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Autore: shiya_euphie    25/09/2012    2 recensioni
Kurt restò basito. Fino a quel momento lo aveva guardato sempre con uno sguardo pieno di commiserazione mista ad un sincero affetto. Sapeva di non provare gli stessi suoi sentimenti, ma era anche ben conscio di cosa significava non essere corrisposti. Tuttavia quella frase lo lasciò esterrefatto: nessuno, neanche Blaine, gli aveva mai rivolto quelle parole. Mi sentivo di scrivere questa Kurtofsky anche perché dopo la 3x14 (spoiler terza stagione) non si è saputo più nulla su Dave... Io la vedo così, spero che vi piaccia! Ispirata ad una canzone semplicemente meravigliosa
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dave posò la penna sul tavolo.
Da quando aveva lasciato l’ospedale dopo aver tentato il suicidio suo padre era diventato eccessivamente apprensivo, tanto da ritirarlo dalla scuola pubblica e costringerlo a seguire lezioni private a casa.
 
«È per il tuo bene»
 
Andava avanti così da circa 4 mesi e Dave non si era mai sentito così solo, nemmeno circondato dai suoi amici al McKinley, spettatori della farsa che era diventata la sua vita: ingannandoli in quel modo non riusciva di certo a sentire la loro compagnia. Tuttavia essi c’erano e, solo ora se ne rendeva conto, era molto meglio stare con loro che resistere a quel caustico silenzio, interrotto solo dal rumore della penna posata sul tavolo da cucina e dalla voce rauca dell’insegnante privato.
 
Eppure c’era uno spiraglio di luce in quella routine costretta: lui, la sua fatina preferita.
 
Dave aveva ottenuto il privilegio di incontrare Kurt una volta ogni due settimane, a volte anche tre.
«Ho avuto impegni con il Glee club», si giustificava in questo modo dopo un’assenza eccessivamente prolungata. Ma Dave non gli portava rancore, anzi godeva di ogni singolo respiro che emanava, ogni singola parola che pronunciava, ogni singolo attimo che passava insieme al ragazzo che, sì, l’aveva rifiutato in amore, ma che era stato l’unico ad aprirgli il cuore offrendogli un posto al suo interno. E così Dave si rannicchiava in quell’angolo di paradiso, in cui non rimpiangeva per un solo secondo si essere nato in quel modo.
 
Ma la cosa che preferiva era il fatto che, durante quegli incontri, Kurt si dedicava solo a lui. Infatti non si faceva mai accompagnare dal suo fidanzato e inoltre spegneva sempre il cellulare, creando così una bolla fuori dallo spazio e dal tempo in sui si alternavano ininterrottamente momenti di eccitate parole a parentesi di intensi silenzi. E questi silenzi non lasciavano di certo quel senso di solitudine in Dave, al contrario gli donavano tutto il calore di cui aveva bisogno.
 
Quel giorno lo avrebbe incontrato.
 
Kurt gli aveva inviato il solito messaggio , aggiungendo però che avrebbe portato con sé una sorpresa.
“Al diavolo la sorpresa! Io voglio te” pensò Dave, ma al contempo si chiedeva quale sarebbe stata la novità.
Non vedeva l’ora che la lezione finisse: doveva prepararsi al meglio e indossare il suo completo più elegante, che dopo il tentativo di suicidio aveva assunto un significato tutto particolare; quel completo era diventato il simbolo della svolta che aveva preso la sua vita e ora riusciva ad indossarlo solo se c’era Kurt, l’unico suo appiglio alla vita… e poi gli sembrava che lo guardasse con più interesse quando si vestiva così!
 
Si preparò ad aspettarlo nel giardino di casa sua, come sempre in anticipo di mezz’ora rispetto all’orario stabilito: usava questo arco di tempo per prepararsi mentalmente e calmare il suo cuore che già batteva all’impazzata.
Puntuale come sempre, Kurt cominciava ad intravedersi all’orizzonte: agitava la mano in segno di saluto, ma… non era solo! Al suo cospetto spuntarono a poco a poco tutti i membri del Glee club tra cui, pensò Dave con disappunto, c’era anche Blaine.
Karofsky restò a guardarli a bocca aperta, la salivazione pari a zero, e l’incredulità ben presto si trasformò in rabbia. Quegli sfigati avevano violato la loro privacy… la sua privacy!
Corse dentro casa sbattendo la porta e lasciando i ragazzi fuori. Kurt gli parlò con un filo di voce: «David, sapevo che avresti reagito così, ma ormai ti conosco abbastanza bene da poter dire che sei proprio dietro la porta, che solo questo pezzo di legno ci divide e che ora mi stai ascoltando».
Ed era così. Ma Dave non rispose, né sentì altre parole pronunciate dal ragazzo, finché una chitarra non cominciò a suonare…
 
My song is love
Love to the loveless, shown
And it goes up
You don't have to be alone

Your heavy heart
Is made of stone
And it’s so hard to see you clearly
You don't have to be on your own
You don't have to be on your own

 
Kurt e gli altri gli avevano appena dedicato un pezzo di A message dei Coldplay. Dave la conosceva bene, gli era stata consigliata proprio da lui per tirarsi su di morale.
«David, noi abbiamo vinto il campionato nazionale, sai? È stata una bella soddisfazione dopo il dodicesimo posto dell’anno scorso. E sai che Tina nei giorni scorsi ha preso una bella botta con la testa? Mi ha raccontato che aveva sognato di essere diventata Rachel Berry, mentre io ero Finn Hudson!». Sentì una risata collettiva provenire dall’esterno. Continuava a parlargli come se gli stesse di fronte e anche gli altri ragazzi non sembravano offesi dal suo comportamento.
«Karofsky, Sebastian mi ha raccontato di averti preso in giro e, anche se a modo suo, gli dispiace», la voce di Blaine gli arrivò indesiderata, però ciò che aveva detto almeno era carino. Ma poteva immaginarsi Kurt contorcersi dentro per il solo fatto che il fidanzato avesse pronunciato il nome di quel warbler e questo non poteva perdonarglielo. Non sarebbe uscito.
«V-vi ringrazio, ma ora basta, non voglio farmi vedere in questo stato». I ragazzi si allontanarono e decisero di fare tappa da BreadstiX prima di tornare a casa.
 
Quando Dave riaprì la porta notò il giardino deserto fin quando non gli spuntò davanti Kurt.
«Non ci ho fatto una bella figura con i tuoi amici, eh?»
«Non proprio, ma almeno non hai sguinzagliato contro di loro i cani, come immaginavano»
Seguì un lungo silenzio. Furono le lacrime di Dave ad interromperlo.
«Perdonami Kurt, io sto passando un brutto periodo. Tu hai voluto aiutarmi e io non l’ho capito e ho rifiutato quell’unico contatto che potevo riavere con il McKinley…»
«David…»
«Sappi solo che l’unico spiraglio di luce in questo momento per me sei tu… sei il sole della mia vita!»
 
Kurt restò basito. Fino a quel momento lo aveva guardato sempre con uno sguardo pieno di commiserazione mista ad un sincero affetto. Sapeva di non provare gli stessi suoi sentimenti, ma era anche ben conscio di cosa significava non essere corrisposti. Tuttavia quella frase lo lasciò esterrefatto: nessuno, neanche Blaine, gli aveva mai rivolto quelle parole. Si sentì di abbracciarlo forte.
«Fortunato chi un giorno meriterà le tue labbra…»
«Kurt, io ho imparato a portare pazienza. Ora non aspetto che una persona»
Nell’alzargli lo sguardo, Dave si perse nell’oceano dei suoi occhi. Prese coraggio e cominciò a cantare.
 
And I'm not gonna take it back
And I'm not gonna say I don't mean that
You’re the target that I'm aiming at
But I'm nothing on my own
Got to get that message home

And I'm not gonna stand and wait
Not gonna leave it until it’s much too late
On a platform I'm gonna stand and say
That I'm nothing on my own
And I love you, please come home

 
Poi si chinò su di lui per rubare un bacio alle sue labbra: scena già vista l’anno prima al McKinley, ma questa volta Kurt non lo rifiutava, anzi sembrava quasi ricambiare… sì, lo stava facendo davvero!
Dave si sentì pervaso da una sensazione nuova, bellissima, leggera e soave come un vento di primavera, ma allo stesso tempo vigorosa e distruttiva come un ciclone tropicale.
Al diavolo tutto, ora stava bene!
Ma l’idillio durò poco: ben presto Kurt si accorse che stava tradendo il suo fidanzato e si staccò dalle labbra calde e accoglienti di Dave.
Barcollò, si guardò le mani, si volse verso Dave ma non resse il suo sguardo e tornò a guardarsi le mani.
 
«Questo comprometterà la nostra amicizia? Non mi verrai più a trovare, vero?» disse l’altro con amarezza.
Kurt si mosse frastornato, si allontanò di qualche passo. Poi però si fermò.
 
«Sarà il nostro piccolo segreto. Alla prossima settimana» e si allontanò correndo.
 
Dave rimase interdetto sulla soglia della sua casa. Il cuore gli batteva forte e non si sarebbe stupito se fosse esploso.
Un sorriso dolce gli illuminò il volto. Ora sapeva  che non avrebbe più dovuto temere la solitudine.
 
«Aspetterò…»


***
Giorni fa pensavo a Dave e mi è venuta in mente questa cosuccia... non mi aspetto nulla ma spero che vi piaccia!
Shiya!
  
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