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Autore: Artemisia17    28/09/2012    2 recensioni
“ Quando gli occhi sono accecati da un grande meteora, dopo non vedono più le fiammelle.”
La verità dell'affermazione lo colpì con tutta la sua forza.
Loras e Renly. Un re e il suo cavaliere. Un amore che va oltre la morte, che ho tentato di descrivere.
Buona lettura a tutti. ATTENZIONE: SPOLEIR
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loras Tyrell, Renly Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mantello candido e latteo strisciava greve sugli scalini consunti della Fortezza.
Ogni gradino era liso dalle centinaia di scarpe che li aveva calpestati: pantofole di dame, babbucce di regine, stivali ferrati per i soldati e ornati d’oro e argento per grandi re.
Il giovane cavaliere si stava scioccamente domandando la loro storia.
Sicuramente Baelor il Benedetto li aveva percorsi per recarsi dalla sorella rinchiusa, magro e severo.
Probabilmente il grande principe del drago, Rhaegar Targaryen, era salito e sceso più volte, usando quelle scale, verso la biblioteca.
Riusciva facilmente a immaginare Ned Stark e Robert Baratheon che caracollavano giù, uno per la gamba rotta e l’altro per la massa di ciccia.
Eppure non erano questi i personaggi che gli interessavano. La delicata e meravigliosa figlia del defunto Primo Cavaliere aprì la porta, intimidita. Loras si ritrovò ad osservarne il viso. Era abituato alla bellezza femminile. Il giardino davanti alla sua camera era pieno zeppo di rose e di donne, prima fra tutte sua sorella. Margarey attirava su di sé le belle fanciulle, come il miele con le mosche, ed era usualmente accompagnata da questo codazzo di donne, ognuna con il proprio fascino.
Il ragazzo riusciva a vedere distintamente l’espressione della fanciulla e se ne stupì. Dopo tutto quello che aveva subito, era ancora in piedi. Dopo tutte le angherie, le umiliazioni, le spella erano ancora dritte e il viso aperto, quasi altero. Il Tyrell si ritrovò ad ammirarla con il suo innato distacco. Si rese conto che era diversa da tutte le altre, che cercavano semplicemente di far breccia nel suo cuore, prendersi un pezzo di lui, dilaniarlo, quando lo era già. Lei non si curava delle voci o delle leggende sul suo conto. Forse fu per quello che gli offrì il braccio, un gesto galante che non compiva da diverso tempo. Anche lei si sorprese. Piacevolmente sorpresa.
Per un po’ in due camminarono silenziosamente per i corridoi angusti e le torri di guardia, fino a sbucare in un piccolo portico.
Loras non sentiva niente, dopo tanto tempo. Finalmente.
E lei  incominciò. Il cavaliere doveva ammettere che non l’aveva fatto apposta, d’altronde non era scortese chiedere se si ricordava di lei, nello scorso torneo. Ma come dirle che per lui le donne, in tutte le loro sfaccettature e personalità, erano tutte uguali. Come delle pallide comparse nella gloriosa storia della sua vita. Temeva che fosse scortese, se non offensivo, rigettarle queste confessioni in faccia. Eppure lei aspettava una risposta.
“ Quando gli occhi sono accecati da un grande meteora, non vedono più le fiammelle.”
Ti guarda, confusa, quasi risentita. Provi quasi pena per lei. Non è colpa sua. Non era di nessuno. Forse. Perché quella grande e maestosa cometa aveva colmato tutto il suo spazio visivo. Lo aveva letteralmente accecato. Tutta la sua grandezza lo aveva schiacciato. All’inizio, inutilmente, e se ne era reso subito conto anche lui, aveva resistito al loro amore. Era come tentare di resistere a una valanga. Malgrado vedesse tutta la sua immensa forza scagliarsi contro un corpicino indifeso, sentisse il suono tremare e nell’aria il persistente odore freddo e malefico, lo negava. Nonostante si vanagloriasse di tutta questa potenza dispiegata per conquistarlo, Loras aveva sempre tentato di respingerlo. In un primo tempo. Poi tutto era diventato naturale.
Sapeva, sentiva che era dietro di lui, che poteva fidarsi in ogni momento della sua vita. Come fosse un appendice del suo corpo, simile a un braccio o al cuore, Loras sapeva che Renly per lui ci sarebbe sempre stato. Che se si sarebbe sposato, l’amore del legittimo Re dei Sette Regni sarebbe sempre stato suo.
Il cavaliere scansò la dama, portandosi la mani al fianco come se fosse stato ferito. Ricordava tutto di lui. Le labbra piene, di come fossero sempre incurvate deliziosamente all’insù mentre sorrideva e del loro calore durante i baci. Le guance ben rasate. Loras adorava il profumo da barba del suo cavaliere e ogni volta lo accarezzava peccaminosamente. Riusciva ancora a sentire sotto le mani, la pelle setosa e tonica, i muscoli delle braccia, i folti capelli castani dorati. Il giovane represse un sibilo. Con un minimo sforzo, percepiva la figura muscolosa e sorridente accanto a sé. Non doveva compiere alcuna fatica per sentire il loro amore. Un insieme si sensazioni, di colori. La pelle di Renly contro la sua, il rosso della fiamma nel camino, il profumo di legno appena tagliato, la barba aguzza che gli feriva le guance, un dito che gli sfiorava dolcemente la schiena, il rosso e l’arancione che si fondevano. Ogni cosa gli ricordava lui.
Sperava, andandosene dall’Altopiano e da Capo Tempesta, che una parte di quel dolore sarebbe sparito. Ma non era stato così. Allora si era buttato tra le braccia accoglienti del vino, il seno prosperoso di una donna. Per un po’ era andata meglio, almeno finché non si svegliava. Il senso di colpa lo schiacciava, impedendogli di scappare. Loras si era domandato se fosse una richiesta troppo pretenziosa vivere senza quel peso nel cuore, quel buco nero che frantumava tutto: le sue emozioni, i suoi sogni, le sue speranze. Ma d’altronde queste se ne erano andate molto tempo prima.
Lo sguardo perplesso di Sansa gli diede finalmente la risposta. Sì. Era il prezzo da pagare, per la sua vita. Renly viveva ancora in lui. Nei suoi ricordi, nelle sue emozioni.
Il dolore aiutava a tenerlo vivo dentro sé, nella certezza che sarebbe stato sempre con lui. Il cavaliere reale sorrise mestamente. Non era quella la vita che avevano sognato per loro. Sì.
L’amore non è mai semplice eppure è dannatamente usuale.
Quando sei un bambino pensi che l’amore lei-lui-l’altra non esista, quasi sia una cosa impossibile, inventata come una classica favola per bambini.
Quando ti raccontavano che anche l’amore, il più puro e passionale del mondo, può finire in un soffio, tu pensi che sia una favola, come quelle di Esopo, probabile per gli altri, impensabile per te. Tutto questo non ti capiterà mai. Invece, ad un tratto, ti trovi nudo e indifeso sotto gli occhi maligni della vita.
Loras riprese il braccio della ragazza spaventata fra le sue e la condusse alla torretta di sua nonna.
“ Vi ringrazio, mia lady, per il regalo che mi avete fatto”. Grazie per avermi fatto capire.
Sansa osservò perplessa il cavaliere che si allontanava dritto e fiero, un mano a stringere il punto dove il suo cuore aveva smesso di battere.
Il mantello candido e puro splendette sotto la luce argentea della luna, come i denti di Renly Baratheon.        


Il vostro incubo personale è tornato! Leggendo un racconto su questa bellissima coppia mi è venuta l'ispirazione. Credo che sia uno degli pochi veri amori presenti nella saga, posso salvare solo Tyrion e la sua prima moglie, Twin e Joanna, rapporto su cui ho scritto un paio di racconti sedimentati nel mio computer. Nella speranza di avervi trasmesso l'amore incorruttibile e puro di Loras, ma soprattutto il suo, forse lo possiamo definire così, dolore, stupito di fronte alla morte. Buona lettura!
  
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