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Autore: Shari Deschain    29/09/2012    1 recensioni
Era una brutta giornata. Lo si capiva spesso fin dalla mattina, fin dal momento esatto in cui gli occhi di River si aprivano, vuoti e distanti, sul mondo che la circondava.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: River Tam, Simon Tam, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pairing/Characters: Simon & River
Rating: PG
Warnings: Angst
Word Count: 975 (fdp)
Disclaimer: JOSS WHEDON OWNA IL MONDO.
N/A: Scritta per piscinadiprompt, prompt River&Simon, "Helpless she lies across the stairs/ Haunting your days consuming your breath/ There will be healing but don't force this girl to stand/ As she's counting the ceilings with pale voice and trembling hands" (Mumford & Sons - For Those Below), e per 500themes_ita, prompt #38. Chiudi gli occhi.





For those below






Helpless she lies across the stairs
Haunting your days consuming your breath
There will be healing but don't force this girl to stand
As she's counting the ceilings with pale voice and trembling hands.
(Mumford & Sons - For Those Below)




Era una brutta giornata. Lo si capiva spesso fin dalla mattina, fin dal momento esatto in cui gli occhi di River si aprivano, vuoti e distanti, sul mondo che la circondava. Simon non aveva idea di cosa lei vedesse, di quali mostri potesse scorgere tra le ombre della nave, che tipo di eco avessero nella sua mente i quotidiani rumori della Serenity.

Sperava che prima o poi quel posto le sarebbe diventato abbastanza familiare da non temerlo, e d'altra parte intuiva che il luogo in cui si trovavano, familiare o meno che fosse, non aveva alcuna importanza: era nella testa di River il problema, non fuori.

Il resto dell'equipaggio, comunque, si era già abituato a sua sorella. Non sapevano distinguere il suo umore già ad una prima occhiata, come faceva Simon, ma almeno avevano imparato a tenersi a debita distanza fino a quando le intenzioni di River non si palesavano chiaramente.

A parte Jayne, avevano anche smesso di lanciargli degli sguardi di rimprovero, e di questo Simon era parecchio grato.

D'altro canto lui non poteva fare altro che assecondare i capricci di sua sorella, e intanto sperare di riuscire a guarirla, in un modo o in un altro. La possibilità di insuccesso non era contemplata. Per la maggior parte del tempo, almeno.

«Conosci i caratteri dello Yin e lo Yang?», gli domandò River, mentre lui la trascinava nella sua cabina. Aveva appena avuto una discussione con Book. Nessuno aveva capito bene il loro discorso, qualcosa sulla guerra civile, sui tradimenti, sull'Alleanza e sui simboli che non valgono più nulla, ma nessuno aveva mai neanche visto il Pastore tanto arrabbiato, e Simon aveva ritenuto saggio trascinare via sua sorella prima che la situazione degenerasse.

Forse dipendeva dal suo lavoro, forse dalla sua educazione, ma non si era mai fidato molto degli uomini di chiesa.

«Li conosco, meimei», rispose, abbandonando le sue riflessioni sul passato del loro compagno di viaggio e tornando a concentrarsi su River. Tempo sprecato, probabilmente. Chissà cosa c'entravano lo Yin e lo Yang, adesso.

River si lasciò spingere delicatamente nella sua cabina e si accovacciò sul letto, in una posizione che sembrava dolorosa anche solo a guardarla, ma che a lei riusciva totalmente naturale. Ecco un'altra cosa che teneva sveglio Simon la notte. River era sempre stata atletica, ma certi movimenti non si imparavano certo facendo ginnastica o danza.

La ragazza si riavviò i capelli, poi incrociò le mani sulle ginocchia unite e vi poggiò sopra il mento.

«Noi siamo lo Yin e lo Yang», iniziò a spiegare. I suoi occhi luccicavano nella luce arancione della cabina, ma era una scintilla solo superficiale. Le sue iridi erano nere, pozzi profondi dove la luce riusciva ad arrivare soltanto nei giorni buoni, e questo non era uno di quelli.

Simon non disse niente. Si sedette accanto a lei, iniziò a preparare un sedativo e la lasciò parlare.

«Tu sei il dottore, sei quello che cura e aiuta, sei la speranza che ha la gente di vivere meglio, di stare bene, di essere felice. Tu sei lo Yang», continuò River. «Io invece sono lo Yin. Sono l'assassina, sono ciò di cui la gente ha paura, sono la scienza che si è spinta troppo avanti, sono ciò che c'è di sbagliato in questo universo».

Simon si irrigidì, la siringa quasi gli si spezzò tra le mani. Yin e Yang, pensò. Suo padre forse sarebbe stato contento di aver ricreato tanto bene uno dei simboli più importanti della loro cultura. Si riscosse subito dopo quel pensiero.

«River... River, stai delirando. Lascia che ti aiuti», le disse, allungando una mano per stringerle dolcemente, ma con fermezza, una spalla nuda.

River non si ritrasse né fece un cenno di assenso. Simon non azzardò nessun movimento.

«Mi chiedo se l'abbiano fatto apposta. Se sapessero di te. Credo di sì. Sei uno dei migliori medici dell'Accademia, non è un segreto per nessuno», disse, ancora persa nel suo ragionamento. «Ma forse non c'entra nulla. Forse è solo il solito, patetico, umano tentativo di mettere ordine nel caos tramite simboli che non valgono nulla».

«River, ti prego...», non gli piaceva supplicare. I dottori non dovrebbero supplicare, solo dare ordini. Perdono la loro credibilità altrimenti. Ma in situazioni come questa, cos'altro diamine poteva fare? La cose, con River, gli sfuggivano sempre di mano in meno di pochi istanti. Partivano con una chiacchierata, un sorriso, e poi tutto intorno diventava buio e ostile.

«I dottori usano guanti blu, lo sai?», disse ancora River, dopo qualche momento di silenzio. E i suoi occhi erano cattivi, adesso. C'era violenza, dietro il suo sguardo.

(Two by two, hands of blue)

Sua sorella non gli avrebbe mai fatto coscientemente del male, Simon lo sapeva.

E sapeva anche che la coscienza di River (o meglio: la sua temporanea assenza) costituiva il sessanta percento dei loro problemi.

«Io non sono uno di loro», mormorò allora in risposta. Non si rese conto di averlo detto fino a quando non sentì il suono della propria voce risuonargli nelle orecchie, e non si rese conto di aver temuto che lei lo identificasse con loro fino al momento in cui quella frase gli lasciò le labbra.

River batté le palpebre un paio di volte, sorpresa. Non c'era più nessun lampo omicida nei suoi occhi, solo genuino stupore.

«Lo so», replicò. «Lo so che non sei uno di loro, Simon. Tu sei mio fratello».

Gran bel fratello, pensò lui, ma sentì una parte di sé tirare un sospiro di sollievo. Sorrise. Dentro, però, aveva voglia di gridare.

«Allora lascia che ti aiuti, sì?», domandò, sempre sorridendo.

River sorrise a sua volta, ogni elucubrazione precedente completamente dimenticata.

«Ma certo», acconsentì con dolcezza, porgendogli il braccio.

Simon le iniettò il calmante e rimase a guardarla fino a quando il sonno non ebbe la meglio su di lei. Brutto da dirsi, ma era tutto molto più facile quando gli occhi di River rimanevano chiusi, considerò. Poi il sorriso gli cadde dal volto come una maschera di carta e, senza sapere perché, Simon iniziò a piangere.


*


N/A: I caratteri dello Yin e lo Yang, che secondo me si adattano molto ai Tam.
Meimei = sorellina.


   
 
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