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Autore: irytvb    01/10/2012    2 recensioni
è già stato tutto deciso.
Si sarebbero incontrati esattamente in quel punto,
sulla scalinata,
e si sarebbero salvati a vicenda.
Era destino.
Una catena di eventi che si succedeva in perfetto ordine,
come calcolato al secondo.
Peccato che, questa volta, i conti sono stati
sbagliati.
Una decisione.
Soltanto una,
e la loro vita è cambiata per sempre.
Kurt Hummel ha preso la sua decisione.
Non ha accettato la sfida di Puck, e questo ha cambiato tutto.
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"Si disperano, perchè in questi anni non hanno trovato un modo per uscire; per smettere di vagare. Non hanno un obbiettivo, non hanno-non hanno niente."
"Cosa ti rende diverso da loro?"
"Niente, assolutamente niente. E tutto." Rispose Blaine, la voce improvvisamente carezzevole, quasi sognante.
"Ho trovato il mio obbiettivo, la mia ragione."
Kurt sentì la gola seccarsi sotto lo sguardo che Blaine gli stava rivolgendo, e improvvisamente un fremito di paura gli scosse le membra.
"Qual'è?" Chiese, anche se già sapeva.
"Tu."
Una mano fredda gli sfiorò delicatamente uno zigomo- Kurt non sentiva calore in quella carezza, nè pelle esistente. Era come se una brezza freddda soffiasse sulla sua guancia: la percepiva, ma non la sentiva propriamente.-
ghost!blaine
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I haven't met you yet.

2. Just a little dream of me.

 

Si parla tanto del bello che è nella certezza;

sembra che si ignori la bellezza più sottile che è nel dubbio.

Credere è molto monotono, il dubbio è profondamente appassionante.

Stare all'erta, ecco la vita;

essere cullato nella tranquillità, ecco la morte.

 

Oscar Wilde

Kurt voleva gridare.

Voleva urlare a pieni polmoni tutto l'orrore che sentiva, e allo stesso tempo voleva sopprime quei ricordi, reprimerli in un angolo della sua mente, per non pensarci, per non comprendere l'immensità della sua paura.

Ma, era ancora immobile, con lo sguardo rivolto verso l'immagine, le dita strette tra loro.

Poteva essere possibile? Poteva aver davvero visto ciò che credeva? Poteva- No.

Ovviamente no.

Un gioco della luce, un miraggio per la stanchezza, la realizzazione del suo subconscio della foto prima di partorire l'allucinazione- probabilmente un modo per fargli capire quanto davvero si sentiva insicuro in quel momento, una proiezione della paura che lo perseguiva dall'inizio dell'anno...-

Eppure, Kurt non ci credeva.

Sapeva cosa aveva visto. E ne era sicuro, nonostante tutto -la ragione per prima- gli urlasse di essere in errore.

Chiuse gli occhi, nella speranza di cancellare da sotto le palpebre l'orribile immagine che l'aveva sconvolto.

Poi, prese la borsa messenger, e con le ginocchia ancora deboli uscì dall'aula.

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Piangere, afferrare un coltello e porre fine alle proprie sofferenze, uralre ed essere ascoltato... Gli era proibito.

Era soltanto un altro oggetto della scuola, capace di udire e di spaventarsi dei corpi morti che si ostinavano a rimanere in quella parvenza di vita, corpi che- come il suo- si rifiutavano di andarsene.

Ce n'erano tanti, troppi, e nonostante avesse provato a chidere loro aiuto, nessuno di loro si era fermato ad ascoltarlo.

Lo ignoravano, e camminavano per i corridoi della scuola, senza mai fermarsi, senza mai rannicchiarsi in un angolo e provare disperatamente a piangere senza nemmeno riuscirci.

Uscivano solo singhiozzi secchi, che non gli facevano male.

Niente gli faceva male.

Poteva passare attraverso i muri- cosa che non avrebbe mai più fatto.

Per quanto fosse utile, Blaine odiava quella capacità, che sembrava ricordargli il suo non essere più umano.-

Voleva aiuto.

Aveva provato a comunicare con Wes e David, ma non riusciva.

Aveva provato a scrivere un messaggio a Jeff, ma non riusciva a prendere in mano una penna.

Aveva scritto nello specchio dei bagni comuni, (con l'aiuto della condensa dell'acqua calda delle docce) il suo appello d'aiuto, ma quando Nick era uscito dalla cabina di vetro si era solamente spaventato, per poi arrabbiarsi con chiunque avesse fatto 'quello scherzo di cattivo gusto.'

E poi l'aveva sentito, nella sala degli Warbler.

Una voce deliziosa, che sapeva di paura e tristezza, due emozioni che Blaine stava vivendo appieno in quel momento.

Scivolò nella stanza, e, rimase senza fiato.

C'era il ragazzo nuovo, quello di cui stavano parlando tutti. Kurt Hummel.

Ne aveva sentito parlare mentre camminava qua e là senza una meta, ma nessuno che avesse sentito aveva mai accennato a quanto fosse bello.

Gli occhi erano liquidi dalle lacrime che stava trattenendo, mentre le guance erano arrossate dallo sforzo, ed il suo pomo d'adamo tremava, appena visibile, sotto il collo pallido.

I capelli , perfettamente pettinati erano allontanati dalla fronte, e le lunghe ciglia gettavano un ombra sulle sue guance.

Per un lungo momento pensò che quello era l'angelo che stava aspettando da giorni, quello che l'avrebbe portato via.

Non importava se all'inferno o nel paradiso, ormai.

L'importante era andarsene.

Poi, però, si accorse che era impossibile. Lo vedeva sul viso dell'altro ragazzo, il modo smarrito in cui si guardava intorno, le labbra piene morse dall'incisivo- Era soltanto un'altra persona che si era persa. Proprio come lui.-

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Kurt dormiva.

Le labbra erano socchiuse ed il respiro calmo e regolare, come se stesse facendo un bel sogno.

Le ciglia erano lunghe, e gettavano un ombra scura sulle guance, a causa della luce delle luna che s'infilava nella stanza dalla finestra.

Tutto era silenzioso e stranamente giusto -il ragazzo che dormiva, la luce della luna nella camera, l'aria di quiete...- eppure, c'era qualcosa che turbava la scena.

Era lui, Blaine, l'elemente fuori posto, l'intruso nella sua stessa camera.

Si sentì stranamente in torto, guardando dormire Kurt, ammirando il modo posato con il quale dormiva, sentendosi confuso dalle emozioni che quel viso gli faceva provare -almeno provava altre emozioni oltre la rabbia e la paura.-

Poi, sotto i suoi occhi, la scena cambiò.

Le sopracciglia perfettamente disegnate e rilassate si incresparono, gli occhi da socchiusi si fecero serrati, le labbra non erano più socchiuse ma strette fino a formare una linea dura.

Persino la luce della luna sembrava più scura.

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Karofsky correva, correva per i lunghi corridoi fatiscenti della scuola, e diminuiva la distanza che si era creata tra loro.

Le costole sembravano improvvisamente ristrette attorno ai suoi polmoni, eppure Kurt non rallentò.

I piedi pestavano le mattonelle con forza ed il cuore, ogni due passi, mancava un battito al pensiero: 'cosa succede se mi prende?'

Kaorfsky era dietro di lui.

Sentiva il suo respiro sulla schiena, la paura che gli faceva tremare le gambe in modo così incontrollabile da farlo crollare per terra, sul pavimento sporco degli spogliatoi.

Quando erano entrati lì dentro, comunque?

"Hai raccontato a tutti il mio segreto." Disse Karofsky, trattenendo Kurt con una grossa mano sulla spalla. "Ricordi cosa ti avevo detto? Che cosa avrei fatto se tu l'avessi detto a qualcuno?"

"Ho mantenuto la promessa! Nessuno sa niente, lo giuro! "

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Blaine non aveva idea di cosa fare.

E, volendo essere sinceri, anche quando era in vita queste occasioni l'avevano gettato nel panico più assoluto.

Ma, in quel momento era peggio, per colpa di quei due sentimenti che lo stavano dilaniando: il senso di impotenza, (non poteva svegliare Kurt dall'incubo. Non poteva toccarlo!)

E quella sensazione improvvisa di possessività, il volere essere lì, davanti a Kurt e difenderlo da qualunque cosa stesse succendendo nella sua testa.

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"Ed io come faccio ad esserne sicuro? C'è solo un modo perchè il mio segreto rimanga tale. Mi dispiace, ma non c'è alternativa." Disse Dave, e sembrava davvero dispiaciuto, mentre tirava fuori una pistola dalla giacca letterman e gliela puntava alla tempia.

Il metallo freddo della canna era premuto sulla sua testa, ma stranamente, invece di esserne spaventato Kurt si ritrovò sollevato.

Stava per morire, eppure ne era quasi... felice.

Certo, gli dispiaceva non poter più vedere suo padre e Mercedes, ma infondo sarebbero stati meglio, senza di lui.

E, proprio quel pensiero gli restituì appieno ogni sua paura.

Possibile che non avesse nemmeno una sola ragione per lottare?

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Le lenzuola del letto erano ingarbugliate tra le gambe di Kurt, e il copriletto era stato gettato sul pavimento da un calcio più forte rispetto agli altri.

Si rigirava nel groviglio delle lenzuola, completamente prigioniero del suo subconscio.

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In quel momento, con un gran tonfo la porta degli spogliatoi si aprì, e un ragazzo entrò di corsa nella stanza.

I suoi capelli, un tempo tirati indietro con del gel erano un pasticcio, forse per la corsa, ed i suoi occhi scuri, gentili, erano sconvolti dal terrore.

"Metti giù la pistola." Ingiunse a Karofsky.

"E perchè dovrei?" Chiese l'atleta, guardandolo come se fosse matto. "io sono armato."

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Se Blaine fosse stato ancora vivo, se avesse potuto ancora respirare avrebbe fatto qualunque cosa per svegliarlo, per stringerlo tra le braccia e dirgli che andava tutto bene, che era solo un incubo.

Ma, come poteva?

Intrappolate tra le ciglia di Kurt, scivolando sulla guancia pallida c'erano le sue lacrime.

Stava piangendo, e nonostante fosse impossibile Blaine si sentì ancora più in colpa.

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"Perchè," rispose il ragazzo che Kurt non conosceva, "Anche io ho una pistola. " E, detto questo, tirò fuori, da chissà dove, una rivoltella.

Kurt lo guardò, confuso: "Perchè stai cercando di salvarmi?" chiese.

"Perchè la canzone che stavi cantando oggi pomeriggio era davvero bella." Rispose, e Kurt lo riconobbe.

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Quando si svegliò, mandido di sudore e con le lenzuola aggrovigliate in modo fastidioso sulle gambe, non pensò al sogno.

Non pensò a suo padre, o alla sua famiglia o al glee.

Il suo primo pensiero, ad onor del vero, fu qualcosa di più simile ad un 'Oh, cazzo'

Due occhi color miele lo guardavano con un intensità spaventosa.

................. to be continued

^il mio angoletto^

.... Ok, vi devo delle scuse.

Ma che dico scuse! centinaia di migliaia di scuse, di preghiere in ginocchio nella speranza di un perdono.

.... e magari di una piccola recenzione? xD

Cooomunque, un paio di note a mia discolpa: il mio PC si è fuso.

Nel senso che si è rotto ed a cancellato tutto.

Le mie storie, tutti i capitoli che avevo scritto di questa ff.... è stato un disastro, ed è stato difficile il triplo riscrivere questo capitolo, ma prometto che d'ora in poi cercherò di essere il più puntuale possibile.

Se siete ancora interessate, che ne dite di un appuntamento il prossimo lunedì?

p.s. cosa ne pensate del capitolo? cosa vi aspettate per il prossimo? ditemi tutto!!!

1 baci8

iry

 
  
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