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Autore: make_a_wish    04/10/2012    2 recensioni
"Forse se fossi un uomo come tanti altri, se avessi dinnanzi a me un destino da uomo invece che da eroe, se potessi avere un'altra vita, se qualche dio potesse concedermela, forse adesso non guarderei Troia fumare, né abbandonerei le spoglie del mio più caro amante sotto le sue mura, forse se fossi un uomo come tanti altri e non un principe acheo, ora vivrei felice nei pascoli verdi della Tessaglia, sovrano solo di un modesto ovile, e tu, Patroclo, saresti vivo.
Saremmo vivi."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti,   prima di iniziare un avvertimento per evitare di destare scandalo e inorridimento generale: adoro la letteratura greca, l'ho studiata  con grande passione, so benissimo come finisce l'iliade e che Achille morirà a Troia e non farà mai ritorno. Eppure la mia storia vede come voce narrante un Achille  che malinconicamente saluta le spiagge della città espugnata, ritornando vittorioso nella sua patria. 
E' una what f non a caso, un finale alternativo..posso definirla la mia "versione dei fatti" xD
Insomma, tutto per dirvi che l'errore è voluto e non dovuto al fatto che sono ignorante.
Buona lettura :)

 
Addio, Troia fumante. 
Da questo oceano ti guardo allontanarti per sempre, via dalla mia vita, da queste mani macchiate per sempre di sangue, da questi occhi che troppe volte hanno visto la morte. 
E allo stesso modo si allontana anche il tuo ricordo, Patroclo.
Ti lascio qui, insepolto sotto le alte mura troiane, ormai espugnate dal nostro astuto tranello... ti lascio qui, insepolto.
La tua gloria me la porterò via io, su questa veloce nave che viaggia ora in direzione opposta a quella di 9 anni fa, quando per la prima volta le vedemmo quelle mura maledette e pensammo a tutte le fantastiche ricchezze che contenevano e a come sarebbe stato bello onorare i nostri padri di quel bottino di ineguagliabile meraviglia. 
E della nostra gloria. Della gloria infinita di aver ucciso nemici, straziato, spogliato e disonorato corpi ed essere tornati alla fine, salvi e vincenti nel porto della nostra patria. 
Vincenti. 
Gloriosi. 
Per sempre.
Acclamate, gente di Ftia, il ritorno vittorioso dei guerrieri mirmidoni che tornano da Troia. E guardate Achille, principe di questa regione, non è forse simile a un dio, adesso, nelle sue armi lucenti, non è degno forse di sua madre, Teti? E guardate la lancia con cui tante vittime ha mietuto come brilla alla luce del sole, splendente di gloria. E guardate quanti sono morti, quanti non sono tornati eppure non c'è tristezza, non ci sono lacrime per chi è morto da eroe. Acclamate, gente, i mariti, i figli, i fratelli che non sono tornati più di quelli che hanno fatto ritorno. Sono eroi, adesso. Sono gloriosi, adesso.
Gloriosi...
Eroi...
Si, me ne vado da eroe da questa spiaggia insanguinata, me ne vado con infinite ricchezze, me ne vado con un peso di più sulla mia nave, eppure con un vuoto infinito nel cuore. 
Io non so.
Io non so se è lecito dire questo.
Non so se è lecito dire che se potessi scegliere di nuovo la mia vita, non so se la risceglierei così.
Io non so.
Forse dovrei essere grato agli dei perché potrò tornerare da mio padre salvo e potrò vederlo invecchiare e morire nella sua patria, potrò scegliere una sposa da cui avere, un giorno, dei figli e potrò vivrere così, tranquillo, aspettando la fine della mia vita.
"com'è fortunato", diranno... "ha vissuto da eroe", diranno 
Non sanno gli uomini della mia città che io la mia vita l'ho già perduta e la vedo allontanarsi proprio adesso da questa nave. 
Io non so. 
Io dovrei essere un eroe. Non dovrebbe importarmi. Eppure su quella spiaggia giaci tu, Patroclo, e lasciando te mi sembra di lasciarci la vita su quella sabbia rossa di sangue. Io la mia vita l'ho persa quando l'hai persa tu. L'ultima volta che ho vissuto è stato quando ti ho visto, bello come Febo, allontanarti dalla mia tenda con le mie armi per difendere gli Achei al mio posto. Il tuo volto, Patroclo, è stata la mia tomba. I tuoi occhi il mio sepolcro, il tuo sorriso il mio sudario. 
Mentre eri via, io immaginavo banchetti, risate e abbracci, sapevo che stavi per tornare e non sapevo che tu, figlio di Menezio, già morivi sotto la lancia di Ettore. 
Io non so.
Forse se fossi un uomo come tanti altri, se avessi dinnanzi a me un destino da uomo invece che da eroe, se potessi avere un'altra vita, se qualche dio potesse concedermela, forse adesso non guarderei Troia fumare, né abbandonerei le spoglie del mio più caro amante sotto le sue mura, forse se fossi un uomo come tanti altri e non un principe acheo, ora vivrei felice nei pascoli verdi della Tessaglia, sovrano solo di un modesto ovile, e tu, Patroclo, saresti vivo. 
Saremmo vivi.
Non so se sarebbe stato meglio o peggio.
Non so se alla fine, messo davanti ad una scelta, sceglierei di nuovo questa vita, che mi vuole eroe e non uomo. 
Forse alla fine trionferebbero i miei valori e ritornerei qui ad assediare Troia, ad uccidere uomini che come me forse sognavano un'altra vita e un'altra morte, e a vederti morire così, lontano dalla tua patria.
Io non so se andrebbe così o se sarebbe diverso.
So però che sotto le mura di Troia giace un corpo nudo e straziato e insepolto, coperto di polvere il viso bellissimo, nascosto dal sangue il sorriso degno di un dio, gli occhi verdissimi strappati forse dagli uccelli affamati… giace un corpo disonorato sotto le mura di Troia, e quel corpo, Patroclo, compagno mio, è il tuo. 
E non c’è gloria, di questo sono certo, non c’è onore, non c’è virtù.
C’è solo dolore. E rabbia. E vuoto. 
E una città, che brucia adesso sotto i miei occhi.
Ti dico addio, Troia. Lo dico a te che hai portato via la mia giovinezza, e i miei anni da ragazzo, e il mio sudore, e l’amore della mia vita e in cambio mi hai lasciato ricchezze invidiabili e l’illusione di una gloria che, lo so in cuor mio, in realtà non esiste.
Addio, Troia fumante.
  
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