- Dimmi… perché mi hai mentito? Avevi detto per sempre.
- … Sarà per sempre.

 Avevi detto per sempre~

 

 
Non so cosa pensare, non so più piangere.
Tutte le mie lacrime sono scivolate via per te, non ho ancora capito perché mi hai mentito.
 
Mi sono sempre sentita di troppo, sempre diversa, sempre presa in giro e allontanata.
Non pensavo che una persona come te potesse anche solo pensare di parlare con una come me. E invece è successo. Mi hai lasciata senza parole quel giorno.
Quel giorno ti fermasti e mi dicesti qualcosa, sicuramente non ricordi.
Mi hai “gentilmente” chiesto il mio numero di telefono, avevi il tuo solito sorriso strafottente stampato  in faccia, quello che mi ha fatto innamorare.
Sei insopportabile. Abbiamo passato più tempo a litigare che a fare altro.
Non ho avuto il coraggio di dirti che eri il mio appoggio per non cadere, che eri l’unica persona capace di farmi sentire a mio agio e di capirmi.
Avrei dovuto solo ringraziarti.
 
Sono seduta al tuo fianco, il viso tra le mani e gli occhi chiusi. Aspetto un miracolo. Aspetto un tuo sorriso. Spero di sentire la tua voce.
Cosa farei senza di te? Non sono fatta per vivere. Non so vivere.
Respiro, si. Però è diverso da quello che intendo io. Ho paura di rimanere da sola. Non l’ho mai detto a nessuno.
- Maki. – sento la tua voce. È flebile. Non sono abituata a vederti così. Tu che sei sempre così forte e che sfidi sempre il mondo  e che affronti i problemi e li risolvi.
Tu sei forte. Io no.
Mi prendi la mano, respiri a fatica, aiutato da quella mascherina che ti circonda le labbra.
Per un attimo c’è solo il silenzio.
- Non piangere. Quando sorridi sei più bella.
Vorresti sorridere vero? Vorresti che io lo facessi insieme a te, vero?
Non ho la forza di ignorare tutto. Stai morendo, lo sai? Mi fai innervosire. Continui a prenderti in gito. In realtà anche tu hai paura di morire.
- Stavolta non sarò abbastanza forte.
Sento una spada trafiggermi il petto. No, non stai prendendo in giro proprio nessuno. Sai già tutto.
Le lacrime stavolta si fanno vedere, mi bagnano le guance e sporcano il lenzuolo candido dove sei avvolto.
- A-avevi detto per sempre. – balbettò. Non ce la faccio più. Voglio piangere, voglio abbracciarti, voglio che tutto torni indietro.
- … - Rimani in silenzio e prendi un bel respiro. – Sarà per sempre.
 
Continuo a piangere.
Dopo quelle parole avevi deciso di lasciarmi sola. Mi hai mentito ben due volte.
Te ne sei andato. Non sarà per sempre.
Non mi proteggerai, non mi sorriderai, non mi stringerai a te. Non puoi più farlo.
In questo momento vorrei vedere la tua mano tesa verso di me, come quando siamo usciti per la prima volta.
Come sempre sono inciampata, tu hai riso e mi hai rialzata da terra.
Come hai sempre fatto in ogni situazione.
Adesso sono da sola. Io contro il mondo, di nuovo. Io contro i pregiudizi degli altri.
Sono fuori posto. Non so cosa ci faccio qui.
Per questo il tuo per sempre mi aveva incoraggiata e fatta felice. C’avevo creduto con tutta me stessa.
Ora vedo solo la solitudine. 

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Un anno. Un anno che vado avanti senza di te.
Perché sei morto? È la domanda che mi pongo ogni giorno.
Mentre faccio le mie riflessioni qualcuno mi afferra per le spalle e mi sorride. Ha i capelli castani e gli occhi blu come il mare.
Non so cosa mi ha colpito di lui, forse proprio la dolcezza del suo sorriso, in un qualche modo simile al tuo.
Mi porge un quaderno, quello che avevo dimenticato in classe.
- Grazie. – mormoro, non so cos’altro dire.
Lui sorride di nuovo – Di niente.
Voglio solo tornare a casa. Perché esattamente un anno fa mi hai mentito e sei morto.
Lui fa la mia stessa strada.
Me ne accorgo dopo e non posso fare a meno di sorridergli.
- Domani torniamo insieme. – mi mormora poco prima di fermarsi davanti quella che dev’essere casa sua.
Annuisco. Sono contenta per qualcosa.
È molto diverso da te. Diam è proprio differente. Però vi accomuna la dolcezza del sorriso che mi riservate.
C’è qualcun altro che mi capisce allora. Non sono sola. Dovevo credere dall’inizio alle tue parole? 

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- Forse è davvero per sempre. – mormoro posando un bellissimo fiore rosso sulla tua tomba. Diam mi poggia una mano sulla spalla e sorride malinconico. Alzo una mano per salutarti, consapevole che tu sei lì, davanti a me, e sorridi. 

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[Tu sei stato il primo che mi ha insegnato a vivere. Ora proverò a continuare anche se la tua mano è lontana dalla mia.]
 

 FINE

 
*Angolo dell’autrice*
 
SeraH, vi dico subito che la prima parte di questa fic l’ho scritta ieri notte. Non stavo bene, volevo piangere e avevo litigato con delle persone.
Questa fic è in parte uno sfogo. Perché spesso mi sento da sola e fuori posto, però c’è sempre qualcuno che mi tende la mano. I miei amici sono fondamentali per me come Burn e Diam lo sono per Maki.
Spero che abbiate letto la fic senza mettere in primo piano le coppie. Ho scelto Maki perché per me le persone che sembrano forti sono fragili e poi Burn mi sembrava la persona giusta per poterla aiutare in un qualche modo.
Spero di avervi trasmesso qualcosa e scusate eventuali errori. Nemmeno oggi mi sento tanto bene. , soprattutto, scusate la confusione. Ma è in prima persona, volevo dare l’idea della confusione di Maki °^°
Grazie  a  tutti quelli che hanno letto. A quelli che hanno recensito la mia ultima OneShot: Smile. Siete sempre pronti a sostenermi, grazie.
Un grande grazie a Fairy e Angy che mi hanno convinto a postare la fic – Fairy molto gentilmente devo dire -.
Ora vi lascio recensire, nel caso vogliate farlo. Ho bisogno di un abbraccio çç
Passate una buona serata.
Camy
 
- non preoccupatevi che fra un po’ aggiornerò le mie long ùù