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Autore: B Rabbit    05/10/2012    1 recensioni
Abbassando lentamente il viso verso Allen, il rosso cercò le sue labbra sottili con le proprie, unendole in un bacio.
Un bacio che sapeva di dolce.
Un bacio che ispirava amore.
Un bacio che racchiudeva passione.
Un bacio che suggellava una promessa.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi | Coppie: Rabi/Allen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Dicembre 18XX
Ventiquattro giorni prima del mio compleanno, sono partito in missione per il recupero di un’Innocence trovata nelle vicinanze di un lago sperduto in una foresta, lontano dai centri abitati. Per fortuna, non sono solo, con me c’è Lavi. Una volta finito l’incarico, andremo insieme a guardare le stelle, come promesso.

Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento …
… Lo desideravo tanto, ma Dio non me l’ha concesso.




Missed
»the end for all«







In una notte come le altre, due mondi differenti si scontravano tra loro, ognuno per i propri signori, un Dio e il Tempo, in un Colosseo naturale dalle mura lignee.
I guerrieri incrociavano le proprie armi, osservati dall’Imperatrice del Nero, la Luna, e dalle spettatrici celesti, le stelle, imperturbabili e neutre.
I combattenti si affidavano unicamente ai propri sensi, acuiti dal pericolo e dall’esigenza, diffidando del buio disonesto e traditore che aiutava e ingannava ogni essere.
I due armigeri di Dio fronteggiavano i nemici senza timore, eliminandoli con incredibile facilità ma, come il Tempo loro padrone, continuavano ad apparire, infiniti.
In quella radura leggermente illuminata dal falso chiarore delle acque del lago, lo scontro continuò inesorabile, senza che attirasse nessuno con i suoi fragori, come se quel luogo fosse separato dal resto mondo.
« Allen, alle spalle! »
Stringendo con forza l’elsa dell’arma, il ragazzo maledetto si voltò lesto, scagliando un fendente obliquo contro un Level 3, distruggendolo.
Alzando il braccio, l’albino posò la spada santa sulla spalla e, sospirando, rivolse lo sguardo al compagno esorcista.
« Lavi, dovresti pensare a te stesso »
Un turbinio di fiamme avvolse la superficie lucida del martello, prendendo una forma affusolata, la cui estremità prese forma di fauci da cui si liberò una lingua biforcuta.
Il serpente incominciò a ruotare intorno al proprio evocatore, quasi volesse proteggerlo, avvolgendolo con movimenti eleganti e lenti, ma udito un segnale inesistente, l’animale si scagliò contro gli Akuma, scivolando tra i loro corpi sempre più umani, illuminando il viso del padrone con le fiamme delle esplosioni.
«Hay, hay»
Gli apostoli continuarono così, schiena contro schiena, con sguardo impassibile, insensibili alla fatica e alla stanchezza, ormai divenute loro estranee.
Tre ne distrusse il Tramonto, altri quattro l’Alba.
Le loro armi saettavano veloci verso i nemici, ferendo il buio con le scintille createsi dall’incontro con i corpi duri dei demoni.
Sei caddero per colpa del Sole, cinque perirono per mano della Luna.
Un Akuma, accortosi della disattenzione del guercio a causa degli attacchi dei suoi compagni, si gettò alle sue spalle, bramoso della vita preziosa dell’esorcista.
Voltando lievemente lo sguardo all’indietro, il rosso intravide una nera figura avvicinarsi sempre di più, un sorriso malsano sulla sua maschera scura.
Forse per un istinto recondito o un impulso nato dal pericolo, il figlio del tramonto chiuse gli occhi, annegando nel buio delle palpebre.
« Lavi! »



Buio.
Le pupille vedevano solo quello.
Un nero come la pece.
« Cosa …? »
Le ombre si schiusero lentamente, rivelando un viso sorridente celato dal cappuccio bianco da Pierrot di Dio.
« Lavi … »
Specchiandosi in quelle iridi azzurrine, il rosso sorrise, articolando un “grazie” con le labbra e, accettando la mano offertagli dal compagno, Lavi si alzò, guardando il volto sorridente dell’albino.
« Ne, Allen, credo che qui abbiamo finito »
« Già »
Il quindicenne posò l’estremità della lama sul lato sinistro e, avvolta da un luce chiara, l’arma si convertì nel braccio di Dio.
« Alle- »
Il guercio sgranò gli occhi.
« …Lavi? »
Chissà per quale strano fenomeno, l’orizzonte incominciò a deformarsi, come se fosse estate, delineando una figura inumana.
Un braccio emerse dalla distorsione, poi un busto largo e la testa, seguiti dalle gambe.
Un Akuma si gettò alle spalle dell’albino, una lama che nasceva dal polso mirava al cuore.
E alla sua vita.
« Allen!! »


Silenzio.
Le mie orecchie non riescono a udire nulla.
O forse non vogliono.
Davanti ai miei occhi, gocce sfocate danzano nel vuoto, cadendo a terra.
Che abbia iniziato a piovere?

Non può essere …


Le pupille incominciarono a tremare, terrorizzate dalla realtà che li si presentava davanti.
Gli occhi saettarono sul corpo immobile del compagno, sul suo viso propenso in avanti, lievemente ombreggiato.
Sul suo ventre, violato dalla lama del demone avverso.
« …Lavi? »
Il mostro estrasse l’arma bianca, lentamente, il sibilo del filo che riecheggiava nell’aria, insieme ai gemiti di dolore dell’esorcista.
Fermo …
Il sangue, ninfa vitale di ogni essere, fiorì dalla ferita, tingendo l’aria con il proprio odore acre.
E’ uno scherzo …
Il rosso cadde a terra, lentamente, sollevando la polvere in aria che rimase ferma per qualche secondo, per poi ricadere a terra poco dopo.
La … vi?
Fulmini verdi ricoprirono il corpo di Allen, avvolgendolo in mille luci smeraldo, mentre l’aria intorno a lui diventava sempre più irrespirabile, come rarefatta.
E’ una menzogna …
Il respiro si fece sempre più irregolare, quasi affannoso, il ragazzo inspirava velocemente, dalla bocca, senza lasciar all’aria la possibilità di scappare da lui.
« Ah… ah… »
Urlò.
Gridò con tutta la forza che aveva, con tale violenza che la gola gli faceva male, quasi lacerata.
La mano sinistra si contrasse, le dita piegate in sé stesse, sfiorando appena i limiti del palmo con i polpastrelli, mentre le nocche impallidivano e il braccio tremasse a causa della forza.
La mano destra si chiuse con forza, le unghie che aggredivano la pelle con violenza, macchiandola con il sangue che usciva, per poi gocciolare a terra.
Il cuore impazzito tremava a causa dei forti battiti che ferivano il petto, allontanando sempre di più l’aria, esiliandola.
Il ragazzo urlò ancora una volta con tutta la furia che gli invadeva il corpo, membra per membra.
In un tripudio di luci pallide comparve il braccio divino di Dio, le lame della mano che brillavano lungo il loro profilo.
Aggredendo con forza la propria gola, il ragazzo gridò, alzando il braccio sinistro verso il cielo, pronto a sentenziare la condanna del demone peccatore.



Il ragazzo era rimasto immobile, in piedi, e guardava in avanti, fissando un punto indefinito nella boscaglia, tra i rami scuri degli arbusti e le fronte nere degli alberi a causa della notte.
Delle gocce cristalline scivolarono giù, accarezzandogli le guance, le labbra, il mento, lo stesso percorso che avrebbero fatto le sue mani, infrangendosi poi a terra.
Il cielo aveva incominciato a piangere.
Stava piovendo.
Quel cielo che lui non avrebbe mai voluto veder grigio.
Eppure, nonostante quei frammenti stessero piangendo, il vero infinito rimaneva imperturbabile, nessuna nube osava impallidire il brillare delle stelle.
Perché la pioggia che sapeva lavar via il dolore non cadeva, bagnando l’aria con il proprio rilassante profumo?
Sembrava quasi che Dio non provasse dolore.
Lo odiava.
«A- Allen …»
Sgranò gli occhi.
L’albino si voltò verso il rosso disteso a terra, inerme tra i fasci smeraldo dell’erba e le rose vermiglie del suo sangue.
… Lavi
Il quindicenne fece un passo in avanti, un altro ancora, così via, scivolando sulle proprie gambe a causa del tremore, ma riprese a camminare, strisciando, l’erba umida della notte che accarezzava le mani.
Ad aspettarlo vi era il volto sorridente del guercio che seguiva ogni sua movenza, una leggera ombra sotto l’occhio e un rigolo di sangue che scendeva giù dal labbro inferiore.
«Lavi … Lavi!!»
Le mani e le ginocchia si persero nello scarlatto e gli occhi saettarono sul ventre del rosso. Sulla sua ferita.
Gli occhi zaffirini del ragazzo incominciarono a bruciare, lasciandosi abbandonare alle lacrime ormai impossibili da trattenere.
«Menomale Allen … sei vivo …»
Delle gocce rigarono i delicati lineamenti dell’albino, cadendo sull’uniforme sgualcita dalle mille lotte del guercio.
«Quante volte … quante volte ti devo dire di pensare a te stesso!? Baka Lavi!!»
Sul volto del rosso si disegnò un sorriso amaro, mentre una lacrima scendeva dal suo unico occhio, bagnandogli la guancia.
«Scusami …»
«Zitto …»
«Sono una frana … vero?»
«Non parlare, per favore … non parlare …»
Il rosso voltò lo sguardo verso l’alto, perdendosi nel nero del cielo di quella notte quasi eterna.
Alzando il braccio destro tra tremori e cedimenti, il guercio puntò la cupola del mondo, ammirandola con malinconia.
«Guarda…»
Gli occhi dell’albino si soffermarono sul cielo, perdendosi in quel meraviglioso nero dalle lievi tonalità blu, schiarito leggermente dalla debole luce di quella moltitudine di stelle, alcune bianche, altre gialle.
Al centro, tra tulle le altre, ve n’era una azzurra, sola soletta, circondata dall’oscurità, bramosa della sua rara luce.
Nel vedere quella cupola, l’albino sorrise, incrociando lo sguardo con quello del rosso che, spostando la mano verso di lui, gli accarezzò la guancia umida.
«Sono meravigliose, Lavi…»
«Hm …»
Il guercio tornò a guardare il cielo, sorridendo alla stella solitaria.
«Sono felice di aver potuto mantenere la promessa…»
Le dita scivolarono giù per i lineamenti dell’albino con un tocco leggero, impercettibile, dovuto non alla volontà, ma dalla debolezza.
«Lavi?»
Il rosso sorrise malinconico, la vivacità dello smeraldo che si affievoliva sempre di più, rapita via dalla stanchezza.
«Mi dispiace Allen…»
«No…»
La mano scese ancora di più, tremolante, allontanandosi dal viso del ragazzo.
«Mi dispiace…»
Una lacrima cristallina si formò sotto l’occhio del rosso, scivolando giù per lo zigomo, fermandosi al lato del naso.
«Mi dispiace tanto…»
La mano cadde lentamente nel vuoto, e il braccio si distese sul terreno, tra il sangue.
«No…»
Delle perle incominciarono a crearsi sotto gli occhi zaffirini dell’albino e, velocemente, scesero giù per i lati del viso, unendosi sotto il mento.
«Lavi…»
Lo smeraldo si offuscò totalmente, perdendo quella sprizzante vivacità verdina, verdi come il prato, come le fronde degli alberi.
Come la speranza che, nonostante fosse l’ultima a sparire, era morta.
Prendendo la mano del rosso tra le sue e premendola forte contro la guancia, l’albino si abbandonò al dolore, le lacrime che nascevano numerose, bagnandoli il viso.
Socchiudendo le labbra sottili, il ragazzo pronunciò il nome del guercio più e più volte, tra gemiti e singhiozzi, per poi lasciarsi andare alla disperazione, urlando con tutta la sofferenza che feriva il suo cuore e la sua anima.

In quel momento, una stella dalle sfaccettature color tramonto comparve vicino a quella zaffirina, affiancandola.

Ti amo Allen



Anche se questo mondo avrà presto un domani, il mio è morto qui in questa notte, portato via da Atropo, tessitrice infernale, che ha tagliato il filo della sua vita.
Ogni volta che i miei occhi scorgeranno le tenui striature nel cielo mattutino, il mio odio verso l’alba crescerà sempre di più, avvolgendomi il cuore con le sue spire avvelenate.
Perché tu non potrai più averla.
Perché tu non sei più con me.

Ti ho perso per sempre.



Allen…
… Chi è?

Allen…

Lavi?



Bianco.
La prima luce del mattino ferisce gli occhi stanchi con la propria purezza.
La vista è offuscata, i lineamenti confusi, i colori sbiaditi.
Una voce giunge debole alle orecchie, ovattata dalla stanchezza.
«Allen…»
I contorni si definiscono e i colori riprendono vita.
Un viso preoccupato, i capelli color scarlatto dalle ciocche indomabili. Un occhio smeraldo, pieno di vita.
«La…vi?»
Il diciottenne sorrise, scostando delle ciocche argentee dal viso imperlato di sudore dell’albino.
«Sono io…»
Gli occhi azzurri divennero all’improvviso lucidi e, mentre delle piccole gocce trasparenti si formavano sotto di essi, il ragazzo si alzò subito, afferrando il rosso con le braccia, cingendogli il collo.
«Waaah! A-Allen!?»
Stringendo ancora di più la presa, il ragazzo affondò la testa nell’incavo del collo del guercio, abbandonandosi ai singhiozzi.
Lavi sospirò e, accarezzando i capelli bianchi, si sedette meglio sul letto, facendo poggiare Allen sulle proprie gambe, tranquillizzandolo.
Il quindicenne fece scivolare le braccia, cingendo così il torace dell’altro, nascondendo il viso sul suo petto nudo.
«Ho avuto paura…»
Posandogli le mani sulla schiena, il guercio strinse con dolcezza il più piccolo, posando il mento sulla sua spalla destra.
«Daijobu … sono qui …»
I singhiozzi aumentarono sempre di più, rendevo le parole del quindicenne incomprensibili.
«N-non scomparire … non … non andartene … per favore»
Alzando il viso dalla spalla del’altro, Lavi scostò lievemente l’albino dal suo petto, guardandolo dritto negli occhi, un dolce sorriso disegnato sulle labbra.
«Ti voglio far sentire una cosa»
E, avvicinandosi una mano, si indicò il petto.
L’albino guardò interrogativo l’altro che, posando una mano dietro la testa del più piccolo, lo fece avvicinare a sé.
«Chiudi gli occhi e ascolta»
Allen posò le mani sulla pelle rosea del rosso.
Era calda.
Ripudiando le lacrime che si facevano di nuovo sentire, l’albino posò l’orecchio sul petto del guercio e chiuse gli occhi.
«Senti qualcosa?»
Allen annuì con la testa, continuando ad ascoltare.
«Il tuo cuore… batte…»
Lavi posò una mano sulla testa del compagno e, lentamente, incominciò ad accarezzargli i capelli bianchi, le ciocche tra le dita.
«Visto? Il mio cuore sta battendo. Sono vivo, e finché batterà, io starò al tuo fianco. Ah, sta’ tranquillo, il mio cuore non si fermerà tanto facilmente»
«Lavi…»
Con timidezza, il quindicenne sollevò il viso dalle guance di porpora, il mento che sfiorava la pelle dell’altro, e osservò il viso del rosso, i suoi lineamenti, le ciocche scomposte a causa del sonno.
Osservò ogni piccolo dettaglio, minuziosamente, da poter avere così un ricordo più preciso, più vicino alla realtà, quasi potesse perderlo di nuovo in quel momento.
Posando con delicatezza la mano sulla guancia umida dell’albino, il guercio si specchiò in quegli occhi azzurri che chiedevano rassicurazioni e promesse, parole che avrebbero allontanato quelle paure conosciute solo da lui.
«Ti amo Allen»
A quell’ affermazione l’albino non poté più reprimere quelle lacrime insistenti che incominciarono a scorrere giù, segnandogli le guance.
Socchiudendo gli occhi lucidi, Allen annuì, sorridendo felice.
«Ti amo Lavi»
Abbassando lentamente il viso verso Allen, il rosso cercò le sue labbra sottili con le proprie, unendole in un bacio.
Un bacio che sapeva di dolce.
Un bacio che ispirava amore.
Un bacio che racchiudeva passione.
Un bacio che suggellava una promessa.


Perso nel bianco delle lenzuola, stretto dalle braccia dell’amore, Allen si addormentò insieme a Lavi, cullato dai suoi battiti, rassicurato dal suo profumo.


















Evvai!!!! Yahooo!!
*si sdraia su un Timcampy obeso*
Mio dio, voi non sapete quanto desideravo scrivere un'altra Laven, erano mesi che ci pensavo!!!
Sono così felice!!! *-* Spero che questa storia vi sia piaciuta un tantino, io ho addirittura pianto mentre la scrivero!! XD
Lavi... ç-ç
Inoltre, questa è la mia PRIMA fanfiction che non viene considerare trista e posseduta dalla depressione da Woff e Ciel!! Yeah! *-*
Allen, che hai fatto la sera prima per sognarti una roba del genere? ... ... ... Si capisce che ha sognando, vero? Spero di si! ç-ç
Ho osato mettere anche "fluff" tra i generi... penso che la scena finale sia dolce e spupazzosa...
Se non lo è, potete picchiarmi in quella stanza. *indica una porta*
...Allen, perché sei venuto così uke?
All'inizio volevo scrivere due o tre righe sul fenomeno dovuto alla presenza dell'Innocence, ma mentre lo scrivevo mi è piaciuto un sacco e ho voluto dargli uno spazio tutto suo.
E' la fanfiction "Song for the one I love", tra le originali.
Notare che questa ff l'ho postata circa un mese prima di Missed XD
Non avevo nessuna crisi, era la scuola U.U"
Comunque, spero di vedere di nuovo Lavi nel manga di D.Gray Man!!! Hoshino-sensei, non ti sarai mica dimenticata di lui, vero?
...
Voglio il capitolo 217!!! TT^TT
Bene, alla prossima!
*si dirige davanti alla stanza*
*apre la porta ed entra*
Bye
  
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