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Autore: Eriok    02/10/2012    1 recensioni
Sono i pensieri di Akito, sotto una pioggia incessante, sentendosi ferito da Sana, un litigio... Cammina sotto la pioggia, Akito, la musica nelle orecchie, perdendosi per le strade e nei propri pensieri... Mi è venuta così, all'improvviso, e volevo condividerla con tutti voi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Scorri con me

 

Piango, camminando. Gli occhi diretti avanti, sempre avanti, mentre calde lacrime cadono, mischiandosi all’acqua del cielo. Piango, o dolce anima mia, perché sono qui, sotto questo cielo, e piango.

Le mani nelle tasche non si scaldano, le sento fredde, rigide in quei pugni che non riesco a sciogliere.

Mi stringo nelle spalle, scacciando il dolore con un finto calore, la maglia bianca si tinge di grigio, la giacca è sferzata dal vento ghiacciato, e le mie gambe sempre avanti, un piede sempre dopo l’altro, e non riesco a fermarmi, sempre avanti e odio me, odio te, e vado avanti.

Mi guardo i piedi, custoditi da queste converse nere, alte, che mi ricordano te, mi ricordano i tuoi vestiti, la tua borsetta, i tuoi occhiali da sole, il bracciale in pelle d’estate.

Cammino e lascio dietro di me impronte di un essere che non sarò più.

Panta rei, tutto scorre, e la persona che compie un passo non è più quella del passo prima, sono un fiume che scorre in questo grigio, in questo cemento, scorro sullo sporco, portandomi dietro carta, sputi e lacrime. Scorro, baby, e porto dietro di me un ricordo di tutto ciò che attraverso. Oh, un biglietto di metro, è di quella ragazza che corre verso l’università, in ritardo. E faccio tesoro di questa cicca di sigaretta, quella mezza finita di quell’uomo anziano che scorre vuoto davanti a me, senza famiglia, vuoto nella sua monotonia.

Scorro, baby, assorbo tutto, e arrivato a te l’acqua cade. Sei griglia, sei rete, filtro e diga. Mi fermi, non capisco. Una melodia orecchiabile mi giunge alle orecchie, il petto dell’acqua batte, spinge, urla libertà. Ma posso pulsare? E poi mi accorgo che già son tuo.

Ero con te, baby, piango, e scorro, le lacrime che verso sono tutte nuove, password monouso che non ricorderò più, che apriranno un varco nel mio cuore sempre nuovo, il tuo volto, e sangue che cola, ricordi che vomitano petrolio di nero, e inchiostro.

Vivo raggomitolato a te, come un gatto nella sua cuccia, stringendosi a quel dorso di uomo che piange la moglie morta, sono come il piccione che si stringe in piazza con il vento che spira, forte e duro come un muro di smog, perso in questo cielo che azzurro più non è.

Scorro, baby, e mi libero, scendi, sparisci agli occhi miei e piango, non ci sei, sparisci. Non ci sei, piango e sparisci. Sei stata solo uno schizzo di una ruota sopra l’acqua, l’uomo che corre al pronto soccorso per il compagno che ama, gli occhiali storti sulla testa, sudato.

Scorro baby e tu non mi fermerai, perché io sono acqua, rivolo, torrente, fiume!

Scorro su questo cemento e tu non esisti più per me, non ci sei nella mente, nel cuore, e scorro baby, eccomi qui.

Il giorno in cui non scorrerò più troverò una persona forte quanto una diga. Perché io sono acqua che corre, tu cosa sei? Una bottiglia di plastica? Ti bucherò. Mi perderai sempre, io gocciolo, passo dappertutto, lo sai, lascia che ti mostri quanto sono fuggente per te, non mi prenderai, non mi raggiungerai. Io scorro.

Il cellulare trilla ma non lo sento, la musica mi assorda, i capelli attaccati alla fronte, sono bagnato sotto la pioggia che continua incessante, come me, a scorrere dal cielo.

Scorri e riempimi, scorri e tramontami, scorri e infonditi, scorri e prendimi. Le mie braccia sono scogli, i miei capelli alghe, le mie mani massi, il mio corpo acqua, e gli occhi tronchi.

Scorro baby, sono tuo, tu sei mia. Non scorro più, ti sento. Sei cemento contro acqua. Scorro sì, dentro te, sono flusso continuo, come il serpente che si morde la coda, e allora non più panta rei ma memento mori.

Prima o poi non scorrerò più, evaporerò verso il cielo oppure diventerò duro, non più libero, e sepolto sotto terra, magari con te, in entrambe le mie morti.

Scorri con me amore, stringimi in questo abbraccio di cemento e portami con te.

Scorro baby, e tu sei con me. Siamo pioggia nella pioggia, i tuoi occhi castani sono tronchi che galleggiano su me, i tuoi capelli sono fluenti alghe nel mio petto.

Scorri baby, sorridi con me, conoscimi, portami con te ovunque, non mi lasciare qui. Scorri baby, scorri baby, e non mi lasciare qui.

Mi stacco le cuffie e la tua voce mi riempie tutto.

Non scorro più, sto placido e calmo, con te. Non scorro, non prendo niente di tutto. Tu sei tutto il mio grigio, nero e bianco. Sei la mia potenza, furia e dolcezza. Non mi lascerai e tu non lascerai me, perché io scorro e tu crolli.

Non più panta rei.

Memento mori.

E mi ricorderò di morire. Con te.

 

   
 
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