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Autore: thunders_lightnings    28/09/2012    6 recensioni
Sequel di "Una sfida."
Ok, lo so. Il titolo è parecchio inquietante. E aggiungerei anche parecchio stupido. Ma non avevo altro! Se mi verrà qualcosa di meglio lo cambierò! :)
Eveline Jackson, sorella gemella di Percy Jackson, ora sta con Travis Stoll ed insieme a lui è felice.
Ma le cose cambieranno quando intrapenderà il viaggio per trovare il Vello d'Oro.
Un dubbio crescerà piano piano dentro di lei e non le darà pace.
Riuscirà, alla fine, a capire cosa vuole davvero e a compiere la sua scelta?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Eveline Jackson and the Olympians'
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MI FACCIO UNA NUOTATA CON UN CAVALLO
(Eveline)
 


-Ci stiamo avvicinando all'isola della Sirene- disse Annabeth, cupa.
-Le Sirene?- chiese Percy. -Quelle..?-
-Sì, quelle orribili creature mezze donne e mezze uccello che ti incantano e poi ti divorano senza pietà- lo interruppe la figlia di Atene, ma dall'espressione di mio fratello capii che forse più che quello intendeva quelle donne da sballo mezze nude con la coda di pesce e la voce meravigliosa.
-Io voglio sentirle.- sentenziò Annabeth.
-Perchè?- domandai stupita.
-Perchè le Sirene cantano i tuoi desideri più profondi, parti di te che forse nemmeno conosci. Chi sopravvive al loro canto diventa più saggio.-
Per un attimo, solo per un attimo, fui presa dalla curiosità di ascoltarle, ma poi la ragione mi bloccò.
La ragione o la paura di scoprire cose che non vorresti sapere?
La ragione, sì. Assolutamente la ragione.
-Legatemi con delle corde all'albero maestro.- ordinò Annabeth. -Proprio come fece..-
-Ulisse- conclusi per lei.
-Esatto. L'Odissea vuole mettere in evidenza le corde che ti tengono ancorato alla realtà, perchè puoi ascoltare i tuoi sogni, ma devi rimanere con i piedi per terra.-
-Ma a volte ascoltare i propri sogni può farti impazzire. O anche ucciderti.-
Annabeth non rispose, convinta della sua scelta. Percy la legò all'albero. Poi fece quattro tappi di cera, me ne porse due e si infilò i suoi nelle orecchie. Feci lo stesso e ordinai alla nave di andare avanti.
Il silenzio nella mia testa era quasi inquietante e..strano. Avevo ancora nel cervello il rumore delle onde del mare. Poi, d'un tratto, lo stridio forte e improvviso di un gabbiano.
Terrore.
Un secondo.
Terrore.
La mia mano si portò velocemente all'orecchio.
Troppo tardi.
Un canto acuto e violento si diffuse nell'aria. Acuto e violento, ma meraviglioso.
Bastò quell'attimo per farmi impazzire. Mi buttai in mare per seguire quelle voci. Quelle due parole.
Le onde e le correnti erano contro di me, ma lottai e lottai.
Uno scoglio. Sopra di esso c'erano quattro volti familiari che mi sorridevano e mi chiamavano.
Mia madre fra le braccia di mio padre, felici, con Percy che gironzolava intorno a loro. E poi, leggermente in disparte, c'era Castellan, sorridente. Un sorriso magnifico.
-Vieni, Eveline- dicevano, come in un sogno.
-Qui Ares non esiste.- disse mia madre.
Ares non esiste. Non è mai esistito. Qui non c'è nessuno che ti può far del male.
-Qui tutti ti vogliono bene e nessuno ti abbandona.- disse Percy.
Niente più vita solitaria. Niente più un fratello più amato di te. Solo tanto e caldo affetto.
-Qui siamo una famiglia.- disse mio padre.
Una famiglia. Una vera famiglia. Tutti insieme.
-Qui ci sono io- disse Castellan.
Lottai disperatamente per raggiungere lo scoglio, finchè, improvvisamente, mi sentii scaraventata fuori dall'acqua e portata lontano. Lontano dalla mia famiglia. Lontano da Luke.
Continuai a sentire quelle voci, quelle due parole, per un tempo che mi sembrò interminabile.
Quando il canto cessò, mi sentii scivolare su una superficie fredda e dura. Sotto le dita sentivo qualcosa di morbido, tipo velluto. Tipo pelo di..
-Cavallo!- gridai, spaventata e stupita, guardando ciò che mi trovavo davanti.
'Pegaso, per favore.' puntualizzò l'animale. Aveva un bellissimo pelo grigio, con leggere sfumature più chiare, e occhi azzurri penetranti.
-Mi hai salvato tu?-
'Sì' gongolò. 'Mi ha mandato tuo padre quando ha visto che le onde e le correnti non riuscivano a fermarti.'
-Mio padre?-
'Sì, sei stupita?'
-Un po'- ammisi. -Come ti chiami?-
'Oh' fece lui e vidi un leggero velo di tristezza nei suoi occhi. 'Non ho ancora un nome. Tutti i miei compagni e i miei genitori sono rinchiusi a bordo di una nave demoniaca..'
-La Principessa Andromeda?-
'Sì. Non li ho praticamente mai conosciuti.'
-Assomiglia molto alla mia storia.- mormorai. Il pegaso sorrise, amaro. O almeno così mi parve. Non ero bravissima a decifrare le espressioni dei cavalli.
-Te lo do io un nome!- esclamai. I suoi occhi si illuminarono.
'Davvero? E come..?'
-Lupo!- dissi senza pensare.
'Lupo?' chiese lui. Scoprii che anche i cavalli potevano inarcare le sopracciglia.
-Sì, hai il pelo come un lupo.- spiegai.
Il pegaso sembrò soddisfatto: 'Mi piace. Dà un senso di potenza, superiorità.' Si atteggiò con fare regale. 'Allora tu sei la mia Romola?'
-Come?-
'Romola. Sai, la lupa che salva i gemelli, Romolo e Remo..' Un pensiero cupo mi attraversò la mente alla parola gemelli.
-Percy e Annabeth?- domanda con un filo di voce.
'Annabeth è riuscita a liberarsi dalle corde e si è buttata in mare..'
-Sta bene?-
'Sì, sì. Percy si è subito gettato per salvarla. Eccoli che tornano.' Guardai nella direzione indicata dal suo zoccolo. Mio fratello stava nuotando verso la nave, trascinandosi dietro la figlia di Atena. Quando furono entrambi sul ponte, la adagiò dolcemente a terra.
-Evs!- sorrise, vedendomi. Si alzò in piedi, il viso esausto, ma non fece nemmeno in tempo a pensare di abbracciarmi.
-Oh, certo!- sbottai. -Salva Annabeth!-
-Evs, che succede?- domandò, confuso.
-Niente. Solo che mi sembra normale mentre tua sorella nuota incontro alla morte, fregartene di salvarla. Se non ci fosse stato Lupo sarei morta.-
-Chi è Lupo?-
-Non importa chi è Lupo!- gridai. -Importa solo che tu te ne sei fregato. Io sarei potuta morire, mentre tu pensavi ad Annabeth!-
-Evs..-
-No, non dire niente. Non ci sono scuse.- Mi voltai e mi chiusi sottocoperta. Lupo mi raggiunse, accarezzandomi la spalla col muso.
'So che sei confusa per quello che hai visto e sentito con le Sirene' mi disse. 'ma non è un buon motivo per prendertela con tuo fratello.'
-Vai via, Lupo!- ringhiai, pentendomi subito di essere stata così dura. -Per favore..- aggiunsi più dolcemente. Il pegaso si allontanò, ubbidiente.
Mi lasciai cadere a terra, con la testa fra le mani. Avevo rischiato la vita. Ero confusa. E mio fratello mi aveva abbandonata per la sua piccola cotta.
Ma la situazione era ancora più grave di quanto potesse sembrare. Non riuscivo a togliermi dalla testa quel canto. Ero impazzita solo per due stupide parole. Due parole che facevano nascere in me mille emozioni diversa. Naturalmente contrastanti. Due parole il cui suono era bellissimo e irritante allo stesso tempo. Due parole. Solo due parole. Luke Castellan.

 




Spazio autrice non molto sensato: GGGGGiorno gente! :D
E' un sacco che non ci si sente, eh?
Sono qui con un aggiornamento per far sapere che sono viva. L'estate e l'inizio della scuola non mi hanno lasciato un attimo di tregua. Ad alcuni di voi devo ancora recensire un sacco di cose e lo farò presto, appena riesco a terminare le ultime cose che ho da fare.
Ma passiamo al capitolo.
Dei immortali, è finita la parte seria!
Certo, papà, non potevi mica pretendere uno spazio autrice serio da me? Considerando anche che oggi ho avuto la mia dose di droga personale..
Questo non fa testo! Perchè se ce l'hai sei fuori di testa, se non ce l'hai lo sei ugualmente perchè sei in astinenza!
E' proprio questo il bello!
Cooooomunque, quando scrissi il capitolo ai tempi che furono, ne ero più soddisfatta di adesso. Molto più soddisfatta.
Ci tengo solo a precisare un paio di cose. Il nome "Lupo" non è scelto a caso. So che è stupido come nome, ma c'è stata un'accurata ricerca da parte della sottoscritta.
Grandi risultati!
Zitto! Dovete sapere che λύκος, in greco, vuol dire lupo. E il suono "lucos" non vi ricorda qualcosa? Un nome, per caso? Ho passato ore sul vocabolario di greco per questo. Poi, sì, anche l'aspetto di Lupo richiama al suo nome, così come il salvataggio di Romolo e Remo (quando ho scritto il capitolo non avevo ancora letto della [SPOILER] Lupa del campo romano).
Un'altra cosa: la reazione di Eveline con Percy. E' scossa, non ce l'ha davvero con lui perchè si è fiondato su Annabeth e non su di lei. In quel momento non è completamente lucida. E credo possiate capire.
Bene, vi lascio, altrimenti lo spazio autrice diventa chilometrico.
Prossimo capitolo: ritrono al campo. Punto di vista di Travis.
Baci,

Tea
  
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