Film > Thor
Ricorda la storia  |      
Autore: Mendori    01/10/2012    6 recensioni
Loki incontra Loki.
(Crossover Thor movie!verse/Journey into Mystery)
Genere: Generale, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 




Era poco più che un ragazzino, e non ti assomigliava.
Solo il suo sguardo verde aveva qualcosa in comune con la tua immagine riflessa nello specchio, ma gli occhi sono solo occhi, non più rivelatori dell'anima di quanto possa essere un naso o una bocca.
Ti fece visita la prima notte che passavi come re, camminando a passi misurati e silenziosi verso il trono dove sedevi insonne.
Nella penombra della sala annunciò con solennità, aprendo le braccia in un gesto plateale:
«Salute! Sono il Loki di un'altra dimensione e sono qui per offrirti il mio saggio consiglio».
Le lunghe ciglia da bambino tremarono su occhi sognanti, mentre con ostentata boria ti ammoniva: «Non giudicarmi in base agli anni che mi conti in viso, poiché la mia storia è più lunga, più contorta e più grandiosa della tua».
Avresti risposto con parole e lame avvelenate a quel ridicolo affronto, ma prima che potessi replicare la gazza ladra appollaiata sulla sua spalla gonfiò le piume, gracchiando un verso impaziente.
Il ragazzino abbandonò ogni teatralità, e si corresse: «La nostra storia, sì, Ikol. La nostra ridicolmente complicata e angst storia. Cavolo, mi sarebbe piaciuto anche esordire con “sono il fantasma del Natale Futuro”, ma non avrebbe colto la citazione Midgardiana...» mormorò all'uccello, il pugno pensosamente poggiato sotto il mento.
«Quello che conta,» si riscosse, tornando a rivolgersi a te, questa volta con piglio schietto e deciso «è che io conosco la tua di storia - non chiedermi come, le mie vie sono infinite! So come va a finire, e se sono qui intuirai da solo che la risposta non è “tutti felici e contenti”. Specialmente per te».
Loki, nel profondo del tuo animo qualcosa rispose con riverbero a quel presagio di sventura, come la corda d'uno strumento che inizia a vibrare per simpatia.
Subito ripudiasti quel pensiero: c'erano stati dei risvolti imprevisti nel tuo piano, certo, ma eri nel pieno controllo della situazione... e tuttavia con cautela, dall'alto del tuo trono neo-guadagnato, ti sporgesti verso il ragazzino, osservandolo meglio. Nella sua casacca verde e oro ti parve davvero esile, insignificante. Una V dorata gli illuminava la fronte forse in un'insulsa parodia del tuo elmo.
Prima di rispondere, ti concedesti un momento per riconsiderare l'intera situazione -l'improvvisa apparizione, l'assurda pretesa di essere un altro te stesso e di conoscere il futuro- e ti parve tutto troppo... ridicolo per non essere vero. Se qualcuno avesse voluto davvero manipolare le tue azioni avrebbe scelto come minimo una figura più anziana, più autorevole, e non uno sbarbatello accompagnato da un uccello dal nome ambiguo. E appunto: Ikol, la nostra storia, seriamente? Cosa avrebbe dovuto significare? Le grandi bugie riempiono ogni buco, danno senso a tutto: peccano di perfezione.
Ti sorprendesti a pronunciare, la bocca segnata da un sorriso tagliente, ma nervoso: «Non posso dire di crederti, ma parla; dimostrami che davvero un moccioso e il suo animale domestico conoscono le pieghe del futuro meglio di me».
L'altro Loki parve per un attimo spiazzato dalla facilità con cui avevi accettato di ascoltarlo, e sorrise con indulgenza al tuo tono derisorio.
«Non ho nessuna prova di quello che dico,» sollevò i palmi in un gesto indifferente «e sono una creatura d'inganni, come te, ma su questo credimi: fermati,» ti avvertì, facendosi severo, «o perderai tutto ciò che hai».
«Questa strada non ti porterà ad essere apprezzato, da nessuno,» elaborò con crescente partecipazione, «sarai odiato da chi già ti disapprova, e biasimato da chi ti ama, e non perché fallirai -e lo farai- ma perché andrebbe così anche se avessi successo».
«Come osi...!» indignato e furioso, ti alzasti, scendendo rapidamente gli scalini del trono fino a sovrastare il ragazzino solo con la tua altezza.
Il tuo volto si era irrigidito in qualcosa che non gli piacque, perché aggiunse con disapprovazione, sembrando deluso:
«Volevo dirti solo questo. Senza sacrificare niente non credo di poter cambiare qualcosa che è scritto sia così,» distolse lo sguardo «ma mi andava di provarci lo stesso».
La gazza spiccò il volo in quell'istante sfrecciando accanto al tuo orecchio e, colto di sorpresa, ti voltasti per seguirne la traiettoria: la guardasti raggiungere la cima della monolitica spalliera del trono e lì posarsi in un frullio di ali.
Nella penombra, non potevi distinguerla se non per il bianco brillante delle sue piume, ciononostante avesti la netta sensazione che ti stesse fissando intensamente.
«Adesso andiamocene, Ikol,» la chiamò il ragazzino, che aveva approfittato della distrazione per indietreggiare cautamente, guadagnando il centro della sala «o Leah mi ucciderà».
L'uccello indugiò.
«Ikol!»
Prima di aprire le ali e seguire il suo padrone, con voce metà umana e metà animale, la gazza pronunciò sprezzante:
«Un altro cieco prigioniero del destino. Che viaggio inutile. Addio».









.::::::.

Questa storia fa incontrare il Loki del movie!verse con quello dell'attuale comic!verse, e nasce per colpa di quell'uomo orribile di Kieron Gillen, sceneggiatore di Journey Into Mystery, il fumetto Marvel di cui -per l'appunto- è attuale protagonista una giovanissima reincarnazione di Loki.
Un giorno, in risposta a una domanda su cosa volesse fare Loki da grande, sul suo Tumblr comparve QUESTO - cosa che mi divertì immensamente perché coerente con il personaggio: Kid Loki possiede infatti uno Stark Phone ed è affascinato da internet e dalla cultura Midgardiana, e insomma, ho dovuto scrivere questa sciocchezza. :)

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Thor / Vai alla pagina dell'autore: Mendori