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Autore: Fabio93    28/09/2012    6 recensioni
Lance è uno degli abitanti di un mondo in rovina, dove l'umanità sopravvive in squallide città perse nel deserto, in perenne fuga dalla Frattura, il misterioso male che divora pian piano la realtà. Lance è un uomo senza radici, senza scopo, ma, dal suo passato, un'ombra misteriosa si allunga per afferrarlo e dare un nuovo futuro al mondo.
Genere: Azione, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 1: Nella Polvere

 

La cattiva notizia era che Lance stava lottando con un non-morto; quella buona era che il non-morto era ubriaco.

Quelle erano le due cose che doveva considerare, mentre lottava per la vita; quelle ed il martello.

Quasi a ricordargli la sua presenza, il dannato arnese fischiò a pochi centimetri dal suo volto, mentre lui scartava di lato.

Il non-morto, di nome Skoll, era stato un uomo enorme e nerboruto, e, dopo il trapasso, la sua forza non era che aumentata: nessuna meraviglia che menasse il pesante martello di ferro come fosse un fuscello.

Fosse stato armato di un pugnale o di un'accetta, Lance avrebbe potuto bloccarla sfruttando le catene che gli legavano i polsi, ma con un martello da una decina di chili il risultato sarebbe stato solo quello di romperseli entrambi.

Schivò l'ennesimo colpo, mettendo fra sé e l'avversario un po' di distanza.

-Prima o poi ti becco, bastardo- bofonchiò lo zombie, sputando a terra un misto di bava e sangue.

Nessun dubbio su quello: Lance ormai aveva le gambe stanche e non poteva schivare colpi in eterno.

Non poteva nemmeno fuggire, visto che una densa calca di gente urlante circondava i due contendenti.

Gente che, per altro, voleva del sangue: ci si sarebbe aspettati che in un processo si volesse giustizia, ma la legge era un po' diversa nella periferia e se, come Lance, venivi accusato di essere un baro, potevi ritrovarti a dimostrare la tua innocenza con un duello.

Skoll si rifece avanti calando il martello per spaccare la testa di Lance come si spaccherebbe un ceppo di legno, ma lui riuscì a spostarsi in tempo, portandosi alle sue spalle.

Lo zombie girò su sé stesso e menò un fendente orizzontale; Lance si abbassò sulle ginocchia ed evitò il colpo.

Quella era la sua occasione.

Mentre il gigante un po' brillo realizzava di aver mancato il bersaglio, Lance picchiò le pesanti manette metalliche contro la sua rotula, sbriciolandola.

Lo zombie non fiatò e cercò invece di afferrarlo con la mano libera; l'uomo riuscì ad allontanarsi con una capriola.

Skoll incespicò in avanti, in evidente difficoltà nel mantenere l'equilibrio.

Un uomo qualunque sarebbe stato a terra, urlando dal dolore, ma non uno zombie.

-Maledetto figlio di puttana!- gridò, cercando di rimanere in piedi nonostante l'arto fuori uso.

Lance ne approfittò per riprendere fiato: i polmoni gli bruciavano quanto i muscoli stremati ed aveva la fronte impregnata di sudore e sporca di terra.

Un sole implacabile, alto nel cielo sgombro, illuminava senza pietà lo scontro, arroventando gli animi e l'aria.

Alla fine Skoll crollò in ginocchio, bestemmiando ed inveendo; la folla sembrava delusa: uno zombie non sanguina quanto un pistolero.

Lance si rialzò e si avvicinò all'avversario; si concesse di essere fiducioso: bastava non distrarsi e la vittoria sarebbe stata sua.

Lo zombie lo attese immobile, scrutandolo con furia omicida; gli occhi erano l'unica cosa di lui che non fosse in stato più o meno avanzato di putrefazione, ma, nonostante questo, non era un tipo da sottovalutare.

Appena Lance fu nel suo raggio d'azione, Skoll tentò di spaccarlo in due con una martellata; il pistolero la schivò di poco, facendo un passo indietro, poi, prima che il gigante potesse riprovarci, scattò in avanti, colpendolo al viso col tacco dello stivale.

La testa di Skoll parve staccarglisi dal collo e la sua mandibola andò in frantumi, disarticolandosi.

Non bastò: lo zombie lo afferrò per la gola e lo trasse a sé, mozzandogli il respiro senza difficoltà.

-Te l'avevo detto che ti prendevo...- mugugnò il mostro, esibendo un orrendo ghigno soddisfatto.

Lance era già in debito d'ossigeno e non aveva che pochi secondi per reagire, non poteva permettere alla paura di annebbiargli la mente.

Alzò in alto le mani, come in uno slancio di fede, poi, con tutte le forze che gli erano rimaste, calò le manette sulla testa dello zombie, fracassandola.

I due crollarono insieme nella polvere mentre la folla attorno urlava ed applaudiva.

Tuttavia, in quel momento, per Lance il mondo si era ridotto al respirare, anche se ogni respiro era doloroso come una coltellata.

Riuscì ad alzarsi, alla fine, sfinito ed ammaccato, ma comunque vivo.

Ed innocente, secondo la legge di Lowtown.

Grossi uomini vestiti di nero aprirono e poi dispersero la folla, facendo strada ad un uomo piccolo ed ossuto, vestito di una tunica di pelle di qualche taglia troppo grande e di qualche anno troppo vecchia.

Nonostante l'aspetto trasandato, quello era Harlaw: un potente criminale che aveva nelle mani esili e sporche l'intera Lowtown ed i suoi abitanti.

-Skoll era mio amico, sai- gli disse con una voce sorprendentemente profonda e sicura, avvicinandoglisi -Ma tu lo hai battuto, per cui devo lasciarti andare: è la legge-

-È buffo sentir parlare un criminale di “legge”...- rispose Lance con un filo di voce, porgendogli le manette.

L'altro sorrise alla battuta, mettendo in mostra diversi denti d'oro; dalla tunica estrasse una chiave con la quale ridiede la libertà a Lance.

Libero dalla morsa del metallo, il pistolero si massaggiò i polsi scorticati.

Non era d'uso far combattere un uomo ammanettato, ma Skoll era stato amico del grande capo, per cui...

-Le mie pistole?- domandò.

-Quali pistole?- chiese l'altro con esagerato stupore.

Il sangue si gelò nelle vene di Lance: lui era un pistolero, non aveva senso sopravvivere ad un duello all'ultimo sangue se poi gli avrebbero portato vie le sue pistole.

-Hey, senti, non fare scherzi...- lo minacciò fulminandolo coi suoi occhi azzurri.

Lance superava Harlaw di tutta la testa ed era molto più in forze, ma se solo l'avesse sfiorato le sue guardie l'avrebbero fatto a pezzi, e lui questo lo sapeva bene.

-Questa è la mia città, pistolero: se io voglio le tue pistole me le prendo- spiegò infatti, premendogli l'indice sul petto -È già tanto che ti consenta di andare via sulle tue gambe: la legge ti ha giudicato innocente, ma non dimenticare chi è che fa la legge-

Lance non seppe cosa rispondere, troppo amareggiato e furioso per farlo.

La situazione era senza via d'uscita.

-Senti- fece poi Harlaw esibendo uno dei suoi bei sorrisi -Visto che mi sembri deluso facciamo così: te le pago le tue pistole-

Un sacchetto di stoffa apparve nella sua mano e lui glielo porse.

-Trenta pezzi d'argento, ti va l'idea?-

Lance fissò il criminale dritto negli occhi per qualche secondo, meditando se rompergli un braccio, ma alla fine prese il sacchetto.

-Ecco bravo- si complimentò il criminale -Vai a farti una bevuta...e poi sparisci dalla città-

Harlaw e i suoi tirapiedi se ne andarono, portandosi dietro la carcassa dello zombie e lasciandolo solo nella piazza del tribunale.

Lance aprì il sacchetto: c'erano trenta monete, ma di rame, neanche lontanamente sufficienti a coprire il costo delle sue pistole.

In mancanza di uno sportello per i reclami, Lance inghiottì la rabbia, e decise che un po' di birra gli avrebbe tolto quel saporaccio dalla bocca.


 
Come avrai sicuramente intuito, siamo alla fine del primo capitolo di questa mia nuova storia. Spero di essermi guadagnato un po' della tua fiducia e che proseguirai la lettura: parte del racconto è già scritto ed in attesa di essere pubblicato, il resto è ancora nella mia testa, ma, se sarò essenziale, non dovrei superare la decina di capitoli. Che dire, ti ringrazio per l'attenzione che mi hai dedicato, se vuoi, potresti lasciare una recensione: apprezzamenti, critiche e quant'altro mi saranno senz'altro utili per proseguire il racconto. Conto su di te. Al prossimo capitolo, dunque!

   
 
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