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Autore: Sigyn    27/09/2012    1 recensioni
Mark ha una relazione complicata e un appuntamento con una ragazza che non conosce.
[Marco/Blanchmaine, Marco/Isotta/Tristano, accenni Marco/Brangania, Brangania/Isotta, Tristano/Blanchmaine]
[Modern!AU]
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
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Due tazze di ricordi e una bustina di zucchero

 

 

- ... Non che non ci abbiamo provato tutti e tre, davvero. Ora siamo in una specie di relazione aperta, come vedi. Ma non credo funzionerà. Loro due sono sempre così presi l’uno dall’altra -.

Mark finisce di parlare, sospira e beve un altro sorso di tè. In realtà, non ha idea del perché le stia dicendo tutto questo. Ma, per quanto improbabile, è un appuntamento e lui deve pur raccontarle qualcosa di sé, e lei è così brava ad ascoltare: così calma e posata, con gli occhi gentili e l’aria di qualcuno a cui, forse, interessa davvero ciò che sta dicendo. E Mark non è abituato a mentire come Tristan e Isolde, la verità gli scivola sulla lingua in modo così fastidiosamente spontaneo.

È stata l’amica di Isolde a fargliela conoscere, ovviamente. Brangien deve sempre mettersi in mezzo, quando si tratta di loro, ma ad Isolde non sembra importare così tanto. Non che non dica il contrario ogni volta, ma se le importasse davvero forse avrebbe protestato un po’ di più quando Bran gli ha proposto di uscire insieme, prima del loro piccolo accordo – ma è anche vero che sono usciti una volta e basta, e Brangien non l’ha mai nemmeno guardato negli occhi.

Deve trattarsi di una qualche strana forma di solidarietà tra donne. O tra irlandesi trapiantate in Gran Bretagna. Oppure, forse Bran è solo una delle tante persone innamorate di Isolde – la loro ragazza le attira come falene intorno a una candela, in fondo, e la lealtà di Brangien verso di lei talvolta raggiunge livelli decisamente sospetti.

- Vorrei solo che parlassero chiaro. Solo questo – si ritrova a dire a questa ragazza che ha appena conosciuto, mentre lei mescola lo zucchero nel tè con un cucchiaino di plastica. Vorrebbe che almeno Tristan parlasse chiaro, per una volta, perché in fondo il primo che ha conosciuto e di cui si è innamorato è lui, e il pensiero di perdere quel suo sorriso un po’ arrogante e le sue arie da musicista romantico e tormentato fa quasi più male dell’idea di non vedere mai più i capelli d’oro e lo sguardo fiero e determinato di Isolde.

Blanche appoggia la tazza sul tavolino del pub con un gesto calmo e rilassato della mano bianca e delicata. Ha le dita lunghe e affusolate, nota Mark. – Ti capisco, e non è tanto per dire. Sai, il mio fidanzato non faceva che sventolarmi davanti agli occhi la sua amante ... una sua ex, non aveva il coraggio di lasciare nessuna di noi due. O di provare a fingere in modo convincente – dice, la voce un mormorio dolce e rassegnato, una vaga luce nostalgica negli occhi. Le sue labbra si increspano in un sorriso ironico e amaro. – Credo stesse con me solo perché gli ricordavo lei. Pensa, abbiamo persino lo stesso nome -.

Mark sa che non intende Blanche: quello è solo il suo secondo nome, e lui in un certo senso le è stato grato quando lei gli ha detto di chiamarla solo in quel modo. No, il suo vero nome è Yseult. Incredibile come un nome così antiquato sia apparentemente così popolare.

Yseult, quasi come Isolde. Bretone, quasi come il suo ragazzo mezzo francese – lui sarebbe deliziato da questa situazione, con il suo umorismo contorto e il suo amore per i giochi di parole. Eppure, confonderli sarebbe assolutamente impossibile.

Blanche non ha la bellezza di Isolde, tutta lunghi ricci biondi e lunghe ciglia folte e lunghe gambe snelle.

Blanche ha i capelli biondo cenere, non brillanti come l’oro come quelli di Isolde. Blanche ha un viso meno grazioso, uno sguardo malinconico e sfuggente, le unghie delle dita delle mani mangiucchiate, e sta seduta leggermente piegata in avanti come se fosse abituata a tenere sempre la testa bassa.

Blanche non ha il sorriso sicuro di Tristan e i suoi penetranti e intelligenti occhi azzurri, ma una piega che potrebbe anche essere una smorfia sulle labbra sottili e uno sguardo triste e sincero negli occhi di un colore tra il blu e il grigio e il verde.


- Oh. Ed è riuscito a mettermi contro anche mio fratello. Cosa non si fa per un amico che può presentarti un’amica, no? – continua la ragazza, strappandolo a quelle riflessioni.

- Oh – dice Mark, accigliandosi. Per qualche motivo, fa male pensare che tutto questo sia successo a qualcuno come lei, qualcuno così fragile. – Conosco un paio di persone che potrebbero fare qualcosa del genere – riflette poi.

- Mi sono vendicata. Gli ho detto l’ora sbagliata e l’ho fatto arrivare in ritardo ad un appuntamento: sembra sciocco, lo so, ma hanno litigato per giorni interi – dice Blanche, alzando le spalle e fissando qualcosa sul fondo della sua tazza, come se si vergognasse un po’. E poi sorride, con l’espressione soddisfatta e incredula di una ragazzina che ha appena compiuto il suo primo piccolo atto di ribellione adolescenziale contro i suoi genitori, e quegli occhi dal colore indefinibile si illuminano di entusiasmo e divertimento, e le guance le si imporporano.

E, Mark si sorprende a pensare, è bella così. Anche senza il viso di Isolde, anche senza gli occhi di Tristan. È quel sorriso a renderla bella.

E da lì in poi parlano più di loro, e meno di ex ragazzi e quasi-ragazze e altre cose complicate. E Mark si ritrova a sorridere con Blanche, e a cercare di farla sorridere ancora di più.

Forse, pensa per un attimo, non è sempre un male che Brangien non riesca a non immischiarsi nei loro affari.       
  
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