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Autore: Vahly    11/04/2007    4 recensioni
Alla fine delle riprese di “Harry Potter e l’ordine della fenice” è stata organizzato un party per festeggiare. Ma Daniel non è felice di tornarsene a casa, e questo Tom l’ha capito. Così…
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Daniel Radcliffe, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarà sempre e solo una semplice amicizia?

Titolo: Sarà sempre e solo una semplice amicizia?
Sommario: Alla fine delle riprese di “Harry Potter e l’ordine della fenice” è stata organizzato un party per festeggiare. Ma Daniel non è felice di tornarsene a casa, e questo Tom l’ha capito. Così…
Pairing: Daniel Radcliffe/Tom Felton – Emma Watson/Rupert Grint
Raiting: R  
Disclaimer: Questa fanfiction non è scritta a scopo di lucro, e non è intesa nessun’offesa nei confronti delle persone citate. Tutti i personaggi sono maggiorenni, ed ogni possibile collegamento con luoghi e/o situazioni realmente esistenti è puramente casuale.
Avvertimenti: Questa storia contiene riferimenti all’omosessualità. Se queste cose vi turbano o non vi piacciono, non proseguite con la lettura.
Questa fan fiction non vuole rendere la vita reale dei protagonisti, e tutto ciò che è scritto, quindi, compresi i loro orientamenti sessuali, sono unicamente frutto della mia mente malata.

Elenco dei personaggi/Attori:
Harry Potter
à Daniel Radcliffe
Draco Malfoy
à Tom Felton
Hermione Granger
à Emma Watson
Ron Weasley
à Rupert Grint

Ginny Weasley à Bonnie Kathleen Wright
Fred Weasley
à James Phelps
George Weasley
à Oliver Phelps
Remus Lupin
à David Thewlis
Sirius Blak
à Gary Oldman
Cho Chang
à Katie Liu Leung

***ringrazio Micelle Malfoy per avermi detto i nomi di Bonnie Kathleen Wright e Katie Liu Leung. Thanks a lot ***


*** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** ***

 

Quella sera il vento era particolarmente freddo, e le stelle parevano quasi più luminose del solito.
Daniel era seduto sui gradini della piccola casa in montagna dove lui, Tom, Emma e Rupert si erano recati per festeggiare capodanno, con lo sguardo rivolto in alto, verso il cielo. Avrebbe dovuto prepararsi per i festeggiamenti: presto sarebbero arrivati anche David, Gary, James e Oliver, Bonnie e Katie Liu… ma non era dell’umore. Non gli andava di rientrare e far finta che tutto andasse bene. Ma non poteva nemmeno parlare ai suoi amici e compagni di lavoro quale fosse il suo problema. Non era pronto per farlo.
Non riusciva ad ammettere nemmeno con sé stesso perché gli pesasse tanto la fine di quel film. Dopotutto, ne avevano già portati a termine altri quattro, ed ogni volta si erano salutati serenamente, tornando alle proprie vite di sempre. Ma era proprio qui che stava il problema: si telefonavano ogni tanto, e qualche volta si vedevano per cene ed incontri con la stampa e con il pubblico. Ma in effetti, fino all’inizio delle riprese del film successivo, smettevano di frequentarsi. E lui non voleva questo. Soprattutto ora… soprattutto ora che aveva capito. Perché per quanto potessero mancargli Emma e Rupert, dei quali era diventato molto amico, la persona di cui sentiva principalmente la mancanza era Tom… chissà come l’avrebbe presa, se solo avesse saputo…
Era totalmente immerso nei suoi pensieri, quando sentì dei passi dietro di lui, ed una mano si poggiò delicatamente sulla sua spalla.
- Che ci fai qui tutto solo, Danny?
Chiese una voce, gentilmente.
Il moro si girò di scatto.
- Tom! … Ciao. Non chiamarmi Danny, sai quanto mi dia fastidio!
- Non mi hai risposto, però…
Daniel alzò lo sguardo.
- Le stelle. Sono più lucenti stasera.
- TU sei venuto qui a vedere le stelle? Scusami, ma non mi sembri il tipo.
Daniel lo guardò stizzito.
- Che vuoi dire con questo?
- Esattamente ciò che hai sentito.
Ridacchiò il biondo, e Daniel sospirò. Era inutile, non c’era verso di sentirsi arrabbiato con lui.
- Volevo solo avere un po’ di tempo per pensare, tutto qui.
Lo sguardo di Tom si addolcì un poco.
- C’è qualche problema?
Il moro scosse la testa.
- No, no. Tutto ok, davvero.
- Non sei molto convincente, sai?
Tom si sedette accanto a lui, e Daniel si sentì improvvisamente più debole, ed ebbe l’impressione che le mani gli tremassero.
- Entriamo, è tardi.
Mormorò, appena udibile.
Tom lo guardò alzarsi lentamente e controvoglia, e con lo sguardo un po’ preoccupato decise di seguirlo.


Emma era davvero bellissima quella sera, ed il suo sguardo aveva un che di radioso. Sugli occhi un semplice velo di ombretto celeste, ed il lucidalabbra era appena sfumato di rosa, come la camicetta leggera che teneva sbottonata fino al terzo bottone e che finiva lunga sui jeans ricamati, coprendoli quasi fino all’inguine. 
Non appena vide Daniel e Tom rientrare, corse verso di loro felice.
- Daniel! Dan! Oh, sapessi cosa è successo…!
- Cosa?
Chiese il ragazzo cercando di simulare un sorriso. Solo Tom sembrò accorgersi dell’amarezza che si celava dietro la sua espressione apparentemente serena.
- Oh, Rupert… me l’ha chiesto! Mi ha chiesto di uscire! Avevi ragione tu, gli bastava solo un piccolo incoraggiamento… oh, non è fantastico?
- Ma certo, Emma. Sono davvero felice per voi.
- Dal tono di voce non si direbbe…
- Oh, io… scusami, è che sono un po’ stanco. Anzi, credo che sia il caso che io mi riposi un po’ prima dell’inizio della serata. Comunque dicevo sul serio… sono felice per voi, si vedeva lontano un miglio che c’era qualcosa.
L’attrice stava per dire qualcos’altro, ma in quel momento entrò Bonnie, e la ragazza corse a salutarla, dicendo a Daniel che più tardi gli avrebbe raccontato tutto.
Il ragazzo si allontanò, verso a camera che in quel fine settimana aveva diviso con Rupert. Dopotutto passavano tanto di quel tempo assieme, durante le riprese, che sembrava quasi naturale dormire assieme come due vecchi amici.
Abbassò la maniglia fin troppo lentamente, quasi come se non gli andasse di entrare, e con un sospiro varcò la soglia. Stava per richiudersi la porta alle spalle, quando qualcuno la bloccò, e lo afferrò per il braccio.
Daniel si voltò di scatto, e vide di fronte a lui il volto di un preoccupato Tom Felton.
Gli sorrise, prima di chiedergli semplicemente:
- Sì?
Tom fece un alzatina di spalle, e sorrise a sua volta.
- Ti disturbo se entro anch’io? Volevo parlarti un attimo.
Il moro fece cenno di sì con la testa, dopodiché fece strada all’amico.
Si sedettero entrambi sul letto di Daniel, sapendo quanto a Rupert desse fastidio trovare il suo malmesso.  
Daniel guardò il biondo un po’ preoccupato, e notando che sembrava non riuscire a spiaccicare parola, con un sospiro domandò:
- Volevi dirmi?
- È solo che è da tutta la sera che sei strano… no, in effetti, non è da ‘stasera. È da quando abbiamo cominciato a girare le ultime scene… e siccome poi non credo avremo molte altre occasioni per discuterne, volevo chiederti semplicemente se c’è qualche problema, o… se posso fare qualcosa per aiutarti.
Il moro sorrise tristemente.
Tom sembrava davvero preoccuparsi per lui… “poi non credo avremo molte altre occasioni per discuterne”… già, entrambi si rendevano conto del fatto che si sarebbero rivisti molto presto. E a Tom la cosa non sembrava pesare troppo… O forse semplicemente non ci pensava, perché avrebbero dovuto girare il film successivo ed allora si sarebbero incontrati ancora. Ma sarebbero passati mesi prima che questo accadesse…
Guardò Tom negli occhi, e vide un’ombra attraversarli. Decise di tentare.
- Io… c’è una persona, sai… che… insomma, io credo…
- Hai una cotta per una bella ragazza ma non sai come fare.
Concluse il biondo. I suoi pugni si strinsero sul lenzuolo, e lo sguardo cambiò impercettibilmente. Ma Daniel abbassò subito la testa, rivolgendo gli occhi alle proprie ginocchia per nascondergli il rossore, e così non si accorse di nulla.
- Sì, più o meno.
Daniel sentì che il battito cardiaco accelerava incontrollabile… era più difficile del previsto.
- Ed è per lei che stai così?
Chiese ancora Tom.
- Mh-h
Annuì il moro.
- Non dovresti. Voglio dire, in fondo credo che qualunque ragazza si metterebbe in fila pur di stare con te… e di certo questa non è da meno. Cioè… non è una bella cosa, perché molte di loro, o forse tutte, ti vogliono solo per la tua fama… ma se tu provi qualcosa per lei, allora io credo che sia diversa… provaci, dille quello che provi. È qualcuna che lavora con noi?
La voce del biondo tremava un poco mentre parlava, e alla fine dovette esercitare veramente tutta la sua forza di volontà per cercare di mantenere quel minimo di serenità e fermezza che aveva normalmente. 
Di certo non sperava che l’altro provasse qualcosa per lui, ma se avesse anche solo immaginato qual era il suo problema… beh, certamente non l’avrebbe lasciato a cuocere nel suo brodo, ma non avrebbe certo insistito tanto per sapere.
E poi quel “qualunque ragazza farebbe la fila pur di stare con te”… ma da dove cavolo gli era uscito? Non poteva sfogare la sua amarezza sulla nuova fiamma  del suo *purtroppo* amico… anche se preferiva non conoscerla, perché se si fosse messa con Daniel probabilmente l’avrebbe odiata solo per quello.
Si riprese dai suoi pensieri quando vide che Daniel, dopo aver guardato a terra per un po’, stava alzando lo sguardo per rispondergli.
- Forse ahi anche ragione, ma vedi… in questo caso è un po’ più complicato… lavora con noi, è vero. Ma non credo proprio di essere il suo tipo.
Ridacchiò. Per un attimo aveva quasi avuto voglia di dire all’altro “Sei tu! Mi piaci moltissimo, e forse mi odierai per questo, ma non posso fare a meno di amarti.”, ma poi la sua coscienza lo aveva trattenuto. Non avrebbe mai potuto avere Tom come amante o fidanzato, e per questo non voleva perderlo almeno come amico. Sarebbe stato troppo, troppo per lu.
- Ma non glielo hai mai detto?
Continuò masochisticamente il biondo, con un filo di voce.
- No. Mai… e non credo che mai lo farò.
- Non posso sapere chi è?
Mentalmente si diede dell’idiota. “Perché vuoi farti questo, Tom? Perché? Ci tieni così tanto a sapere chi è la sgualdri… ehm, la ragazza che gli interessa? Per cosa, poi?”
- No, non puoi. Mi spiace, Tom, ma non me la sento di dirtelo.
Il biondo distolse lo sguardo.
- Capisco. Ma così ti fai solo del male. Credo di capire perché tu sia così triste… le riprese sono finite, ora ce ne torneremo tutti a casa, e tanti saluti. Chissà quando la rivedrai, soprattutto se è una comparsa o non c’è nel prossimo film… e se anche doveste rivedervi, potrebbe avere un altro…
- Sì, è vero. Ma… io sono amico di questa persona. È solo che… ho paura che se io le parlo di ciò che provo e lei non ricambia, potrebbe non sentirsi più a suo agio con me come amica. E non voglio perderla…
- Se la vostra amicizia è abbastanza forte, non la perderai.
- Mi piacerebbe esserne sicuro, ma non è così. Cioè, mettiamo che una ragazza che conosci… che ne so, Bonnie, con cui vai molto d’accordo, ti dica che ti ama ma tu non provi nulla per lei… Riusciresti ancora ad esserle amico come prima? 
Tom si sforzò di tenere fermo il braccio, ma più la conversazione tremava e più lui continuava a tremare. I pugni erano sempre più serrati, e lo stomaco sembrava deciso a fare le capriole.
- Non credo conti molto ora, quello che farei io…
Mormorò.
- Rispondimi, per favore.
Ribatté Daniel, ora più deciso.
- Beh, io… credo di sì. Mi ci vorrebbe un po’ di tempo, penso, prima di riparlare con lei normalmente, ma non per me… semplicemente perché so che fa male un amore non ricambiato, e non vorrei che lei soffrisse… però alla fine cercherei di restarle vicino, e a poco a poco tornerebbe tutto come prima.
Tom era al limite della sopportazione.
- Grazie.
Sussurrò Daniel, sorridendogli.
Tom si alzò, non avrebbe retto oltre.
- Allora glielo dirai?
- Forse.
- Bene. Ora scendo, credo che fra un po’ saremo tutti. Non abbatterti e scendi anche tu. Dopotutto, non serve a nulla piangersi addosso.
Tom si voltò ed uscì dalla stanza.
E, non appena la porta si fu delicatamente richiusa alle sue spalle, Daniel sillabò a bassa voce.
- Ti amo, Tom.


Non appena scese nel salone, Tom fu avvicinato da Bonnie.
Lui e la ragazza erano diventati grandi amici con il passare degli anni, e lei era l’unica a conoscere il suo segreto.
- Allora, com’è andata?
Tom alzò un sopracciglio, perplesso.
- Andata cosa, scusa?
- Andiamo, ti ho visto mentre salivi al seguito di Daniel…
Ribatté lei, con voce maliziosa.
Tom scosse la testa, cercando di ridacchiare.
- No, no, hai frainteso… anzi, a lui piace qualcun altro.
Bonnie lo guardò stupita.
- E te lo ha detto lui? Mi spiace Tom… Chi è la fortunata?
- Non lo so. Ha detto che questa persona non potrà mai ricambiare il suo amore, e che lavora nel cast. Ma non mi ha voluto dire il suo nome.
- Ma davvero? Non ti ha detto nient’altro?
Chiese la rossa, interessata.
- No, nada de nada. Ma è una ragazza… continuava a parlare al femminile.
- Perché parlava di una persona. Persona è un sostantivo femminile, zuccone.
- Non mi va di farmi illusioni, Bonnie. Se poi amasse davvero una bella ragazza, poi ne soffrirei troppo. Per quanto ne so, potresti anche essere tu.
- Non credo, Tom… Non credo…


Quando Daniel finalmente scese nel salone erano già tutti arrivati e stavano aspettando per i festeggiamenti. La cena sarebbe stata servita con un buffet, e verso mezzanotte avrebbero sparato dei fuochi d’artificio.
Emma raccontò al suo amico i dettagli di ciò che era successo con Rupert, e lui si sforzò di ascoltarla, perché ci teneva a lei ed in fondo era davvero felice che i due amici si fossero finalmente messi assieme. Almeno, loro potevano essere felici.
Non appena ebbe finito il racconto, Emma domandò preoccupata:
- Cosa c’è, Dan?
- Cosa intendi?
Replicò lui, vago.
- Non sono stupida. Cosa c’è che ti preoccupa?
Il moro non poté fare a meno di lanciare uno sguardo a Tom e a Bonnie che parlavano tranquilli, mentre rispondeva:
- Nulla, davvero. Nulla.
La mora alzò leggermente le spalle.
- Ok, capisco quando non ti va di parlarne. Ma se cambi idea, sai che con me puoi farlo.
Disse decisa, mentre si alzava per andare incontro a Rupert.
- Va bene. grazie.
Rispose Daniel, salutando l’amico con una mano ed avvicinandosi ai tavoli che erano da poco stati riempiti con cibi vari, per prendere un bicchiere di birra.
Non fece in tempo a finire di bere, che una vocina lo chiamò alle sue spalle.
- Ehi, Daniel!
- Uh? Ah, ciao Bonnie
- Ciao. Ho notato che prima guardavi me e Tom…
Disse lei, diretta.
Era sempre stata così… sembrava tanto dolce e timida, ma alla fine era forse la più sfacciata di tutto il cast. Ed anche la più acuta. Emma poteva essere intelligente, in linea con il suo personaggio, ma molte delle deduzioni della rossa non sarebbero nemmeno passate per la mente alla Watson.
- Non mi ricordo… può essere.
Borbottò il moro, che in quel momento avrebbe voluto sprofondare sottoterra.
Odiava quando la ragazza giocava a fare la piccola detective in gonnella.
- Dici? Mah, sarà. Ad ogni modo, credo che Tom sia un po’ in pensiero per te…
Daniel arrossì furiosamente. Possibile che l’amico avesse rivelato alla ragazza della loro conversazione? E se avesse capito tutto? Magari aveva capito di chi lui era innamorato, e non sapeva come scaricarlo. O forse… una decina di “Se” e “Magari” si affollarono nella testa del ragazzo, prima che Bonnie decidesse di continuare a parlare.
- Non ne conosco il motivo, naturalmente. Oh, è sempre un ragazzo così riservato… tu hai idea di cosa potresti aver fatto per preoccuparlo?
- I… io? No… non credo. Cioè, abbiamo parlato di una cosa prima, ma… ma non credo che… insomma, che abbia importanza.
Balbettò il ragazzo, guardandosi attorno per cercare una qualsiasi via di fuga.
La rossa, comunque, notando il colorito acceso di Daniel, si ritenne soddisfatta.
- Va beh… ora devo proprio andare. Avevo promesso a Katie Liu che le avrei raccontato un paio di cose… sai, quelle noiosissime discussioni tra donne che voi uomini proprio non sopportate. Bye-bye…
Cinguettò, per poi allontanarsi.
Daniel la guardò un po’ perplesso, mentre lei evitava accuratamente Tom e si dirigeva verso la collega. Strano, perché non si erano mai sopportate, quelle due.
Alzò leggermente le spalle, e dopo una breve discussione con la sua mente, decise di ignorarla. Afferrò invece una bottiglia di birra, e si allontanò dalla sala.


Era già alla sesta bottiglia di birra, quando si avvicinò barcollando al tavolo. E lui non aveva mai retto l’alcol.
Non aveva parlato con nessun altro durante tutta la serata. Non ne aveva voglia, e anche se sapeva che poi si sarebbe pentito di aver sprecato così l’ultima occasione di vedersi per quell’anno, davvero non gli andava di far altro se non bere e pensare a quanto dura fosse la vita.
“Non serve a nulla piangersi addosso” gli aveva detto Tom… già. Ma che cazzo ne sapeva lui di quanto stava male? Si sentiva una merda. Era già dura scoprirsi gay, sapendo che se qualcuno lo avesse scoperto, la sua vita e la sua carriera avrebbero presto visto la parola “fine”. Non conta quanto sei bravo a recitare… se un paparazzo capisce anche solo lontanamente una cosa del genere, sei un artista finito. Ti sbattono in prima pagina su tutte le riviste scandalistiche possibili e immaginabili, e tanti cari saluti. Se poi ci aggiungi anche il fatto di essere innamorato di un tuo amico, che probabilmente non ti ricambierà mai, e che non rivedrai per mesi…
Prese la settima bottiglia, e sempre barcollando si diresse verso l’uscita. Emma e Rupert lo videro camminare in modo un po’ troppo ondeggiante, e si avvicinarono, mentre Tom, ignaro di tutto, prese da parte Bonnie, che l’aveva ignorato tutta la sera.
- Allora?
- Allora che?
Domandò lei, con noncuranza.
- Perché mi eviti?
Chiese duro il biondo.
- Io? Io non ti evito affatto. Anzi, sei tu che eviti qualcuno… e non mi riferisco a me stessa. Potevi anche parlargli un attimo…
- Prima che cazzo gli hai detto?
Sibilò Tom.
Non voleva essere duro con lei, ma in quel momento davvero gli riusciva difficile comportarsi altrimenti.
- Io? Nulla di che. Gli ho solo chiesto se era tutto ok… Ma non credo. Anzi, penso abbia bisogno del tuo aiuto, ora.
- E perché mai?
- Guarda tu stesso…
La rossa indicò a Tom Rupert ed Emma che tentavano di parlare a Daniel, inutilmente.
- Mio Dio, sei proprio sbronzo… forse è meglio che ti riportiamo in camera.
Mormorò preoccupata Emma.
- Lasciatemi stare!
Sbottò Daniel.
Rupert tentò allora di convincerlo ad andarsene a letto.
Gli posò una mano sulla spalla e gli parlò dolcemente.
- Su, vieni con me… ti accompagno in camera.
- Non sono ubriaco! Fatevi gli affari vostri… state insieme, no? Invece di perdere tempo con me, andate un po’ a farvi una bella passeggiatina come tutte le coppie che si rispettino. Anzi, Rupert, ancora non te lo ho detto… congratulazioni. Auguri e figli maschi!
Poi con la mano scansò quella dell’amico, e si allontanò per uscire di fuori.
Anche gli altri avevano notato che nel ragazzo c’era qualcosa che non andava, e Gary Oldman e David Thewlis lasciarono i loro drink per andare a dare una mano.
Ma Tom li raggiunse e gli chiese timidamente:
- Vi spiace se provo io a farlo rientrare? Datemi una decina di minuti…
- Va bene. se ci sono problemi, però, chiamaci, ok?
Disse serio Gary.
Tom annuì, e si recò fuori.
Non vedendo il moro si preoccupò un po’, ma poi vide un movimento fra i cespugli dietro l’angolo e corse a dare un’occhiata. Lì trovò Daniel, seduto su un vecchio gradone che serviva per far accedere all’ingresso di una porta oramai murata, che stava lanciando il tappo della bottiglia che aveva fra le mani.
- Posala. Hai già bevuto abbastanza per ‘stasera, non credi?
Daniel si girò di scatto.
- Tom!? Che cazzo vuoi?
Il biondo gli si avvicinò, poi si inginocchiò davanti a lui, e prese la bottiglia con una mano.
- Mollala. Sono tutti preoccupati per te, là dentro.
- Non sono affari vostri. E poi perché hanno mandato proprio te?
Biascicò.
- Sono voluto venire io. È un problema?
Daniel tremò un po’, e strinse il pugno sulla bottiglia aperta.
- Sì! Sei l’ultima persona che vorrei vedere, al momento!
- Perché?
Domandò Tom, ferito.
Ma il moro non rispose.
- Non ti sembra di esserti ridotto un po’ maluccio… solo per una ragazza?
Daniel rise. Ma non era una risata allegra, anzi. Emanava sofferenza e tristezza.
- E chi te lo ha detto che è una ragazza?
- Lo hai fatto tu, oggi pomeriggio.
- No. Io ho detto che mi piace qualcuno. Che fosse una ragazza lo hai pensato tu…
Il cuore di Tom mancò un battito, mentre il ragazzo si chiedeva se potesse avere qualche possibilità. Ma si impose di non illudersi.
Daniel mollò la presa sulla bottiglia, e il biondo gli sorrise.
- Bravo. Ora vuoi tornare dentro? Ti accompagno in camera tua, così riposi un po’…
- Non voglio riposare… questa è l’ultima serata che passerò con voi… con te, di qui a chissà quanto tempo.
Tom si avvicinò al moro.
- Con me?
Domandò perplesso.
- Sì! Maledizione, in che lingua devo dirtelo per farti capire!? È per questo che non potevo dirti chi mi interessava… perché sei tu, cretino!
Sbottò il moro.
Tom lo guardò, semi-sconvolto.
- Io…?
- Esatto. Ora guardami negli occhi e dimmi quanto ti faccio schifo e quanto mi odi.
Disse Daniel singhiozzando, mentre cercava di trattenere le lacrime.
Tom scosse la testa vigorosamente.
- No… non ti odio. Tu… tu mi ami?
- Smettila… perché mi fai questo? Ora che lo sai, lasciami in pace!
Daniel affondò il volto tra le mani, ma Tom gliele prese per far sì che l’altro lo guardasse.
- Ehi, tranquillo. Domani mattina credo proprio che dovremmo fare una bella chiacchierata, noi due. Quando sarai lucido e cosciente.
- Spero di non ricordarmi di tutto questo, domani mattina…
Tom sorrise, e avvicinò il volto a quello di Daniel, per poi poggiare le proprie labbra sulle sue.
- Ok. Ho cambiato idea, spero di ricordare tutto.
- Bene. sono contento che ci troviamo d’accordo.
Replicò il biondo, sorridendo.
Fece per alzarsi, e tese la mano a quella di Daniel.
- Non voglio andarmene in camera… ci sono ancora i fuochi.
Disse lentamente con voce lamentosa il moretto.
- Sono ancora le 11.00… manca un’ora. Ce la fai a resistere tanto a lungo?
- Credo… credo di sì.
Mormorò Daniel, per poi perdere i sensi subito dopo.
Tom fortunatamente riuscì ad afferrarlo, poi sorridendo disse piano:
- Anch’io ti amo, Daniel.


Quando rientrò con l’amico in spalla, fu circondato dai loro colleghi.
- Allora, cos’è successo?
Domandò preoccupata Emma Watson.
- Nulla, nulla… Non preoccupatevi, ha solo esagerato un po’ con l’alcool, preso com’era dai festeggiamenti, ma è tutto a posto. Ora lo porto su, così può riposare.
Si fece largo tra gli altri, ed imboccò le scale, quando sentì una vocina acuta alle sue spalle.
- Ora dimmi che avevo ragione.
Il biondo si voltò, anche se non ne aveva bisogno. Sapeva benissimo chi fosse l’altra persona.
- Non capisco di che cosa tu stia parlando, Bonnie.
Disse con un ghigno.
- Oh, sì che lo sai. Ce l’hai stampato in faccia…
Tom ridacchiò, scuotendo la testa.
- E va bene, avevi ragione tu. Ora sei contenta?
- Abbastanza. Ma voglio i dettagli.
Il ragazzo le fece cenno con la testa di seguirlo per le scale, poi, non appena si trovarono al sicuro da possibili orecchie indiscrete, rispose con noncuranza.
- Quali dettagli, che si è addormentato subito?
- Subito dopo aver fatto cosa?
Insinuò maliziosamente la ragazza.
- Non è successo niente… ancora.
Ribatté l’altro.
Bonnie sfoderò la sua migliore espressione da cucciolo bastonato, e Tom non riuscì a negarle la promessa che le avrebbe raccontato tutto l’indomani.
Così, dopo aver messo Daniel a letto, scese nel salone e tranquillizzò gli altri, cercando di rimanere sul vago a proposito dell’ubriacatura del moretto.
Dopo i fuochi d’artificio, vide Emma e Rupert allontanarsi dal gruppo, seguiti dopo un po’ da Gary e David.
Aveva sempre sospettato che fra gli interpreti di Sirius e Remus ci fosse un’intesa particolare, ma negli ultimi tempi tendevano ad appartarsi un po’ troppo spesso, anche se nessun altro a parte lui sembrava averlo notato… possibile che i due avessero una relazione? Le sue elucubrazioni mentali furono però disturbate da una vocina timida che lo chiamò.
Si era aspettato che Bonnie insistesse con la storia del “voglio sapere tutto”, per cui, anche se chiaramente la voce non era della rossa, chissà perché aveva per un attimo creduto fosse lei.
Quando voltandosi si ritrovò di fronte ad Emma e Rupert, si sentì alquanto sorpreso.
- Sì?
Domandò tranquillo.
- Ehm, noi… volevamo chiederti un favore…
Cominciò la ragazza, con le guance di un bordeaux acceso. Quando si bloccò definitivamente, le venne in aiuto il suo ragazzo.
- Noi… ci chiedevamo se ti dispiacesse fare a cambio di stanza con me, per questa notte… visto che comunque domattina dobbiamo ripartire,  se per te non è un problema dormire con Daniel… insomma… 
Problemi a dormire con Daniel? Problemi!? Cavoli, avrebbe fatto carte false per avere una simile opportunità… Chi se ne fregava delle loro motivazioni, anche se avessero dovuto buttare giù la sua stanza avrebbe accettato ugualmente!
- Va bene.
Disse tranquillamente, cercando di non far notare troppo il sorriso sfacciato che si andava formando sul suo volto.
- Grazie mille Tom! Non sappiamo come ringraziarti!
Lo ringraziò il rosso, che al contrario dell’altro non faceva mistero della sua allegria.
- Figurati. Solo, credo sia meglio che prenda un paio di cose dal mio borsone… salgo su un attimo e prendo quello di cui ho bisogno, così quando… ehm, ti senti stanco, puoi andare tranquillamente a dormire.
Il rosso annuì, ed Emma si sentì grata che Tom fosse stato abbastanza sottile da fingere di non sapere a cosa servisse loro la stanza.
Quando si allontanarono, i due incontrarono Bonnie.
- Oh, eccola la mia “sorellina”!
La chiamò Rupert.
- Allora, che vi ha risposto Tom?
Domandò lei candidamente.
- Ha detto che per lui non c’è problema. Grazie mille, se non fosse stato per te non avrei mai pensato a chiedere un cambio di camera. Dopotutto Tom è l’unico che dorme da solo…
- Eh già… allora, passate una buona serata!
Ridacchiò la rossa, per poi allontanarsi.
Ed ora, c’era solo da sperare che Daniel avesse bevuto abbastanza da dover dare di stomaco prima che fosse mattina, così i due si sarebbero potuti chiarire del tutto prima della partenza. 


Erano già le 2.00 di notte passate quando Tom decise di andare a letto. Alcuni dei suoi amici si erano già coricati, o in alcuni casi semplicemente “appartati”, come Emma e Rupert, o David e Gary.
Stava scherzando con i gemelli James e Oliver quando Bonnie gli diede la buona notte, e gli consigliò di andare a letto, in modo da aver l’opportunità di guardare il suo angioletto dormire.
Tom le aveva dato una scherzosa botta in testa, e si era ritrovato costretto a salire nella sua stanza provvisoria in modo da evitare ogni possibile domanda imbarazzante.
Quando aprì la porta, la prima cosa che notò fu la luce accesa e dei rumori provenienti dal bagno, seguiti da qualche colpo di tosse.
Dopo un po’ sentì chiaramente il rumore dello sciacquone del water, e successivamente lo scorrere dell’acqua.
Decise che, a costo di sembrare un po’ invadente, voleva vedere come stava Daniel. Sapeva benissimo che non reggeva minimamente l’alcool, e che dopo una sbronza stava sempre malissimo. Così bussò alla porta del bagno, e Daniel immediatamente rispose.
- Sei tu, Rupert? Entra pure, ma ti garantisco che non è un bello spettacolo…
Tom non disse nulla, ed aprì la porta.
Il moro sbiancò immediatamente, poi arrossì di colpo.
- To---Tom!? Che cosa ci fai tu qui? Cioè… ecco…
L’altro ridacchiò, poi cercando di apparire il più calmo e controllato, rispose semplicemente:
- Rupert mi ha chiesto se gli lasciavo la mia stanza, per ‘stanotte. Credo che volesse stare un po’ solo con Emma… e così eccomi qui.
- Vuol… vuol dire che… dormirai qui, questa notte?
- Praticamente.
- Oh.
Il moro sciacquò lo spazzolino che teneva ancora in mano, poi sforzandosi di sorridere fece un cenno con la testa a Tom di seguirlo fuori dal bagno. L’altro lo fece, ed in breve si ritrovarono uno di fronte all’altro, seduti sui rispettivi letti.
- Senti…
Cominciò Tom, fissando il moro che si ostinava a tenere lo sguardo abbassato, verso le sue mani che erano intrecciate l’una nell’altra.
- Scusami.
Mormorò Daniel, per poi alzare la testa e continuare.
- Ho solo un vago ricordo di quello che è successo questa sera… ma… ecco, io credo di doverti delle scuse. Sono stato un vero stronzo con te, con tutti, senza nessuna ragione valida… tranne che… insomma… spero solo che tu possa passare sopra a quanto è successo… che possiamo essere ancora amici…
Tom sospirò, un po’ troppo rumorosamente forse. Lo sguardo del ragazzo seduto di fronte a lui era sempre più preoccupato, ma lui non se la sentiva di dirgli subito ciò che provava. Doveva prima arrivarci per gradi… a partire da quello che era successo.
- Che cosa ricordi, esattamente, Daniel?
Il moro trasalì. In genere quando parlavano fra di loro lo chiamava sempre Danny o Dan… difficilmente era così formale. Tranne quando era serio, perché teso, o arrabbiato. Sperò che non ce l’avesse con lui… non troppo, almeno.
- Io… non molto, te l’ho detto. Credo di aver lasciato la sala, dopo parecchie birre, e Emma e Rupert hanno provato a riportarmi dentro… inutilmente… così sei uscito tu, ed io ti ho detto che non volevo vederti… ma non era vero… e poi… poi ti ho detto che… che mi piaci.
Daniel divenne bordeaux, e subito dopo aver finito la frase affondò il viso tra le mani. La sua voce era diventata sempre più tenue man mano che andava avanti, e alla fine era poco più di un bisbiglio. Ma Tom aveva udito tutto, perfettamente. Si alzò, e si andò a sedere accanto al ragazzo, posandogli una mano sulla spalla.
- E… ed è vero?
Daniel annuì lentamente. Tom fu sicuro di aver udito un singhiozzo, ma non poté essere certo che l’altro stesse piangendo, perché sembrava non volerlo guardare ora.
- Daniel… non credo che potremo più essere amici, d’ora in poi…
“Ok, scelta di parole pessima. Sei un cretino, Tom! Un vero cretino!” si disse. Ma oramai era fatta.
Daniel singhiozzò ancora più forte, e cominciò a tremare.
- Io… mi dispiace. Davvero…
Il biondo tolse la mano dalla spalla del ragazzo seduto accanto a lui, per cingergli strettamente la vita.
- Davvero non ricordi cosa è successo dopo?
Il moro scosse la testa, e Tom gli alzò il volto con la mano libera, facendo sì che Daniel potesse guardarlo negli occhi. Vide che quelli del ragazzo che amava erano completamente ricoperti di lacrime, e sorridendogli mormorò infine.
- Poco male. Possiamo sempre rimediare.
Detto ciò, si avvicinò ulteriormente al moro per poi baciarlo delicatamente. Quest’ultimo, però, non ricambiò affatto, troppo shockato da ciò che stava accadendo.
- Ehi, per essere così attratto da me, sei decisamente un po’ troppo poco collaborativo, sai?
Scherzò Tom, per alleggerire l’atmosfera.
Dan riuscì solo a balbettare.
- Ma… ma tu… insomma, hai… hai detto che… che…
- Ho detto che non credo di poter essere più tuo amico… cioè, di non poter essere più *semplicemente* un tuo amico.
Disse alzando un po’ le spalle.
Daniel tirò su con il naso.
- Mi hai fatto spaventare a morte, e invece…
- Invece ti amo, Danny.
Ridacchiò imbarazzato Tom.
Il compagno sbarrò gli occhi.
- Wow… è la cosa più bella che mi abbiano mai detto… cioè, me l’hanno detta in molti, ma da te fa un altro effetto. È completamente… beh, diverso. Io… anch’io ti amo, Tom. E ti giuro… non avrei mai creduto che tu potessi neanche lontanamente ricambiarmi…
- Idem per me. Altrimenti mi sarei dichiarato molto tempo fa.
Daniel sorrise caldamente, mentre cercava di asciugarsi le lacrime con il dorso della mano. Tom gli venne in aiuto frugando nella propria tasca, e pulendogli gli occhi con un fazzolettino di carta.
- Credevo non avresti voluto più vedermi…
Mormorò poi tristemente Daniel.
- Non pensarci neanche! E dove scappi? Non credere che mi scollerò da te tanto facilmente…
- Felice di saperlo.
- Bene. ora, abbiamo circa quattro o cinque ore prima che qualcuno venga a chiamarci… ed una stanza libera tutta per noi. Non so tu, ma io non ho molto sonno…
Disse languidamente il biondo, facendo scivolare una mano sulla coscia di Daniel.
- Mh… forse sarebbe meglio chiudere a chiave…
Rispose quest’ultimo.
- Perfetto…

La mattina dopo, quando si svegliò, Daniel era ancora abbracciato al suo ragazzo. O almeno, tecnicamente avrebbe dovuto esserlo… ma questa questione sarebbe stata chiarita un’altra volta. Per ora ciò che aveva era più che sufficiente, e si riteneva fortunato così.
Il biondo aveva la testa poggiata sul suo torace, e Daniel gli scostò un po’ i capelli dalla fronte per scoprirgli il volto. Ma appena gli sfiorò il volto, notò che stava aprendo gli occhi.
- Scusami… non volevo svegliarti…
Tom gli sorrise.
- Non preoccuparti. E poi sono contento di poter stare qualche minuto tranquillo qui con te prima di prepararmi alla partenza… se avessi dormito fino all’ultimo, avrei dovuto fare tutto di corsa… e non mi andava.
Il moro gli accarezzò i capelli lentamente, sospirando:
- Non riesco ancora a credere che sia tutto reale…
- Lo è, Daniel. Lo è…
Rimasero abbracciati, semplicemente a coccolarsi in silenzio per un lasso di tempo che nessuno dei due avrebbe saputo quantificare, prima che sentissero bussare alla loro porta.
- Un attimo…
Disse Tom, scocciato.
- Su, piccioncini, è ora di scendere. Datevi una ripulita e venite giù, che fra un’ora si parte.
Daniel sbiancò.
- E tu, cosa… come…
Non sapeva come comportarsi, quando notò che Tom stava ridendo di gusto.
- C’è forse qualcosa che devi dirmi, amore?
Domandò assottigliando gli occhi.
- Perché mi chiedi ciò, tesoro?
Chiese di rimando il biondo, per poi scoppiare a ridere alla vista della buffissima espressione del compagno.
Bonnie, da dietro la porta, li avvisò che lei stava scendendo e di fare in fretta.
Tom con una mano scompigliò i capelli del moro, per poi dirgli con aria divertita:
- Non ti preoccupare… non lo dirà a nessuno. È l’unica a cui avevo parlato della cotta mostruosa che avevo per te… e credo che in fondo dovremmo ringraziarla. Se non fosse stato per lei, questa sera avresti dormito con Rupert…
- Va bene. Comunque non c’è problema… So bene quanto siete amici.
Rispose Daniel dopo aver pensato un secondo a ciò che gli aveva detto l’altro.
- Ok… allora adesso credo sia il caso di andarci a fare una doccia…
Disse poco convinto il biondo.
- Mh… vai prima tu, Tom?
- Se vuoi puoi andare prima tu…
- Ok.
Il moro si alzò lentamente. Poi con aria vaga provò un timido:
- Ci andiamo insieme?
Tom sorrise.
- Credo che si potrebbe fare… 


Quando entrambi furono pronti, e raggiunsero gli altri, Daniel si scusò con loro per il comportamento della sera prima. Si era reso conto di averli fatti preoccupare inutilmente, ed ora che la sbronza era passata e tutto si era risolto, si sentiva profondamente stupido.
Emma e Rupert gli avevano detto di non preoccuparsi, perché un “momento no” capita a tutti, e che se avesse avuto bisogno di parlare con loro non doveva farsi assolutamente problemi. Gli dissero inoltre che  avrebbero passato le vacanze assieme, e che presto avrebbero annunciato alla stampa il loro fidanzamento, e lo invitarono ad andarli a trovare qualche giorno, prima della fine dell’estate. Daniel annuì distrattamente, e li ringraziò, mentre guardava Tom avvicinarsi a Bonnie.
Il fatto che la ragazza sapesse di lui e Tom lo fece sentire un po’ sollevato, perché vedere quanto avesse preso bene questo fatto, e capire che non li considerava anormali, come Daniel aveva sempre pensato sarebbe successo se qualcuno fosse venuto a conoscenza del suo segreto, lo faceva sentire rassicurato. Forse prima o poi sarebbe potuto venire allo scoperto, e forse non sarebbe stato poi così terribile.
Ma al momento la cosa che più importava per lui era sapere che Tom era al suo fianco, che ricambiava i suoi sentimenti, ed era davvero molto più di quanto non avesse mai osato sperare.
Nonostante le riprese fossero finite, e nonostante stava per salutare tutti i suoi amici, si sentiva felice.
Tom, vedendolo perso nei suoi pensieri, si allontanò da Bonnie, con cui parlava piuttosto allegramente, e gli si avvicinò.
- Tutto ok?
Il moro annuì.
- E come potrebbe non esserlo?
Disse, sorridendo tranquillamente.
E mentre lo diceva, si rendeva conto di come davvero tutto fosse perfetto.
Davvero, non avrebbe potuto essere più felice di così.
E si chiese se Tom si rendesse anche minimamente conto di quanto sapere che lui lo amava facesse star bene Daniel.
- Allora, andiamo?
Disse al suo ragazzo, indicando con lo sguardo i loro amici che già si incamminavano verso le auto che li avrebbero accompagnati all’aeroporto.
Tom gli prese inaspettatamente la mano, e gli sorrise felice.
- Sì. Andiamo.



***Fine***


Note dell’autrice

Cosa ne pensate? Non sono molto convinta del finale, ma non riuscivo proprio a concluderla… fatemi sapere!

Ringrazio molto chi ha commentato “Solo un bacio… o forse no?”:  linkin park, falcedellamorte, Michelle Malfoy, Marty_rurulove (e come vedi ne ho scritta un’altra ^^ ho fatto abbastanza pratica o devo continuare?), Isoski_01, Michela, occhi grigioblu (thanks, sono contenta che tu l’abbia letta anche se in genere non leggi fic su attori ^^), evanescense88, hoshiko, mysa_3, Lyrachan (grazie per i commenti, come vedi in quest’altra ho aggiunto tra gli avvertimenti che i protagonisti non sono gay anche nella reltà ^^ non ci avevo pensato, grazie per avermelo fatto notare).

 







   
 
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