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Autore: louis stripes    02/10/2012    5 recensioni
«Mi chiedo come faccio a sopportarti ancora.» Continuò lei. Harry sbuffò guardandola storta, lei scoppiò a ridere, lasciandogli poi un bacio sulla guancia.
«Chi se l’immaginava che la bambinetta rompi coglioni con cui giocavo da piccolo, sarebbe diventata così importante per me.»
«Sei un perfetto cretino, Harry.» Lui se la portò all’altezza del viso, facendola arrivare a sfiorare il suo naso.
«Sei innamorata di un cretino, a quanto vedo.»
«Da sempre, e per sempre.» Sorrise Ronnie.
Quei pochi centimetri che li separavano, scomparvero del tutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Always and forever.




Harry e Ronnie erano distesi sull’erba, in un parco non molto lontano dalla loro vecchia scuola. Il ragazzo era seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero, lei sdraiata con la testa sulle sue gambe. La flebile luce del sole, che passava tramite le foglie dell'albero, le illuminava il viso, rendendola ancora più bella, agli occhi di Harry.
«Guarda questa.» Ronnie guardò la foto che avevo in mano, uno dei tanti ricordi di loro due insieme, porgendola poi ad Harry.
Stavano passando un tranquillo pomeriggio di metà aprile insieme, come erano soliti fare, solo che questa volta avevano deciso di portare con loro qualcosa di importante. I ricordi.
Sull'erba infatti era poggiato un vecchio scatolone, nel quale si trovavano una miriade di di foto, la maggior parte che li ritraeva insieme.
«Me la ricordo. Eri una stronza sin da piccola, sai?» La foto raffigurava due bambini dell’età di circa cinque o sei anni l’uno, che giocavano tranquillamente sulla riva della spiaggia. L’espressione del bimbo riccioluto, era corrugata e nervosa, poiché la bella bimba dai capelli corti e lisci  gli aveva appena tirato la sabbia addosso, colpendolo in pieno.
«Non ero stronza. Eri tu che eri una checca.» Sbuffò Ronnie, mentre si torturava i lunghi boccoli castani che le ricadevano sulle spalle.
«Ma finiscila. In poche parole eri una piccola stronza con i capelli da maschio.» Harry le sorrise, accarezzandole il viso, ricevendo come risposta una linguaccia e una risata.

«Harry, Harry! Giochiamo con la sabbia?» Aveva chiesto la bambina minuta, con i capelli corti corti, che la facevano vagamente sembrare un maschietto.
«Certo! Però stavolta vinco io.» Harry, il bimbo con gli occhietti verdi, che era sempre pronto a competere contro tutti e tutto. Lui e Ronnie si conoscevano per via dei loro genitori, che erano amici di vecchia data.
«Ma se non vinci, mi presti il tuo materassino.» La piccola Ronnie, usciva letteralmente pazza per i materassini da mare, adorava starci sopra, e poi buttarsi in acqua, come se fosse un pesciolino. Le piaceva l’acqua.
«Se vinco io, invece, mi dai il tuo pallone dei pokemon.» Ronnie annuì tranquilla. Era sempre convinta di poter  vincere, se bene fosse più piccola del suo amico riccioluto. Ma a fare le palline di sabbia, lei, era invincibile. Era stato suo zio ad insegnarle un trucco infallibile per renderle salde, e non farle sgretolare. E lei se l’era tenuto per se.
«Pronti, partenza, via!»
I due piccoli marmocchietti cominciarono a correre per tutta la spiaggia, tirandosi le palline di sabbia che avevano fatto con le loro mani. I loro genitori li guardavano giocare, un po’ preoccupati che potessero farsi male, ma anche felici nel vederli così spensierati.
«Harry, ti ho preso! Ho vinto di nuovo, ho vinto di nuovo!» Ronnie saltava entusiasta della sua vittoria, era riuscita a colpire Harry in pieno. Il bimbetto riccioluto, si era seduto per terra, triste e sconsolato.
La bimba gli si avvicinò piano piano, sedendosi poi affianco a lui.  «Il mio pallone però te lo presto lo stesso!» Lui alzò il viso, incontrando quello vispo e sorridente della sua amica. Era molto graziosa, infondo, il nasino perfetto, e i ciuffetti lisci che le ricadevano sulla fronte.
«Grazie Ronnie, sei la migliore amica del mondo, ti voglio bene!»
 
Harry aveva posato la foto che la ragazza gli aveva dato, prendendone un’altra dallo scatolone che avevano portato con loro.
Scoppiò a ridere quando la vide, ricordava perfettamente il momento nel quale era stata scattata.
Harry aveva sempre avuto una bella risata, Ronnie l’aveva sempre saputo, e forse era anche per questo che se ne era innamorata.
«Perché ridi? Voglio vedere anche io!» La mora si mise a sedere di fronte ad Harry, pregandolo di mostrargli il motivo della sua risata.
«Prima fammi finire di ridere, poi la vedrai anche tu.» Continuava a ridere. Lei cominciava a spazientirsi, ma di fronte a quella perfetta risata, a quegli occhioni verdi, non poteva fare a meno che addolcirsi. Ma non per molto tempo.
«Dai, non fare il bastardo!» Ronnie cominciò a dargli leggerli pugni sul petto, non smuovendolo di un singolo millimetro. Per tutta risposta, il ragazzo la prese dalla vita, avvicinandosela al viso.
«Le paroline magiche?» Le disse a pochi centimetri dalle sue labbra. Poteva sentire il suo respiro addosso, e la cosa gli era sempre sembrata piacevole.
Lei rise. «Dammi quella cazzo di foto.» Gli lasciò un leggero bacio sull’angolo della bocca, prima di prendere dalle sue mani la famigerata foto.
«E’ una foto del mio compleanno. Ecco chi ha spento le candeline, eri tu, idiota!» Urlò, facendo ridere ancora di più Harry.
«Per una volta nella vita ho avuto la mia rivincita.» La strinse tra le sue braccia, facendole venire i brividi per tutta la schiena.
«E’ stato l’undicesimo compleanno più strano che io avessi mai avuto, te lo giuro.»
«Ti sei resa conto di essere innamorata di me, eh? Ero irresistibile a 13 anni.» Ronnie gli mollò un leggero schiaffo sul braccio, per farlo stare zitto.

Era un giorno importante per Ronnie, non era più una bambina, compiva undici anni, anche se sembrava più piccola in certi aspetti.
Il suo compleanno era per lei, il giorno più bello dell’anno, ma non per questione di egocentrismo. In quel giorno, poteva vedere il suo amico, Harry. Da molto, ormai, poteva essere sicura di provare una strana sensazione quando se lo ritrovava davanti.
 «Tesoro, vai ad aprire la porta!» Le disse sua madre, impegnata a sistemare gli ultimi preparativi. Ronnie si sistemò il vestitino azzurro cielo che aveva in dosso, e andò ad aprire.
Eccolo lì, con il sorriso stampato in faccia, e un piccolo regalo nelle mani. Con i soliti capelli ricci arruffati, e gli occhi verdi e luminosi che tanto si vantava di avere.
«Buon compleanno Ronnie!» Harry le schioccò un leggero bacio sulla guancia, facendola arrossire di colpo.
«Grazie.» Fece un sorriso timido, prima di rientrare a festeggiare. Harry non potè fare a meno di notare come le stesse bene il vestitino che aveva quella sera, l’azzurro le donava tantissimo. E i capelli, che cominciavano a diventare mossi e non più lisci, erano molto più lunghi di come li portava una volta. Ora le arrivavano quasi alle spalle, rendendola ancora più carina di quanto non fosse già.
Passarono il compleanno in tranquillità, nonostante Harry fosse più grande di lei e degli altri suoi compagni, trovava sempre piacevole stare in sua compagnia.
Arrivò il momento della torta, quello preferito della maggior parte degli ospiti, ovviamente.
«Tanti auguri a te, tanti auguri a Ronnie, tanti auguri a te!» Tutti gli invitati cantavano la solita canzoncina, la piccola Ronnie, sorrideva contenta. Harry le stava vicino, aveva lo sguardo puntato sul dolce.
«Spegni le candeline, piccola!» La incitò suo padre. Quando si avvicinò alla torta, una voce al suo orecchio la fece bloccare immediatamente. «Ricordati di esprimere un desiderio.» Era Harry.
Non poteva sapere, certamente, che il suo desiderio era proprio al suo fianco, già realizzato in partenza.
Ronnie socchiuse gli occhi, prese un bel respiro, e soffiò sulle candeline, che si spensero subito, anche troppo presto. Strano.
 
«E poi sarei io la stronza, no?» Harry rise sotto i baffi, che in quel momento non aveva, per poi lasciare un leggero bacio sul collo della sua ragazza.
Lei cadde per un momento in trance. Era incredibile l’effetto che quel ragazzo le faceva ogni volta che la guardava, le parlava, o la sfiorava solamente.
«Non cercare di addolcirmi così.» Si staccò dalla sua presa, voltando il capo verso di lui, guardandolo negli occhi. Quei pozzi verdi che tanto amava, che per lei non avevano alcun segreto.
«Non era mia intenzione farti addolcire, piccola. So che sei talmente acida, che non ci riuscirei mai.»
Era vero, Ronnie era sempre stata una ragazza leggermente acida, sin da bambina. Non le si poteva dire niente, che subito cercava di contrabbattere e far valere la sua opinione.
Solo con Harry, quel muro di sicurezza crollava, lui era capace di farla sciogliere anche con un minimo sorriso. Era per questo che si amavano tanto, evidentemente. Si capivano perfettamente a vicenda.
«Devo dire che eri davvero bassa, per la tua età.» La scherzò lui. Gli piaceva vederla infuriare, diventava buffa, le si arrossavano le guance e i suoi occhi si illuminavano, motivo per il quale la stuzzicava sempre.
«Avevo solo undici anni! E poi eri tu troppo alto, non io troppo bassa. » Ronnie mise su il broncio, allontanandosi leggermente da lui, sedendosi a gambe incrociate.
«Sarai stata anche bassa, ma eri bellissima lo stesso.» Le sussurrò lui avvicinandosi al suo un orecchio, facendola rabbrividire a quel minimo contatto.
Ronnie sorrise, senza farsi vedere, e afferrò un’altra foto che gli capitò sotto mano.
La guardò un attimo, per poi scoppiare a ridere. Era stata scattata nel suo primo giorno al Liceo. Harry era lì già da due anni, e insieme ad alcuni suoi compagni di classe, aveva fatto accoglienza a lei e alla sua classe.
«Si può dire che è da qui che tutto è cominciato.»
«Direi di si.» Rispose lei.

Ronnie e la sua migliore amica, Lynn, erano agitatissime quella mattina, era il loro primo giorno al Liceo.
Entrambe sapevano che da quel momento sarebbero diventate ufficialmente delle persone superiori, con delle responsabilità. Ma Ronnie non riusciva proprio a pensarci, era semplicemente emozionata dal fatto di doversi ritrovare per tutta la giornata il suo Harry davanti.
Non lo vedeva da parecchio tempo, le mancava troppo. Ne era proprio innamorata ormai, lo sapevano tutti, tranne lui forse.
«Bhè, allora buona fortuna, fatevi valere.» Le aveva detto suo padre, prima di lasciarle in quell’immenso cortile. Ronnie si sistemò la maglietta, e i jeans, e insieme alla sua amica, raggiunse il gruppo di quella che doveva essere la sua classe.
Nonostante l'emozione che la stava devastando in quel momento, l'unica cosa a cui prestava realmente attenzione era il cercare di scorgere una testa riccia tra i presenti. Si mise anche sulle punte, cercando con lo sguardo. 
Le venne lo sconforto, finchè non si sentì picchiettare su una spalla. Si girò, ritrovandosi davanti un ragazzo di almeno sedici anni, che le sorrideva.
«Ehi, Ronnie.»
«C-ciao Harry.» Era bellissimo, anche più di quanto lei si ricordasse. Sempre più alto, vestiva con dei semplici jeans, una maglietta bianca sopra che lasciava trasparire i muscoli, ben piazzati per un ragazzo di soli sedici anni, e aveva boccoli ribelli che gli ricadevano sulla fronte. Gli occhi, verdi, erano ancora più belli sotto il sole.
Anche lei non fu indifferente agli occhi di Harry. Sempre un po’  bassina, con i capelli lunghi e mossi, e gli occhi color nocciola che a lui  erano sempre piaciuti. Lei, forse, gli era sempre piaciuta, e se ne rendeva conto solo in quel momento.
«Lui è un mio amico, Louis.» Indicò un ragazzo alto, castano e con gli occhi azzurrissimi.
«Ronnie, piacere. Lei è L-lynn.»
«Piacere mio, novelline.» Rispose Louis sornione.
Dopo le presentazioni, entrarono in classe, e Ronnie cominciò a fare conoscenza dei suoi nuovi compagni, senza perdere per un attimo di vista Harry, che se ne stava alla cattedra con i suoi amici.
Anche lui la guardava di tanto in tanto, senza farsi vedere, le piaceva vederla sorridere, era contento di averla trovato in questo modo. In realtà, ogni sorriso di Ronnie valeva oro per lui.
Non era più la bimba di un tempo, impacciata e insignificante. Adesso era cresciuta, aveva anche lei le sue curve, abbastanza proporzionate, e il suo fisico prometteva bene.
Dopo tutto Harry era pur sempre un ragazzo, certi pensieri ci stavano pure.
«Dai ragazzi, dovete fare la foto di classe!» I ragazzini, ancora un po’ spaesati, si misero tutti dietro la cattedra, mentre i più grandi, ci saltarono praticamente sopra.
«Dite Cheese.»

I due ragazzi ricordavano con piacere quei momenti passati insieme, avevano fatto la loro storia in pratica.
«Quel giorno ero impacciatissima, tu cercavi sempre di farti il simpatico della situazione.»
«Era il mio compito, Ronnie.» Le disse mentre giocava con alcune ciocche riccie dei suoi lunghi capelli.
Lei sorrise, guardandolo.
«Per essere un semplice sedicenne, devo ammettere che eri un gran figo.» Ammise lei, facendolo scoppiare a ridere. Harry la guardò, per poi lasciarle un bacio sulle labbra.
«Anche tu per essere una novellina, non eri male, Wright.»
Continuarono a parlare a lungo, a ricordare questi avvenimenti, tra risate e prese in giro. Molto spesso si prendevano in giro a vicenda, era una cosa che li rendeva ancora più uniti, in un certo senso. Erano particolari come coppia, non troppe smancerie insomma, ma quando si trattava di esserci l’uno per l’altro, era così.
Si passarono altre foto, fin quando, una in particolare, attirò l’attenzione di Harry.
La prese nelle mani, e la guardò a lungo. Era la foto del loro primo bacio, tanti per lui, importanti come pochi per lei. Era il loro ricordo migliore, quello dal quale cominciò veramente tutto.
«Guarda questa.» Le disse lui, allungandole l’immagine verso gli occhi. Sul viso di Ronnie si fece spazio un sorriso colmo di tenerezza e felicità.
«La foto più bella in assoluto, credo.»
«Credo un corno. Questa è la foto più bella in assoluto, ne sono certo.»
«Ma come siamo romantici, Styles.» Scoppiarono a ridere all’unisono.>

22 Dicembre. Pieno periodo natalizio, dove si organizzavano le solite partite di carte e le tombolate tra amici.
Quella sera, Ronnie e Harry erano nella stessa casa, in quella di Louis. Per qualche puro caso, entrambi frequentavano più o meno la stessa comitiva, e quel giorno si erano ritrovati insieme.
Era passato un anno, quindi Harry frequentava il quarto Liceo, mentre Ronnie solo il secondo, anche se si era ambientata alla perfezione. Tra i due l’amicizia era rimasta, ma nessuno dei due aveva mai avuto l’intenzione – o il coraggio – di fare il famigerato primo passo, sperando l'uno nella mossa dell'altro, senza concludere mai niente.
Si piacevano, era più che evidente, e anche se spinti dai loro più cari amici, non erano mai arrivati a scambiarsi un semplice bacio, nonostante i milioni di sguardi che si passavano. 
«Io dovrei andare adesso.» Alle parole della ragazza Harry scattò in piedi, pronto ad accompa
«S-se vuoi ti accompagno, non mi va giù saperti in giro da sola, di sera tardi poi.» Ronnie annuì, arrossendo lievemente. Prese il cappotto, e cominciò a salutare gli altri presenti nella casa.
Louis e Lynn complottavano da parecchio tempo ormai, volevano almeno provare a farli dichiarare, ma non ci riuscivano mai. Questa volta doveva essere la volta buona.
«L’hai sistemato bene?» Domandò Louis, mentre controllava ogni singola mossa dei due, da dietro un muro della cucina.
«Dannazione, è un'ora che me lo chiedi. E' tutto al suo posto.» Rispose Cher, sbuffando, e dando un leggero spintone a Louis, attenta però a non far cadere lui e la macchina fotograficca che teneva in mano.
Ronnie e Harry si erano avviati alla porta, intenti più che mai ad andare via, senza rendersi conto però di un piccolo particolare.
Si guardarono un attimo, fin quando non sentirono un colpo di tosse provenire da dietro di loro, da parte di Louis.
«Lou, che c’è?» Domandò il riccio, rivolgendosi all'amico, che per tutta risposta alzò lo sguardo verso il soffitto, indicando proprio quello sopra le loro teste.
«Perché avete attaccato una pianta sul tetto?» Chiese Harry, una volta resosi conto dell’affare che si ritrovava praticamente sopra di lui. Non era mai stato un genio in queste cose, tanto meno in botanica. La mora al suo fianco, però, aveva capito perfettamente cosa succedeva, e soprattutto, cosa sarebbe successo da li a poco.
«Harry, sii più perspicace. Quello è..vischio.» Il riccio strizzò gli occhi incredulo, volgendo il suo sguardo a Ronnie, che non appena incontrò i suoi occhi, abbasso il viso mordendosi nervosamente il labbro inferiore.
«Ah. Suppongo che ora dovremmo baciarci.» Disse quella frase quasi stuffato, mentre dentro se stesso stava letteralmente scoppiando dalla felicità, e dal desiderio.
«Veloce e indolore.» Ripetè a mo’ di macchinetta, la ragazza di fronte a lui, che sembrava sull'orlo di una crisi epilettica.
Harry le si avvicinò lentamente, sorridendo come un perfetto ebete, arpionandole i fianchi con le sue braccia. «Guarda che non stai per ingoiare dell'acido, Ronnie.» Erano troppo vicini per riuscire a ragionare, il cervello della ragazza era praticamente andato in corto circuito.
«Quanto la fai lunga, Styles.» Ronnie prese coraggio, rispondendogli, e si alzò leggermente sulle punte, annullando completamente la distanza tra i visi di entrambi. Quando le sue labbra vennero, finalmente, a contatto con quelle di Harry, una serie di fuochi d’artificio si fecero vivi nel suo stomaco. Anche per lui non era da meno.
Portò una mano dietro la schiena della ragazza, avvicinandola maggiormente al suo corpo. Intrecciò l’altra mano libera con la sua, e quello che doveva sembrare un semplice bacio sotto il vischio, si era trasformato in un vortice di emozioni, che non voleva avere fine.
«Finalmente.» Sussurrò Ronnie, ansimando, staccandosi momentaneamente da Harry, il quale dopo aver sorriso, riprese a baciarla ancora e ancora, beandosi del suo profumo.

E ora erano lì, entrambi maggiorenni, a ricordare tutti quei momenti passati insieme, specialmente i più belli.
Erano cresciuti insieme, si erano conosciuti a poco a poco, la loro amicizia si era trasformata sempre più velocemente in qualcos’altro, un qualcosa che gli aveva permesso di legarsi ancora di più l'uno all'altro.
«Quella sera non ho dormito.»
«Ci credo, abbiamo massaggiato fino alle cinque del mattino.» Rispose Harry ridendo, intrecciando la mano della sua ragazza, mentre lei gli sorrise felice, prima di colpirlo sulla gamba, senza fargli assolutamente niente, come al solito.
«Sono passati due anni, e dopotutto stiamo ancora insieme.» Sospirò Ronnie, nelle braccia del riccio. Lì si sentiva al sicuro, era sempre stato così, e doveva esserlo.
«Mi chiedo come faccio a sopportarti ancora.» Continuò lei. Harry sbuffò guardandola storta, lei scoppiò a ridere alla vista della sua espressione buffa .
«Chi se l’immaginava che la bambinetta rompi coglioni con cui giocavo da piccolo, sarebbe diventata così importante per me.»
«Sei un perfetto cretino, Harry.» Lui se la portò all’altezza del viso, facendola arrivare a sfiorare il suo naso, e lasciandole un tenero bacio sulla punta di esso.
«Sei innamorata di un cretino, a quanto vedo.»
«Da sempre, e per sempre.» Sorrise Ronnie, annegando completamente nelle iridi verde smeraldo del suo ragazzo.
Quei pochi centimetri che li separavano, scomparvero del tutto in un semplice bacio, che andava a farsi sempre più dolce e desiderato da entrambi.
«Ti amo, piccola.»
«Anche io.»


HOLA.
Et voila, ho pubblicato la mia prima One Shot, che non so proprio da dove minchia mi è uscita.
Boh, avevo ispirazione e non avevo niente da fare! Non ho controllato se ci sono evrentuali errori, perciò scusatemi in anticipo.
Comunque, spero vi sia piaciuta. Se raggiunge le 5 recensioni, probabilmente ne metterò altre.
Vabeh, adiooooos:*
-Love_MichaelCorvin
   
 
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