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Autore: Ruth Spencer    02/10/2012    8 recensioni
Tesi: -Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne-.
Prove che avvalorano la tesi:
1-Sam, il mio (ex) fidanzato storico, mi ha imbrogliata tagliando fuori me e le mie amiche dalla squadra di calcio del College.
2-La notte ha portato pessimi consigli a mio fratello Fred e proprio le sue idee malsane hanno causato un pasticcio dopo l’altro nelle ultime settimane.
3-I miei progetti per il raggiungimento della frigidità sono andati in malora per colpa di un paio di occhi verdi e una faccia da schiaffi che devo sorbirmi ventiquattro ore su ventiquattro.
Conclusione deducibile dalla tesi: Sono.nella.merda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                          Prologo. Heart  problems

 

 
 
Avevo chiuso con i ragazzi.
Avevo chiuso con i ragazzi. Punto.
Anche se, a pensarci bene, Nancy sosteneva con certezza scientifica che “Quel capitolo, gira e rigira, si riapre sempre e comunque”.
E in fondo, non aveva tutti i torti.
Dopo che la storia con Sam era stata archiviata e sepolta, volevo tenermi il più lontana possibile dal sesso opposto.
Già  immaginavo le zampe di gallina attorno agli occhi e l’appartamento di tappezzeria rosa (colore che io detesto con tutta me stessa) in cui vivere per il resto dell’eternità, zitella e circondata da gatti e piante di plastica.
Le idee malsane di mio fratello però avevano mandato a farsi benedire i miei progetti per una tranquilla vita monastica ed io, invece di rifiutare, mi ero gettata a capofitto in una situazione impossibile da gestire.
Non credo fosse stato solo per cameratismo nei confronti di Fred.
Forse la verità era che volevo riprendermi la rivincita su Sam. Volevo dimostrare a lui e a me stessa quanto fossi capace.
E poi, nel modo e nel momento più inopportuni, quando meno me lo aspettavo, avevo incontrato Harry.
Probabilmente starete fantasticando su un incontro romantico vicino al Tamigi, uno scambio di sguardi e qualche complimento da capogiro partorito da una fervida immaginazione femminile.
Nulla di più lontano dalla realtà.
Probabilmente non vedrete l’ora di leggere del nostro primo bacio. Proverete a chiudere gli occhi e ci vedrete abbracciati sotto la pioggia dopo aver chiarito un orribile malinteso.
Beh, non è andata precisamente così.
Ma, forse dovrei fare un passo indietro. Forse dovrei raccontarvi tutto dall’inizio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
31 Agosto.
Fine dell’estate. Fine della libertà.
Ultimo pomeriggio di delirio nel Mc’Donald  più scrauso di Londra.
 
 
-Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne- sospirò melodrammatica Nancy, masticando una patatina fritta.
Mi ficcai la cannuccia della coca cola in bocca. Ridevo ancora. –Non esagerare-.
-Dico sul serio- protestò lei. –Sembrano tutti dolci e sensibili quando li conosci, ma in realtà creano solo un sacco di casini-.
Lei e Tyler avevano rotto da poco e non nel migliore dei modi.
-Non è un argomento su cui generalizzare. Io e Sam andiamo d’accordo per esempio- obbiettai.
-Maud, non ti illudere- mi ammonì seria.
La patatina fritta che stavo ingoiando mi andò di traverso, rischiando di strozzarmi.
Evelyn allungò un braccio e mi diede qualche pacca sulla spalla.
-Bevi- disse, senza staccare gli occhi dal suo fumetto.
Agguantai il bicchiere colmo di coca cola, ancora in preda alle convulsioni e buttai giù un sorso.
A Nancy non era mai piaciuto il mio fidanzato. Fin da subito mi aveva messo in guardia nei suoi confronti. Io ovviamente non le avevo dato retta e avevo tirato dritto. Come sempre.
-Quando è il prossimo allenamento?- domandai tanto per cambiare discorso.
-Oggi, alle quattro- sillabò Nancy.
-Faremo la squadra-.
-Sam è il capitano. Lui deciderà chi inserire e chi no- sottolineò lei.
-Pensi che non ci sceglierà?- chiesi sorpresa.
-Tu cosa credi?-.
Mi strinsi nelle spalle. –Siamo tra le migliori in campo. Perché non dovrebbe?-.
E poi me lo aveva promesso.
Nancy mi lanciò un’occhiata eloquente. Sapevamo tutte e due che l’unico motivo per cui avrebbe potuto decidere di escluderci era il fatto che fossimo ragazze, ma lasciammo cadere ugualmente il discorso.
Lei ed io avevamo iniziato ad allenarci all’inizio dell’estate con l’obbiettivo ben preciso di entrare nella squadra di calcio del College. Era sempre stato il nostro sogno farne parte.
Così avevo conosciuto Sam. Eravamo usciti diverse volte, mi aveva baciata e stavamo insieme da diversi mesi ormai.
Evelyn invece era diversa. Lo sport non faceva per lei, diceva sempre.
Nancy, Evelyn ed io. Mai Dio creò assortimento più vario.
Nancy. Nancy, bella e impossibile. Forse troppo a dir la verità.
I capelli biondi e lisci circondavano un viso dai tratti delicati e attraenti; gli occhi grandi e limpidi come uno specchio d’acqua. Fisico alto e flessuoso, seno abbondante.
Il sogno erotico di ogni uomo in poche parole.
A scuola le morivano tutti dietro, ma lei sembrava non accorgersene, troppo presa da quello stronzo di Tyler, dagli allenamenti di calcio, dalla scuola, dalle amiche, dai continui viaggi di lavoro dei genitori, dalle feste grandiose che dava nel suo lussuosissimo attico nella zona Kensington di Londra. Da una routine frenetica che io potevo solo sognarmi.
Era impulsiva, scorbutica e schietta ad un livello tale che nessuno poteva sopportarla per più di cinque minuti. Nessuno, tranne me ed Evelyn.
Evelyne i suoi boccoli scuri. Evelyn e i suoi occhiali da vista. Evelyn e i suoi libri.
Evelyn era la rappresentazione vivente della tranquillità e della ragionevolezza.
Rifletteva sempre prima di crocettare la risposta esatta ad un quiz di fisica, quando io invece bene che andava, facevo a sorteggio.
Rifletteva sempre prima di prendere qualsiasi decisione, che fosse la panna sulle fragole o gli studi da intraprendere per il proprio futuro.
Era riservata fino all’esasperazione e incredibilmente silenziosa. Ma, mi sbalordiva quanto i suoi pochi interventi nelle nostre conversazioni fossero pertinenti e assolutamente indispensabili.
Ed io? Io, Maud Bayler, ero completamente diversa da entrambe.
Non ero né alta, né bassa. I miei capelli non erano né lisci, né ricci. Non ero né bella, né brutta. Né carne, né pesce.
Preferivo una tuta e un buon pallone da calcio, a scarpiere zeppe di stiletti che mai in vita mia avrei indossato e sedute pomeridiane di shopping che in teoria avrebbero dovuto rilassarmi, ma che in pratica non facevano che deprimermi.
Da bambina buttavo le barbie nel cesso e giocavo con mio fratello Fred alla guerra.
A diciassette anni compiuti ancora non sapevo cucinare delle uova strapazzate commestibili senza bruciarmi le mani con la padella.
Non ero femminile come Nancy e non ero studiosa come Eve.
Dovevo farmene una ragione.
Che poi me la cavassi con poco e in pagella mi ritrovassi sempre buoni voti…Beh, quella è un’altra storia.
Mi sentivo come uno stupido rospo, indeciso tra lo stagno e i canneti. Una vecchia lavatrice che perdeva acqua da tutte le parti. Io però avevo solo diciassette anni… e già mi sentivo da buttar via.
Ero vivace, fumantina e disordinata all’ennesima potenza e l’unica cosa che mi importava veramente era giocare a calcio; sentire l’erba fresca sotto gli scarpini, l’esultanza dei compagni, i goal.
Avevo visto “Sognando Beckham” un milione di volte. Avevo sognato insieme alla protagonista Jess un milione di volte. Avevo immaginato di essere lei per ognuna di quel milione di volte.
Lo so, ero un caso perso, un maschiaccio della peggior specie.
 
 
 

My space:
Ciao a tutti :)
Allora, da dove iniziare?
Ho avuto questa balorda idea (nei prossimi capitoli scoprirete il perché di “balorda”)….non so bene quando in effetti.
Diciamo che mi frullava in testa da un po’ e solo ora l’ho messa per iscritto.
E ho delle giuste motivazione:
1- A scuola, io e  alcune mie amiche stiamo formando una squadra di calcetto femminile per un torneo tutto a cromosomi XX. Yeaaaah!!
2-In un’intervista in inglese che stavo vedendo su You tube (quante ore sprecate  invece di fare cose utili alla vita comune!!) ho sentito che dicevano “Tomboy”.
Per la cronaca, “Tomboy” vuol dire “Maschiaccio”. Ecco svelato il mistero!!
Io ho scoperto questa parola da poco. Spero vivamente di non essere l’unica ignorante che non la conosceva u.u  Ho paura di si…:S
3- Qualche giorno fa una mia amica si è messa parlare del film “Sognando Beckham”.
4- Il povero Shakespeare si rivolterà nella tomba a saperlo, ma ho preso ispirazione proprio da una sua commedia per questa long, ovvero "La Dodicesima notte".

Quindi, ho avuto la geniale, fantasmagorica, strabiliante idea di scrivere questa nuova FF che non c’entra assolutamente nulla con i miei deliri di onnipotenza, ma che mi frullava in testa da diverso tempo.
Anche se nel prologo non lo faccio presente, Fred e Maud sono fratelli-gemelli ed è un nodo cruciale da cui partirà tutta la storia. A breve si capirà il perché.
Vi assicuro però che non è la classica “avventura da College”. E’ diversa e anche un po’ pazza… spero lo sia in positivo per voi xx
Quindi, eccovi servita una nuova long, romantica, possibilmente divertente, e dove non mancheranno i soliti, imbarazzanti equivoci  :D
Mi farebbe davvero piacere leggere le vostre recensioni. Che siano positive o negative, le critiche fanno sempre bene.
Tanti cuori, Caty <3

  
So già che appena sarà pubblicata mi pentirò di non averci pensato su :S
Ps. Il presta volto di Maud è proprio Lucy Hale!! Vi posto una sua foto: spero vi piaccia :)

 
http://tinypic.com/r/35aw56r/6 


  
   
 
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