Scorri con me
Piango, camminando. Gli
occhi diretti avanti, sempre avanti, mentre calde lacrime cadono, mischiandosi
all’acqua del cielo. Piango, o dolce anima mia, perché sono qui, sotto questo
cielo, e piango.
Le mani nelle tasche non
si scaldano, le sento fredde, rigide in quei pugni che non riesco a sciogliere.
Mi stringo nelle spalle,
scacciando il dolore con un finto calore, la maglia bianca si tinge di grigio,
la giacca è sferzata dal vento ghiacciato, e le mie gambe sempre avanti, un
piede sempre dopo l’altro, e non riesco a fermarmi, sempre avanti e odio me,
odio te, e vado avanti.
Mi guardo i piedi,
custoditi da queste converse nere, alte, che mi ricordano te, mi ricordano i
tuoi vestiti, la tua borsetta, i tuoi occhiali da sole, il bracciale in pelle
d’estate.
Cammino e lascio dietro
di me impronte di un essere che non sarò più.
Panta rei, tutto scorre, e la persona che compie un passo
non è più quella del passo prima, sono un fiume che scorre in questo grigio, in
questo cemento, scorro sullo sporco, portandomi dietro carta, sputi e lacrime.
Scorro, baby, e porto dietro di me un ricordo di tutto ciò che attraverso. Oh,
un biglietto di metro, è di quella ragazza che corre verso l’università, in
ritardo. E faccio tesoro di questa cicca di sigaretta, quella mezza finita di
quell’uomo anziano che scorre vuoto davanti a me, senza famiglia, vuoto nella
sua monotonia.
Scorro, baby, assorbo
tutto, e arrivato a te l’acqua cade. Sei griglia, sei rete, filtro e diga. Mi
fermi, non capisco. Una melodia orecchiabile mi giunge alle orecchie, il petto
dell’acqua batte, spinge, urla libertà. Ma posso pulsare? E poi mi accorgo che
già son tuo.
Ero con te, baby, piango,
e scorro, le lacrime che verso sono tutte nuove, password monouso che non
ricorderò più, che apriranno un varco nel mio cuore sempre nuovo, il tuo volto,
e sangue che cola, ricordi che vomitano petrolio di nero, e inchiostro.
Vivo raggomitolato a te,
come un gatto nella sua cuccia, stringendosi a quel dorso di uomo che piange la
moglie morta, sono come il piccione che si stringe in piazza con il vento che
spira, forte e duro come un muro di smog, perso in questo cielo che azzurro più
non è.
Scorro, baby, e mi
libero, scendi, sparisci agli occhi miei e piango, non ci sei, sparisci. Non ci
sei, piango e sparisci. Sei stata solo uno schizzo di una ruota sopra l’acqua,
l’uomo che corre al pronto soccorso per il compagno che ama, gli occhiali
storti sulla testa, sudato.
Scorro baby e tu non mi
fermerai, perché io sono acqua, rivolo, torrente, fiume!
Scorro su questo cemento
e tu non esisti più per me, non ci sei nella mente, nel cuore, e scorro baby,
eccomi qui.
Il giorno in cui non
scorrerò più troverò una persona forte quanto una diga. Perché io sono acqua
che corre, tu cosa sei? Una bottiglia di plastica? Ti bucherò. Mi perderai
sempre, io gocciolo, passo dappertutto, lo sai, lascia che ti mostri quanto
sono fuggente per te, non mi prenderai, non mi raggiungerai. Io scorro.
Il cellulare trilla ma
non lo sento, la musica mi assorda, i capelli attaccati alla fronte, sono
bagnato sotto la pioggia che continua incessante, come me, a scorrere dal
cielo.
Scorri e riempimi, scorri
e tramontami, scorri e infonditi, scorri e prendimi. Le mie braccia sono
scogli, i miei capelli alghe, le mie mani massi, il mio corpo acqua, e gli
occhi tronchi.
Scorro baby, sono tuo, tu
sei mia. Non scorro più, ti sento. Sei cemento contro acqua. Scorro sì, dentro
te, sono flusso continuo, come il serpente che si morde la coda, e allora non
più panta rei ma memento mori.
Prima o poi non scorrerò
più, evaporerò verso il cielo oppure diventerò duro, non più libero, e sepolto
sotto terra, magari con te, in entrambe le mie morti.
Scorri con me amore,
stringimi in questo abbraccio di cemento e portami con te.
Scorro baby, e tu sei con
me. Siamo pioggia nella pioggia, i tuoi occhi castani sono tronchi che
galleggiano su me, i tuoi capelli sono fluenti alghe nel mio petto.
Scorri baby, sorridi con
me, conoscimi, portami con te ovunque, non mi lasciare qui. Scorri baby, scorri
baby, e non mi lasciare qui.
Mi stacco le cuffie e la
tua voce mi riempie tutto.
Non scorro più, sto
placido e calmo, con te. Non scorro, non prendo niente di tutto. Tu sei tutto
il mio grigio, nero e bianco. Sei la mia potenza, furia e dolcezza. Non mi
lascerai e tu non lascerai me, perché io scorro e tu crolli.
Non più panta rei.
Memento mori.
E mi ricorderò di morire.
Con te.