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Autore: Always_Always    26/09/2012    7 recensioni
Tony torna sfinito dopo un'altro scontro, ma Pepper troverà il modo di farlo rilassare :)
«Odiava tornare a casa.
Il "prima", quando doveva sfoggiare la sua armatura e vincere il cattivo –il tutto accompagnato, ovviamente, da battutine ironiche- era decisamente piacevole, e divertente.
Era il "dopo", che secondo lui non aveva motivo di esistere.
Quando, finita l’ennesima battaglia, si trascinava a casa e, senza neanche il tempo –e l’energia- di ripulirsi dallo schifo, crollava sfinito e restava li per tutto il tempo.
Ma il successo aveva il suo prezzo, e questo Tony lo aveva accettato, seppur riluttante».
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                         Prima, durante e dopo.


Iron man atterrò sulla piattaforma della Stark tower in un tonfo sordo.
Si trascinava a fatica, coperto di sudore e di sporcizia dovuti alla sua ultima missione affrontata con successo - come sempre.
Il suo corpo lo reggeva a stento, mentre attendeva svogliatamente che J.A.R.V.I.S. lo liberasse dall’ammasso di rottame che era diventata la sua armatura.
Il suo sguardo era spento, sfinito e sperò intensamente che i suoi robot finissero in fretta di smontarlo, in modo da crollare sul primo giaciglio morbido che avesse avvistato.
Dopo qualche minuto, di Iron man non c’era più traccia: restava solo Tony Stark, tremendamente stanco. Camminò lentamente fino a varcare la soglia del suo attico. Era sporco di detriti e terra, che gli erano penetrati fino alle ossa. La sua energia era stata consumata del tutto e il suo corpo non era altro che un involucro vuoto, svuotato completamente della sua forza vitale. La sua gola bruciava, forse più della sua stanchezza, così recuperò le ultime forze che aveva e si diresse al bancone del suo bar personale, versandosi un bicchiere di whiskey e lasciando che l’alcool alleviasse quel fastidio assordante dovuto alla sete, oltre che, ovviamente, alla stanchezza. Si abbandonò sulla sedia lì vicina, chiudendo finalmente gli occhi. Rimase immobile, semplicemente, assaporando la comodità di quella poltrona e lasciando che i suoi muscoli si rilassassero e ritrovassero quell’energia necessaria per condurlo a letto.

Odiava tornare a casa.

Il prima, quando doveva sfoggiare la sua armatura e vincere il cattivo – il tutto accompagnato da battutine ironiche - era decisamente piacevole, e divertente.

Era il dopo, che secondo lui non aveva motivo di esistere.
Quando, finita l’ennesima battaglia, si trascinava a casa e senza neanche il tempo – e l’energia - di ripulirsi dallo schifo, crollava sfinito e restava li per tutto il tempo.
 
Ma il successo aveva il suo prezzo e questo Tony lo aveva accettato, seppur riluttante.
 
I graffi e i lividi iniziavano a farsi sentire, ma non voleva farci caso, non ancora almeno. Voleva godersi il silenzio e la pace, prima di ricominciare a vivere. Perché il sollievo di quella semplice poltrona era l’unica cosa di cui Tony avesse bisogno in quel momento e ancora una volta si ritrovò a sperare intensamente che il tempo si fermasse, se non per sempre, almeno per un periodo analogamente lungo.
Perse per qualche istante la lucidità, dimenticandosi solo per un momento chi fosse, dove fosse e cosa stesse facendo. Si lasciò cullare da quella sensazione di benessere che si dissolse non appena il bicchiere di whiskey gli scivolò dalle mani, infrangendosi in mille pezzi a contatto con il pavimento.

« Tony? »
La voce calda e leggermente preoccupata di Pepper gli fece aprire gli occhi. Ma non aveva la forza di rispondere, così l’uomo restò in silenzio, mentre la donna lo raggiungeva.
 
Pepper lo guardò: era sfinito, come sempre. E ogni volta era sempre peggio. Si chiese seriamente se non fosse il caso di fargli fare una pausa dalla sua vita da eroe, almeno fino a quando non si fosse ripreso del tutto. Scosse la testa, considerando che Tony non avrebbe mai acconsentito a una richiesta del genere, che rischiava di dimostrare i suoi limiti.
Quella sua mancanza di cura nei suoi stessi confronti la mandava fuori di testa. Era sempre così attento a se stesso davanti al mondo, e quando doveva esserlo davvero, si ignorava apertamente!

È tutta salute, Pep, le aveva detto una volta. Essere Iron man mi fa sentire vivo.

Sicuramente non in queste condizioni! Lo guardò di nuovo: accasciato sulla poltrona senza espressione, con lo sguardo perso sull’orizzonte. Non poteva continuare così. Avrebbe finito per autodistruggersi e questo lei non poteva permetterlo.
 
Gli posò le mani sulle spalle e lo aiutò ad alzarsi. Tony non reagiva, si lasciava trasportare senza opporre resistenza, troppo sfinito anche solo per sussurrare qualcosa. Pepper lo accompagnò in bagno, senza il minimo commento. Gli tolse la maglietta sudicia e strappata che aveva addosso, gettandola a terra incurante. La vista del reattore Arc sul petto dell’uomo non le faceva più alcun effetto. Procedette poi con quello che restava dei pantaloni e, dopo averlo spogliato del tutto, lo fece sdraiare nella vasca da bagno. Tony si lasciò andare pesantemente, appoggiando la testa sul bordo della vasca. Il getto d’acqua che partì dal rubinetto gli riscaldò l’anima. Lasciò che l’acqua gli penetrasse nella carne, benedicendo quel getto così rinvigorente. La vasca cominciò a riempirsi, e l’acqua, fatta mano a mano più alta, spazzò via detriti e sporcizia. E con quelle, anche la stanchezza si affievolì sempre più.  I lividi e i graffi sembravano del tutto scomparsi e Tony chiuse gli occhi, assaporando quello che per lui non poteva che essere il paradiso.
Avvertì il movimento silenzioso di Pepper che gettava a terra degli indumenti, e dopo qualche secondo, la donna entrò nella vasca con lui.
 
Restarono così per un tempo infinito, dopodiché, Pepper gli si avvicinò e gli poggiò le labbra sull’incavo del collo. Allacciò le sue braccia attorno a lui e cercò la sua bocca, che non mostrò alcuna resistenza. Tony non muoveva un muscolo, nonostante sperasse che lei non si fermasse. La lasciò fare, completamente suo succube. E Pepper continuò a cercare la sua bocca e il suo corpo, schiudendo le labbra in gemiti di piacere che si persero nell’aria come foglie al vento. Tony si lasciò andare al piacere della situazione, stringendo le sue braccia sulla schiena della donna e continuando a cercare la sua bocca, lasciando che le loro lingue si esplorassero come la prima volta.
Pepper cominciò a muoversi su di lui, inarcando la schiena scossa da brividi di piacere, staccandosi a volte dalle sue labbra per guardarlo e perdersi in quegli stanchi occhi marroni, che la osservavano con una strana riconoscenza.

Tony si ricordò di Pepper quando gli urlava di darsi una regolata, quando lo pregava di riguardarsi e di prendersi cura di sé stesso.
Le missioni saranno sempre un successo. Ma che ne è degli eroi? Cosa succede a loro quando tornano a casa? gli aveva chiesto, quella volta che era tornato con il braccio e due costole rotte.
E in fondo, Tony sapeva che lei aveva ragione.
Quanto ancora avrebbe potuto sostenere quei ritmi? Quanto avrebbe retto prima di crollare e non farcela più?
Non voleva pensarci. Un giorno sarebbe successo e allora ne avrebbe pagato le conseguenze. Ma finché era immerso in quel paradisiaco bagno caldo, con la sua Pepper ansimante sopra di lui, non gliene importava.

 « Potrei abituarmi a queste accoglienze, signorina Potts, » le sussurrò, sentendo che le forze gli stavano tornando.
Lei sfoggiò un sorriso brillante che gli fece tremare il cuore.

Doveva ricredersi: infondo, il dopo non era così male, organizzato dalla signorina Virginia Pepper Potts.
  






Note dell'autrice:

Pronta per il lancio dei pomodori! :D Magari è una pazzia questa storia, però mi è venuta in mente stamattina e ho voluto scriverla :D

Recensite e ditemi se vi è piaciuta!
Au revoir :)

- Kh2ZvN -
   
 
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