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Autore: Banana_Mecha    04/10/2012    1 recensioni
"La signora Kim siede vicino alla vetrina, nella sua caffetteria.
La porta è stata chiusa dall'interno con una spessa catena allucchettata; eppure non è neanche il tramonto.
Dentro le luci sono accese, e diffondono un caldo bagliore arancione, ma adesso che questo locale è vuoto… Prima che scatti il coprifuoco c'è ancora chi si azzarda a venire a trovarla. Sono molte meno di prima, certo, però vengono quasi ogni giorno.
Le passano ancora le lettere. Alcune addirittura portano del cibo.
Le si avvicinano e le sussurrano: «Yesung sta bene?»
Gli occhi della signora Kim si riempiono di lacrime. Non lo so, vorrebbe rispondere, mi manca mio figlio e non so niente di lui da mesi. Però non dice niente. Annuisce, e cerca di sorridere."
Settembre 2013. E' bastata una notte, e nessuno poteva sospettare che sarebbe accaduto così. Il Nord ha attaccato il Sud e la capitale è in ginocchio. La musica viene bandita dalla legge.
Gli artisti vengono costretti a rifugiarsi e a combattere contro i traumi di una guerra crudele e la paura di essere trovati. Non saranno soli però. Presto nel sottosuolo di Seoul nascerà la ribellione.
SJ, SNSD, B1A4, B.A.P.
Genere: Generale, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La signora Kim siede vicino alla vetrina, nella sua caffetteria. 
La porta è stata chiusa dall'interno con una spessa catena allucchettata; eppure non è neanche il tramonto.
Dentro le luci sono accese, e diffondono un caldo bagliore arancione, ma adesso che questo locale è vuoto…
La donna sorseggia del tè caldo da una tazza, e guarda fuori.
Le sembra che siano passati anni da quando quella strada era piena di gente ad ogni ora del giorno e della notte, e tutti entravano alla caffetteria sperando di trovarci Yesung. O semplicemente per portarle il loro amore. 
Ogni tanto qualcuno arrivava con in mano una letterina o un pacchetto, altre semplicemente le stringevano la mano e la ringraziavano. Le sembrava il periodo più felice della sua vita. 
Posa la tazza sul tavolo, con delicatezza.
Che è successo a quella città? 
Fuori il sole sta tramontando velocemente, nascosto dietro pesanti nuvole. Dev'essere così freddo e buio là fuori…
Pensa a suo figlio.
Prima che scatti il coprifuoco c'è ancora chi si azzarda a venire a trovarla. Sono molte meno di prima, certo, però vengono quasi ogni giorno.
Le passano ancora le lettere. Alcune addirittura portano del cibo.
Le si avvicinano e le sussurrano: «Yesung sta bene?»
Gli occhi della signora Kim si riempiono di lacrime. Non lo so, vorrebbe rispondere, mi manca mio figlio e non so niente di lui da mesi.  Però non dice niente. Annuisce, e cerca di sorridere. 
Quando lui se n'è andato sapeva che non l'avrebbe più sentito; il regime ha imposto strette ordinanze contro i cantanti, gli attori e gli artisti in genere. 
La musica è l'unica cosa che faceva respirare un po' d'aria di libertà, perciò è stata bandita. I cd, i poster, ogni cosa ormai è materiale di contrabbando. Nella caffetteria c'è una grande cornice vuota dove prima il poster di Yesung accoglieva i clienti.
Ma la signora Kim sa che in realtà nessuno ha dimenticato suo figlio. Si porta la tazza alle labbra mentre una lacrima le scivola sulla guancia; ora che nessuno la sente, può finalmente cantare.
«Seduto sul tetto, ho cantato da solo. Il mio pubblico erano le stelle che mi facevano risplendere… Lungo un cammino stretto ho corso e corso finchè le mie scarpe non si sono consumate…»
tace, per tirare su col naso mentre gli occhi le si riempiono di lacrime.
«Starò bene, andrà tutto bene. Ho detto queste parole così tante volte . A volte ero stanco e spaventato . Mi sono detto che anche se ero solo o triste non mi sarei messo a piangere…»
Il canto della signora Kim diventa un mugolio incomprensibile fra i singhiozzi. Si rigira fra le mani la foto di suo figlio bagnandola di lacrime. 

Yesung non è che un'ombra, assorbito dall'oscurità di un vicolo. Osserva sua madre dentro la caffetteria, sapendo che non può vederlo.  L'insegna "Händel&Gretel" è spenta, e tutte i cartelli dei menù che una volta stavano fuori sono spariti. Conta mentalmente: tre mesi.
Sono trascorsi tre mesi da quando non sente più il calore dell'abbraccio di sua madre, eppure è là, a pochi metri da lui. Le sue spalle sono scosse da fremiti, sta piangendo. Piange perché le manca suo figlio, e non sa neanche se sia vivo o morto. Piange perché non sa tra quanto potrà rivederlo, ammesso che lo rivedrà.  E che per consolarsi non può neanche sentire la sua voce.
Yesung si nasconde la faccia dietro le mani, e respira lentamente. Un ultimo sguardo alla donna, poi si asciuga gli occhi con la manica della giacca mimetica.
Un attimo dopo è già scomparso nel tombino da cui è uscito.


WARNING Salve a tutti, mi chiamo Banana_Mecha e questa è la mia prima fanfiction in assoluto. Solitamente la pubblico su deviantArt ma mi hanno fatto notare che qui è più facile ricevere dei commenti oggettivi e per me sarebbe meglio visto che come già detto sono una scrittrice alle primissime armi. Nella descrizione c'era veramente poco spazio per parlare a fondo della trama e chiedo scusa se non era affatto interessante. La storia è un po' complicata anche perchè talvolta si tuffa nel passato e torna bruscamente al presente. Tutti quelli che l'hanno letta hanno detto che è tristissima. Io vi avverto, non ci sono scene "forti", però tenete presente che è uno scenario di guerra e che più andrà avanti più l'ambientazione diventerà cruda. Spero di essere in grado di descriverla in modo appropriato. 
Ah! Quasi dimenticavo. I personaggi principali sono i Super Junior, in modo particolare Eunhyuk e Leeteuk, Hyoyeon delle Girls' Generation, Jinyoung dei B1A4, Zelo dei B.A.P. Ovviamente non si parla SOLO di loro, ma sono i personaggi che conducono la storia. Inoltre mi sono permessa di inventare altre figure che spero troverete interessanti, ho lavorato moltissimo su background e carattere, in modo particolare sulle due ragazze-soldato nordcoreane e su Bani, uno dei miei personaggi preferiti. Che dirvi... buona lettura!
  
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