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Autore: HildaGreen    27/09/2012    2 recensioni
Una raccolta di one-shot su Sora e i suoi amici
Dato che inserirò one-shot tra loro sconnesse, è probabile che cambierò spesso l'ordine dei capitoli per inserirle nell'ordine cronologico della storia principale
Capitoli:
1° Arrivo a Death City
2° La festa in spiaggia
3° La Sacra Spada, Excalibur!
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Black Star, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Stelle non sono niente senza Cielo!'
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La festa in spiaggia

«Ah, finalmente!» esultò Lealia
«Ehm... è solo qualche giorno che vado a scuola, ma non penso che una verifica sia qualcosa per cui esultare...» commentò Eis al suo fianco.
«Con le verifiche puoi testare quanto hai imparato!»
«...Yuppy!»
Suonò la campanella della ricreazione, ma dei ragazzi accanto alla cattedra richiamò l’attenzione della classe.
«Ehm...ehm!»
«Come sempre, per festeggiare l’inizio del nuovo anno, volevamo invitarvi tutti quanti ad una festa in spiaggia...»
«Aww, che bello questa volta hanno scelto il mare!» esclamò Lealia con gli occhi che luccicavano.
Eis aveva visto mai visto il mare, ma dalla reazione di Lealia, che esultava per un test, immaginò che non fosse un bel posto....
I ragazzi nell’aula restarono ad ascoltare in silenzio, la data e il luogo della festa e, alla fine, una ragazza si alzò bruscamente in piedi.
«Avete intenzione di invitare proprio “tutti”?!»
«Perché non dovremmo?» rispose uno dei ragazzi.
«È per quella...» la ragazza si guardò intorno sospettosa. «...del Clan della Stella!»
Uno dei due ragazzi toccò la spalla dell’altro, facendolo avvicinare. «È la ragazza che ha iniziato quest’anno e che non sta mai in classe?»
«Si...  ma io credo non sia giusto escludere qualcuno.»
 Eis si voltò verso Lealia per chiedere spiegazioni. «Tu la conosci?»
«Si e penso che debba stare almeno alla distanza che c’è tra la terra e il sole da noi...»
 
«Devo superare la mia paura... Devo superare la mia paura...» continuava a mormorare la ragazza mentre si avviava a passo pesante verso una baracca di legno, affittata per la festa.
«Ma che perdita di tempo... se almeno ci fosse Kid avrei un motivo per restare» sospirò fermandosi.  «Che motivo ho di restare tra questi perdenti...»
 «Oh Sora, che ci fai qui?»
La ragazza si voltò, vedendo due ragazzi incamminarsi verso di lei.
«Mi avete invitati voi a questa festa e poi mi chiedete che ci faccio...» rispose Sora.
I due scoppiarono a ridere.
«Beh?» fece lei, in procinto di picchiarli.
«Sei in anticipo... moooolto in anticipo!»
«Eh? Mi avevate detto alle 20, ma non trovavo venti sull’orologio così ho chiesto a mia madre e lei ha detto che era alle otto...»
«E poi ora sono le undici e non le otto...»
Notando come Sora lo guardava, il ragazzo si interruppe per non essere pestato a sangue...
«E allora cosa ci fare voi qui?»
«Siamo qui per preparare la festa.»
Sora non capiva. «Ma se undici viene dopo otto, non siete in ritardo per preparare?»
«Ehm... tranquilla, abbiamo molto tempo. Vuoi aiutarci?»
 
 «Cooome? Non hai un costume?!»
«Come potrei averlo?»
«Mi pare abbastanza logico... Aspetta un attimo...»
Qualche minuto dopo, Lealia era tornata da lui con una ragazza dai lunghi capelli biondi, gli occhi blu e la pelle olivastra.
«Conosci già Reliance, vero?» Gli domandò Lealia. «Oggi tu verrai con noi a fare shopping.»
«Eeeh???!!!» tentò di protestare il povero Eis.
«Così ci dirai come ci stanno i costumi e te ne prenderai uno anche tu.»
«Come se a te servisse... sei così piatta che...»
Non riuscì a concludere la frase che già Lealia lo aveva colpito con il suo libro. «Così impari!»
«Ehehe!» rise Reliance.
Eis non poté dir nulla e dovette seguire le due ragazze dopo scuola.
«Guardiamo solo in questo negozio... vero?» disse lui appena arrivati davanti ad una vetrina.
«No... prima dobbiamo guardare qui e in altri due posti, poi torneremo a prendere quelli più belli.»
Sentendo la risposta di Lealia, Eis avrebbe preferito mille volte una verifica, ma lei lo prese per il polso, trascinandolo dentro con loro.
Le ragazze iniziarono subito a gironzolare per il negozio, spostandosi da una parte all’altra, mentre lui si mise in un angolo, capitando per sua s... fortuna davanti ai camerini.
La tenda si spostò di lato e ne uscì una donna alta dai capelli viola, gli occhi gialli e delle tette enormi, coperte solo da dei minuscoli tringolini che dovevano essere un bikini.  «Uhm... forse non va bene...»
Inizialmente Eis arrossì, poi si coprì gli occhi con la mano. «Mi scusiii!»
La donna si accorse di lui solo in quel momento. «Uhm... tu sei quel ragazzo che hanno salvato Maka e Soul!»
Poi, all’improvviso, si avvicinò a lui e lo abbracciò. «Ma quanto sei carino!»
Lealia si avvicinò. «Che cosa ci fai qui Blair?»
«Volevo venire anche io alla festa! Maka e Soul non hanno più tempo per giocare con Blair.»
«Se tu venissi, sono sicura che succederebbe un disastro...»
$3Uff non posso mai partecipare alle feste della Shibusen...»
Detto questo, ritornò ad essere una gatta e lasciò il negozio.
Lealia abbassò lo sguardo su Eis, totalmente rintontito  e lo risvegliò con un colpo del mattone-libro che si portava sempre dietro, probabilmente pesava anche più di lei.
«Non c’è bisogno di svenire per delle tette! Ragazzi, sbavate dietro ogni ragazza.»
«Proprio tutte non direi...»
Eis non aveva ancora imparato a tenere la bocca chiusa e ricevette un altro colpo spacca-cranio.
 
Inizialmente, Sora sembrò intenzionata ad aiutare i due ragazzi nei preparativi, ma subito dopo si mise seduta, per poi sparire improvvisamente.
Gettò via le sue scarpe, senza curarsi di come le avrebbe ritrovate dopo e mise i piedi sulla sabbia rovente, ma lei si curò solo dei granelli che le passavano piacevolmente tra le dita e si avvicinò piano alla distesa di acqua che aveva davanti. La sua visione di quell’elemento era completamente cambiata, conosceva la causa, ma non capiva da dove venisse tutta quella... paura.
Perché dall’altro ieri avrebbe dovuto avere paura di una fontana? Non è che avrebbe preso vita e inghiottita all’improvviso, ma aveva paura.
Si accovacciò alla riva, laddove la sabbia era ancora asciutta, l’acqua non la sfiorava per pochi millimetri.
Restò a lungo a fissare la schiuma che scoppiettava sulla sabbia scura ed i riflessi del sole che stava ancora basso nel cielo.
Poi, si decise ad allungare un dito e l’acqua le venne incontro, le bastò solo un istante, un breve contatto a farle ricordare la sua brutta esperienza. Era orribile quella sensazione di bagnato e, anche se se lo era imposto, non sarebbe mai riuscita a superare la sua paura...
Gridò, sentendo qualcosa di bagnato toccarla. Si gettò di lato e scoprì con sollievo che era solo un cane che l’aveva annusata, doveva aver sentito l’odore del bagnoschiuma al cioccolato che aveva usato.
Era un cane di taglia media, dal pelo bianco a macchie nere e dal corpo esile. Lei mostrò un sorriso, cosa che non faceva mai con nessun umano e si mise ad accarezzarlo, ma il cane se ne andò dopo un po’ e lei lo seguì fin dietro la baracca, ma quando svoltò l’angolo era sparito.
Da quel momento il suo umore tornò pessimo e, sconsolata, salì i gradini di legno ed entrò nella baracca, trovando i due ragazzi che s... s... i... si stavano mettendo il costume.
Arrossì violentemente, ma non riuscì a distogliere lo sguardo... era la prima volta che vedeva dei ragazzi nudi. Ora capiva perché suo madre, adesso che aveva otto anni non le faceva fare più il bagno con papà...
All’improvviso, si riscosse e si voltò dall’altra parte.
«Ah... scusaci, pensavamo te ne fossi andata...» si giustificò uno dei ragazzi che, dopo essersi messo il costume, le andò alle spalle.
Per la prima volta non sapeva che rispondere, era completamente ammutolita.
«Noi andiamo a fare il bagno, vuoi venire? C’è tempo prima che arrivino gli altri...»
A quelle parole, lei tornò a guardarli quasi con orrore, finendo al limite di uno scalino e precipitò all’indietro.
Si rialzò all’istante e gridò la prima cosa che le passò per la testa. «No!»
Un secondo dopo era sparita di nuovo.
 
«Come mi sta?»Domando Reliance.
«Forse è un po’ piccolo...» rispose Lealia.
«Ah tanto per te sono tutti piccoli solo perché vorresti fargliele coprire, sei invidiosa- commentò Eis.
«Io non lo penso. Sei così carina Le-le!» Affermò Reliance.
Questa volta Lealia si limitò ad incenerirlo con lo sguardo.
«Non posso andare a giocare con Blair piuttosto?»
A quel punto gli arrivò il libro in faccia, Lealia era più pericolosa quando aveva quel coso che quando si trasformava in falce.
«Smettila e ora provati anche tu qualche cosa» lo rimproverò lei.
«Che bisogno c’è, il primo che trovo sarà quello che mi metterò.
Lo sguardo di Lealia si fece malizioso. «Allora lascia che sia io a trovarti qualcosa...»
Cinque minuti dopo, Eis era nello spogliatoio a supplicarla di non farlo uscire in quello stato, ma lei aprì la tenda, mostrando il ragazzo con indosso degli slip, mettendolo in ridicolo davanti a delle ragazze che si trovavano lì.
«Lo dico sempre che sei cattiva...»
Lealia gli fece una linguaccia. «Solo quando serve!»
 
Alle otto erano finalmente pronti per andare alla festa ma, colpa di Lealia, arrivarono con più di mezz’ora di ritardo. Dalla spiaggia arrivavano già le voci degli studenti della Shibusen.
Si fermarono prima nella baracca per cambiarsi e, arrivati in spiaggia, si ritrovarono davanti centinaia di palloncini colorati e ragazzi che giocavano a pallavolo o facevano il bagno.
Eis rimase stupito alla vista del mare, era più grande di quanto avesse immaginato, era incredibile, ma continuava a pensare che il freddo e la neve fossero migliori.
Si guardò intorno, riconobbe solo alcuni dei suoi compagni di classe. Non aveva mai visto tanta gente ed ora doveva impararsi all’improvviso tutti quei volti, ma si ricordava benissimo delle parole che avevano detto su quella ragazza che non era mai in classe. Da allora si chiedeva cosa fosse il Clan della Stella, Lealia non gli aveva risposto, chissà perché...
 
«Come mi è venuto in mente di fare questa cazzata...» si rimproverò Sora, seduta in disparte sul suo asciugamano.
Non aveva molto da fare e non voleva socializzare con quegli sfigati della sua classe che, avendo visto suo padre, la criticavano per essere del Clan della Stella. Solo invidia nei suoi confronti...
Aveva tentato di sdraiarsi, ma non riusciva a rilassarsi, era come abbassare la guardia e rimase sempre nella stessa posizione anche per ore, mentre gli altri si divertivano ma ai suoi occhi attenti, non sfuggì un guizzo bianco che prese qualcosa del tavolo del cibo e fuggì via.
Lei scattò al suo inseguimento e questa volta vide il cane infilarsi sotto la baracca e vi si affacciò.
 
Quando si fece buio, oltre le nove, i ragazzi entrarono nella baracca ma Eis, piuttosto che divertirsi, rimase seduto senza fare nulla.
«Che fai, non balli?» Gli chiese Lealia, che gli arrivò alle spalle. -Dovresti scioglierti un po’.
«Stavo pensando.»
«Wow, allora ogni tanto i tuoi neuroni funzionano.»
«Ahah... divertente.»
«Allora?»
«Perché, quando ti ho chiesto cos’era il Clan della Stella, non hai risposto?»
 La ragazza sospirò. «Non ho molta simpatia per Sora, ma alla fine non è cattiva e i miei genitori sono amici dei suo, perciò, non volevo che tu pensassi male di lei come tutti gli altri»
Eis annuì e l’amica gli rivelò cos’era il Clan della Stella.
Pochi minuti dopo, il ragazzo uscì fuori, per lui che era abituato alla pace della desolazione, la musica era troppo forte e poi, rifletté su quello che gli era stato detto.
Pensò che, se i suoi compagni avessero saputo quel che aveva fatto suo padre, avrebbero odiato anche lui, perciò non gli sembrava giusto come isolassero quella ragazza.
Aprì la sua lattina, sentendo le bollicine scoppiare, ma si interruppe prima di bere sentendo una voce dal tono basso.
Facendo attenzione a non far rumore, si affacciò sul retro della baracca, vedendo una ragazza dei lunghi capelli celesti che dava da mangiare ad un cane.
«Finalmente sono riuscita a farti uscire fuori» disse lei ed accarezzò il cane, che iniziò a leccarla sul viso.
Poi, da sotto la baracca, trotterellarono verso di lei tre batuffoli di pelo che scodinzolavano.
Osservando, Eis non riuscì a trattenere un sorriso, si sentiva come felice per quella ragazza, l’aveva vista in disparte per tutto il tempo ma ora sembrava un’altra persona.
In seguito, ritrovò la ragazza sulla riva, con i piedi vicini all’acqua e, un po’ titubante,  le si avvicinò.
Guardò il cielo.
«In città non si vedono tutte queste stelle» era la prima cosa a cui aveva pensato, inizialmente si era sentito un po’ stupido, ma poi si sentì tranquillo.
Lei si voltò verso di lui, sembrando chiedersi che cosa volesse da lei. Combattere? No, vicino all’acqua non ne aveva alcun intenzione, così rispose come avrebbe fatto una qualsiasi persona.
«Solo perché il cielo è troppo illuminato.»
Eis ebbe l’impressione che lo stesse mettendo alla prova, non era così dura mentre accarezzava il cane...
Tuttavia, le mostrò un sorriso. «Il mio nome è Eis. Come ti chiami?»
Lei abbassò la guardia, adesso aveva una posa più rilassata e si rivolse con tutti il corpo verso di lui. «Sora.»
Come aveva sospettato, era davvero lei, la ragazza che non stava mai in classe e che apparteneva al Clan della Stella.
Sora...ripeté dentro di sé. Significava cielo, aveva un bel nome.
Ripensando alla frase che lei aveva detto “il cielo è troppo illuminato”, pensò che, come luci, le dicerie degli altri, nascondessero quella che lei era realmente e lui era intenzionato a scoprirlo.
Infatti, dal mattino seguente, iniziò a starle vicino come un amico, forse era per questo che Sora iniziò a stare in classe durante le lezioni.


Finalmente pubblico un atro capitolo, ma a causa della scuola, l'ho potuto scrivere solo in poco tempo, mentre per pensare ad un capitolo ci passo parecchi giorni... giudicate voi, sopratutto, vorrei che mi diceste se faccio fare abbastanza figure di m...elma a Sora XD poverina...
approfitto di questa occasione per scusarmi di nuovo nel mio ritardo nel rispondere alla recensioni, ma passavo i giorni, da quando finiva dragon ball fino alle nove a fare compiti. avevo fatto tutti i compiti che mi avevano dato fino ad ora e oggi me ne hanno dati anche più di prima... aiutami kami-sama! ora mi tocca anche il compito di matematica e non ci capisco nulla
la smetto di lamentarmi, sempre se siete arrivati a leggere fin qui...
Alla prossima
WhiteKitsune

Ps: l'immagine di maka non c'entra nulla ma mi piaceva molto e non ho trovato altre immagini che potessero centrare con la storia.
  
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