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Autore: 9Pepe4    25/09/2012    5 recensioni
Sleipnir nitrì sommessamente, battendo a terra i quattro zoccoli anteriori.
«Thor, così lo infastidisci» intervenne Loki.
Affiancò il fratello, quindi si tese in avanti per accarezzare il muso del cavallo. A quel punto, osservò con curiosità gli occhi liquidi e intelligenti dell’animale.
«Ignoralo» disse, in tono confidenziale, «è un idiota».
Thor soffocò una protesta oltraggiata, quindi arricciò il naso. «Ora cosa sei?» chiese, piuttosto seccato. «Sua madre?»
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passatempi e ottapedi

Loki e Thor si trovavano nell’ampia biblioteca di palazzo.
Seduto a gambe incrociate sul pavimento, la schiena appoggiata a uno scaffale, il minore era immerso tranquillamente nella lettura.
Il più grande, invece, aveva presto lasciato da parte le “Cronache delle Guerre Recenti” che stava spulciando, e si era messo a camminare avanti e indietro, sbuffando sempre più sonoramente.
Sapeva bene che loro potevano vantare una delle più vaste collezioni di libri dei Nove Regni – il suo precettore lo ripeteva spesso, sperando così di invogliarlo a leggere di più –, ma francamente al momento la cosa non gli sembrava molto eccitante.
A che pro avere a disposizione tanti scaffali colmi di tomi, se poi si moriva di noia?
«Basta!» sbottò alla fine. «Non ce la faccio più!»
Le sopracciglia scure di Loki si mossero, ma il bambino continuò a tenere ostinatamente gli occhi incollati alle pagine.
Thor, allora, gli andò vicino e gli tolse il libro dalle mani, chiudendolo con un tonfo.
«Ehi!» protestò Loki, alzandosi in piedi.
«Che ne dici di fare qualcosa, fratello?» propose Thor, ignorando la sua lamentela.
«Io stavo facendo qualcosa» replicò Loki, un po’ indignato. «Stavo leggendo».
Cercò di riprendersi il libro con una mossa disperata, ma Thor lo tenne fuori dalla sua portata.
«Parlavo di qualcosa di eccitante» precisò il biondo.
Loki incrociò le braccia al petto e il suo visetto pallido si atteggiò ad un broncio. «I nostri genitori ci hanno raccomandato di non fare confusione» obiettò, quasi petulante. «Stanno presiedendo una riunione estremamente importante».
Thor alzò al cielo gli occhi azzurri. «Per i Nove Reami, quanto sei molesto! Bada bene che ho detto eccitante, non rumoroso».
Loki lo scrutò trucemente, poi spostò lo sguardo sul proprio libro.
«Andiamo, Loki, per favore!» si lagnò Thor.
A quelle parole, il più piccolo riportò con riluttanza gli occhi sul volto dell’altro e, davanti alla sua espressione supplichevole, si morse il labbro inferiore. «Ebbene» disse, rassegnato, dopo qualche istante di silenzio, «cosa proporresti di fare?»
Thor sbatté le palpebre, e per un momento assunse un’aria smarrita. «Be’…» disse, imbarazzato. Si guardò attorno in cerca di ispirazione, poi si illuminò. «Ma certo! Possiamo scendere nelle scuderie e portare un po’ di carote a Sleipnir!»
Loki pensò che avrebbe dovuto aspettarselo.
«Molto eccitante» ironizzò, in tono asciutto.
«Certamente meglio che stare chiusi qui» lo rimbeccò Thor. «Dai, non puoi nemmeno dire che disturberemo i nostri genitori. Anche se ci mettessimo ad urlare, le stalle sono abbastanza lontane… Non ci sentiranno affatto».
Loki sospirò, apparendo ancora un po’ esitante.
A dirla tutta, però, lo lusingava vedere quanto il fratello desiderava la sua compagnia… Dopotutto, Thor conosceva alla perfezione la strada per le scuderie, e avrebbe potuto benissimo andarci da solo.
«D’accordo» cedette allora, e Thor si aprì immediatamente in un sorriso smagliante.
Ignorando l’occhiata di rimprovero del fratellino, appoggiò il suo libro su uno scaffale a casaccio, poi, senza preavviso, batté una mano sulla spalla di Loki.
«A chi arriva primo!» urlò, scattando verso l’uscita della libreria.
Loki barcollò ed emise un’esclamazione di protesta, ma un attimo dopo recuperò l’equilibrio e si lanciò all’inseguimento del fratello maggiore.

Per quanto riguardava la stalla, teoricamente non era da classificarsi come meta abituale dei due giovani principi di Asgard.
In pratica, però, in quegli ultimi giorni Thor e Loki finivano per sgattaiolare sempre lì.
Il più grande, infatti, stava attraversando un periodo di smisurato interesse per Sleipnir, il destriero a otto zampe appartenente ad Odino – per questo Loki non si era stupito più di tanto, sentendo la proposta del fratello.
Fortunatamente, pur essendo un cavallo da battaglia, l’animale aveva un’indole piuttosto paziente… Altrimenti, sospettava Loki, Thor sarebbe diventato in un batter d’occhio il bersaglio preferito di tutti gli otto zoccoli dello stallone.
«Ehi, bello» esordì Thor, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, sfoderando un paio di carote. «Guarda cosa ti ho portato!»
«Gliele hai portate anche la volta scorsa» intervenne Loki, in tono neutro. «E la volta prima. E quella prima. E quella prima ancora».
Sotto sotto, non era completamente sicuro di aver già perdonato al biondo di averlo strappato alla sua lettura.
Thor guardò il fratello con aria infastidita. «E allora?»
«Allora niente» rispose Loki, con un’alzata di spalle, «dico solo che non deve essere molto entusiasmante, per lui».
In quel momento, il cavallo affondò i denti nella carota che il biondo gli tendeva, e la sgranocchiò rumorosamente.
«Oh, vedi?» si rallegrò Thor. «Gli piace!»
Loki aguzzò lo sguardo. Non perché ritenesse indispensabile determinare quanto Sleipnir fosse felice del dono di Thor… Semplicemente, il precettore suo e del fratello aveva raccontato loro che sui denti del destriero di Odino erano incise delle rune, e il bambino voleva appurare la veridicità di tale informazione.
Thor, a quel punto, indietreggiò di un passo, così da poter contemplare per bene il possente stallone.
«Accidenti, è davvero un cavallo superbo» commentò, ammirato.
Loki scosse la testa tra sé e sé. Ormai, aveva perso il conto di tutte le volte che il fratello aveva detto quelle parole.
Comunque, non gli sembrava di individuare alcuna runa… Che il loro precettore avesse parlato a sproposito?
«Pensa a quante battaglie ha partecipato!» aggiunse Thor, entusiasta.
Si avvicinò di nuovo al cavallo e fece schioccare la lingua, nell’imitazione di un galoppo sfrenato, battendo al contempo una mano sul fianco della bestia.
Sleipnir nitrì sommessamente, battendo a terra i quattro zoccoli anteriori.
«Thor, così lo infastidisci» intervenne Loki.
Affiancò il fratello, quindi si tese in avanti per accarezzare il muso del cavallo. A quel punto, osservò con curiosità gli occhi liquidi e intelligenti dell’animale.
«Ignoralo» disse, in tono confidenziale, «è un idiota».
Thor soffocò una protesta oltraggiata, quindi arricciò il naso. «Ora cosa sei?» chiese, piuttosto seccato. «Sua madre?»
Loki lo guardò male, ma poi finse di non aver sentito e diede una pacca affettuosa sul collo del cavallo.
Sleipnir sembrò apprezzare, ed emise un nitrito sommesso, spingendo il muso contro la mano del ragazzino.
Nel suo intimo, Loki fu piuttosto soddisfatto nel vedere che, a quel che sembrava, l’animale gradiva le sue attenzioni.
«Non temere» riprese, ormai totalmente dimentico di denti e rune, dando mostra di ignorare deliberatamente il fratello, «il tuo cavaliere non sarà mai quella testa calda. Tu appartieni a nostro padre. Thor ne è consapevole, anche se sembra di no».
Le guance di Thor si imporporarono. «Certo che ne sono consapevole!» esclamò.
A quel punto, Loki diede la schiena al cavallo, voltandosi verso Thor. «Davvero?» chiese, in tono innocente. «Da come ne parli non sembra».
Thor gli indirizzò una smorfia.
In quel momento, però, Sleipnir sbuffò e col muso diede qualche colpettino sulla spalla di Loki, reclamando la sua attenzione.
Il figlio minore di Odino, si girò, stupito, mentre Thor si lasciava sfuggire un fischio sommesso.
«Accidenti» commentò il ragazzino biondo, «ti ha davvero scambiato per sua madre».
Loki fece spallucce, accarezzando il cavallo con aria piuttosto lieta. «Be’» ribatté, furbescamente, «immagino sia sempre meglio avere me come madre che te come cavaliere».















Note:
Lo so. Lo so.
È la cosa più Slice of life che si potesse fare, è uno spaccato di vita quotidiana e niente di più – niente significati profondi, niente risvolti interessanti.
Però… Però.
Come penso molti di voi sappiano, nella mitologia norrena Loki si trasforma in giumenta per distrarre il cavallo di un nemico, si accoppia con l’animale e poi partorisce Sleipnir (raccontato semplificando parecchio la cosa XD)… E mi è venuta una voglia terribile di giocare un po’ con questa faccenda, con la battuta di Thor: «Ora cosa sei? Sua madre?».
Lo so, è una cosa idiota, ma io sono un’idiota XD
Ma spero che questa idiozia vi sia piaciuta almeno un po’ ^^
  
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