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Autore: MariD96    29/09/2012    12 recensioni
"Così tutti sapevano come mi comportavo ma nessuno sapeva il motivo per cui lo facevo, perché ero sempre triste e perché preferivo stare da sola.
Nessuno conosceva la mia vera storia, cosa era successo 8 anni fa."
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- sei felice? Finalmente hai risolto il caso. - Ronnie sorrise ingoiando un boccone di carne cucinata da zia Lea.
- in questi ultimi tempi la mia vita è cambiata in meglio e non sarebbe successo senza Justin. 

Lui abbassò la testa arrossato poi continuai - Tu e Lea siete diventate così gentili, ho accanto delle persone che davvero mi vogliono bene, tutta questa storia e iniziata con la sofferenza perché i miei sono morti,  gli atti di Jason e del signor Collins mi hannop segnato a vita ma ormai è tutto finito. Li ho persi non li rivedrò mai più ma sto meglio perché so chi li ha uccisi e come sono andate veramente le cose- sorrisi.
- sapevo che prima o poi la tua sofferenza sarebbe finita. - disse Justin alzandosi da tavola e portando i piatti via.
- Ora possiamo finalmente dire e vissero felici e contenti. - dissi ridendo.
- no, non ancora. - rispose Justin serio.

**
 
- dove stiamo andando? - chiesi la mattina seguente salendo in macchina di Justin.
- non lo so neanche io ma ti ci devo portare.

La risposta era strana ma mi fidavo di lui. Passarono circa due ore quando si fermò davanti a una villa, scese e io feci lo stesso.

- dove siamo?
- non lo so. - prese lo stesso bigliettino che gli avevo visto lo stesso giorno che avevano condannato Matthew e lo guardò attentamente.
-cos'è?- chiesi sperando che mi rispondesse.
- è un indirizzo che mi ha dato il signor Collins per farsi perdonare.
- ah si? Una casa di cura? -
dissi con tono freddo.
- no, l'indirizzo è di questa villa, vieni entriamo.- mi prese per un polso e mi tirò verso la porta ma io mi piantai con i piedi per terra.
- no io non vengo da nessuna parte.
- perché?
- è l'indirizzo che ti ha dato un assassino.
- una persona che si è pentita.-
corresse lui.
- io non lo perdono lo stesso andiamocene. 

Mi incamminai verso la macchina Justin mi seguì e mi sussurrò all'orecchio:

- fallo per me, non ti costa nulla.

Poi mi baciò il collo e io mi girai, salì fino alle labbra e mi baciò appassionatamente dopo un po' chiese:

- allora?
- dopo che entriamo che diciamo?
- improvvisiamo.
- va bene. -
dissi svogliata.

Arrivammo alla porta e bussammo venne ad aprirci una donna dall'aria simpatica più o meno dell'età di Lea.

- cosa posso fare per voi giovanotti?
- possiamo parlarle?
- disse Justin.
- certo accomodatevi.

Entrammo e ci portò in un salone. La casa era enorme e bellissima assomigliava molto alla mia di quando ero piccola, c'era lo stesso odore di mobili antichi ed era anche questa piena di tappeti.
Ci sedemmo e osservai:

- che bella casa.
- grazie ma è un po' disordinata per colpa dei miei figli.


In quel momento entrarono due bambini uno di circa 10 anni e l'altro di 6 con degli aeroplani giocattoli in mano, ci ignorarono e cominciarono a saltare su un divano, sembravano felicissimi. Stavano vivendo l'infanzia che io non avevo mai potuto godermi. Un po' di tempo fa mi sarei solo rattristata invece adesso sorrisi perché mi mettevano allegria.

- Mike! Mark! Non fate i maleducati e venite a salutare.

Urlò la madre loro si girarono e dissero in coro:

- ciaaao.

Poi corsero giù dal divano e si precipitarono in un'altra stanza dicendo cose del tipo:

- abbiamo un guasto al motore dobbiamo correre al riparo
- forza! Andiamo alla pista di atterraggio.
- che bei bambini. -
disse Justin sorridendo.
- grazie ho anche una figlia femmina più o meno della vostra età ma deve ancora tornare a casa, allora di cosa mi volevate parlare?
- ecco le sembrerà strano ma un uomo...

Justin si fermò perché proprio in quel momento entrò una ragazza dai capelli marrone chiaro a boccoli, era molto bella mi ricordava qualcuno ma non riuscivo a capire chi, appena la vidi balzai in piedi come se la mia mente mi comandasse di farlo lei si avvicinò alla signora e la abbracciò poi disse con tono gentile e sorridendo:

- mamma oggi non ti ho visto per niente, chi sono i nostri ospiti?
- Lei è mia figlia Leila, loro sono appena arrivati perché mi devono parlare.


Lei ci porse la mano dicendo:

- piacere di conoscervi

Quando mi strinse la mano e mi guardò negli occhi la riconobbi. Non poteva essere lei. Le guardai la fronte per essere sicura e aveva una cicatrice in testa, proprio come la ricordavo io.
Ci vollero pochi secondi per realizzare poi sentii il cuore battere forte per l'emozione, mi misi una mano sul petto come per comandargli di stare fermo e non uscire dalla gabbia toracica. Mi inginocchiai per terra e iniziai a piangere a singhiozzi coprendomi il volto la madre allarmata mi chiese:

- stai bene? Vuoi un bicchiere d'acqua, qualcosa?

Justin di buttò affianco a me e mi abbracciò dicendo:

- no Linz non è niente, non piangere.

Non sapeva perché stessi così, forse credeva che fosse solo un ricordo di Jason o un momento di debolezza.
A quel punto la ragazza si inginocchiò vicino a me e iniziò ad accarezzarmi la schiena dicendo:

-Vuoi qualcosa? Dei fazzoletti per le lacrime?

Era come la ricordavo io, sempre premurosa e gentile. Feci un grande respiro e mi girai verso Justin dicendo tra un singhiozzo e l'altro: 

- Justin lei...

Poi ricominciai a piangere.
La ragazza si preoccupò ancora di più e disse: 

- stai bene?

Io presi tanto fiato e mi girai verso di lei. 

- E- Ellie.

Lei mi guardò con gli occhi stralunati, da stupore passò a incomprensione, mi guardò negli occhi furono pochi secondi che sembrarono durare un'eternità avevo paura che avessi sbagliato tutto e non fosse lei, mi sentii il cuore spezzare quando la sua incomprensione divenne emozionee e dopo un po' urlò:

- Ellie? Così mi chiamava solo... o mio dio, Linz.

Poi iniziò a piangere con me e ci abbracciammo, avevo sempre voluto riprovare la sensazione di un abbraccio di una sorella.

- Ellie, non sai quanto ti voglio bene credevo fossi morta con l'incidente.
- anche io lo credevo di te.


Disse asciugandosi le lacrime, ma ancora singhiozzando.
Dopo qualche minuto ci alzammo e sua "madre" disse: 

- vi conoscete?

Ellie si girò verso di lei e disse:

- questa ragazza è mia sorella.

Ora che l'avevo ritrovata ero certa che non l'avrei mai più lasciata andare. Quello era il giorno più bello della mia vita.

- ci dobbiamo raccontare tante cose.

le dissi asciugandomi le lacrime.

- restate a mangiare a cena qui?
- certo.


Disse Justin sorridendo, sicuramente anche lui era felice per me.
Ci sedemmo sul divano e spiegammo tutto a lei e alla madre riguardo al biglietto del signor Collins.

- il signor Collins? Qualche anno fa ha aiutato anche me a stare meglio, non posso credere che abbia fatto una cosa del genere.

Disse di nuovo con le lacrime agli occhi.

- ma si è pentito e mi ha fatto arrivare a te, lo perdono.

Era tutto merito del signor Collins se ero di nuovo così felice perché avevo trovato una parte della mia famiglia.

- come hai vissuto in questi anni?

Le raccontai dei ragazzi, della droga, del fumo e le mostrai i tatuaggi e i tagli sulle braccia.

- O Linz, mi dispiace tanto.

Ricominciò a piangere.

- con chi sei andata a vivere?
- con zia Lea e nostra cugina Ronnie, loro non mi trattavano bene ma da un po' di tempo si sono fatte perdonare.
- zia? E'' da tantissimo che non la vedo! Perché si sono fatte perdonare?


Le raccontai dell'episodio con Jason che mi aveva fatto finire all'ospedale.

- Linz, hai passato tantissime disgrazie mi dispiace tanto è colpa mia, eri la mia sorellina la più piccola della famiglia era compito mio proteggerti invece ti ho persa e hai dovuto subire tutto questo da sola, non me lo perdonerò mai. 

La abbracciai. 

- Non è colpa tua ormai è tutto finito. Tu come hai vissuto?
- mi ha adottato Mary credeva di non potere avere figli invece poi ha avuto Mike e Mark ma non mi ha mai fatto mancare nulla e io le voglio bene come se fosse mia madre senza di lei non ce l'avrei mai fatta.

La abbracciò poi mi prese le braccia e osservò le cicatrici:

- Linz, promettimi che da oggi in poi vivremo una nuova vita felice e insieme. Dobbiamo recuperare gli anni persi.
- te lo prometto.


Sorrisi e aggiunsi guardando Justin:

- adesso possiamo dire davvero e vissero felici e contenti.
 
**

Negli anni passati almeno una volta alla settimana andai a trovare mia sorella. Eravamo a circa due ore di distanza ma era meglio così piuttosto che pensare di averla persa. Passammo dei pomeriggi indimenticabili che sostituirono piano piano tutti i brutti ricordi dei momenti passati piangendo.
Spesso sento la presenza dei miei genitori accanto a me e qualcosa mi dice che sono felici di vedermi sempre sorridente e contenta circondata da persone che mi amano come se avessero aspettato tutti questi anni che io ed Ellie stessimo bene.
Justin è riuscito a rendere la mia vita fantastica non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza per ciò che ha fatto e ciò che fa ogni giorno per me.
Sono passati 8 anni da quando ci siamo incontrati nello sgabuzzino delle scope e io lo amo sempre di più, adesso aspetto una bambina e ho deciso che non gli farò mai mancare nulla perché voglio che il suo unico problema nella vita sia quello di perdere il suo peluche preferito o non piacere a un ragazzo che desidera.. insomma un problema semplice da risolvere che non la segnerà a vita. Un problema di cui io non mi sono mai potuta preoccupare perché avevo troppe cose per la testa e Justin mi aiuterà a rendere la sua vita fantastica, la nostra vita fantastica.

Angolo autrice. 

Spero che la ff vi sia piaciuta, grazie di averla letta fino alla fine, grazie delle belle recensioni. Da quando ho finito questa ff mi sento vuota e mi mancano terribilmente i personaggi di Justin ed Ellie. Come avevo già detto ne sto scrivendo un'altra che posterò a breve spero che seguirete anche quella. Grazie di tutto e spero che questa storia vi abbia trasmesso le emozioni che volevo farvi provare. 
Vi voglio bene <3 c:
  
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