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Autore: LUcy__    29/09/2012    4 recensioni
Ciò che Kevin non aveva mai capito era cosa voleva davvero dire “sentirsi a casa”.
Lui non l’aveva mai avuta una vera casa, dopotutto.
Ma dopo essere stato assunto a “Emme USA”, il famoso e amatissimo giornale di moda della Salling Editorial, forse comprenderà qual è il vero significato del termine.
E troverà una vera famiglia.
***
Principalmente McGustin, con CrissColfer, Heya e Achele.
Decisamente AU e molto OOC, siete avvertiti.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Grant Gustin, Kevin McHale, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione
 
Mi sento immensamente stupida ed emozionata. Vedete, questa storia è la migliore che abbia mai scritto. (Secondo me, poi voi dovete giudicare. E, se necessario, tirarmi qualcosa addosso)
E un progetto che comprenderà questa storia, un sequel, dei missing moments, alcune future!fic e una miniserie in lavorazione.
Detto ciò, vi lascio alla storia, una McGustin  AU che sperò vi piacerà. Le McGustin scarseggiano nel sito, e leggendone una ho deciso di far diventare questa storia, che già mi girava in testa, una di quelle.
Attenzione: questa storia è una slash, ovvero maschietto e maschietto. Se non gradite o siete omofobi andatevene, perché non siete benvenuti.



Uno

 
 
“Ah, la cara vecchia Ava. Era un angelo, dolce, gentile…uno dei migliori capi redattori che abbiamo mai avuto qui. Ma è dovuta andare in pensione! E chi ha lasciato al suo posto? Glory Adams, direttore creativo. Glory! Quella donna è crudele, anche se estremamente capace. Lavorare con lei sarà un impresa!”
Kevin ascoltava con attenzione le parole della receptionist, Jenna. Doveva imparare tutto quello che poteva sul suo possibile capo. E ogni cosa che aveva sentito non era positiva. Miss Adams sembrava la persona più fredda, severa, cattiva e geniale che si fosse mai vista.
“Sei atteso dalla Adams, Kevin. Buona fortuna!”gli augurò la ragazza, con un sorriso sincero sulle labbra. Ne avrebbe avuto bisogno, i colloqui con Glory erano sempre disastrosi e Jenna lo sapeva bene. Ne aveva sentito parlare spessissimo.
Le frasi che si sentivano nei corridoi erano sempre le stesse, dopotutto.
“Santo cielo, sono in ritardo. Glory mi ucciderà stavolta.”
“Se l’articolo non va bene alla Adams, sono fregata. Mi spara.”
“Vorrei tanto andare in ferie… ma se Glory dice no posso anche scordarmelo.”
“Era davvero arrabbiata. E già tanto che non mi abbia tirato il fermacarte…”
E altre cose del genere.
Aprì lentamente la porta dell’ufficio, già intimidito. Il direttore generale di Emme USA lo squadrò appena lo vide.
“Tu saresti?”chiese, con un sorriso falso. Non lo guardò neanche in faccia, continuò a osservare i fogli che aveva sparsi sulla scrivania.
“K-kevin McHale, signora.”si presentò, tremante. Lei gli fece segno di sedersi sulla sedia davanti a lei e lui gli porse il curriculum.
“Credi che una come me abbia bisogno di un curriculum per capire se una persona è giusta per lavorare con me?” domandò, guardandolo dritto negli occhi. “Voglio sapere chi sto per assumere, non cosa sai fare.”
Glory era fatta così. Ti abbatteva con i suoi modi freddi, ti mostrava quando fosse intelligente e superiore.
Veniva considerata un genio anche per questo.
“Non so cosa dovrei dirle, signora.”disse Kevin schietto. Lei sospirò.
“Signorina.”corresse poi. “Perché vuoi lavorare per me?”
“E il miglior giornale di moda di New York. Fare il giornalista qui… sarebbe un sogno.”
“Sei gay, vero?”domandò all’improvviso. Kevin annuì, ma non capì proprio cosa centrasse. Glory soffocò una risatina leggera. “L’avevo intuito da come scrivi. Una sensibilità… encomiabile.” completò poi. Afferrò un foglio e si mise a leggerlo con attenzione. Poi tornò a guardarlo.
“Meglio per te che tu non sia leccapiedi come mi sembri, zuccherino. E spero anche che tu scriva bene, perché cominci domani. Tu non lo sai, ma ho già letto qualcosa su di te. E sei bravo, devo dirlo. Per questo voglio affidarti qualcosa per me veramente importante.”
“Davvero?”fece Kevin, quasi scoppiando di felicità.
“Da tempo dicono che il mio giornale è troppo superficiale. Ho deciso di integrare una rubrica più… vicina alla gente, per quanto sia inusuale. E viste le tue competenze, l’assegnerò a te. Fa un buon lavoro o ti sbatto fuori.”
Kevin non poteva crederci. Sentì un ondata d’adrenalina attraversarlo completamente.
“I-io… non so come ringraziarla… non la deluderò e…”cominciò, non riuscendo a contenere tutta la felicità.
“E… questo ufficio non è un albergo. Esci fuori.”ordinò la donna, severa. Ma, inaspettatamente, mentre il ragazzo usciva, le scappò un minuscolo sorrisetto, che si affrettò a sopprimere, perché Glory Adams non mostrava mai le sue emozioni.
E Kevin quel giorno tornò a casa, non potendo sopprimere il suo, di sorriso.
E ne aveva ben ragione.
Dopotutto era partito da Plano, Texas, in quel giornale di provincia, e ora era a New York, assunto nel giornale di moda più importante di tutti.
Ce l’aveva fatta.
 
 
“Io così non lavoro!”
Kevin alzò gli occhi al cielo. Glory stava cercando di parlargli della sua rubrica, o sarebbe meglio dire che si stava lamentando, come faceva per ogni singola cosa, e l’ennesimo modello era entrato lamentandosi.
Non che Chris fosse antipatico, ma era incontentabile.
“Senti tesoro… è la quinta volta questa settimana, non puoi farmi questo ancora! Qualsiasi capriccio tu abbia stavolta parlane con il tuo assistente, non voglio discutere con te!”esclamò la Adams, con le mani tra i capelli. Si fa per dire, non si sarebbe mai rovinata l’impeccabile look. Quella scena si ripeteva almeno dieci volte alla settimana, ma nove volte su dieci il protagonista era Chris.
“Ma…”provò a contestare l’altro. Poi ci ripensò e incrociò le braccia, perché nessuno contestava Glory senza pagare delle conseguenze. “Sapessi dov’è! E per questo che sono arrabbiato!”
Chris Colfer era uno dei modelli più amati di tutta Emme USA. Era una persona amabile, quando lo conoscevi bene. E Darren era il suo assistente.
Quando Kevin vide per la prima volta Darren, vide un ragazzo sempre attaccato a un telefono che si preoccupava costantemente che Chris stesse bene. Lo prese per pazzo e leggermente fissato.
Alla fine aveva capito che aveva ragione. Darren era pazzo, con tutte le fissazioni che aveva, ma anche dolce, gentile e con una pazienza infinita.
E bisognava essere davvero molto pazienti per essere gli assistenti di Chris.
“Chris!”urlò proprio Darren, entrando di corsa nella stanza. “Sono qui, Grant mi stava parlando e…”
“Grant? Grant? Sul serio, Darren? Ora stai sempre con Grant?” chiese Colfer, fulminandolo con lo sguardo. E il moro capì che aveva fatto un errore a nominarlo.
Lo sapevano tutti della rivalità che c’era fra Grant e Chris, dopotutto. Ma si poteva capire, no?
Erano i modelli più belli della rivista e facevano gara per primeggiare. Era uno scontro tra titani, come dicevano in molti. D’aspetto, non si poteva proprio dire chi fosse il migliore. Erano due tipi di bellezza completamente diversi.
Se Chris aveva quell’aria dolce e indifesa, con quel viso perfetto e angelico, Grant era di una bellezza quasi ipnotica. Non potevi staccargli gli occhi di dosso.
“Vado a prendermi un caffè con Jenna e Amber, ci vediamo!”annunciò il castano offeso, uscendo e sbattendo la porta.
Kevin e Darren si guardarono perplessi, anche se dovevano essere abituati a quei comportamenti. In teoria.
“Allora? Che ci fate ancora qui? Avete preso il mio ufficio per la reception? Fuori!”ordinò Glory, indicando la porta. I due si affrettarono ad uscire e si fermarono alla macchinetta del caffè. E lì vennero raggiunti da Naya, una modella con cui Kevin aveva stretto amicizia, e Grant. Kevin conosceva Grant solo di vista e di fama, ma non ci aveva mai parlato sul serio. Cosa che gli dispiaceva non poco, in fondo.
“Darren, ci rivediamo… e tu devi essere Kevin, quello nuovo…”disse, sorridendo accattivante. Lui deglutì, perché era davvero un ragazzo affascinante. Fin troppo. Annuì lentamente, con un sorriso ebete stampato in faccia. “Sono lieto di fare finalmente la tua conoscenza, davvero. E vorrei sapere perché Darren non è con Chris a rispondergli al telefono al suo posto o a fargli da schiavetto come suo solito.”
“Non gli faccio da schiavetto.”precisò lui, abbassando lo sguardo, quasi afflitto. “Sono il suo assistente, è il mio lavoro.”
“Ti fai sempre mettere i piedi in testa da lui, svegliati!”esclamò, indignato. C’era molta… teatralità nel suo modo di fare. Quasi come se cercasse di stare al centro dell’attenzione.
“Andiamo, tu hai un servizio e io ne approfitto per flirtare con la guardarobiera, Heather”disse Naya, sorridendo e trascinandolo via. Lui la lasciò fare e si allontanò, non prima di aver ammiccato a Kevin.
“Naya è… lesbica? Non lo sapevo.”disse questi, cercando di risvegliarsi dallo stato di trance che aveva assunto con Grant. Che assumeva ogni volta, con Grant nei paraggi.
Effettivamente si accorgeva solo in quel momento che Grant gli faceva uno strano effetto.
“Già. Ora ti starai chiedendo: c’è qualcuno di normale in questo posto?”fece Darren, ridacchiando.
“Oh… no… in realtà pensavo ad altro!”
“Ovvero a Grant. Ho capito che ti piace molto.”
Kevin si sentì quasi sprofondare. Arrossì violentemente, ripetendosi che non avrebbe mai più dovuto assumere l’aria da sciocco davanti a Darren. Era fin troppo perspicace.




The writer is IN
Se ve lo state chiedendo, la risposta è sì, il titolo di questo spazio autrice viene proprio dal fumetto di Snoopy. (Il banco Psychiatric Help di Lucy). 
Ho pubblicato questa storia. L’ho pubblicata, non ci credo ancora.
E la storia a cui tengo di più, ed è anche la prima sul Glee Cast. Chi mi conosce mi conosce di certo per le mie recensioni sconclusionate e le OS deprimenti sui One Direction che solitamente finivano con un suicidio o quei fiumi di lacrime in cui puoi allegramente annegare senza problemi.
Ci tengo subito a dire che gli aggiornamenti non saranno irregolari, ma irregolarissimi. Non so ogni quanto tirerò fuori un nuovo capitolo e non so quando lo metterò. (Ovviamente se la storia non piace non ci sarà neanche un nuovo capitolo.)
And so… vi piace? Lasciatemi una recensione, ve ne prego.
(Se volete contattarmi su Twitter, sono @MaTellMeWhy. E ho una pagina autrice su Facebook.)
 
Anticipazione del prossimo capitolo:
“Dianna, aprimi!”urlò Kevin, bussando alla porta. Dovette aspettare dieci minuti buoni prima che la ragazza gli aprisse.
“Kev! Non pensavo tornassi così presto…”esclamò, sorridendo. Un sorriso tirato, come se stesse nascondendo qualcosa.
“E la solita ora. Cosa stavi facendo?”domandò lui, entrando nell’appartamento.
“Una doccia.”rispose, vaga. Era nervosa, si capiva.
“Con chi?”
 
 -Lu

 
  
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