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Autore: AstridxAndros    06/10/2012    2 recensioni
avere un passato da "soldato" a quattordici anni non è affatto una cosa bella. non vivere, ma sopravvivere, riuscire ad avere un futuro "normale" questo è l'obbiettivo. ma gli orribili ricordi ti perseguitano... devi riuscire a superare tutto, e grazie ad una famiglia e ad alcuni amici con il tuo stesso passato puoi farcela...
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leggete! ne vale la pena!!! XD recensite mi raccomando! baci!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quando ad un tratto… da quella casa… uscì fuori una donna senza testa!- era ormai sera, i più piccoli già dormivano, i più grandi invece erano tutti attorno ad un grande falò e si raccontavano storie dell’orrore.
Ascoltavo disinteressato quelle storie, loro non sapevano cos’era la vera paura.
-molto bella, molto bella… ma ora ve ne racconto una io!- Lucas era sarcastico, ma in quel momento ebbi il  timore che gli stesse per raccontare una delle nostre “avventure”.
-era una notte buia e tempestosa…- iniziò con voce tetra,
-eravamo in tre a vagare senza meta in mezzo ad un fitto bosco. Ricoperti di rosso. In bocca il sapore acre del sangue, nella mente le orribili immagini dei nostri compagni mutilati e lasciati alle bestie…- ecco, i miei presentimenti erano giusti. Vidi alcune ragazze portarsi una mano alla bocca.
-il più grande di noi non aveva più il braccio…- chiusi gli occhi tentando di non rievocare la scena nella mia mente.
-io e il mio migliore amico eravamo stati solo fortunati… una lunga ferita al torace mi inzuppava completamente la maglietta ridotta a brandelli- alzò leggermente la maglietta per mostrare la cicatrice bianca che ormai era ridotta. Tutti senza esclusione si portarono le mani alla bocca. Avevano capito che era una storia vera.
-il mio amico invece aveva una lunga ferita al braccio, sanguinava in modo spaventoso, lasciando tracce di sangue lungo la strada…- mi lanciò un occhiata e io alzai la manica destra della maglietta permettendo a tutti di vedere la cicatrice.
-riuscimmo finalmente ad uscire da quel posto infernale… un fulmine in quel momento illuminò a giorno la zona facendoci intravedere il nostro Signore…- ricordavo perfettamente il ghigno che aveva stampato in volto, rabbrividii inconsciamente.
-ci parve di avere davanti il diavolo in persona… vedere i vestiti zuppi, impregnati del nostro sangue e di quelli dei nostri compagni lo fece ridere… per la prima volta provammo vero terrore… io desiderai morire…- abbassò lo sguardo verso  il fuoco. Tutti pendevano dalle sue labbra.
-il nostro superiore fece un passo avanti raccogliendo tutto il coraggio e tutte le sue forze… ma il Signore lo bloccò… “nessuna pietà” recitò con voce glaciale… vidi lo sguardo di puro terrore negli occhi del ragazzo, niente era paragonabile a tale paura… perfino ritrovarsi di fronte alla morte in persona era meno terrificante… il più grande cadde in ginocchio, tutti e tre sapevamo cosa sarebbe successo… ma non ci immaginavamo come…- vidi tutti rabbrividire,
-vidi un fucile che percorrendo l’aria finiva tra le braccia del mio amico… in quel momento capii. Quell’uomo aveva visto tutto, aveva visto come quel ragazzo era stato ferito e come il mio amico mi aveva salvato… caddi in ginocchio anche io terrorizzato, ecco che fine mi aspettava… ma ad un tratto il Signore parlò, “decidi! Uccidi uno di loro, il tuo capo o il tuo nemico!” - sospirò,
-eh si… il mio migliore amico era anche uno dei miei nemici… ero sicuro di ciò che avrebbe scelto, il suo capo era stato come un padre… io ero solo un nemico… “nessuna pieta!”- distolsi lo sguardo, quella scelta era stata la più difficile della mia vita, a soli cinque anni…
-io e il capo chiudemmo gli occhi, il dolore lancinante, la paura, il terrore, sapevo che niente erano in confronto alla scelta del mio nemico. Lui che aveva rischiato la vita  per salvarmi a soli cinque anni… ora era costretto ad uccidere uno di noi… sentii uno sparo, un dolore lancinante ed un urlo… il suo urlo…
riaprii gli occhi, non era stato lui a spararmi… il Signore mi aveva sparato alla spalla, il mio amico mi aveva risparmiato la vita… la vista mi si offuscò… sentii le urla di Elia, il suo grido disperato mi trapassò l’anima… la pozza di sangue mischiata alla pioggia mi segnò il cuore…-  passai in rassegna tutti i volti, la maggior parte piangeva, gli altri avevano gli occhi lucidi. Persino Hanna e Edgar… loro non avevano superato il primo esame e non erano andati avanti… si erano risparmiati quella tortura, tante volte avevo desiderato di aver fatto lo stesso…
La mattina dopo tornammo a casa.
Non era la prima volta che vedevo i miei genitori piangere dalla gioia, ma ammetto che in quel momento come la prima volta mi sentivo felice. Finalmente c’era qualcuno che si preoccupava per me… e che la mia vita come un giorno la mia morte, non sarebbe passata inosservata.

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ED è FINITAAA  ringrazio tutti quelli che sono riusciti a seguirmi fin quì!! recensite1!!! e un bacio a tuttiii!
  
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