La solita calma prima della tempesta. L’agitazione
continuava a farsi sentire dal giorno prima.
Il suo arrivo era imminente ma per alcuni dei suoi amici
era
già troppo tardi.
Non voleva ancora crederci ma purtroppo il suo cuore gli
diceva, che non poteva fare più nulla per i suoi amici morti durante lo
scontro.
Volava con una velocità doppia rispetto alla norma ma,
nonostante ciò, gli sembrò di impiegare molto tempo a raggiungere il
luogo dove
i due Saiyan, Crilin e Gohan stavano aspettando il suo arrivo.
Una volta giunto, vide il Saiyan più muscoloso
sogghignare e
farsi avanti.
Goku lo guardò con aria di sfida.
“Papà, finalmente sei arrivato!” disse il piccolo Gohan
con
le lacrime agli occhi.
“Goku, ce ne hai messo del tempo per arrivare!”
farfugliò
Crilin pieno di entusiasmo e meraviglia.
“Beh, sì…sapete ho avuto qualche imprevisto. Ma ora sono
arrivato e spero di poter sistemare per le feste quei due” disse Goku
guardando
di sottecchi i due nuovi nemici.
Vegeta, sentite queste parole, sputò per terra.
“Ma fammi il piacere di stare zitto, Kaaroth!” abbaiò
Vegeta
a Goku.
Goku fece finta di non aver sentito. Era troppo
superiore a
lui per ribattere ad una simile provocazione.
“È meglio che voi adesso ve ne andiate via da qui…non
vorrei
che vi accadesse qualcosa” si preoccupò Goku, rivolto al figlio e
all’amico.
“Ma, ma, ma se avrai bisogno di noi?” chiese timidamente
il
bambino, udite le parole amorevoli del padre.
“Non ti preoccupare Gohan. Se morirò nello scontro ci
penserai tu a batterli, ne sono certo”.
“Quel moscerino lì dovrebbe batterci? Ma se non è
nemmeno
capace di stare in piedi!” disse Nappa indignato dalle parole di Goku.
Anche questa volta Goku non rispose. Non lo degnò
neppure di
uno sguardo.
Gohan ormai piangeva a dirotto e neppure le parole dolci
del
padre sapevano consolarlo.
Il bambino non voleva perdere di nuovo suo padre. Era
troppo
importante per lui.
Teneramente Goku si avvicinò al figlio e gli sussurrò
all’orecchio: “ Non avere paura, piccolo mio. Tornerò a casa sano e
salvo, te
lo prometto. Lo sai che non potrei darmi pace se non tentassi di
riportare la
pace sulla Terra. E cosa più importante lo devo fare soprattutto per
difendere
te e la mamma. Ti voglio bene e spero che tu capisca i miei motivi,
anche se
sei molto piccolo”.
A queste parole Gohan strinse ancora di più a sé il
padre,
che, inorgoglito dall’amore che il figlio provava per lui, sorrise
soddisfatto.
Lentamente il piccolo fu staccato dall’abbraccio dalle
possenti mani di Goku, che lo stava fissando negli occhi con evidente
commozione.
“Ma papà…io voglio rimanere qui con te!”
“No, non se ne parla più Gohan, te l’ ho già detto”.
Il bambino continuava a guardarlo con gli occhietti
lucidi
ma Goku era irremovibile.
“Andate, ora. Prima incominciamo meglio è”.
“Come desideri, Goku” disse Crilin prendendo Gohan per
il
braccio.
Il viso del bambino continuava ad essere rivolto verso
il
padre che non vedeva da così tanto tempo.
Pensare che poteva non rivederlo mai più creava dentro
di
lui un senso di angoscia e tristezza.
Obbedendo alle sue parole, seguì controvoglia Crilin
verso
la casa del Genio.