Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Cali F Jones    25/09/2012    3 recensioni
Russia e America, dopo tanto tempo che non lo facevano, nel bel mezzo della Guerra Fredda, trovano il tempo per parlare e discutere sui propri ideali, capendone il valore e sentendone anche la mancanza.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Non è divertente, America?-
Il russo era in piedi, lo sguardo perso fuori dall'ampia finestra. Una debole luce penetrava attraverso la vetrata. Il sole era coperto da un leggero strato di foschia che rendeva incerte le forme e sfocati i contorni. Sembrava di guardare il mondo attraverso una patina sporca. Sporca di cosa, non si sapeva.
La sua voce era ferma, decisa ed imperiosa. Tuttavia, in quelle parole, l'americano non potè fare a meno di cogliere quella vena di non troppo celato sarcasmo che trasformava quella domanda in un'affermazione, una semplice constatazione dei fatti.
Divertente. Cosa ci trovava di così divertente in quella guerra?
-Ti diverti a perdere, Ivan?-
Il russo si voltò. Odiava che qualcuno lo chiamasse per nome.
Perdere. Cosa significava davvero perdere una guerra? Osservò per qualche momento, in religioso silenzio, l'americano. Era giovane, ancora nel pieno della sua forma. Forte, vigoroso, ancora così tremendamente ingenuo.
-Credi ancora che questa sia solo una gara? Una sfida per vedere chi è il più forte, America?-
-Che altro può essere?-
Russia sbuffò, accennando un sorriso sornione. -Già,- ripetè -che altro vuoi che sia?-
Ingenuo. Quel braccio ingessato ancora non gli aveva fatto cambiare idea. Credeva ancora nel suo stupido piano di "esportazione della democrazia". Non voleva ricredersi nemmeno dopo quella devastante sconfitta. Stupido, ingenuo America.
-Davvero sei ancora convinto che noi due rappresentiamo due opposti? Liberismo e comunismo. Democrazia e dittatura. Davvero ci credi?-
Il più giovane sospirò.
-Sono stupido, certo, ma non fino a questo punto. Non sono qui per dimostrare niente a nessuno. Solo...non sarò io quello che cadrà.-
-Ne sei convinto? Sembri così sicuro di te...-
-Smettila. Guardati attorno. È vero, avrò perso in Vietnam, ma il tuo sistema sta crollando. Il comunismo non regge. È un'ideologia che si basa sulla forza del popolo, non sulla forza del governo. Tu dipendi totalmente dal tuo governo. Non sono io quello che ti sta distruggendo. Sei tu. È la tua lotta, Ivan, non la mia.-
L'altro sorrise. Idiota. Non aveva capito. Ma cosa aspettarsi da uno stupido americano?
-Tu credi in quello che fai?- domandò ad un tratto America.
La domanda così improvvisa colse di sorpresa Russia che, in un attimo, fece sparire il sorriso dal suo volto.
-Oppure- continuò -lo fai solo perché te lo ordinano?-
Il sangue nelle vene del russo cominciò a ribollire per la rabbia. Ragazzino insolente. Lui non aveva sopportato le guerre, la devastazione, la fame. Non aveva visto le proprie città bruciare e cadere, i propri padroni morire così violentemente. Non aveva idea di cosa volesse dire edificare un'intera nazione sul sangue. Non rispose a quella domanda. Se solo Stalin avesse saputo quanto odio e rimpianto nascondeva dietro quei due occhi di ghiaccio, avrebbe dovuto affrontare terribili conseguenze. America lo sapeva. Vedeva il terrore del russo nel suo sguardo, nelle sue mani tremanti strette a pugno, nella fronte aggrottata. Il peso che quel governo esercitava sulle spalle ormai stanche della grande e fredda nazione era palpabile.
-Lo sapevo- si limitò a dire l'americano.
Indi prese un profondo respiro.
-Era Lenin, vero?-
A sentire quel nome, un lampo di luce attraversò gli occhi di Russia.
-Era lui, non è vero, a darti la forza di andare avanti? Lui credeva in te. E tu credevi nel comunismo, finché c'era lui. Poi è morto. E adesso ti ritrovi solo con un dittatore. Tutto ciò che fai, anche le parole che ora mi rivolgi, non le hai decise tu, non è così?-
Lenin. Lui sapeva qual era la vera forza della Russia. Conosceva bene, meglio di chiunque altro la sua nazione. E la amava. La amava più di se stesso.
L'uomo si voltò nuovamente, tornando a fissare un punto imprecisato fuori dalla finestra. Lentamente, scorse dal cielo un flebile fiocco di neve che cadeva silenzioso sul manto erboso del giardino. Piano a piano, altri fiocchi lo seguirono. Il sole sparì del tutto. Il cielo era grigio e così rimase. La stanza cadde nel silenzio più profondo. Poi i passi di America risuonarono tutt'attorno. Si avvicinò al suo nemico ed osservò la neve che scendeva.
-E tu, Alfred, credi ancora nei tuoi ideali?-
-Sì. E continuerò a farlo, finché potrò.-
-Spero per te che quel momento in cui ti accorgerai di tutte le menzogne che ti sono state raccontate non arrivi mai. Lo spero, davvero.-
In lontananza, le campane della chiesa suonavano un inno al Signore.

-Non è bella, la neve?-



Note: Salve a tutti. Questa è la prima fanfiction pseudo-RusAme che scrivo (dico pseudo perché non c'è un vero e proprio rapporto tra i due) perciò devo prenderci un po' la mano a muoverli insieme. Per cominciare, ho voluto prendere un contesto trito e ritrito, ma, a mio parere, sempre efficace: la Guerra Fredda.
Come personaggi, credo che Ivan e Alfred siano in assoluto i due personaggi più complessi da elaborare psicologicamente. Non solo per il loro rapporto, ma anche per le loro singole storie. Insomma, credo che siano i due personaggi che danno più spunti in assoluto.
Questa storia è volutamente molto breve e non esageratamente filosofica (avrei potuto scriverci papiri su questo argomento). Però quello che ho voluto fare è stato solamente dare qualche spunto, porre qualche domanda senza nessuna precisa risposta.
Spero che la storia vi sia piaciuta, pur nella sua semplicità.
Alla prossima
Cali ~

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Cali F Jones