Film > Edward mani di forbice
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Autore: BowieHalloweenJack    25/09/2012    6 recensioni
Questa è la mia prima storia. Come spiega il titolo,è un finale alternativo,ovvero come sarebbe potuta finire la storia di Edward. tenete presente che non ho mai scritto prima,quindi,abbiate pietà :DD
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[…] Edward aprì gli occhi dopo quelli che a lui sembrarono  secoli. Si guardò intorno ancora mezzo intontito,ma nulla di ciò che vide aveva un senso.
Innanzitutto ricordava di essersi addormentato al freddo della soffitta come ormai faceva da tutta una vita.
Si accoccolava sulle gelide assi di legno del pavimento,che scricchiolavano minacciosamente ad ogni suo movimento,per poi addormentarsi accompagnato dal perpetuo fischiare del vento fuori dalla finestra.

 Ora invece si trovava disteso su qualcosa di morbido e soffice. Qualcosa che gli faceva il solletico.
Drizzò a sedere immediatamente all’erta e spaventato.
 Il cuore batteva fortissimo nel suo petto,ed essendosi alzato troppo velocemente ora sentiva fischiare le orecchie.
 Era in mezzo a una radura piena di fiori colorati,con l’erba alta fino alle  ginocchia.
 I rami degli alberi intorno  ondeggiavano lentamente,e il loro ondeggiare ricordava il pigro movimento delle code dei gatti quando stanno accoccolati .
 Tutto in quel luogo si muoveva sinuoso accompagnato dal leggero venticello che soffiava dolcemente,e il Sole dell’alba diffondeva i suoi tiepidi raggi su tutto il territorio.

 Edward era quasi sicuro che si trattasse di un sogno,ma ogni particolare era troppo perfetto,troppo realistico perché potesse semplicemente essere frutto della sua mente.
 Inoltre si sentiva leggero,quasi come se fosse un palloncino che vola nel cielo, indisturbato.
 I terribili brividi di freddo e di angoscia che erano soliti accompagnare il suo sonno ogni notte,erano scomparsi.
 Sentiva dentro di sé una sensazione di calore misto a stupore,qualcosa che si avvicinava all’euforia.

 Ma dove era finita la soffitta? Dov’era il castello? Che fine avevano fatto tutti i suoi sudicissimi mobili? E soprattutto,come diavolo ci era arrivato fino in quella radura?

Era certo di non aver mai visto quel posto in vita sua.
 Mentre faceva tutte queste considerazioni,vide di sbieco qualcosa muoversi dietro gli alberi.  Di nuovo attentissimo a ciò che gli accadeva attorno,si girò verso la fonte del rumore,pronto a difendersi anche se   il suo atteggiamento era contro ogni tipo di violenza;
 l’unica volta che si era distratto e si era lasciato andare alla rabbia,era morto un ragazzo.

E lui aveva perso ciò che di più prezioso aveva al mondo. O meglio,lo aveva dovuto perdere per forza.

LEI lo amava,ne era sicuro. Si amavano entrambi in eguale misura. A pensare alla scena del loro addio,per un attimo la sensazione di calore provata fino allora svanì,ma un attimo dopo era tornata.
 Probabilmente LEI dopo tutti quegli anni si era sposata ,aveva avuto dei figli,era diventata nonna.
Chissà,forse era addirittura morta. Dopotutto era davvero passata una vita.
L’unica cosa negativa, era che lui si rammaricava di non essere ancora morto.
 In fondo per lui il tempo non passava,si era fermato per sempre quel terribile giorno.
Avrebbe tanto voluto togliersi la vita,sarebbe stato facilissimo,una barzelletta.
 Però era convinto che non fosse la cosa giusta da fare.
 Era una cosa da vigliacchi.
O forse,era da vigliacchi non averlo  ancora fatto. Chissà.
Semi accovacciato al centro della radura,attendeva il suo presunto aggressore.
Dentro avvertiva un misto di paura e adrenalina.

I passi si facevano più vicini. Dopo un secondo che durò un’eternità,LEI sbucò dai cespugli.

Edward si sentì mancare,le sue mani formate da affilate  lame sembravano ancora più pesanti del solito.

La sua amata sorrise come solo LEI era capace di fare,un sorriso che incendiò il suo cuore.
 Anche il Sole sembrò volersi alzare per poter  essere investito dalla luce di quel sorriso pieno di amore.

 “Edward” lo chiamò,con una voce così melodiosa da far intimidire anche il più bel canto di uccello.

Infatti,notò Edward,la radura era immersa nel silenzio.

Lui non credeva ai propri occhi: o era un sogno,o non sapeva cosa diavolo pensare.
Se fosse stato un sogno,il risveglio sarebbe stato terribile.
L’idea di perderla di nuovo e non rivederla mai più gli sembrò terribile da accettare.
 E …..se quello non fosse un sogno?
Era morto?
 La guardò. Dimostrava si e no diciassette anni.
 Eppure lui sapeva che ne erano passati almeno settanta,quindi tutto ciò cosa diavolo poteva significare?

Tentò di parlare: “Sei…sei tu?oppure…”
lei lo interruppe dolcemente: “Sono io,Ed.”
 E si avvicinò ulteriormente.
Suo malgrado,nonostante fosse ancora sotto shock,si  avvicinò anche lui,ma molto lentamente,come fanno i bambini quando cercano di accarezzare un gatto randagio.

 Aveva paura,paura che lei potesse evaporare in un secondo se lui avesse fatto qualcosa troppo in fretta.

 “E’ un sogno,vero?”disse con voce tremante,
 “Questo non è reale,è il frutto della mia testa ,non sta succedendo realmente… “
 Edward era in stato confusionale,cacciò indietro le lacrime,si girò e si incamminò nella direzione opposta,come se volesse fuggire.

 Dopo qualche minuto si girò,e lei era ancora lì,sorridente.

“VATTENE!”gridò rivolto alla ragazza,”SPARISCI,VOGLIO SVEGLIARMI E DIMENTICARE IL SOGNO AL PIU’ PRESTO!” .

Lei non si mosse di un millimetro,allorché lui cominciò a fendere l’aria con le sue forbici.

E fu allora che si accorse di non avere più delle lame ,ma delle mani vere e proprie .

Sgranò gli occhi e si tastò i nuovi arti: infinite volte aveva sognato di essere“umano”,come tutti gli altri.
 Era un sogno abbastanza ricorrente,e finiva quasi subito perché le sue orrende mani si trasformavano sempre in serpenti,o in artigli.
Queste non sembravano dover cambiare il loro aspetto,nè essere pericolose in alcun modo.
 Edward era troppo confuso,il rapido corso degli eventi e le forti emozioni che questi avevano comportato lo avevano reso troppo vulnerabile.
Si sentiva nudo. sentì una lacrima bagnarli il volto.
Stupito,si portò una mano in viso e le lacrime presero a scendere velocemente:era un fiume in piena di lacrime.
Non aveva mai pianto così in vita sua.

Sentì una strana sensazione dentro di sè,come quando si vuole ridere e non si è sicuri di poterlo fare.
sentì che gli usciva un singhiozzo
,poi un altro e dopo qualche istante era abbracciato a Kim,
e piangeva tutte le lacrime del mondo. Piangeva e rideva allo stesso tempo.
Kim gli passò una mano tra i capelli,poi su e giù lungo la schiena:sembrava una madre che consola il figlio dopo qualcosa di brutto.

 "Shsh,non c'è nulla da piangere...nulla da temere,devi solo ascoltarmi. Sei disposto a farlo?" disse Kim.

Lui fece piano sì con la testa.
Kim riprese a parlare:"Non voglio tenerti troppo sulle spine,sarò subito chiara e spero che la prenderai al meglio:non è un sogno. ciò che stai vivendo ora,qui,con me,non è un sogno.".

 Fece una pausa,giusto per consentire ad Edward di scostarsi per potersi guardare negli occhi.
 Lui li aveva spalancati,un misto tra la meraviglia e lo scetticismo.
 Lei invece,sembrava colma di una beatitudine infinita.

 Riprese a parlare:"Io sono morta.Da un bel pò,oramai.
Ero vecchia e piena di dolori.
Sì,mi sono sposata e ho avuto un figlio.
 Mi ha fatto diventare nonna di tre bellissimi bambini.
 Sono morta amata da tutti,tranne che dalla persona alla quale tenevo davvero.

 In tutti questi anni,ho pensato di venire a trovarti,ma ho capito che tu mi avresti respinta,non perchè non mi amassi,ma perchè per noi era impossibile stare insieme,felici.
 Almeno non sula Terra,e non  da vivi."
 Lo guardò.

 Edward rimase in silenzio a lungo,poi disse:
"Ma..cosa vuol dire? Io non ...cioè,io non muoio. Non posso,sono...sono una macchina,un mostro...come..?"
Era ancora più confuso di prima.

 Kim sorrise:"La scorsa notte c'è stato un incendio violentissimo vicino al tuo castello. Le fiammo lo hanno raggiunto e tu sei morto nel sonno. Non ti sei accorto di nulla.".

 Lui era ancora troppo scioccato per parlare,o reagire in qualsiasi modo.
Era morto.
In qualche modo lui e Kim si erano ritrovati nell'aldilà .
Questo significava per sempre.

 Kim gli prese una mano e lo baciò. Senza timore,senza fretta. Come se avessero tutto il tempo. Ed era proprio così,pensò lui,ricambiando il bacio con il cuore che scoppiava di felicità. Si alzarono e si incamminarono mano nella mano nelle meraviglie di quella nuova eternità. Tutta per loro,come avevano sempre desiderato.

  
  
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