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Autore: Ya_mi    05/10/2012    5 recensioni
Dal capitolo 1:
-[...] Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-
L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era... diversa.
Come lui.
Dal capitolo 15:
Non avrebbero dovuto fargli effetto le piaghe sparse sul corpo di quella ragazza, né l’espressione triste sul suo viso. [...] Si stava dimostrando debole, aveva abbassato le sue difese e ora stava accadendo l’inevitabile.
Lui, che era il solo tra i più soli, lui che aveva fatto voto di una vita dedita alla pura conoscenza e all’assenza di ogni tipo di legame, proprio lui... stava facendo andare in malora tutto quanto per una ragazzina.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rabi/Lavi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Allora allora allora!! Cominciamo con un bel “ciao, piacere di conoscerti!” per chi non ha mai letto niente di mio.
Se invece ci siamo già visti allora “riciao!! Piacerissimo di rivederti!”.
Dunque, nota tecnica per chi dovesse aver letto la mia fic “Help! Girl with hangovers!”:
DIMENTICATEVELA!! Proprio così, resettate tutto e fate come se nulla fosse accaduto!
Lo dico perché il nuovo personaggio citato negli avvertimenti è sempre lei, la mia cara Angelica a cui sono tanto affezionata.
La storia sopracitata è un episodio a parte, che qui non è avvenuto e non avverrà MAI.
Qui si parte dal principio con una vicenda a sé che non c’entra niente con quella.
Detto questo buona lettura e se avete bisogno di chiarimenti o altro chiedete: sono qui apposta!! ^_^

 

VELVET RIBBONS & FIERY HAMMERS

Libro primo: "Being Nobody"
 
"I’m Nobody! Who are you?
Are you — Nobody — Too?
Then there’s a pair of us!
Don’t tell! They’d banish us — you know![...]"

("Io sono Nessuno! Chi sei tu?
Sei - Nessuno - anche tu?
Allora siamo in due!
Non dirlo! Ci cacceranno - lo sai! [...]")
Emily Dickinson, "Poem 288 (I'm Nobody! Who are you?)"

 

CAPITOLO 1 - Incontro: destino o caso?

-Lavi, per l’ennesima volta: ci siamo persi!-
Lenalee si stava trascinando lungo la strada costellata di sampietrini a fianco del suo compagno, con le braccia conserte segno di evidente nervosismo.
-Ma no, Lenalee, è impossibile!! Questo paese è un buco, non possiamo esserci persi!!-
Lavi si guardava intorno imbronciato, uscendo dall’ennesima vietta e ritrovandosi nella piazza centrale del paesino.
-Sarà, ma tutte le strade che prendiamo ci riportano al punto di partenza. E tutto perché voi uomini non volete mai chiedere indicazioni!-
-Oh, certo! Adesso la facciamo diventare una questione di differenza di sesso! Voi uomini qui, voi uomini là...io non avrò voluto chiedere indicazioni, ma non è solo colpa mia se ci troviamo in questo casino! Forse perché voi donne non avete senso dell’orientamento?-

La sua risposta dal tono sarcastico le diede ancora più sui nervi.
Si lasciò cadere su una delle panchine ai margini della piazza, sbuffando sonoramente.
Lui la imitò poco dopo.
Rimasero così per qualche minuto, imbronciati e senza parlarsi.
Lavi riordinò le idee: dunque, li avevano mandati in quel paesino microscopico (ma pieno di dannate viette intricate e tutte uguali!) ad indagare su uno strano fenomeno soprannaturale, per controllare se si trattasse di Innocence o meno.
Arrivati al paese, però, si erano irrimediabilmente persi nel dedalo di stradine, tentando invano di raggiungere la loro destinazione.
Un forte chiacchiericcio accompagnato da un sonoro rumore di passi lo distolse dai suoi pensieri.
Un gruppetto di ragazzi in divisa scolastica uscì da un alto edificio in stile vittoriano.
E allora ricordò che in quel paese insignificante l’unico motivo di vanto era di avere uno dei migliori collegi della regione.
Stavolta fu Lenalee a farlo tornare alla realtà, schiarendosi la voce e constatando con calma:

-Va bene, siamo partiti male. Adesso ricominciamo da capo e chiediamo indicazioni, ok?-

Lavi annuì con espressione distante.
La stava ascoltando, ma qualcosa aveva catturato la sua attenzione:
tra tutti gli studenti che ridevano e scherzavano con gli amici ce n’era una che si guardava intorno nervosa, come se si sentisse a disagio, e che ben presto uscì dal gruppo dirigendosi al centro della piazza.
Ma non era stata solo lei a metterlo in allarme: erano i compagni che la seguivano a breve distanza a preoccuparlo.
Erano troppo lontani per sentire cosa stessero dicendo, ma era abbastanza sicuro che la stessero canzonando per qualche motivo.
La ragazza sembrava in evidente difficoltà, teneva la testa bassa e si stringeva dei libri al petto, continuando a camminare.
A un certo punto uno di quei bulletti la spintonò facendola cadere in ginocchio, i libri sparsi sul terreno della piazza.
Lavi li sentì ridere poi li vide allontanarsi.
La ragazza rimase dov’era per un po’, poi si sporse in avanti per raccogliere i suoi libri da terra.
Prima che se ne rendesse conto Lavi si ritrovò vicino a lei, raccolse da terra un volumetto rilegato e glielo tese.
Lei alzò lo sguardo disorientata, poi gli sorrise timidamente alzandosi in piedi e allungando una mano per prendere il libro.
Mormorò un “grazie” appena udibile.

-Figurati. Senti, ma perché quei galletti ce l’avevano con te?-
Intanto sentì alle sue spalle i passi di Lenalee che si avvicinava. Lei si strinse nelle spalle, come se non le importasse.
-Oh, ormai ci sono abituata. Lo fanno tutti i giorni. Mi prendono in giro perché sono orfana.-
Lenalee storse il naso.
-Ma è una cosa orribile! Essere orfani non è un motivo per prendere di mira una persona!-
La ragazza davanti a loro strinse la presa sui suoi libri.
-Forse per voi, ma qui gli orfani non sono visti molto bene. Il fatto di non avere nessuno, di non avere radici mi rende diversa dagli altri. E questo è uno di quei posti dove la diversità viene odiata sopra ogni cosa.-

L’espressione in quegli occhi azzurri era forte, a dispetto della timidezza che aveva ostentato prima.
Lavi l’aveva ascoltata con attenzione e aveva sentito qualcosa scattare dentro di lui.
Quella ragazza non aveva origine, non sapeva da dove veniva. Era un’emarginata, era...diversa.
Come lui.
Lei sembrò rendersi conto solo ora delle parole che aveva pronunciato e arrossì leggermente.

-Vi chiedo scusa. Non vi ho mai visti da queste parti. Per caso vi serve aiuto?-
Lenalee sorrise radiosa. Certo che gli serviva aiuto!
-In realtà si. Sapresti dirci dove possiamo trovare la scuola di danza?-
La ragazza strabuzzò gli occhi e passò lo sguardo da lei a Lavi. Poi mormorò:
-Siete venuti per il pianoforte?-
Lenalee guardò il suo compagno prima di rispondere.
-Si, tu ne sai qualcosa?-
L’altra riacquistò un po’ di autocontrollo e le sorrise.
-Scusatemi, ora vi spiegherò tutto. Io mi chiamo Angelica, e credo proprio di essere il motivo per cui voi siete qui.-
 
* * *

Angelica guidò i due esorcisti lungo le stradine tortuose del paesino, mentre spiegava loro:

-Vedete, io studio in quella scuola da quando sono bambina, è l’unica cosa che mi dia un po’ di soddisfazione, a parte leggere.-
Si fermò per fare un sonoro sospiro.
-Da qualche tempo, però, sta succedendo qualcosa di strano: nell’aula c’è un pianoforte che usiamo per avere musica durante la lezione. Più o meno tutti ci si avvicinano per qualche motivo. Solo che...-
fece una pausa, come per soppesare le parole da pronunciare.
-Solo che appena ci vado vicino io...comincia a suonare da solo. Io non lo tocco nemmeno, nemmeno lo guardo. Però lo fa solo con me, e la cosa ha iniziato ad avere dei risvolti negativi. Insomma, è da un po’ che persino le mie compagne mi evitano. Hanno paura di me, le ho sentite chiamarmi “strega”...-

Mentre diceva questo Lenalee lanciò uno sguardo a Lavi.
C’erano alte probabilità che fosse a causa dell’Innocence, e forse sapevano anche chi ne fosse il compatibile...
Ma preferirono aspettare ad azzardare ipotesi.
Nel frattempo avevano raggiunto la scuola di danza. Era un edificio modesto, sembrava una semplice casa di mattoni come tutte le altre.
Quando entrarono nell’aula Angelica si diresse subito verso il fondo, dove stava il pianoforte.
Si girò a guardarli e disse:

-Ecco, vi faccio vedere.-

Tornò a guardare lo strumento e fece un paio di passi avanti.
Senza preavviso il piano cominciò a suonare da solo. Era uno spettacolo inquietante vedere i tasti che si muovevano come guidati da chissà quale magia.
Ma appena la ragazza ebbe fatto un passo indietro la musica cessò come se nulla fosse accaduto.
Gli esorcisti si avvicinarono ed esaminarono l’esterno dello strumento. Niente di speciale, era un semplice pianoforte a coda un po’ graffiato.
Poi Lavi aprì la cassa armonica.
In fondo, sotto le innumerevoli corde tese in quell’ordine maniacale di diverse lunghezze e spessori, si intravedeva un debole bagliore verdastro.
Il ragazzo allungò una mano e cercò di farla passare in mezzo al groviglio di fili, ma era talmente fitto che non riuscì a inserirci nemmeno un dito.
Alla fine decise che a mali estremi, estremi rimedi.
Prese il suo fidato martello e con il manico si aiutò a staccare alcune delle corde dal loro alloggiamento.
Angelica cercò di fermarlo, ma Lenalee le sorrise e le disse di lasciarlo fare.
Finalmente Lavi riuscì ad allungarsi e ad afferrare la fonte della luce.
Quando tirò fuori la mano i tre si trovarono davanti a un frammento di Innocence.
Angelica lo guardava come ipnotizzata, mentre i due esorcisti sorridevano soddisfatti: una missione andata a buon fine!
Ad un tratto sentirono un rumore di vetri rotti e alcuni akuma entrarono nell’aula dalle grandi finestre.
Lenalee attivò i suoi Dark Boots e si lanciò subito all’attacco, mentre Lavi piazzò l’Innocence nelle mani di una spaventatissima Angelica, la fece nascondere dietro il pianoforte e le intimò:

-Rimani qui e non muoverti per nessun motivo!-
La ragazza lo guardava con gli occhi sbarrati.
-Ma che cosa sono quelli?!-
Lui le mise una mano sulla testa e le sorrise rassicurante.
-Ti spiegheremo tutto, ma adesso devi rimanere qui finché non te lo dirò io, d’accordo?-

Lei annuì debolmente, mentre lo vedeva sparire dalla sua visuale.
I rumori che giungevano alle sue orecchie lasciavano intuire uno scontro violento e il suono di vetri rotti e i tonfi sul pavimento di legno erano l’unica cosa che sovrastavano ruggiti e gemiti di dolore.
Angelica si ritrovò senza accorgersene con gli occhi serrati, mentre si raggomitolava contro il pianoforte sperando che finisse presto.
Ad un tratto sentì una ventata di fiato bollente sul viso.
Socchiuse le palpebre e si ritrovò faccia a faccia con uno di quei mostri.
Quel corpo grigio dall’apparenza semimetallica la sovrastava completamente.
Lei rimase lì, immobile, senza sapere cosa fare.
Istintivamente strinse di più la presa su quella cosa luccicante che avevano trovato nel pianoforte.
Sentiva la presenza del suo assalitore farsi sempre più insistente e strizzò gli occhi.
Quando pensò di essere davvero finita sentì un boato.
Aprì gli occhi di scatto e vide una colonna di fumo alzarsi verso il soffitto dal punto dove prima stava la creatura.

-Tutto bene? Non ti ha ferita, vero?-
La voce del ragazzo di prima la raggiunse e poco dopo lo vide apparire dalla coltre di vapore grigiastro brandendo quello che sembrava un enorme martello nero. Lei trovò la minima forza di rispondere:
-S-sto bene...-
Lui le fece un sorrisone.
-Bene! Adesso però dobbiamo spostarci, questo fumo è velenoso.-

Le tese una mano che lei afferrò con la sua, piccola e tremante.
Il giovane la aiutò ad alzarsi e la guidò fuori dall’edificio, tenendola delicatamente per le spalle.
Angelica si lasciò portare docilmente, tenendo sempre stretto in mano quello strano cristallo luminoso.
Quando furono fuori si riunirono alla ragazza con i capelli scuri, che le indirizzò un dolce sorriso appena la vide.

-Ehi, Lenalee! Finalmente una missione finita in modo decente, eh?
Abbiamo trovato l’Innocence, abbiamo trovato la compatibile, tutto fila come l’olio per una volta!-
Lenalee scosse la testa.
-Con calma, Lavi. Prima di tutto dovremmo darle delle spiegazioni, no?-
Entrambi guardarono Angelica, che fece un passo indietro con espressione preoccupata.
-Già...anche perché credo che per oggi l’abbiamo spaventata abbastanza!-
 
* * *

-Allora, fatemi capire: voi siete esorcisti, delle specie di preti, e combattete contro quei cosi che abbiamo visto prima...-
Angelica indicò con il mento l’Innocence che aveva ancora in mano.
-...con questa?-
Lavi annuì.
-Si, anche se ovviamente l’Innocence da sola non basta. Le diamo la forma di un’arma e poi noi la usiamo.-
Sfiorò con una mano il martello che ora riposava al suo posto.
-E perché mi state raccontando tutte queste cose?-
Lavi e Lenalee si guardarono tra loro.
-Vedi...noi crediamo che tu sia la compatibile di questa Innocence, ossia la persona che può usarla.-
-Quindi quello che stiamo cercando di dirti è che...vorremmo che venissi con noi.-
Angelica si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Ma perché proprio io? Insomma...io, la persona più inutile della terra...proprio io!-
Lavi le andò vicino e le prese le mani, sorridendole dolcemente.
-Solo perché te lo dicono gli altri non devi credere che sia così. Tu sei l’unica al mondo a cui questo pezzo di Innocence darà retta...questo ti rende molto importante, non credi?-

La ragazza alzò lo sguardo, rossa in viso, e lo guardò con espressione stupita.
Annuì debolmente.
Il sorriso di Lavi si allargò e le lasciò le mani.

-Benissimo! Allora prepara le tue cose! Ce ne andiamo!! Approposito, quand’è il prossimo treno?-
Lenalee controllò un foglio che avevano preso in stazione appena arrivati.
-L’ultimo treno di oggi...non esiste...dovremo aspettare domani sera per andarcene da qui.-

Lavi la fissò come se non avesse capito quello che aveva detto.
Poi cominciò a lamentarsi di quanto fossero disorganizzati i paesini di provincia e di mille altre cose, accompagnato da Lenalee che lo rimbeccava di non fare il polemico.
Seguì un’accesa discussione molto simile a quella che avevano avuto nel pomeriggio.
Angelica assistette al dibattito sorridendo, non osando intervenire.
Chissà, forse quel ragazzo, Lavi, aveva ragione.
Forse era davvero speciale. Diversa...ma in un senso positivo.
Sì, sarebbe andata con loro, non c’era dubbio.
Era da tutta la vita che sperava di andarsene da quel posto.
Ora aveva trovato qualcuno che la voleva con sé, qualcuno che la giudicava importante.
Tanto valeva tentare.


Author corner: e allora eccoci qua!! Daaai, lo so: non è granché...però cercate di capire, è l’inizio.
Gli inizi sono sempre un po’ problematici, almeno per me!!
Quindi prometto che andando avanti la qualità si alzerà, giuro!!
Soooo pleeeease, non abbandonatemi se questo capitolo vi ha fatto schifo, aspettate almeno di vedere come sono i prossimi!!
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
Spero di aggiornare presto!
Alla prossima,
Yami
   
 
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