Ti
monta dentro, ti
striscia nel sangue. Si mischia ad un riff di chitarra che hai rubato
quando
eri ragazzo. Rubare è peccato, forse questa è la
tua punizione.
Sai
che non dovresti ma
è la cosa migliore che ti possa permettere.
Perché sei uno scarto,
letteralmente, solo che si sono dimenticati di buttarti via insieme
alla
placenta e al muco e a tutto il resto.
Più
bevi e più hai
sete, che razza di scherzo è? Non è un problema,
fino a quando hai bottiglie
piene intorno.
Inizia
in sordina, poi
si evolve in un acuto vibrante e una scala in discesa di note che
precipitano.
Cerchi di arrampicarti, di emergere, ma tieni in mano solo una manciata
di
immagini. E’ per quei flash irrisori che ti conci
così, ed è sempre per quelli
che cerchi di non soccombere. Ma l’inizio è
qualcosa di molto diverso.
Ti
permea il cervello e le labbra la lingua la bocca tutta, è
un bacio dalla
mollezza assassina.
Speri
di farti male. Speri di
dimenticare.
Non
ti fai mai male abbastanza
non dimentichi mai nulla.
Le
cose sembrano solo
più elastiche, una colla che ti occlude i viso portandoti ad
un passo dal
soffocamento. Ad un passo, perché soffocare davvero
è un lusso che non puoi
concederti. Non puoi permetterti l’uscita
d’emergenza. Così resti inerme, con
un cervello che strepita chiuso in un corpo anestetizzato. Sparpagliato
malamente su una sedia, in attesa di qualcuno che ti raccolga e ti
deponga a
terra, come un crisantemo sulla tomba.
Inizia
in sordina con
un sorriso ammaliante nella bocca, con un sapore di ciliegia che ti fa
rosse le
labbra. Ti seduce, con lentezza ti porta a letto e poi ti lascia nel
grembo una
tenera ospite chiamata dipendenza. Fedele e incredibilmente femmina,
come tutte
le cose che uccidono. Non ti abbandona mai, è in ogni tuo
bruciore di stomaco, in
ogni tremito delle pupille. Potrebbe sembrare amichevole, affettuosa,
ma poi il
suo tepore ti stordisce e ti ricorda tutti i motivi per i quali avresti
voluto
dimenticare. E’ una maledettissima primadonna che si diverte
a torturarti,
fermandosi appena prima che tu possa godere di quella sofferenza.
E’
l’infinita ultima
volta di un’infinita ultima serie, che potrà
finire solo con un omicidio.
1)Tu
e la tua morte, ma
sei troppo codardo per farlo.
2)Tu
e il rehab, ma sei
troppo ingenuo per farlo.
Sarà
in ogni caso l’esacerbazione
di una parte di te. Morirai, in un certo senso, ma non abbastanza.
E
continuerai a vagare
tra le correnti dei temuti te stesso, incapace di reagire, fino al
momento in
cui ci faranno il favore di mettere una croce sulla casellina vuota
della tua
vuota e triste vita.