossa.
Si faceva ribrezzo. Pensare quelle cose facevano tutt’altro effetto che dirle ai quattro venti o, ancor meglio, parlandone con un perfetto sconosciuto.
-Tutti possono cambiare, Cassie..- disse flebilmente Niall non sapendo come consolare minimamente la ragazza. Cassie scosse la testa, ridacchiando fra sé.
-Solo i sentimenti cambiano, non penso che le persone possano farlo. Io sono debole e lo sarò per sempre, trovo sfogo fumando. Dimmi come potrei cambiare..- intervenne Cassie voltandosi per un nano secondo verso Niall e incatenando i loro sguardi, poi si rigirò.
Niall sentì un buco all’altezza dello stomaco, era la prima volta che non sapeva come consolare qualcuno forse perché quel qualcuno non aveva bisogno di aiuto, ma di un amico.
-E’ divertente sapere che un ‘ciao’ finirà con un ‘addio’, sempre. E’ divertente anche sapere che coloro che erano tuoi amici, lo facevano per ricevere attenzioni solamente dal tuo ragazzo. E’ divertente come degli stupidi ricordi possano far così male dentro, ma ancor di più è divertente il fatto che nulla di questo diverte, almeno non te stessa- spiegò la ragazza grattandosi la nuca.
Probabilmente non sapeva nemmeno lei da dove avesse ingegnato quelle parole così sofisticate e personali. Non sapeva come o perché, ma era riuscita a sfogarsi in qualche modo senza dover ricorrere ad un foglio bianco o a stupidissime lacrime amare.
-Ritorneranno da te strisciando, si pentiranno di averti lasciata sola e di averti giudicato..- trillò Niall poggiando la sua spalla contro quella di Cassie che, dopo qualche secondo, poggiò la sua testa sulla spalla del suo nuovo amico.
-Forse ritorneranno perché si sentiranno soli, ritornerà chi mi ha mentito, chi mi ha giudicato e diffamato, ritorneranno tutti. Ma quello che non sanno è che bastava solamente restare- terminò la ragazza socchiudendo gli occhi e inspirando l’aria pulita di quel meraviglioso venerdì sera.
-Ti sei mai sentito deluso da tutto ciò che hai intorno? Ti sei mai sentito anche solamente deluso da te stesso?- chiese Cassie ancora coricata sulla spalla del biondo, al quale quest’ultima mossa faceva più che piacere.
-Non sai quante volte..- rispose l’irlandese sospirando.
-Bene, io mi sento così sempre, ogni cazzo di giorno- continuò lei. Niall deglutì, non riusciva e non voleva mettersi nei panni di quella ragazza. Eppure era così bella, come le si poteva far del male?
-Mi sento come se una roccia dovesse cadermi in testa e rendermi più piccola di quanto già non sia, mi sento una piccola zanzara che ha bisogno del sangue degli altri per sopravvivere..- Niall strabuzzò gli occhi e urlò:
-Cassie, sei un vampiro?- la ragazza iniziò a ridere, scuotendo la testa in senso di negazione.
-Era un paragone, stupido- disse dandogli una spinta alla spalla. Niall sembrò calmarsi e rise della sua stessa stupidaggine.
-Hai mai avuto voglia di smetterla? Io sì, ogni giorno.
Ogni giorno ho un nuovo metodo per metter fine a questa vita d’infermo, ma puntualmente sono troppo debole anche per uccidermi.-
la ragazza rise amaramente mentre Niall le rialzava il viso con l’indice destro.
-Hey..- cominciò portandole una ciocca di capelli lisci dietro l’orecchio. –Non devi farti del male, sei bellissima, sei forse anche un po’ acidella, ma sei bellissima- Cassie rise all’affermazione del biondo e abbassò lo sguardo, in leggero imbarazzo.
-Potrai essere anche cattiva, idiota, ignorant..- il biondo venne interrotto.
-E’ sempre così bello ricevere complimenti.- disse la rossa, Niall rise e facendo finta di non aver sentito, continuò.
-Nonostante miriadi di difetti tu sei forte, e lo resterai per sempre. Con o senza imbecilli accanto, intesi?- chiese il biondo con sguardo serio.
La rossa annuì con la testa, non sapeva perché tutto d’un tratto si era trasformata in una checca imbarazzata che sembrava avesse dodici anni.
Cassie decise di porgli l’ultima domanda, probabilmente quella che più la turbava.
-Ti sei mai sentito solo, Niall?- chiese la rossa incatenando per la quarta volta il suo sguardo a quello dell’irlandese. Niall deglutì.
-Ogni giorno sento di essere vuoto, sento che non c’è niente che potrebbe completarmi e sono in attesa di chissà cosa che verrà chissà quando- rispose Niall.
La rossa annuì sorridendo, lei si sentiva esattamente nella stessa maniera.

-Niall James Hor.. oh, sei in compagnia. Ti aspetto fuori- un ragazzo che sembrava essersi mascherato da cespuglio lo chiamò ma, notando Cassie, tornò dentro.
Niall si alzò e porgendo la mano alla rossa, fece alzare anche quest’ultima.
-Ogni volta che sei sola alza lo sguardo e pensami, non sarò un bel pensiero sicuramente, ma scoprirai che fa bene pensare, perché io ti sorriderò in un ricordo.
Ricorda che ogni venerdì alle sei e mezza dovrai sopportarmi in questo terrazzo, con o senza pioggia. Io sarò per sempre al tuo fianco perché ora ci sono io e nessuno potrà portarmi via o anche solo cancellare le tue parole.
Mi sono entrate nell’anima Cassie, hanno bucato ogni ossa e ora mi scorrono nelle vene, probabilmente anche al posto del sangue.-
il ragazzo le lasciò un ultimo sguardo prima di voltarsi, era pronto ad andar via quando una mano tiepida afferrò il suo polso sinistro, facendolo girare.
Si trovò immediatamente coinvolto in un abbraccio da parte della rossa, i suoi abbracci potevano sciogliere un ghiacciaio in pieno inverno. Ne era sicuro.
Dapprima fece resistenza ma poi si lasciò andare, abbracciando il corpo perfetto di quella ragazza così forte. Perché sì, lei era forte e bella anche se non lo sapeva.. e lui gliel’avrebbe dimostrato.
La rossa mollò la presa sussurrando un –Grazie Niall- per poi sorridergli.
Niall ricambiò il sorriso per poi voltarsi e avviarsi verso l’entrata mentre Cassie, ancora sorridente, cadde a terra sedendosi e impugnando la sua matita. Il disegno non era ancora finito.
-Ah!- urlò Niall entrando di nuovo dalla finestra.
La rossa alzò lo sguardo guardandolo fisso negli occhi e sorridendogli.
-Credi nell’amore a prima vista?- chiese il ragazzo.
-Credo nell’amore a prima vista- affermò la ragazza prima che Niall annuisse e uscì di nuovo, poi con voce flebile la rossa continuò:
-..da oggi- terminò riabbassando lo sguardo e impugnando la sua matita.

Nulla è perso, c’è sempre qualcosa o qualcuno che può salvarti anche se sei sull’orlo di un precipizio o anche solo se stai per farti del male. Ci sarà sempre qualcuno capace di salvarti anche solo sorridendoti. Probabilmente anche uno sconosciuto potrebbe farlo, e probabilmente potrebbe anche cambiare radicalmente la tua vita.

Cassie Jonthan e Niall Horan ne sono la prova umana. Loro hanno cambiato il loro destino in uno stupido hotel di periferia, un venerdì sera sotto il vento dolce durante un tramonto.
Cosa ci potrebbe essere di così perfetto?

‘Ti sei mai sentito solo?’ Cassie non lo è più.

Note dell'autore:
Ed eccomi con una nuova one-shot!
Probabilmente vi starete chiedendo cosa faccio 
tutta la giornata oltre a scrivere, beh. Scrivo. 
Interessante lo so. 
Bene, questa è la mia nuova one-shot e 
devo dire che sono abbastanza orgogliosa di ciò
che ho scritto. Dapprima perché la situazione, secondo me,
è romantica e poi perché mi rispecchio in alcune domande
o fatti accaduti al personaggio. 

 Ricordate di passare per la mia fan fiction ancora in atto: 
'Took a month boy, to steal my heart'. 

Mi aspetto pareri, pensieri e chi più ne ha più ne metta.
Spero di non avervi deluso.
-la vostra Martina.

  
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