«E la gazza?»
Thor rivolse uno sguardo dubbioso all'uccello che, con discrezione, si era appollaiato sulla tua spalla. Un sommesso battito d'ali ne aveva tradito l'arrivo.
Ikol restituì l'attenzione voltando la testa a scatti e occhieggiando Thor da diverse angolazioni.
Ecco la Domanda, ed ecco la Bugia, pensasti, mentre un brivido di apprensione ti suggeriva di dosare bene le parole, Loki. Non più omissioni di quelle strettamente necessarie, giusto? E tuttavia questo significava molte omissioni.
«Ah, non preoccuparti» esordisti con nonchalance, abbassando lo sguardo alla terra grigia sotto i tuoi piedi, «è solo il mio...».
Osservando il vento che spostava la polvere d'un tratto ti sentisti stanco, esausto, e indugiasti.
C'era modo di evitare quell'inganno? C'era modo di meritarsi davvero l'abbraccio di poco prima e non tradire una fiducia neonata, già pericolosamente schiacciata dal peso della perversione di un'intera vita passata?
Odiasti il vecchio te stesso per averti messo in quella situazione. Ikol dovette ricambiare il sentimento, perché ti beccò senza preavviso la tempia, forse cogliendo le tue intenzioni.
Era la prima volta in cui ti attaccava apertamente, e ti fece male.
«Sciò, creatura malvagia!» lo scrollasti di dosso, infastidito.
Thori abbaiò un esultante «Violenza!» inseguendo l'uccello planato a terra e costringendolo di nuovo al volo. Tornò alla carica (e già i suoi denti si tingevano del colore aranciato della brace, e il suo respiro aveva l'opacità del fumo) non appena la gazza di posò di nuovo nella polvere.
«Arrosto! Arrosto!» proclamò eccitato, mentre invano saltava e mordeva l'aria, cercando di prendere un Ikol ormai alto nel cielo.
«LOKI» tuonò tuo fratello sopra la confusione causata da Thori, stringendo una mano enorme intorno alla sua collottola. Il cucciolo infernale si dimenò un po' prima di arrendersi ciondolante e mugolare un sommesso e risentito: «Sbudellamento...».
«Loki» ripeté Thor, guardando la gazza che nuovamente era atterrata poco distante da voi.
Immobile con la lunga coda rigidamente sollevata da terra, pareva vigile, o spavalda.
«Qual è la storia di quella bestia?»
Loki, respirasti a fondo cercando di scrollarti di dosso la frustrazione che minacciava di inumidirti nuovamente gli occhi. Avresti voluto affrontare quel momento spalleggiato dal volto severo di Leah, e non dalla sola compagnia di due diabolici animali.
«Non ti piacerà,» ammettesti con tono greve, «non ti piacerà per niente. Ma mi serve. E io servo ad Asgard, adesso. Devi giurare che non... ci farai del male».
Ikol spiccò il volo in quell'istante, comunicando alla perfezione la propria sfiducia nei confronti di quella promessa ancora prima che potesse essere pronunciata.
Non fu incoraggiante per nessuno.

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Ho sofferto come un cane che non si sia toccato l'argomento “Ikol” -convenientemente impegnato a mangiare vermi fuori dalla caverna di Leah- in Journey Into Mystery #642 e questa improbabilissima What If ne è la conseguenza.
Ikol è la prima e forse la più importante bugia (omissione) di Kid Loki, niente di buono può arrivare dalla sua rivelazione, quindi la reticenza di Loki è assolutamente logica... ma perché Thor non chiede?
(Ho paura della risposta. Io sono in ansia e Tumblr con le sue teorie non aiuta. *piange*)