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Autore: PabloPicasso    04/10/2012    4 recensioni
Zoro viene catturato dalla marina, dalla nave del Comandante Smoker per essere più precisi.
Una Tashiji caritatevole lo vuole aiutare a fuggire.
Esisterà mai l'amore tra un pirata e un marinaio?
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ Su, forza… ti riporto alla nave.” Esortò Zoro prendendola in braccio, sentendosi in colpa per quanto avvenuto.
A pensarci bene sarebbe potuto scappare.
Avrebbe potuto lasciarla li e andarsene per i fatti suoi, uscire finalmente da quelle situazioni imbarazzanti, ma il pensiero di abbandonarla non gli passo per niente nell’anticamera del cervello.
“ Ti ringrazio… Zoro.” Sussurrò piano la donna.
“Come, prego?”
Lo spadaccino sgranò gli occhi non del tutto sicuro di aver udito quelle parole.
“ Ho detto grazie… per avermi difesa…” Ribadì Tashiji con il corpo abbandonato al sostegno di lui.
Rimase zitto, non trovando le giuste parole per una giusta risposta da darle.
Tashiji era ancora scossa, e in quel momento si sentì veramente inferiore a lui.
Pensò al suo gesto, e capì di aver sbagliato. Non aveva mai bevuto prima d’ora, nemmeno insieme al comandate Smoker. Doveva immaginarsi di non riuscire a reggere l’alcol.
La infastidiva essere nuovamente aiutata dal pirata ma allo stesso tempo si sentiva bene accanto a quell’uomo. Erano di nuovo così vicini. Con la testa appoggiata sul suo petto Tashiji poteva addirittura sentire i battiti del suo cuore. Si sentì protetta e al sicuro fra quelle braccia.
Insieme si avviarono verso il molo dove era ormeggiata la nave.
Zoro attraversò i vicoli del paesino, naturalmente sotto indicazione di Tashiji la quale sorrideva ogni volta che lo spadaccino sbagliava strada.
 
Arrivati in una zona di mercato, piena di bancarelle e venditori lo spadaccino si fermò di colpo.
Sgranò gli occhi e sbiancò in volto.
Un ragazzo dal naso lungo e con degli strani occhiali sulla testa, alcuni metri distanti dai due, era intento a fare compere.
Usopp?!
Zoro rimase fermo notando il compagno fra tutta la gente intorno.
“ Cosa ti prende?” Chiese Tashiji vedendo Zoro immerso nei suoi pensieri.
“ Perché ti sei fermato?”
“N-niente…” Proferì il pirata rassicurandola.
Fortunatamente Tashiji non aveva visto il compagno di Zoro.
Usopp si girò di scatto e notò subito lo spadaccino.
Digrignò i denti e iniziò a sudare freddo. Iniziò a correre subito dopo a gambe levate.
Che idiota! Non mi ha neanche riconosciuto!” Pensò Zoro osservando l’amico fuggire.
Ma d’altra parte l’abito da marinaio lo rendeva irriconoscibile.
Cosa ci faceva Usopp su quell’isola?
Ciò voleva dire che anche gli altri si trovavano sul medesimo luogo.
Lo stavano forse cercando?
Certo che mi stanno cercando, devo sbrigarmi a concludere questa situazione. Questa è l’occasione per tornare sulla Sunny prima che prendano il largo!
“ Zoro!” Urlò Tashiji cercando di riportarlo alla realtà.
Lo spadaccino tornò a incamminarsi senza dare risposta alla guardiamarina.
Doveva pensare ad andarsene da lei al più presto, anche se quel pensiero lo amareggiava assai.
 
Fortunatamente la maggior parte dei marinai stavano facendo una pausa. C’era chi dormiva sul ponte, chi riordinava dei barili e chi si godeva la brezza marina sul parapetto della nave.
In questo modo Zoro poté raggiungere la cabina della guardiamarina senza troppe cerimonie.
La adagiò sul letto e fece per andarsene.
“Dove vai?” Chiese Tashiji.
“ Torno nella mia cabina… quando ti sei ripresa dimmelo. Devi ridarmi le mie spade così me ne potrò andare.” Le ricordò lui.
“ Quindi è solo per questo che ti sei preso cura di me, Roronoa… anche la notte in cui mi hai salvata dall’oceano…”
Zoro sgranò gli occhi.
Ci risiamo!” Pensò, capendo che la guardiamarina aveva intenzione di riaccendere una nuova discussione.
“… Ma certo! E’ sempre stato così, non ce l’avresti mai fatta a fuggire da solo. Hai bisogno del mio aiuto.”
Tashiji si portò una mano alla testa che ancora le girava.
Sperò con tutto il suo cuore che le supposizioni appena fatte fossero vere.
Sarebbe stato più facile rinnegare i propri sentimenti se il comportamento di Zoro nei suoi confronti fosse stato solamente per puro scopo egoistico.
Se l’avesse salvata per non perdere un ancora di salvezza dalla marina.
Se avesse ricambiato il suo bacio per paura di offenderla.
Se si fosse preoccupato per lei solo per assicurarsi di riavere indietro le sue spade e fuggire.
“ No… non è così…” Disse lui, arrossendo.
Le parole del pirata le arrivarono dritte al cuore, trafiggendola, abbattendo tutte le sue barriere, tutta la sua determinazione, il suo coraggio e le sue certezze.
Zoro le si avvicinò. Allungò una mano e le accarezzò la guancia.
La donna lo guardò profondamente.
In quel momento ebbe solo una certezza.
Per quanto si sforzasse di pensare male di lui, era chiaro che ricambiava nel modo più innocente i suoi sentimenti.   
Tremò e impallidì al solo pensiero.
Non poteva, non potevano amarsi.
Deve essere una persona speciale…
Questo era il pensiero che le girava per la testa pochi giorni prima, ma ora stava cercando in tutti i modi possibili di soffocarlo.
Scacciò la mano di Zoro dal suo volto e si alzò a mezzo busto restando seduta sul letto.
Il pirata indietreggiò di qualche passo.
Questa storia deve finire adesso!” Pensò la donna, preparandosi a ciò che stava per dire.
“ Ora basta, Roronoa! Non so che cosa tu ti sia messo in testa di fare ma se pensi che io abbia dimenticato il tuo comportamento di ieri notte, ti sbagli di grosso!” Sbraitò senza riprendere nemmeno per un attimo il fiato.
“ La sola cosa che provo per te è il disgusto! Penso che tu sia un vile, subdolo, violento pirata! Avrei dovuto lasciarti dov’eri perché questo è il compito di un marinaio! Catturare i pirati come te.
Vattene! Vattene da questa nave e spero di non rivederti mai più!”
Zoro la guardò sbalordito.
Non ebbe la forza di ribattere e di difendersi, ma solo di andare via da lei.
Quelle parole, inspiegabilmente, gli fecero male più della lama affilata di una spada
Non disse nulla sotto lo sguardo stupito di Tashiji.
Uscì per l’ennesima volta dalla sua cabina.
Tashiji si gettò sul letto affondando la testa sul cuscino e iniziando a bagnarlo con le proprie lacrime.
 
Si svegliò, sobbalzando sul letto e si ritrovò a chiedersi per quanto tempo avesse dormito.
D’un tratto spalancò gli occhi.
Ma che cosa ho fatto?!” Si chiese mordendosi il labbro inferiore.
Aveva detto veramente quelle orribili cose all’uomo per cui provava un forte sentimento?
Abbassò la testa, vergognandosi e provando una forte avversione per ciò che le era uscito dalla bocca.
Aveva rovinato tutto.
Si alzò in piedi e guardò fuori dall’oblò della sua cabina.
Il sole stava lentamente calando per lasciar spazio alla notte e il mare si era colorato di un’arancione brillante.
Forse…Forse sono ancora in tempo per rimediare…” Si rincuorò ricordandosi che, dopotutto, possedeva ancora le preziose tre spade del cacciatore di pirati. 



Ciao!
Come noterete siamo agli sgoccioli di questa storia u.u 
Non mancano ancora molti capitoli, spero comunque che continui a interessarvi il finale xD
Detto ciò spero sia piaciuto anche il capitolo 11.
Grazie per le recensioni, per le visite, per seguirla.
Ciaociao! :)
  
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