Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: fragolelimoni    01/10/2012    9 recensioni
Mar è una ragazza indipendente, intelligente e determinata. Mar è cinica, non crede in nulla, neanche nell'amore. Richiami disciplinari, sospensioni e brutti voti fanno parte del suo passato, perché adesso vuole ottenere a tutti costi una borsa di studio universitaria. L'arte è la sua vocazione.
Quando poi John River entra nella sua vita, silenziosamente, scatena una tempesta. Quando John River entra nella sua vita, Mar smette di pensare razionalmente, di invecchiare, di morire. È questo che fa il primo amore: ti fa credere di essere invincibile, immortale.
Chi è John River? Lui è droga, divertimento, sesso, rock 'n' roll. È uno che preferisce bruciare in fretta, che spegnersi lentamente. È uno di cui faresti meglio a non innamorarti.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




 

Capitolo uno - essere al mondo

So what we get drunk
So what we smoke weed
We’re just having fun
We don’t care who sees
So what we go out
Just how it’s supposed to be
Living young and wild and free

————                                                                                                                               
 
«Mar!»
«Dimmi, mamma»
«Papà dice che non sa neanche se sei al mondo! »
«Eh... »
«Ci sei al mondo? »
 
Ero rimasta tutto il pomeriggio sdraiata sul mio letto a pensare. La pioggia batteva sulle finestre della mia mansarda, quella domenica di febbraio, e il cielo era di un grigiore deprimente.
Cercavo di farmi venire un'idea, un'ispirazione. Ripensavo a quello che, una settimana prima, mi aveva detto la mia professoressa di arte, la Sage.
 
Le avevo mostrato una bozza che avevo fatto per un concorso con in palio una borsa di studio.
"Davvero, Phoenix? Questo è il meglio che sei riuscita a fare? Molto al di sotto delle tue possibilità. Con questo riusciresti a entrare solo nell'università pubblica, altro che la New York University"
Non riuscii a sostenere lo sguardo di quei severi occhi grigi. Mi capitava raramente, di non sostenere gli sguardi. La Sage comprese il mio sconfortò e mi parlò più dolcemente.
"Il tema libero è sempre più difficile, perché serve tanta fantasia. Ti rivelo un trucco. Per liberare l'immaginazione, ti serve qualcuno che sia la tua ispirazione." la guardai interrogativa. " Trovati un ragazzo. Ma non uno a caso. Uno che ti faccia fare esperienze nuove, sconvolgenti. Nei limiti della legge, possibilmente"
La guardai come se fosse impazzita. “Ho diciotto anni, non quattordici, prof.  Io faccio sesso come chiunque in questa classe se è questo che intende”, dissi acida. Non avevo problemi a dire agli insegnanti quello che pensavo.
"Trova quello giusto e vedrai”, disse seria. Forse l’avevo fatta innervosire, ma non m’importava.
 La campanella suonò ed io andai alla lezione successiva confusa e irritata. 

  ***
 
 
Mi alzai dal letto quando erano ormai le undici di sera, per andare a lavoro. Lavoravo in un bar notturno, il Viper. 
Il Viper andava molto di moda in quel periodo fra i giovani, per via delle band emergenti che ogni giorno vi suonavano musica alternativa, ma nel complesso era frequentato più che altro da alcolizzati abituali od occasionali. Loro erano gli unici ad essere già seduti al bancone alle undici, quando il locale era vuoto e la band non era ancora arrivata.
Mentre preparavo i soliti drink, pensavo alle parole della mia insegnante, e cercavo fra i clienti qualcuno che potesse essere la mia ispirazione. Era da una settimana che iniziavo insulse conversazioni con ragazzi scelti a caso, e fino ad allora mi avevano deluso tutti. O loro erano tutti uguali, o io ero troppo cinica. Probabilmente entrambe le cose erano vere.
L'unico che poteva fare al caso mio era lo zio Jack, un signore di sessant'anni, un mio amico, e il mio confidente durante le sere di lavoro. Era un poeta, o almeno così diceva, ma nessun editore voleva ingaggiarlo.
«Quando sarò morto», ripeteva «i miei libri varranno oro!».
Nonostante fosse un vecchio pazzo, io gli volevo un gran bene, e lo ritenevo un uomo saggio.
Ma no, lui non era quello giusto.
«Cazzate!», commentai, mentre lui, ingurgitando lo scotch, ascoltava con pazienza il mio racconto della conversazione con la prof.
Zio Jack appoggiò il bicchiere vuoto sul bancone. «Di ragazzi te ne porti a casa un sacco già normalmente, che te ne frega?». Non ero una ragazza facile, erano i ragazzi ad essere facili. 
«I ragazzi che mi porto a casa io sono noiosi e stupidi...»
«Una cosa è certa: deve essere un poeta. Alle donne piacciono i poeti io ne so qualcosa...», ridacchiò compiaciuto fra sé e si riempì un altro bicchiere di scotch.
Ma dovevo dargli ragione. Chi poteva ispirarmi più di un poeta con una storia tormentata? «I poeti di oggi si chiamano musicisti, caro zio Jack.»
« Ti presento io un ragazzo.», se ne uscì. « Abbiamo bevuto insieme tante volte e ho capito che anche lui è un poeta. Fra noi, bambina mia, ci riconosciamo subito!»
«Mi fido di te, allora»
 
A mezzanotte, quando la band iniziò a suonare, il Viper si riempì, e non ebbi più tempo per parlare con zio Jack. Quella sera c'erano i The Black Sheep, una band che mi piaceva molto, dallo stile che si avvicinava molto al Grunge, anche se un po' più leggero. I ragazzi che li venivano a vedere, ovviamente, si ubriacarono in poche ore, e a me e alla mia collega Jess toccava annacquare i drink, come voleva il nostro capo. Jess aveva diciotto anni come me, ma era un’oca di dimensioni stratosferiche. Lei era una ragazza facile. Unico motivo perché era stata assunta al Viper, dato che non sapeva fare niente.
Verso le quattro morivo di sonno e la gente iniziava ad andare a casa: di Domenica la notte è breve.
Avevo la testa appoggiata sul bancone e gli occhi chiusi, quando sentii qualcuno chiamarmi.
“Scusa, sei tu Mara?”
Mi tirai su debolmente, gli occhi ridotti a fessure. “Mi chiamo Mar, come il Mare, ma senza e”.
“Jack mi ha detto che mi paghi se ti faccio da modello”, disse. Cercai di mettere a fuoco il ragazzo. Aveva i capelli scuri, gli occhi scuri, i vestiti scuri. Sbattei le palpebre un altro po’. Aveva dei bei tratti nel viso e una seducente curva delle labbra. Notai subito le labbra. Era alto, e sul braccio destro aveva molti tatuaggi, dal polso alla spalla. Poi vidi che portava i capelli spettinati e i vestiti scombinati. Ed era il bassista dei The Black Sheep.
“Mi chiamo Johnny”, aggiunse scocciato, visto che lo fissavo senza dare altri segni vitali.
“Scrivi tu le canzoni?”, chiesi. “I testi, intendo, oltre alla musica”
“Si.”, disse seccamente, scrutandomi. Poi sorrise “Ti vedo sempre canticchiare le mie canzoni”.
Sorrisi anche io, e chissà come sembravo stupida, con quella faccia assonnata. Decisi che con lui avrei fatto un tentativo per due motivi: primo, me lo aveva raccomandato Jack, e, secondo, era carino. “Facciamo che domani pomeriggio ci vediamo al parco e ne parliamo con calma”.
 






______________________

*tattaaaattataa* *sigla*

Non voglio scrivere una storia pesante da leggere, ma neanche una storia stupida e insignificante.
Spero che con questa cagata scritta nelle notti insonni d'estate io riesca a divertirvi e allo stesso tempo farvi appassionare alla storia.
Vorrei dirvi che non mi interessa avere tante recensioni, ma non è vero. Ne voglio tante, non mi interessa se buone o cattive. Mi basta sapere quello che pensano le persone che leggono questa storia. 
Vi ringrazio anche solo per essere arrivati in fondo al capitolo, grazie a tutti :)
Se lo volete, il prossimo arriva presto!



F&L

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: fragolelimoni