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Autore: Jane Ale    01/10/2012    2 recensioni
[Prima storia della serie "Il ciclo di Caterina", ma può essere letta indipendentemente dalle altre storie.]
Caterina e Alessandro sono migliori amici, eppure non riescono ad andare d'accordo per più di qualche minuto. Ma poi Caterina capisce di essere innamorata di Alessandro e tutto si complica. Perché lui è stronzo, ma non ne è consapevole; lei, invece, è isterica, ma non sa come smettere.
Il solito vecchio cliché? Probabilmente (no).
Dalla storia:
-L'avevo capito. Di piacerti, intendo.-
Annuii. -Era piuttosto evidente.-
Si passò le mani sul viso, poi mi fissò di nuovo. -Cate, io mi sento molto attratto da te, non posso negarlo..-
A quelle parole avvampai, ma cercai di restare distaccata. -Ma?- gli chiesi.
-Ma al tempo stesso non riesco a provare quei sentimenti che vorrei. Ti voglio un mondo di bene, ma..-
Ma non sei innamorato di me, conlusi per lui nella mia mente.
Raccolsi tutto il coraggio che avevo e sorrisi. -Non preoccuparti, Ale, non importa. Non è successo niente.-
-Cate, ascoltami.-
-No, va bene così, nessuno si è fatto male.- Sorrisi ancora.
-Tu sì.- disse con semplicità. Ed era vero, io mi ero fatta molto male, più di quello che credevo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo di Caterina'
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Prologo - Frammenti
Prologo
O più comunemente, dove tutto ebbe inizio






Se mi avessero chiesto di descrivere il mio sentimento per te, avrei detto che fosse amore.
Questo se me lo avessero domandato tempo fa, quando ancora il nostro rapporto poteva essere definito amicizia e le nostre conversazioni non terminavano con porte sbattute violentemente, telefonate terminate senza saluto e libri scagliati per aria, anziché appoggiati su una libreria.
Non sapevo come e quando avessimo superato il limite, ma noi non eravamo più noi.
Nonostante ciò, non riuscivo ad immaginare la mia vita senza te e tu, stando alle tue parole, non sopportavi i pomeriggi solitari senza la mia compagnia, anche se si trattava semplicemente di una telefonata.
In quei mesi avevo cercato più volte di rivelarti i miei sentimenti, quando ancora potevano essere così definiti.
Poi, quella fatidica sera, oltre i monti del nostro paese, qualcosa era cambiato. Non so bene cosa, ma io non ero più stata la stessa: avevo cominciato a vedere la tua immagine ovunque, i miei sogni erano popolati da te, la tua voce mi rieccheggiava nelle orecchie anche ore dopo che mi avevi urlato contro.
Eri diventato la mia ossessione.
Non c'era una classificazione per il nostro rapporto. Io morivo senza te. Tu non ti esprimevi.
Eravamo cambiati insieme, senza neppure rendercene conto.

Solo adesso che sono qui, in un limbo senza definizione di tempo e spazio, mi rendo conto di non avere niente tra le mani.
Mille domande, nessuna soluzione e qualche ricordo.
Ma forse, per trovare le risposte, devo tornare indietro.
Fare un tuffo nel passato, un'ultima volta, prima di andare avanti. Questa volta per sempre.

Per adesso, però, mi limito a tornare ancora da te.
  
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