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Autore: vannagio    29/09/2012    9 recensioni
«Allora? Com’era il film?», chiese invece lui, prendendola in contropiede.
«Oh, ehm… interessante».
Ben le rivolse un sorriso sornione. «Lo puoi dire che ti è piaciuto. Non sono così insicuro, da ingelosirmi per cinque uomini di celluloide».
«Veramente erano sei».
«Quello che è».
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela, Ben Cheney , Jessica, Lauren Mallory, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'The Twilight Saga: la saga dal mio punto di vista'
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Per la serie…
“Quando vannagio vaneggia!”

Magic Ben




L’uscita del cinema, quella sera, brulicava di ragazze urlanti. I loro schiamazzi non facevano altro che accendere gli sguardi sognanti e le guance rosse di eccitazione di chi attendeva impaziente l’inizio del prossimo spettacolo.
Jessica si stava facendo aria con la mano, come se sentisse caldo.
«Fiuuuuu, ragazze! Se Mike Newton fosse stato magic solo la metà di Channing Tatum, forse adesso staremmo ancora insieme». Emise un sospiro languido, gli occhi lucidi rivolti alle stelle. «A un certo punto del film credo di essermene venuta».
«Come sarebbe a dire credi? Quando gode, una donna lo sa. Se non ne è sicura…», Lauren ammiccò e diede di gomito a Jessica, «…vuol dire che non ha mai avuto un orgasmo degno di questo nome. In tal caso il dubbio sarebbe lecito, te lo concedo».
Lo sguardo di Jessica non aveva nulla di sognante, adesso. Le sue guance erano rosse, ma non di eccitazione.
«Tu perché sei qui, uhm? No, dico sul serio. Qualcuno mi spieghi, per favore, perché una lesbica dovrebbe voler vedere un film che parla di spogliarellisti maschi».
Lauren fece spallucce. «Per sentirmi emancipata, ovviamente. E per il cinema stracolmo di ragazze arrapate».
«Etero, Lauren. Ragazze etero».
«Ragazze etero arrapate».
Jessica roteò gli occhi, esasperata. «Yvonne, fai un favore al mondo e spiega a tua cugina la differenza tra ragazza etero, ragazza lesbica e ragazza ninfomane».
«Dunque…». Yvonne si accarezzò il mento, con espressione pensierosa. «La ragazza etero va solo con gli uomini. La ragazza lesbica solo con le donne. La ragazza ninfomane, invece, va con tutti. Un po’ come Jessica, insomma».
Yvonne e Lauren scoppiarono a ridere.
«Andate a fare in culo tutto e due, brutte stronze».
Jessica accelerò il passo, lasciando il resto del gruppo indietro.
«Ehi, Angela. Tutto bene? Sei così silenziosa stasera», chiese poco dopo Yvonne.
Angela annuì. «Sì, tutto a posto».
«Sai che novità!», urlò Jessica, qualche metro avanti a loro. «Lei è sempre silenziosa».



Quando Angela rincasò, Ben era ancora dove lo aveva lasciato cinque ore prima: seduto alla scrivania, chino sui suoi libri di giurisprudenza, con il naso che quasi sfiorava le pagine.
«Non ci credo. Stai ancora studiando?». Angela lanciò un’occhiata all’orologio, poi scosse la testa. «L’una di notte, Ben. Ti rendi conto? Secondo me è illegale studiare fino a quest’ora. Anzi, sono sicura che in uno di quei libri ci sia una legge che lo vieta categoricamente».
Ben stava sottolineando freneticamente un paragrafo e non si degnò nemmeno di alzare lo sguardo per risponderle. «Adesso smetto. Dammi un minuto, okay? Voglio soltanto finire di rileggere questo… EHI! Ridammelo subito!».
Con una mossa fulminea, Angela gli aveva sfilato il libro da sotto il naso e lo aveva messo sopra l’armadio, dove Ben non sarebbe mai potuto arrivare senza l’aiuto di una sedia.
«Non è affatto carino farsi beffe della piccola statura di un uomo in modo così abietto. Sei crudele. E disonesta».
Angela si liberò di scarpe e giacca, abbandonandole un po’ dove capitava, e si lasciò cadere di peso sul divano.
«Lo faccio per il tuo bene, Ben, perché devi dormire. Non vorrei mai che il professore ti scambiasse per lo zombie di uno di quei film che ti piacciono tanto e ti colpisse sulla testa urlando “Apocalisse zombieeeee! Si salvi chi puoooò!”».
Ben fece per protestare, ma uno sbadiglio lo tradì sul più bello.
«Mi sa che hai ragione, Angie». Si sedette accanto a lei. «Ormai quel che fatto è fatto. E se anche domani l’esame dovesse andare male…».
«Non dire sciocchezze, andrà benissimo».
«Oh, hai ragione. Vaffanculo ai libri! Ho studiato come un mulo per tre mesi. Deve andare bene».
Lo sguardo di Ben era così risoluto, dietro gli occhialini tondi, che ad Angela venne voglia di baciarlo.
«Allora? Com’era il film?», chiese invece lui, prendendola in contropiede.
«Oh, ehm… interessante».
Ben le rivolse un sorriso sornione. «Lo puoi dire che ti è piaciuto. Non sono così insicuro, da ingelosirmi per cinque uomini di celluloide».
«Veramente erano sei».
«Quello che è».
«E va bene. Vuoi la verità? Solo la verità, nient’altro che la verità, dica lo giuro?».
Ben raddrizzò la schiena, assunse quell’aria da sono pronto a tutto alla Mel Gibson di Arma Letale, che a lei faceva impazzire, e annuì serissimo. «Spara».
«Allora, va bene. Matthew McConaughey era oggettivamente uno schianto. E Joe Manganiello era ancora meglio che in True Blood. Oh, e Matt Bomer sembrava tutto fuorché gay…».
«Okay, hai reso l’idea. Arriva al punto».
«… ma devo ammettere che preferisco di gran lunga il mio Magic Ben in carne e ossa».
Ben inarcò un sopracciglio. «Anche se non ho il pettorale oleato e il bicipite guizzante? Anche se sono quindici centimetri più basso di te?».
«Be’, sì… che me ne faccio di un bicipite guizzate, se posso avere l’occhialino da intellettuale sexy e tutto il senso dell’umorismo che desidero? Le pare mentali non fanno per me, lo sai. E poi…».
La risata di Ben la interruppe. «Bel tentativo, davvero. Lo apprezzo, ma non ti credo».
Angela decise che era venuto il momento di farlo stare zitto.
Lo baciò di slancio e a lungo, mordendogli il labbro, e gli sorrise sulla bocca quando sentì che gli piaceva. Lo tenne stretto per il collo della maglia e nel sdraiarsi sui cuscini del divano se lo trascinò addosso.
Si erano liberati già di gran parte dei vestiti, quando Angela gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
«E poi… sai cosa si dice degli uomini bassi?».
«Sì, vagamente».
Ben tenne alto il nome degli uomini bassi.
E se Jessica fosse stata lì, si sarebbe resa conto che si sbagliava di grosso: Angela non era sempre silenziosa.







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Note autore:
Torno in questo fandom con una cavolata immane, sperando di trovare l’ispirazione per scrivere altro.
Tengo a precisare che non ho visto Magic Mike, quindi forse le considerazioni sugli attori del film sono sbagliate. In tal caso, facciamo finta che Angela & Co. si siano lasciate distrarre dai bicipiti, okay?
Lauren Mallory, per me, per una serie di motivi che non sto qui a elencare, è lesbica.
Grazie per l’attenzione.
Baci, vannagio.
   
 
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