La sua andatura era delicata.

Sembrava danzasse sulle note di una qualche immaginaria e dolce melodia  mentre sfiorava con i piedi scalzi le assi di legno del pavimento e lentamente ,con fare da ragazzina,portava le mani tra i capelli e sfilava il fiocco blu facendo svolgere accuratamente la seta tra le dita sottili e bianche come il marmo.

Si muoveva disinvolta in quella stanza ,ma ogni suo passo lasciava trapelare quell’eleganza raffinata che le era propria, poi ,senza un filo di malizia ,sbottonava leggermente la camicetta bianca,prendeva nuovamente come a volteggiare ricamando temi floreali in aria ,sbatteva le lunghe ciglia,e finalmente si lasciava cadere tra le lenzuola fredde.
 

Lui amava il modo in cui le si faceva accanto,amava il modo in cui quegli occhi lo seducevano ogni volta come fosse stata la prima.

Era un amore puro,così semplice da sembrare immateriale.

A volte gli pareva di poterlo toccare:quando faceva passare le sue mani tra i boccoli dorati della ragazza,quando le accarezzava il viso da bambina,quando assaporava il dolce gusto dei loro baci.

Ma ogni volta quello gli sfuggiva.

Cercava di catturarlo ad ogni sguardo,ma ad ogni sguardo era lui ad esserne imprigionato.
Si apriva in un sorriso e allargava le braccia incitandolo a raggiungerla e lui non desiderava altri che lei,non desiderava altre braccia che le sue,voleva quel sorriso più di ogni altra cosa al mondo.

Ne era assuefatto sempre di più,e il modo in cui ciò avveniva era di una naturalezza disarmante per George. Avrebbe voluto cristallizzare quelle immagini e portarle con sé ovunque andasse,non doverla lasciare mai,non adesso.
 

“Mi  ami?”  sollevava il busto dal materasso e continuava a fissare un punto da qualche parte,oltre i vetri della finestra,mentre una pioggerella estiva li bagnava e i raggi del sole le lambivano i fianchi morbidi,illuminando la pelle opaca e facendo risaltare l’oro dei riccioli.

Lui era ancora lì,immobile,ad osservarla,a lasciarsi sedurre da tanta naturalezza.

Poi senza aspettarsi risposta continuava “mi amerai...ogni giorno di più?”.

Allora George si spostava verso il letto,si chinava su di lei e socchiudendo le palpebre posava le sue labbra sfiorandole la fronte,poi scivolava lungo il naso,esaminandone il profilo,poi le labbra,il collo e ancora i seni,il ventre.

Lei chiudeva gli occhi e si abbandonava al semplice gesto di risposta.
Sapeva che lui la voleva.

Aveva qualcosa.
Qualcosa di lei lo teneva legato a quella donna.

Lui l’amava.
Ciò che il futuro avrebbe avuto in serbo per loro non poteva immaginare,non sapeva darsi una risposta.
Ma ora,per ora,aveva bisogno di lei.



I_Me_Mine:

Me ne stavo ad ascoltare Something sfogliando il libro di storia perchè ,purtroppo,dovevo trovare la volontà di studiare quelle maledette 60 pagine assegnatemi; in questa mia ricerca spasmodica l'unica cosa che ho trovato è stata l'ispirazione per una storiella!
L'ho scritta così,di getto,anche se in realtà questa canzone mi aveva suggerito cose già in precedenza,ma fino ad ora non avevo ancora raccolto la sua chiamata !
E' diversa dalle song-fic che ho scritto fino ad ora,è un genere diferente anche se penso si senta l'influsso del mio -stile un pò incalzante- (vedi vecchia citazione professoressa delle scuole medie)perciò ho scelto di pubblicarla a parte!

Ma basta chiacchiere inutili!
Come sempre mi scuso per eventuali errori e spero coloro che leggeranno apprezzeranno e magari,mi rendereste felice,lasceranno il proprio parere <3