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Autore: Gipsiusy    07/10/2012    3 recensioni
Caroline, Klaus..impossibile tra loro, almeno secondo la vampira bionda.
Ma se le cose cambiassero? Non sappiamo cosa il destino ha in serbo per noi. E neppure il più temibile ibrido di tutti i tempi.
Forse se lo avesse saputo non si sarebbe avvicinato così tanto. Forse.
Dal testo:

" Preferiva di gran lunga rimanere in quella camera,seduto sulla sedia a dondolo di una bimba divenuta improvvisamente adulta,aspettando il momento del risveglio.
Con la mente passò ad alcuni ricordi recenti, meravigliandosi di quanto fosse cambiato il rapporto tra loro.
Che gli interessava, era palese. E anche lei lo ricambiava, nonostante insistesse per tener ferma e dura la sua posizione. Lui era il cattivo che aveva fato soffrire tutti. Punto.
Peccato che poi avesse scoperto un tipo di dolore peggiore. Quello del tradimento."

QUINTA CLASSIFICATA AL CONTEST INDETTO DA Lady_Nonsense, Chose your quote!
Oh, si, anche la mia prima fic in questo fandom
Buina lettura!
ps. presenti alcune scene Delena.
pps. mi hanno detto che è leggermente OOC, non lo inserisco tra gli avvertimenti perché per me non lo è, ma comunque ve l'ho detto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore:Gipsiusy
Titolo: A tear.
Fandom:The vampire diaries
Pairing: Klaus/Caroline
Rating: verde
Avvertimenti: spoiler
Note: (opzionali) a fine storia






Klaus non aveva mai conosciuto qualcuno come lei. Così forte, tenace, orgogliosa, fiera. Una regina. Forse era proprio per questo che gli si opponeva così in modo così energico. E forse anche per questo che lui la desiderava così tanto.

Capelli biondi e lunghi,come fili dorati,raccolti in un semplice nodo. Il corpo leggiadro fasciato da un abito blu pervinca lungo fino al terreno,fatto perlopiù di veli con una cintura di raso alla vita e le maniche di tulle.
 
Ora quelle stesse maniche erano state stracciate via dall’impeto della battaglia. Buona parte della veste era sparita, insieme al nastro di raso e all’acconciatura. I capelli d’oro erano riversi sul suolo, sporchi di sangue e terra, ma anche così apparivano meravigliosi, se solo la loro proprietaria avesse aperto gli occhi.
Tutto quello che contava per lui, da quando aveva sentito la doppleganger vampiro 2.0 urlare, era riverso sul terreno e ne vedeva pian piano la vita fluire via. Con un paletto dritto nel cuore.
Dovevano avere qualcosa di dannatamente magico quei cacciatori, rifletté con una parte della mente, per contrastare tre originari, diversi vampiri di discreta forza e chissà quanti ibridi dei suoi, più lui.
Ma alla fine dei conti non importava. Ciò che gli premeva in quel momento era capire se era –no, davvero non poteva considerarla come possibilità- arrivato troppo tardi.
Sarebbe volato immediatamente da lei, se non si fosse frapposto chissà quanti di quegli inutili esseri, compreso il loro assai più inutile capo. Se n’era liberato. Non sapeva neppure se fosse morto o altro, non se ne curava.
Si era inginocchiato al suo capezzale –una dea,una principessa,una regina - e la fissava con animo spiritato, del tutto immobile. Aveva paura di scoprire se avesse fallito.
Si riscosse quando un paletto gli sfiorò l’orecchio, deviato appena in tempo da Elijah.
“ Klaus! C’è una guerra qui! Al mondo non importa se è morta una giovane vampira bionda!” gli disse il fratello, mentre attorno a lui tutto ricominciò a muoversi. Vide Stefan cadere a terra, stremato –lui e la sua stupida dieta dei conigli- . Damon continuava a muoversi, sebbene fosse anche lui al limite,per preservare Elena,ferita a una spalla. Sua sorella e Kol erano lontani ma indenni.
“A me si!” urlò infine, prodigandosi per tagliarsi il polso e farne sgorgare sangue ristoratore.  La sentì muoversi debolmente all’odore del sangue, ma non fece altro.
“Avanti dear..devi bere..devi vivere” le disse con tono dolce, totalmente diverso da quello usato prima. Attorno a lui i suoi sensi registrarono i cambiamenti. I nemici erano in ritirata e attorno a lui si raccoglievano i pezzi. Non gli interessava. Se quegli occhi non tornavano a brillare, non importava cosa fosse accaduto agli altri, avrebbe inseguito il suo aguzzino, tirato fuori il suo cuore e torturato fino alla fine dei tempi.
Mentre cercava in ogni modo di farle bere il suo sangue individuò le varie ferite che riportava. Una sul fianco, un'altra poco grave alla gamba, e ovviamente quella al cuore. Doveva bere.  Avanti. Combatti pensò come se potesse sentirla. Si era completamente estraniato, anche da se stesso, tant'è che non notò il piccolo diamante liquefatto che gli scese dagli occhi, fino a posarsi sulle labbra sempre più esangui della sua adorabile vampira.
C'erano delle leggende, cui lui aveva prestato poca attenzione, che parlavano in particolare delle lacrime -non gli interessavano,lui non avrebbe mai pianto per qualcuno- che dicevano avessero dei poteri curativi. Ovviamente era tutto legato alla mitologia, alla religione e a talmente tante altre variabili da renderle molto improbabili. Tuttavia, la giovane donna parve rianimarsi, aprire leggermente gli occhi e bere un po' del sangue che le era offerto con tanto trasporto. Klaus si sentì mille volte più leggero quando gli occhi azzurri di lei ruotarono nella sua direzione. Le sorrise.
“Va tutto bene, chiudi gli occhi, sei al sicuro.”
Caroline sprofondò in un sonno senza sogni, cullata da quella dolce voce.
 
Elijah lo aveva chiamato per sapere il da farsi, ma aveva, senza troppi rimpianti, lasciato tutto sulle spalle dei Salvatore. Certo, quando avranno finito di litigare sul fatto che la doppleganger non avesse più bisogno di essere difesa dal momento che era una vampira fatta e finita. Sopratutto Stefan insisteva. Che noia.
Preferiva di gran lunga rimanere in quella camera,seduto sulla sedia a dondolo di una bimba divenuta improvvisamente adulta,aspettando il momento del risveglio.
Con la mente passò ad alcuni ricordi recenti, meravigliandosi di quanto fosse cambiato il rapporto tra loro.
Che gli interessava, era palese. E anche lei lo ricambiava, nonostante insistesse per tener ferma e dura la sua posizione. Lui era il cattivo che aveva fato soffrire tutti. Punto.
Peccato che poi avesse scoperto un tipo di dolore peggiore. Quello del tradimento.
 
 
Circa due mesi addietro era nel bosco per controllare le sue "truppe". Era tornato nel suo corpo da poco e lo sentiva ancora un bel po' indolenzito. Stava per trasformarsi quando una furia bionda gli venne addosso, e fortunatamente non era la sua dolce sorellina.
Era Caroline, in lacrime, mentre si lanciava contro di lui. Ora, sebbene non fosse un esempio di santità, ricordava di non averle fato nulla, e neppure ai suoi amici, recentemente. Quindi la sua rabbia lo sorprese.
Riavutosi, si accorse di stare parando i suoi attacchi senza lanciala lontano come avrebbe dovuto,quindi decise di mettere fine a tutto quel movimento inutile,bloccandola per le spalle.
“Ricordavo Miss Mystic Folks più aggraziata..”la provocò sorridendo.
“Perché lo hai fatto? Perché..non poteva essere altri che tu..perché?” dietro la rabbia nascondeva la disperazione,glielo leggeva negli occhi cupi,di un blu così intenso da star male.
“Fatto cosa? “le domandò. Era una domanda lecita, no? Evidentemente no. Lei ricominciò a dimenarsi cercando di colpirlo.
“Ascolta...Hey! Basta! Se devo essere accusato vorrei almeno sapere di cosa!” Si stava stufando e stava davvero perdendo la pazienza.
“Come di cosa?Hai ordinato a Tyler di...di...” non riusciva neppure a terminare la frase,ma purtroppo per lei,lui non aveva nulla a che vedere con il piccolo dramma della bionda.
“Scusa, love,ma non ho potere sul tuo ibrido da tempo. Se è possibile il breve soggiorno dentro di lui mi ha reso più distante..” Caroline smise in quel momento di divincolarsi. Sopratutto perché lo sapeva già, sebbene non volesse accettarlo. Tyler non era asservito da tempo,e quello che aveva appena visto era tutto di sua spontanea volontà. Improvvisamente sentì le forze venirle meno, ma era un fatto solo psicologico, lo sapeva. Tuttavia si lasciò cadere, e sarebbe sbattuta se l'ibrido non l'avesse sorretta.
“Allora, mi dici cos'ha fato di così orribile da poter incolpare solo il sottoscritto?”
Caroline aveva gli occhi inondati di lacrime, e si sentiva così stupida. E ingenua. E idiota.
“allora?” Klaus attendeva una risposta.
“Lu..lui..l’ho visto..che baciava..” respirò profondamente,calmandosi un po’. ..”L’ho visto che baciava un’altra. E non solo.”
Klaus si sentì improvvisamente furioso. Davvero il suo ex tirapiedi era così idiota?
“All’inizio.. non volevo crederci.. ero convinta fosse colpa tua.. per ferirmi,o qualcosa del genere.. Dio che stupida..” si voltò per andarsene ma venne afferrata per il polso.
“Ascolta il consiglio di qualcuno che sta in giro da un po’. Non vale la pena stare male per un individuo del genere..Vali troppo per lui, ed evidentemente se n’è reso conto. Fossi in te comincerei a cercare qualcun altro, magari alla tua altezza..” le mimò un baciamano e la lasciò andare. Lei scappò dopo avergli lanciato uno sguardo strano, mentre bloccava sul nascere un sorriso.
 
 
Dopo di quello era iniziata quell’assurda situazione con i cacciatori stregati e lì aveva avuto modo di saggiare la sua astuzia, oltre che bellezza.
Ed ora era lì, sdraiata sul letto e illuminato da un sole timido che faceva capolino dalla finestra.
 Mentre lui aspettava fuori, prima, aveva incaricato Elena di toglierle l’abito pervinca che portava alla festa, e che sicuramente era diventato inutilizzabile, facendo attenzione a non togliere l’anello. Ora indossava un top e un pantaloncino che lasciava ben poco all’immaginazione.
Sapeva che aveva funzionato perché la ferita sul fianco e sulla spalla era guarita.
Si avvicinò al letto, accarezzandole leggermente i capelli d’oro. Non credeva di essersi legato a lei al punto che avrebbe sofferto perdendola. Ma lei è diversa,si disse, emanava una luce differente, che gli altri non scorgevano. Era speciale, più di una doppleganger o di un originario, totalmente unica.
Perso com’era nei suoi pensieri, non si accorse di starle accarezzando il viso dolcemente, indugiando sulle gote e sulle labbra piene.
Queste gentili carezze evidentemente lo ridestarono, perché improvvisamente gli occhi azzurri di lei erano puntati su di lui.
“Buongiorno,sweetheart..” Lei fece un sorriso confuso, cercando di ridestarsi del tutto.
“Cosa..cos’è successo? Cosa ci fai qui? Ero..?” si agitò cercando di mettersi seduta.
“Calma,calma..aspettavo che tu ti svegliassi..non preoccuparti,sei completamente a posto,credo. Ora che sei sveglia posso andare..” si alzò dirigendosi verso la porta. Caroline agì d’istinto, non voleva che se ne andasse.
“ Nicklaus!” lo chiamò involontariamente con questo nome. Solo i suoi genitori osavano tanto. Evidentemente sul suo volto si era dipinta un’espressione truce, perché Care si affrettò a scusarsi.
“scusa..Klaus..” era mortificata.
“No, va bene, tu puoi. Dimmi.”
“Vorresti rimanere..per favore?” gli chiese, improvvisamente timida.
“ Come potrei rifiutare se me lo chiedi per favore?” le sorrise, tornando a sedersi.
Parlarono del più e del meno, mentre lei beveva da una sacca di sangue portole da Klaus. A un certo punto Care chiuse gli occhi, mentre lui le raccontava della sera prima. Odiava non ricordare, ma con un po’ di sangue in circolo forse poteva riuscirci.
Alla fine aprì gli occhi di scatto, scioccata da quello che aveva rammentato.
 
Pioggia. Sangue. Dolore.  Aveva freddo. Qualcuno le parlava, ma non capiva. Aveva smesso di piovere, sentiva l’odore del sangue vicino a lei, ma non riusciva a bere. Non poteva, era troppo debole. Poi una goccia. Differente. Calda. Salata. Una lacrima. Aprì gli occhi, scontrandosi con altri conosciuti. Klaus.
 
Klaus, lo stesso che aveva passato mesi a distruggere la loro vita, aveva pianto. Per lei.
“Tu..?” iniziò a dire,non sapendo bene come continuare.
“ Cosa?” l’altro aveva un’espressione basita. Lo osservò per un paio di secondi, poi decise di lasciare perdere.
“ No, nulla..ti dispiace se chiamo Elena? Vorrei sapere come stanno..”
“ Certo, fa pure..”
Parlò con Elena, spiegandole un po’ di cose e chiedendone altre. Klaus la osservò in silenzio, mentre rifletteva su cosa stava pensando quando lo aveva guardato intensamente.
“si..si ci vediamo a casa tua..” chiuse la chiamata e lasciò cadere il cellulare. Aveva cominciato a tremare.
“Love,cos’è successo?” le chiese l’ibrido, preoccupato per quella reazione.
“Hanno..hanno preso Tyler..”
“i cacciatori?” lei annuì.
“Capisco..vedrai, sistemeremo tutto,come sempre. Sebbene non se lo meriti..” l’abbracciò accarezzandole i capelli.
“che intendi dire?” chiese Care sollevandosi per guardarlo in volto.
“Per averti fatto soffrire..è ciò che merita..” ricambiò il suo sguardo leggermente stupito finché lei non lo distolse.
“Credo..di aver bisogno di una doccia..” mormorò alzandosi e raccogliendo alcune cose e si diresse in bagno.
Anche Klaus si alzò guardandosi il giro, curiosando per la stanza. Adocchiò un paio di fogli conosciuti e capì in un lampo che fine avessero fatto i suoi disegni. Sorrise mentre li sfiorava leggermente, immaginando che, se glielo avesse chiesto, lei non l’avrebbe mai ammesso, orgogliosa com’era.
Sorrise ancora, mentre aspettava che la vampira bionda si rendesse presentabile per uscire.  Una parte di lui si chiese dove fosse lo sceriffo,o meglio ex sceriffo, e soprattutto cosa avesse detto di un uomo-barra-ibrido che usciva dalla camera della figlia. Non pensava, tuttavia, che avesse qualcosa da obbiettare.
“Klaus! Andiamo!”Gli urlò la bionda dal piano di sopra. Sorrise, Caroline era tornata.

Arrivarono a casa Gilbert e trovarono ad attenderli tutti i loro amici, o alleati, che dir si voglia. Incrociarono Rebekah mentre usciva perché andare da Matt, bloccato con una gamba rotta, Elijah che scrutava fuori dalla finestra attendendo il loro arrivo. Bonnie e Jeremy erano ci sopra,il ragazzo ci era appena ripreso da una febbre passeggera che aveva impedito a lui,e alla giovane strega,ci partecipare al ballo della sera prima e al seguente disastro. Elena, Damon e Stefan invece discutevano sul da farsi.
“ La coppia felice ha deciso ci onorarci con la sua incantevole presenza..” esordì Damon con il solito tatto,e neppure troppo a bassa voce. Elena gli lanciò un’occhiataccia, andando incontro alla bionda.
“Care..come ti senti? Stai bene ora, vero?”
“Si..non preoccuparti.. Sono come nuova!”
“Si si siamo tutti felici di questo.. Ora che è arrivato il nostro ibrido preferito,io direi che possiamo andare..” si intromise ci nuovo il vampiro dagli occhi ci ghiaccio.
“Andare dove?” Caroline si guardò intorno attendendo che. Qualcuno le rispondesse. Lo fece Stefan, mentre Elena si preparava a un nuovo round di contestazioni.
“Vogliamo andare in ricognizione. Io, Damon, Elijah e Klaus. Sappiamo dove si nascondono, dobbiamo solo escogitare il modo più adatto perché riprenderci Tyler e scoprire cos'hanno in mente..”
“Bene, verrò anch’io.” Affermò la bionda
Stefan si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo. Tutte con la voglia di morire, eh?
“Si, verremo anche noi, non potete tagliarci fuori!” asserì Elena.
“oh si che posiamo, e lo stiamo facendo. Non di bastato ieri sera? Sono molto più esperti di quel che pensavamo. Senza contare che con te di mezzo la possibilità di riuscita è pari a zero..”
“Cosa vorresti insinuare?”
“Elena, cara la mia doppleganger, guardiamo i fatti. Non puoi andare a una festa, a un misero ballo scolastico senza scatenare un vampiro,licantropo o ibrido contro di te..” si intromise Klaus ghignando. Caroline ebbe un moto di stizza che non seppe spiegarsi. “Senza contare che tu ti sei appena ripresa, quindi è escluso che partecipi alla spedizione..” aggiunse poi rivolto a lei.
“sono in grado di badare a me stessa!” replicò piccata.
“..disse colei che stava perché raggiungere vari nostri conoscenti nell'altro lato...” commentò dalla finestra Elijah.
“Adesso basta. Andremo solo noi, che ci piaccia o no, e se questo non vi sta giù..fatti vostri!” esordì Damon mettendo fine alla questione. Aveva anche avuto un mezzo pensiero sul togliere alle ragazze gli anelli,ma nei loro sguardi vide la rassegnazione.
“Adesso andiamo.” In pochi attimi si erano tutti dileguati.
Le due giovani vampire si guardarono, per poi andare insieme di sopra a vedere come stesse Jeremy.
“Assurdo.” stava dicendo il ragazzo. “ Una volta tanto che posso combattere anch’io, sono bloccato a letto con la febbre!”
“È già strano doversi preoccupare ancora di cose del genere..” fece notare Bonnie.
“ E poi chi ti dice che avresti combattuto?” soggiunse Elena con un ghigno.
“ Hey denti aguzzi, non mi pare che a te sia andata meglio..”le rispose a tono il fratello.
“Qui l'unica a cui sembra andata bene pare essere Caroline..” commentò Bonnie. Prima che la bionda potesse rispondere qualcosa però si intromise il giovane,che le invitò gentilmente a non parlare di certe cose in sua presenza. “Già sono imprigionato qui, non vorrete mica che tenti il suicidio?” le fece notare, quindi Bonnie gli diede un bacio sulla fronte calda e seguì le altre nella camera di Elena. Qui Caroline si lanciò sul letto, mentre le altra si accomodavano chi su una sedia,chi sulla finestra.
“Allora?” esordì la mora.
“Cosa?”
“Come cosa..Klaus! Hai presente l'ibrido che ha scatenato il finimondo da un anno a questa parte?” osservò Bonnie.
“ e che pare abbia una pesante inclinazione per una certa vampira bionda di nostra conoscenza..” continuò Elena
“ Cosa volete che vi dica.. è Klaus..non ho cancellato,e non potrei,tutto quello che ci ha fatto passare..tuttavia..”
“tuttavia..?”
“Tuttavia sembra diverso! Lui..oh,che confusione!” prese un cuscino e se lo premette sul volto. Le ragazze rimasero in silenzio, mentre Care metteva in ordine i suoi pensieri. "è cambiato. Da ciò che era prima. È diverso. È più gentile.. e poi sembra gli importi davvero." All'improvviso pero le tornarono in mente tutte le cose che avevano reso l'ultimo anno un inferno, ed erano tutte sue le colpe. No, decise, non poteva. Non era la sciocca ragazzina di una volta. Era cresciuta.
“Caroline..?” la chiamò Elena.
“Dimmi.” si aggiustò e si mise seduta più compostamente.
“Sta attenta. Non vorrei che ti facesse del male. Qualsiasi cosa tu pensi, ricorda chi sei, chi è lui e cosa sta succedendo. Spesso non si può dar credito solo a quello che si sente dentro di se..”
“Si, questo lo so'. Ma non posso neppure ignorarlo del tutto..”
“Scusate, ragazze, ma consideriamo i fatti. Per quello che mi hai raccontato, ieri sera tu eri a un passo dalla morte, e lui ha rinunciato a difendersi, pur di cercare di salvarti..mi sbaglio?” intervenne Jeremy affacciandosi alla porta della camera.
“Ma tu non eri quello che rischiava io suicidio Se ascoltava questi discorsi?” gli fece notare la strega alzandosi perché abbracciarlo.
“Si ma mi annoiavo. E poi sto bene!”
“no, non è vero. Ora fila a letto! E comunque, Klaus è sempre Klaus, poco importa quante lacrime abbia versato” sentenziò la strega.
Caroline iniziò a riflettere. Come poteva, dopotutto, prendere una posizione così su due piedi alla luce di ciò che aveva detto Jeremy?
Elena le si andò a sedere accanto, abbracciandola.
“Sono così malvagia se non riesco a preoccuparmi seriamente per Tyler?” le chiese Caroline.
“No,fidati. Sei solo umana,o vampira, che è più complicato. In un certo senso ti capisco.. ricordi, all’inizio, quando abbiamo conosciuto Damon? Era un mostro senza cuore, e per colpa sua ho sofferto tanto..”
“ma lui.. è diverso!”
“non tanto, fidati.. lui e Klaus sono molto simili per alcuni punti di vista. E..ho odiato davvero Damon, un tempo.. ora la situazione è cambiata, certo..”
“ma questo non cambia i fatti.. Klaus..è Klaus..no,non cambia nulla..”
 “Forse no, ma questa è una decisione tua.. stai giocando con il fuoco,lo sai. Pensaci bene ..”
 
I 'ragazzi' tornarono nel tardo pomeriggio. Tutti incolumi, escluso Damon il cui braccio destro pendeva da una strana angolazione.
“Che diavolo è successo?” chiese Elena quasi urlando. Per lo meno non potevano dare la colpa a lei.
“ Ah,le solite cose.. Vampiri secolari appostati e con i sensi all’erta che si fanno sorprendere dall’odierna tecnologia.. dannate telecamere..” commentò Elijah seccato. Escluso un po’ di sangue sul collo appariva indenne.
“ Telecamere?!” commentò Elena stupita.
“Già, telecamere. La cosa più semplice dell’universo..”  le rispose Klaus altrettanto irritato.
“ Ma state tutti bene?” volle sincerarsi Caroline, guardandolo fisso negli occhi. Damon si stava rimettendo a posto il braccio, Stefan controllava che nessuno li avesse seguiti e Elijah beveva da una sacca di sangue trovata in frigo.
“si, dolcezza.. fondamentalmente si..” gli rispose con il solito sorriso a cui lei rispose un po’ freddamente ed Elena poté constatare la delusione dell’ ibrido.
“Tyler? Lo avete trovato?” chiese la bruna distraendoli.
“Si..” mormorò Stefan lanciando uno sguardo all’ibrido che non riuscirono a capire. “ Lo tengono sotto stretta sorveglianza, sedato periodicamente con iniezioni di qualcosa che lo tiene tranquillo, innocuo. Per il momento lo tengono solo sotto controllo, ma presto cominceranno a fargli del male, temo..”
“Oh no!” mormorò angosciata Caroline. Ricordava quando i licantropi avevano rapito lei, orribile.
“cosa possiamo fare?” chiese Elena nel frattempo.
“teoricamente, dovremmo andare quando c’è poca gente, provocare un diversivo, prendere Tyler e svignarcela senza farci notare, possibilmente..” spiegò il vampiro dagli occhi verdi.
“e qui entra in scena la nostra adorabile strega.. dov’è Bonnie?” chiese Damon cercandola in giro.
“ è di sopra con Jeremy.. bussa prima di entrare!” lo avvertì Elena.
“Come se facessero qualcosa di nuovo..” gli urlò di rimando già sul pianerottolo. Le fece l’occhiolino ed entrò, ovviamente senza bussare.
 
Terminarono di fare piani sul tardi, dopodiché tutti decisero di tornare alla loro casa, villa o alloggio tranne Bonnie che decise di rimanere per la notte. Stefan disse a Elena che l’avrebbe chiamata e a quella Damon commentò con sarcasmo, dileguandosi alla ricerca di qualcosa da cacciare.
Caroline si era già sistemata a letto, contemplando un foglio che era comparso sul suo letto, in cui era raffigurata una giovane donna dormiente. In fondo c’era una piccola kappa, firma inconfondibile.
In quel momento squillò il cellulare, da lei lanciato chissà dove tra le coperte, facendola spaventare. Chi diamine poteva essere a quell’ora?
Prese il cellulare giusto un attimo prima che cadesse dal letto e rispose di fretta e anche piuttosto irritata.
“pronto?”
ciao,dolcezza..”
“Klaus..” si rilassò sul letto, poggiandosi alla testata del letto. “come hai avuto il mio numero?”
Lo sentì ridere leggermente dall’altro lato. “Mi stai davvero facendo questa domanda? Piuttosto, piaciuto il disegno?”
“ Molto, infatti è andato a far compagnia agli altri nella spazzatura..”
Ora stava davvero ridendo di gusto “Caroline, Caroline.. è così che consideri i tuoi cassetti?”
“Hai frugato tra la mia roba? È da maleducati!” si irritò leggermente, soprattutto nel sentire la risata dell’altro farsi ancora più divertita.
“Oh..non arrabbiarti..piuttosto,sei mai andata a cavallo?”
E ora cosa centrava? “si,tempo fa..”
“quando?”
“l’estate di qualche anno fa..in un maneggio..”
“e dimmi..ti è piaciuto?”
“Si..molto. Avevo scelto un meraviglioso cavallo nero..” si perse un attimo nei ricordi, ma la voce dell’altro la riscosse.
“affacciati.”
“come? Cosa centra ora?” guardava la finestra come se potesse risponderle.
“Affacciati. Alla. Finestra.”
Si alzò leggermente scocciata e guardò fuori. Esattamente dall’altra parte della strada, con la solita non-chalance che lo contraddistingueva, c’era Klaus in giacca di pelle nera e jeans chiari. Stupendo, era indubbiamente stupendo. Soprattutto illuminato dal quarto di luna..
Caroline si riscosse dai pensieri che la mente aveva iniziato ad elaborare, dandosi dell’idiota.
“cosa ci fai qui?” chiese come se fosse nella sua camera.
“Hai mai cavalcato di notte?” le rispose lui nel medesimo tono.
“No,ma non posso uscire adesso..” Neppure terminò di dire la frase che Klaus era di fronte ai suoi occhi, tra loro non c’erano che pochi centimetri.
“Ti sbagli” disse “noi possiamo tutto..” Usò un tono suadente e sicuro, tale che se Care non fosse stata più forte gli sarebbe caduta ai piedi da tempo. Era eccitante e pericoloso,un mix esplosivo.
“Il tempo di vestirmi..” mormorò, e lui sorrise ancora più apertamente.
“Ti aspetto giù..”
In pochi attimi si vestì, controllò se la madre avesse ascoltato qualcosa e saltò giù dalla finestra.
“ Seguimi..” le sussurrò prendendola per mano e iniziando a correre. Si fermarono dietro villa Michaelson, dove una bellissima giumenta nera pascolava indisturbata.
“come lo sapevi?” chiese Caroline stupita.
“non lo sapevo..ho solo buon gusto!” gli rispose lui lanciandole uno sguardo strano.
“E’ bellissima..”
“Grazie..si chiama Ignis, una purosangue come poche..dai, sali!” le disse mentre accarezzava il muso del cavallo.
“ E il tuo?” gli chiese la bionda mentre montava.
“Eccolo..spero non ti dispiaccia..” le si sistemò dietro, circondando con le braccia i suoi fianchi e prendendo le cinghie.
“Veramente si.. preferirei che tu prendessi le distanze..” mormorò cercando di avere la voce ferma, non riuscendoci ovviamente.
“Peccato..ma così è più divertente!” con un colpo il cavallo partì a tutta velocità, quasi volando attraverso la foresta. Era fantastico. Con i sensi amplificati vedeva e sentiva tutto fino al più infimo dettaglio, e questo era elettrizzante. Inoltre il contatto con il petto dell’ibrido non la lasciava di certo indifferente..
Si fermarono in prossimità di un laghetto e proseguirono a piedi fino al pontile.
“Allora?” volle sapere Klaus.
“E’ stato..interessante.. divertente!” gli sorrise, sentendosi improvvisamente più leggera quando le rispose anche lui.
Per distrarsi si guardò attorno. La foresta, all’apparenza silenziosa, in realtà stava reagendo con tutti i suoi piccoli abitanti alla loro venuta. Li immaginava quasi riunirsi in consiglio per decidere il da farsi.
Legarono il cavallo all’inizio del pontile e proseguirono da soli, fino a raggiungere la balaustra che dava una vista perfetta sul lago e sulle stelle visibili in quella piccola radura.
“ di solito vengo qui..quando voglio rilassarmi..” esordì Klaus.
“Il vampiro-barra-licantropo millenario, terrore di milioni di vampiri, che si rilassa al lago..ha dell’assurdo, sai?” commentò lei.
“Come puoi dirlo? Non conosci nulla che va oltre la tua piccola cittadina..non sai quanto ci sia bisogno di posti come questo..” ma poi,vedendo che lei non rispondeva, aggiunse “Se ti stai preoccupando per il tuo licantropo, non serve..lo salveremo, non per mia volontà, ma comunque..”
“Non sta a te decidere chi vive e chi no” rispose lei piccata.
“Come fai ad essere così?” sbottò “ti ha tradito, ferita e tu lo ami ancora!” disse irritato.
“Non lo amo! Ma questo non significa che merita la morte.. tutti sbagliano,non l’ho perdonato e non ne ho l’intenzione, ma bisogna dare l’opportunità di rimediare..”
“non ne sarei certo, sai? Ho vissuto molto più di te..visto molto più di te..e quelli che la pensavano in questo modo non sono durati molto..”
“ e immagino che solo chi è egoista e crudele è andato avanti..” commentò lei sarcastica.
“strano a dirsi ma è così” .
“No, sai cosa penso io? Che la paura di farsi rifiutare è tale da credere che l’intero universo sia malvagio solo per giustificare il proprio comportamento. Sei un codardo, Klaus.” Disse decisa.
Quelle stesse parole, tempo addietro urlate da quello che non era certamente suo padre, dalla bocca di lei facevano più male, ed ebbero anche il potere di farlo infuriare.
“Non. Osare. Parlarmi. In. Questo. Modo.”
“Altrimenti cosa? Mi ucciderai? Eccomi, sono qui!” insistette lei. Ma cosa diavolo le prendeva?  Istinto di sopravvivenza? Yu-uh..c’è nessuno in casa? Pensò.
Lui l’afferrò per un braccio, guardandola intensamente.
“smetti di provocarmi”
“No”
“Ne subirai le conseguenze..” accentuò la presa sul suo braccio.
“Oh, non scapperò. Non mi fai paura. Minacci..minacci..ma alla fine vuoi solo ciò che vogliono tutti..”
“Smetti. Immediatamente.” Klaus mise l’altro braccio sulla balaustra alle sue spalle. Era in trappola.
“ no.” Chiuse gli occhi quando lo vide avventarsi su di lei, ma il dolore che si aspettava non venne.
Al contrario, un contatto ben più piacevole scatenava brividi incontrollabili, a partire dalle sue labbra fino a giungere alla punta dei capelli.
Nicklaus Michaelson la stava baciando. E non era un bacio dolce, delicato, ma violento,passionale, emozionante,unico..
Poi finì, e lei non poté fare a meno di rimpiangerlo.
Le si allontanò, voltando le spalle.
“ torniamo, è tardi.” Disse gelido.
“Nicklaus..” tentò di dire Care.
“ Non. Parlare.” Fu’ lapidario.
Tornarono nel più assoluto silenzio e quando furono a casa Michaelson la fece smontare. Aveva ridotto i contatti al minimo tra loro. Gelo artico.
Caroline scese ma non si mosse, al ché lui disse:
“ Sei libera di andartene a casa..o dal tuo licantropo..o anche al diavolo..” dopodiché svanì nell’oscurità.
Caroline si diresse verso casa sua pur sapendo che non avrebbe dormito. Perché, perché l’aveva fatto? Perché provocarlo così? Lui era stato così perfetto..
No, si disse, aveva bisogno di aiuto.

Appena fece giorno Care, si presentò a casa Gilbert, e fu stupita che, ad aprirle la porta, ci fosse Damon in tutto il suo splendore e con un asciugamano attorno alla vita. Per un attimo ebbe creduto di essersi diretta, per sbaglio, al pensionato. Tuttavia uno sguardo al portico famigliare le assicurò di essere proprio a casa della sua amica.
“ buon giorno, bionda!” la salutò con il solito sorriso a 120 kilowatt.
“Buon giorno..devo parlare con..” iniziò a dire ma in quel momento apparve Elena sulle scale,vestita di tutto punto.
“Care! Cosa ci fai a quest’ora qui? È successo qualcosa?”
“Hem..no..volevo solo..parlarti..” lo sguardo saettò da lei a Damon e viceversa.
“Vieni, entra. Ah, prima che pensi male..c’è stato un piccolo incidente con la marmellata..stavo preparando la colazione a Jer..” spiegò la mora indicando la cucina dove, effettivamente, c’era della marmellata rovesciata ovunque.
“e Damon..ti dava una mano?” fece un cenno con il capo al ragazzo.
“No, mi dava solo fastidio. Ora non lo farà più..vero?” disse minacciosa all’indirizzo del giovane. “ Certo,marmellata.. ma questi due non la raccontano giusta..” pensò la bionda accennando un sorriso. Prima era stata totalmente per Stefan, poiché non credeva giusto che i due si divertissero mentre lui combatteva la sua guerra personale. Ma ora che il castano era tornato il bravo ragazzo di sempre,aveva avuto modo di osservare l’amica e cambiare opinione.
“O forse” le disse la sua coscienza “ solo perché ora hai iniziato a capirla..”
Scacciò il pensiero dalla testa, e sentì Elena dire:
“In camera mia ci sono dei vestiti di Jeremy che puoi appoggiarti..se non non voglia arrivare fino al pensionato in asciugamano..”
“Come se non ti piacerebbe..però sei noiosa, hai rovinato il mio gioco!”
“Cosa, far credere a tutti qualcosa che non è accaduto?”
“Per il momento..ma sì, credo che mi andrò a vestire.. a dopo ragazze..” e si diresse verso il piano di sopra. Elena la guardò e il suo sguardo mandava un “no comment” abbastanza chiaro.
“Allora..cosa ti ha sconvolto?” le chiese sistemandosi sul divano.
“Sconvolta? Non sono sconvolta! Mi trovi sconvolta?” le rispose sedendole accanto. “Si, sono sconvolta. Ma non in modo negativo, credo..” Elena sospirò alla stranezza dell’amica.
“Avanti, che è successo?”
Caroline le raccontò di ciò che era accaduto la mattina prima,la notte scorsa e anche alcuni avvenimenti passati. Le parlò di come Klaus le sembrasse solo, triste e con un immenso bisogno di fidarsi di qualcuno.
Alla fine del racconto Elena la guardò per un po’, poi disse:
“Perché lo hai raccontato a me? Non fraintendermi, non è che non volessi, ma perché io?”
“ Insomma..lo ha detto tu..hai passato la stessa cosa con Damon..certo non era un assassino ibrido ma siamo lì.. più o meno.”
“Lo immaginavo..” fece un respiro profondo. “Quello che vorresti che ti dicessi è cosa fare, vero?”
“..più o meno..” ripeté facendo una piccola smorfia di scuse.
“ Il problema è che non è stata una cosa decisa da me. Il mio rapporto con Damon era tutt’altro che benvenuto. Ai miei occhi era solo il fratello del mio ragazzo venuto a rovinarci la vita. Ha anche ucciso mio fratello..lo avrei ucciso con le mie mani.. ma poi ho compreso, cosa lo animava. E’ questo, direi, che mi ha fregata. Quando inizi a comprendere non ti puoi tirare indietro.. il risultato direi che è chiaro: un disastro.” Commentò la bruna appoggiandosi alla spalliera del divano.
“E’ lusinghiero il modo in cui parli di me..” commentò Damon dallo stipite della porta. Probabilmente aveva ascoltato tutto il discorso.
“Non si origlia! E ad ogni modo, è solo la verità dei fatti..Ti ricordo che hai ucciso mio fratello e mi stavi facendo diventare un vampiro contro la mia volontà! Per non parlare di ciò che mi hai fatto dimenticare..”
“ Sì, ma un vampiro lo sei diventato lo stesso,e con il mio sangue.. e poi vi ho salvato la pelle a tutti non so neppure più quante altre volte..direi che pareggiano i conti..” fece il solito sorriso. “Ad ogni modo, scusa quello che fino a pochi mesi fa’ è stato il nostro principale nemico si innamora e io dovrei farmi i fatti miei? Stai scherzando, vero?”
Si andò a sedere sul tavolino di fronte al divano. Portava una felpa troppo larga per lui e dei jeans che gli stavano quasi a pennello.
“E’ strano vederti vestito così..” commentò Caroline.
“Purtroppo il piccolo Jer non ha camicie di seta di Armani..mi sono dovuto accontentare.. Ma torniamo al discorso. Fondamentalmente, quello che ha detto miss Non-farmi-il-solletico sul nostro rapporto è vero.” calcò il tono sulla parola “rapporto” “Ma per te non è così. La vostra storia somiglia di più a quella della bella e la bestia. Il nemico brutto e tenebroso che ti ha rubato tutta la tua vita, poi un giorno ti salva la vita dal lupo cattivo e tu inizi a guardarlo con occhi diversi. Ma non basta, perché ti fa dei regali, ti corteggia, ti sta vicino quando il lupo sopracitato ti spezza il cuore e bum! Sei innamorata! Ottimo lavoro..peccato che tu ricordi ancora tutto quello che è accaduto in precedenza..” riassunse.
“Non sono innamorata!” sbottò Care sentendosi ridicola.
“piantala, lo sei! Ora, il punto è capire se vuoi seguire il tuo istinto..”le fece un sorrisetto” o attenerti alla triste ragione..” inclinò quasi impercettibilmente la testa verso Elena.
“senza dimenticare che lui è principalmente la causa dei nostri guai da..145 anni a questa parte..” commentò Elena.
“Se ritieni il vampirismo un guaio,credo che lo andrò a ringraziare..poteva andarci molto peggio..” le rispose di rimando Damon.
“Qualsiasi cosa voglia fare adesso non servirebbe a nulla..probabilmente sono già sulla sua lista nera..” mugugnò appoggiandosi allo schienale della poltrona.
“Oh..non ne sarei così certa..” la rassicurò Elena. “ Se per te è così importante potresti provare a chiedergli scusa..”
“dite che serve a qualcosa?”
“al cento per cento. Perdonerebbe qualsiasi cosa..a te..” commentò Damon alzandosi.
“ Bé..tentar non nuoce..credo..” si alzò e si diresse verso la porta. “Scusa se ti sono piombata così all’improvviso..”
“figurati..preferisco essere disturbata per queste cose.. è bello avere ancora problemi del genere da poter risolvere!” le rispose Elena salutandola. Care montò in auto e partì diretta a villa Michaelson.
“ Perché non le hai detto che ti ha chiamato questa mattina per sapere come agire per liberare Tyler?” chiese poi la mora al vampiro.
“ Si sentiva già abbastanza in colpa..non avrebbe avuto senso..” poi la prese per la vita e ricominciò a farle il solletico, esattamente come prima che gli arrivasse sui vestiti la marmellata.
 
 
***
Caroline guidò fino alla villa, ma una volta lì non sapeva cosa fare, o dire. Aveva riflettuto sulle parole dei suoi amici, ritrovandosi orribilmente d’accordo con Damon. Dannazione.
“Avanti, sei Caroline Forbes, miss Mystic Falls e una bionda naturale! Puoi farcela!” si disse mentre entrava nel portico e bussava all’immenso portone.
Ad aprirle venne Elijah, che la accolse con educato stupore.
“ Caroline..che sorpresa vederti..tutto bene? Ti manda mia sorella?” si spostò per farla entrare.
“Hem..no..ero venuta per..aspetta, dov’è Rebekah?” chiese sospettando la risposta.
“Da quell’umano..Matt Honeycutt..sembra se lo sia preso a cuore..ma se non sei qui per lei, a cosa dobbiamo l’onore?”
“Nik..hem..klaus è in casa?”chiese arrossendo. O meglio, sarebbe arrossita se avesse potuto.
“Si..è fuori, credo.. lo vado a chiamare..accomodati nel frattempo..” Elijah sparì alla ricerca del fratello, non nascondendo un sorrisetto.
Se vedo qualcun altro con quel sorriso di chi la sa lunga lo strozzopensò mentre si sedeva sul divano. Ne approfittò per dare un’occhiata in giro. Era ben arredata, non c’era nulla da dire. Forse un po’ troppo sui toni del marrone e del verde oscuro.
Persa in pensieri sui vari abbinamenti di colori possibili in quella casa, non si accorse della venuta di Elijah alle sue spalle.
“Mi dispiace molto, Caroline..ma Klaus è uscito senza che me ne accorgessi..” disse, ma neppure lui sembrava molto convinto di ciò che diceva.
“Oh, capisco. Non vuole vedermi..” mormorò quasi rassegnata. Poi rialzò il capo “Scusa Elijah, non voglio metterti nei guai, ma non mi inganni. Non penserà di certo che io me la beva..” si alzò e andò di testa sua nel giardino. Se non fosse stato lì, pazienza, lo avrebbe cercato nel resto della casa. Era molto determinata.
Elijah provò inutilmente a richiamarla, ma la furia bionda lo ignorò.
Con un sospiro Elijah si diresse nella sua camera, riflettendo sul fatto che non dovrebbe più immischiarsi negli affari del fratello. Ma non poteva fare a meno di rimanere indifferente a un cambiamento tanto pesante in lui. Lo conosceva molto bene, sapeva dell’indole istintiva e appassionata dell’altro, così come della sua determinazione. Per questo non si era stupito quando lo aveva visto in compagnia della bionda al ballo, e neppure tanto scocciata come l’ultima volta.
Eppure, durante quella pseudo-battaglia, lo aveva stupito. Dedicarsi totalmente a un altro, tanto da dimenticare di preservare se stesso, non era una cosa da Klaus. Fu per prontezza di riflessi che impedì un finale tragico alla romeo e giulietta, ma con la mente era ancora concentrato su suo fratello -checché ne dicesse il sangue lui era suo fratello, nel bene e nel male-, che versava una sola, purissima, lacrima per una donna.
 E anche il giorno prima, quando aveva insistito per andare avanti nel controllare la base, e possibilmente scovare il licantropo. Ed era tornato a dare notizie, dicendo di averlo trovato. Sapeva bene che l’aveva fatto solo per lei, solo e unicamente per veder sorridere Caroline Forbes.
Non realizzava cosa di straordinario vedesse in lei, ma doveva essere qualcosa di grande per smuoverlo così tanto.
Non sarebbe male se questo cambiamento fosse permanente,pensò mente osservava i due dalla finestra che dava sul parco.
 
 
Lo trovò in giardino, appoggiato alla staccionata del recinto dove pascolava beatamente Ignis. Ovviamente la avvertì, ma non se ne andò, sebbene potesse.
“Credevo di essere stato chiaro..” mormorò quasi a se stesso.
“Pensi davvero che mi sarei lasciata ingannare da Elijah?” gli chiese retorica. In un lampo le fu di fronte.
“Sparisci dalla mia vista.” sibilò.
“Lo farò presto, prima devo dirti una cosa..” le rispose determinata. Si chiese perché di fronte a quegli occhi non fuggisse a gambe levate. Bastavano a terrorizzare chiunque.
“Cosa? Vuoi rinfacciarmi quanto io sia codardo? O pietoso?” si avviò verso la casa ignorandola. Eh no! Non le sarebbe sfuggito!
“Aspetta!” senza accorgersene si aggrappò al suo braccio, al ché lui si fermò, nonostante non ci avrebbe messo molto a scrollarsela di dosso.
“Parla.” disse quasi monocorde.
Caroline prese coraggio e, con voce molto più dolce di prima, disse:
“Volevo chiederti scusa, per ieri sera. Sono stata scortese e orrenda a provocarti così. E volevo ringraziarti. Non solo per il giro di ieri sera, ma per tutto. Questi mesi sarebbero stati un inferno se anche tu ci fossi stato nemico, con i cacciatori e tutto il resto, e per me non sarebbe stato così facile tornare a stare bene dopo il tradimento di Tyler..” tacque per un attimo,persa nei ricordi, poi aggiunse:
 “Ecco fatto, puoi andare.”
Stava per sciogliere la presa dal suo braccio quando una mano calda e forte la fermò.
“ le cose che hai detto ieri sera..”cominciò. Era strano vedere Klaus indeciso.
“Si?”
“Le pensavi davvero?”. la voce era profonda, quasi incrinata. Capì che per lui era importante.
“Non avrei dovuto dirtelo così ma vedi..credo che tu abbia un problema di fiducia. Comprensibile, forse, dopo quello che hai passato, tuttavia presente e pressante.” spiegò cercando di essere più dolce possibile.
“Capisco..” mormorò l’ibrido.
“Non è irrimediabile, come problema. E se lo risolvi anche il resto andrà meglio..”. Lui si allontanò, riflettendo, poi sbottò:
“ma come faccio a fidarmi delle persone? Mi fido della mia famiglia, e scopro che mio padre era un licantropo! Mi fido dei miei fratelli per portare a compimento un progetto che ci avrebbe messo tutti al sicuro dal nostro caro padre cacciatore, e questi mi si rivoltano contro! Mi fido di Stefan, e lui per amore non ci pensa un attimo a mandarmi a quel paese! Come potrei mai fidarmi di qualcuno con queste premesse? Tutte le persone che mi erano vicine hanno ben pensato di tradirmi!”
“Tanto per cominciare non avresti dovuto pugnalare tutti i tuoi familiari..”
“ l’ho fatto per essere al sicuro! Li avrei svegliati quando avrei messo tutto a posto..”
“Hai provato a discuterne con loro? Secondo me non erano poi così d’accordo..una bella terapia di famiglia vi farebbe bene..”
“ Ovvio che..ma perché ne sto parlando con te..” si domandò poi osservandola.
“Perché di me ti puoi fidare..e lo sai. Devi solo..lasciarti andare..” gli si avvicinò mettendogli una mano sul braccio.
“Non me ne pentirò?” chiese stringendola.
“No, te lo prometto.”

***

Il giorno dopo si misero d’accordo per attuare il piano. Era piuttosto semplice in realtà: Damon e Klaus avrebbero distratto i cacciatori rimasti alla base (essendo mattino ed essendo un giorno lavorativo ce ne sarebbero stati pochi), mentre Stefan, Elena e Caroline avrebbero liberato Tyler. Inoltre sarebbero stati protetti da Bonnie tramite un incantesimo di legame, che li rendeva invulnerabili finché Jeremy sarebbe stato tale. Era simile a quello fatto da Esther ad Alaric con Elena, ma nessuno ebbe voglia di farlo notare. A proteggere Jer ci sarebbero stati Elijah, Kol, Beck e Matt, per quanto fosse possibile a quest’ultimo essere utile, bloccato con il gesso com’era.
Arrivarono da strade separate e, mentre Damon e Klaus facevano un po’ di confusione fuori, Stefan avrebbe fatto saltare la serratura. Dovettero usare una povera ragazza per entrare, facendosi invitare dopo averla ammaliata, e dicendole di fuggire a gambe levate subito dopo.
Tutto sembrava andare avanti per il meglio, quando in un attimo scoppiò il finimondo. Presero Tyler mentre Klaus gli urlava di uscire. C’era molta più gente di quanta si pensasse, che ora li stavano attaccando senza pietà.
“Una soffiata!” urlò Damon cercando di schivare alcuni dardi.
“Credo che semplicemente se lo aspettassero..quanto dura l’incantesimo della strega?” chiese Klaus tuffandosi di lato
“Ha detto che sarebbe stato più debole dal momento che siamo in tanti ad usufruirne.. avremmo dovuto usare anche Matt..” rispose Damon saltando su un albero.
“Rebekah ci avrebbe ucciso.. perché non abbiamo delle dannate armi?” proruppe Elena mentre ne tramortiva alcuni.
“forse perché siamo vampiri? Cosa ce ne facciamo?” Le rispose Damon aiutandola
“Li uccidiamo?” suggerì mentre bloccava alcuni paletti, uno vicinissimo al fianco di Damon.
“Non male ragazzina..” mormorò il moro, mentre sentirono la voce inconfondibile di Klaus urlare di dolore. Il ragazzo, infatti, si era lanciato davanti a Stefan e Tyler per pararli dai paletti. Uno gli si era conficcato all’altezza della spalla, l’altro dritto nello stomaco.
“Dannazione..muovetevi!” ringhiò agli altri che svanirono poco dopo. Vedeva i cacciatori avvicinarsi per dare il colpo di grazia,quando un lampo biondo arrivò nella sua visuale.
Legarono il cavallo all’inizio del pontile e proseguirono da soli, fino a raggiungere la balaustra che dava una vista perfetta sul lago e sulle stelle visibili in quella piccola radura.
“ di solito vengo qui..quando voglio rilassarmi..” esordì Klaus.
“Il vampiro-barra-licantropo millenario, terrore di milioni di vampiri, che si rilassa al lago..ha dell’assurdo, sai?” commentò lei.
“Come puoi dirlo? Non conosci nulla che va oltre la tua piccola cittadina..non sai quanto ci sia bisogno di posti come questo..” ma poi,vedendo che lei non rispondeva, aggiunse “Se ti stai preoccupando per il tuo licantropo, non serve..lo salveremo, non per mia volontà, ma comunque..”
“Non sta a te decidere chi vive e chi no” rispose lei piccata.
“Come fai ad essere così?” sbottò “ti ha tradito, ferita e tu lo ami ancora!” disse irritato.
“Non lo amo! Ma questo non significa che merita la morte.. tutti sbagliano,non l’ho perdonato e non ne ho l’intenzione, ma bisogna dare l’opportunità di rimediare..”
“non ne sarei certo, sai? Ho vissuto molto più di te..visto molto più di te..e quelli che la pensavano in questo modo non sono durati molto..”
“ e immagino che solo chi è egoista e crudele è andato avanti..” commentò lei sarcastica.
“strano a dirsi ma è così” .
“No, sai cosa penso io? Che la paura di farsi rifiutare è tale da credere che l’intero universo sia malvagio solo per giustificare il proprio comportamento. Sei un codardo, Klaus.” Disse decisa.
Quelle stesse parole, tempo addietro urlate da quello che non era certamente suo padre, dalla bocca di lei facevano più male, ed ebbero anche il potere di farlo infuriare.
“Non. Osare. Parlarmi. In. Questo. Modo.”
“Altrimenti cosa? Mi ucciderai? Eccomi, sono qui!” insistette lei. Ma cosa diavolo le prendeva?  Istinto di sopravvivenza? Yu-uh..c’è nessuno in casa? Pensò.
Lui l’afferrò per un braccio, guardandola intensamente.
“smetti di provocarmi”
“No”
“Ne subirai le conseguenze..” accentuò la presa sul suo braccio.
“Oh, non scapperò. Non mi fai paura. Minacci..minacci..ma alla fine vuoi solo ciò che vogliono tutti..”
“Smetti. Immediatamente.” Klaus mise l’altro braccio sulla balaustra alle sue spalle. Era in trappola.
“ no.” Chiuse gli occhi quando lo vide avventarsi su di lei, ma il dolore che si aspettava non venne.
Al contrario, un contatto ben più piacevole scatenava brividi incontrollabili, a partire dalle sue labbra fino a giungere alla punta dei capelli.
Nicklaus Michaelson la stava baciando. E non era un bacio dolce, delicato, ma violento,passionale, emozionante,unico..
Poi finì, e lei non poté fare a meno di rimpiangerlo.
Le si allontanò, voltando le spalle.
“ torniamo, è tardi.” Disse gelido.
“Nicklaus..” tentò di dire Care.
“ Non. Parlare.” Fu’ lapidario.
Tornarono nel più assoluto silenzio e quando furono a casa Michaelson la fece smontare. Aveva ridotto i contatti al minimo tra loro. Gelo artico.
Caroline scese ma non si mosse, al ché lui disse:
“ Sei libera di andartene a casa..o dal tuo licantropo..o anche al diavolo..” dopodiché svanì nell’oscurità.
Caroline si diresse verso casa sua pur sapendo che non avrebbe dormito. Perché, perché l’aveva fatto? Perché provocarlo così? Lui era stato così perfetto..
No, si disse, aveva bisogno di aiuto.


Caroline aveva osservando tutta la scena e, dopo aver tolto di mezzo quei pochi ancora in piedi, si voltò verso Klaus, osservando spaventata il legno ancora dentro di lui.
“è tutto a posto..” disse cercando di togliersene almeno uno. Lei intuì quello che voleva fare e lo aiutò, togliendoli entrambi e facendolo alzare.
“ Te l’ho detto che di me potevi fidarti..” mormorò mentre si rimettevano entrambi in piedi.
“Tyler..”
“ è tutto a posto, credo..ho visto Stefan portarlo via..è stato molto coraggioso quello che hai fatto..” gli disse sorridendo mentre s’incamminavano verso casa Gilbert, dove avevano deciso di portare Tyler.
“ti avevo promesso che lo avremmo salvato..” spiegò lui con ovvietà.
“Ma.. avresti potuto rimetterci la vita!”
“non credo che sarebbe cambiato molto.. ai tuoi amici di certo non è dispiaciuto..” disse riferendosi alla loro ritirata.
“Gli ho detto io di andare..era tutto sotto controllo..” spiegò la bionda. “e comunque credo che gli sarebbe dispiaciuto dare la notizia ai tuoi fratelli..ti ricordo che è grazie a loro che Elena è quello che è..”
“Oh, già..certo..la nuotata nel lago..”mormorò
“..E ne avrei sofferto anche io. Molto.” aggiunse la bionda,seria. Klaus si fermò, costringendo a anche lei a fermarsi. Lo fissò con intensità, quasi volesse scrutarle l’anima.
“ la mia dipartita non ti sarebbe stata indifferente?”
“no, ovviamente!” si alterò lei. “Come potrebbe essermi indifferente dopo..tutto quello che è successo..” voleva distogliere lo sguardo, ma non poteva. Era completamente assorbita negli occhi dell’ibrido. Li vide avvicinarsi, arrivare ad annullare le distanze tra le loro labbra, portandola in un'altra dimensione.
Klaus la baciò con una dolcezza tale che aveva riservato solo a Tatia, secoli addietro. Saggiò, assaporò quelle labbra invitanti, desiderandone sempre di più. La strinse tra le braccia, mentre sentiva quelle di lei attorno al suo collo. La dolcezza si trasformò in passione in poco, mentre negli occhi di entrambi si percepiva la fame, diversa da quella a cui l’ibrido era abituato di solito,ma altrettanto pressante.
Fu lei a interrompere il contatto, staccandosi di scatto.
“noi..dobbiamo..Tyler..Elena..ci stanno aspettando..” riprese fiato mentre sentiva distintamente l’ibrido che mormorava su dove potevano mettersi l’attesa.
“Andiamo..” gli disse Caroline, offrendogli la mano.
Lui l’afferrò e insieme corsero verso casa Gilbert.

***

Complessivamente liberarsi dei cacciatori non fu così complicato. Grazie a Tyler ebbero delle informazioni fondamentali sui loro piani. Klaus colpì con una furia particolare, memore che per colpa loro aveva rischiato di rimetterci la vita la sua Caroline. Quando uccise colui che aveva sparato il colpo – lo aveva riconosciuto dal paletto con lo stemma infisso, immagine che probabilmente sarebbe stata nella sua memoria per sempre-  gli tagliò la testa, gettandola quasi ai piedi della bionda. Non era certo che avrebbe apprezzato il gesto, si disse con il senno di poi, quindi fu una fortuna che non lo avesse notato. Una testa mozzata non reggeva di certo il confronto con un bracciale da Tiffany.
 Dando uno sguardo a tutto quello che avevano passato per colpa loro era un po’ strano che la situazione si risolvesse in così poco. Ad ogni modo, così era e di certo non si sarebbero lamentati. Non ebbero più occasione di parlare Caroline e Klaus, tanto che la bionda era convinta che lui si fosse pentito di ciò che era accaduto.
Un giorno Caroline entrò in camera, appena dopo l’alba dopo aver passato l’intera notte al lago con gli altri, e trovò una misteriosa busta rossa. All’interno il messaggio recitava così:
 
Cara Caroline,
avevi ragione quella notte, sono un codardo.
E per questo non ho il coraggio di dirtelo di persona.
Sto per partire. Ho deciso di lasciarmi questa cittadina attira guai alle spalle. Ho abbastanza sangue da parte, all’occorrenza.
Ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle, ma non te. Non voglio.
So che ti chiedo una cosa importante, e so di non avere alcun diritto, ma vorrei che tu venissi con me.
Vorrei portarti per il mondo, vorrei posizionarti al tuo posto,tra le cose più belle che ho da offrire.
Non sei costretta, se non vorrai non avrà alcuna ripercussione su nessuno.
Ti aspetto al tramonto. Se non ti vedrò arrivare, capirò.
A presto, love.
Grazie per tutto.
Niklaus.
Ps. Se vorrai raggiungermi, un giorno, sappi che sarò sempre reperibile al numero con cui ti ho chiamato. Solo per te.

Caroline lesse la lettera diverse volte, tanto da saperla a memoria. Non sapeva, non aveva idea di cosa fare.  Non riusciva neppure a pensare coerentemente. Voleva uscire, ma aveva paura di affrontare i suoi amici. Voleva parlare con qualcuno, ma si era reso conto che in questi mesi Klaus era diventato anche il suo confidente. Con la sua franchezza ed eleganza, diversa da quella di Damon, le dava i consigli di cui necessitava davvero. La capiva come nessuno faceva, conosceva tutto di lei, e lo accettava.
Immersa com’era nei suoi pensieri, accolse in ritardo che qualcuno aveva suonato. Andò ad aprire trovandosi di fronte l’ultima persona che credeva e desiderava: Tyler.
“C-ciao..” gli disse sorpresa.
“Hey..ciao..scusa se mi sono presentato così all’improvviso..” le sorrise timido, titubante.
“non fa nulla..è successo qualcosa?”
“No..in realtà io volevo parlarti..”
Caroline divenne improvvisamente algida.
“Non credo che abbiamo ancora qualcosa da dirci.”
“No, aspetta! Io volevo chiederti scusa..”
“non ce bisogno.” Gli chiuse quasi la porta in faccia, ma lui la bloccò, riaprendola.
“Caroline..Caroline aspetta! Ascolta, ti prego, sono realmente pentito da quello che è accaduto.. tu..mi manchi, immensamente! Sei troppo importante per me,non voglio perderti!” Era sincero, vedeva in lui la luce che leggeva prima,quando diceva di amarla più di se stesso.
Caroline sentì la voce mancarle. Quanto avrebbe voluto che quelle parole gliele avesse rivolte prima, mesi fa’, quando sarebbero servite a qualcosa.
Tyler interpretò quel silenzio come un invito a continuare, e si avvicinò a lei, sfiorandole il braccio.
“Ti supplico, dammi un'altra possibilità..dacci un'altra possibilità..Io—”
“no! Non dirlo.. Non posso.. Scusa, mi dispiace, ma non posso minimamente..”
“non provi più nulla per me?” le chiese Tyler duro.
“No, mi dispiace..Ora vai, per favore.”
Tyler la guardò un attimo, poi si voltò e se ne andò senza dire una parola. Caroline si buttò sul letto, domandandosi cosa avesse fatto di male per meritarsi questo. Prese il telecomando e accese a un canale qualsiasi, cercando di concentrarsi su qualcos’altro.
Una voce conosciuta arrivò dall’apparecchio, senza che la sua mente le desse un nome. Chiuse sugli occhi e si concentrò sulle parole dell’uomo sullo schermo. Ascoltò il discorso, poi disse una frase che la lasciò a bocca aperta
…Dopo il suo sangue, la cosa migliore che un uomo può dare di sé è una lacrima…”*.
Si alzò all’improvviso, mentre il discorso continuava, ma la sua mente era rimasta su quella singola frase. Le si illuminò il tutto, quando comprese il significato di quelle parole.
Il sangue. Le lacrime. Due cose così opposte, eppure così vicine, così simili. Sgorgano dall’interno e a volte non si può fare a meno di fermarle, e rigenerano.
Le sue lacrime..le sue lacrime mi hanno rigenerato. Non il sangue, ma quella singola lacrima.
Caroline capì cosa dovesse fare.
 
Quando Elena giunse a casa dell'amica in tutta fretta, tutto si aspettava di trovare tranne ciò che in effetti vide.
C'era Damon che trasportava delle valigie dalla casa all'auto, più perché galanteria che perché reale bisogno, Stefan e Bonnie che discutevano nel salotto insieme allo sceriffo Forbes e Matt che si domandava quanto a lungo doveva portare il gesso.
Finito di fare l'epocale trasloco,l'attenzione di Carolina si concentrò sui suoi amici. Era giunto il momento.
Li fece sedere, fece un respiro profondo e parlò loro sinceramente. Gli raccontò quello che aveva detto a Elena giorni addietro e infine aggiunse le conclusioni a cui era giunta.
"Ascoltate, so che probabilmente vi shockerà quello che sto perché dirvi, ma io ci credo. Io credo in lui, credo nel fatto che sia cambiato, e che io sia una ragione di questo cambiamento. Sono a conoscenza di quello che pensate di lui, ma mi e stato consigliato, da qualcuno di cui mi fido,di seguire l'istinto,ed e quello che intendo fare. Partirò con lui, ma non volevo che apparisse come una fuga. Non sto fuggendo da voi, vi amo tutti immensamente e ci tenevo a salutarvi. Spero che questo non significhi che vi ho perso per sempre. Mi addolorerebbe molto come cosa, ma non cambierebbe le sorti della mia scelta.."
 Rimasero tutti in silenzio per un po', a rimuginare. Il primo a prendere la parola fu Damon, che con il solito ghigno le disse, scompigliandole i capelli con fare fraterno:
"che dire bionda, se sei decisa.. buon viaggio, e mandami qualche cartolina!"
Tutti sembrarono riscuotersi, e uno a uno presero posizione.
"sai come la penso di lui..ma sei mia amica, e ti voglio bene, quindi sono con te..solo, sta attenta.."disse Bonnie abbracciandola.
"Anch’io ti voglio tanto bene..ci sentiremo tramite e-mail...mi mancherete!"
"anche tu care! Fai bene a seguire il tuo istinto.."le sussurrò Elena mentre l'abbracciava.
Uno ad uno tutti la salutarono, con le dovute raccomandazioni, finché non toccò allo sceriffo.
"Caroline.. bimba mia..come posso lasciarti andare così? hai preso in considerazione tutti i rischi.. tutto quello a cui vai incontro?"
"si mamma, l'ho fatto, ma voglio rischiare..bisogna farlo ogni tanto nella non-vita! Ci sentiremo presto, te lo giuro, e saremo sempre in contatto.. ti voglio bene!"
"anche io tesoro mio..a che io.."
 
Bonnie vide l'amica andare via e sospirò pesantemente. Se Matt non l'avesse avvertita in precedenza avrebbe dato di matto. Lo stesso era per la povera madre di Care, che ora stava bevendo un bicchiere di liquore molto forte. Sarebbe crollata a breve.
Era pericoloso, lo sapeva, ma ostacolarla a cosa sarebbe servito? Si sarebbe intestardita ancora di più.
"Cara la mia streghetta..preoccupata per Caroline?"'le comparve Damon alle spalle.
"Ovvio che io lo sia.."
"Perché mai..è solo andata dall'assassino più crudele di sempre, che però.." le rispose Damon sogghignando.
"Però cosa? parla Damon!" si intromise Elena.
"Però lui è innamorato, di lei, ed è cambiato.. non le accadrà nulla."
"non puoi saperlo.." replicò la mora.
"Dici? sei sicura che io non lo sappia, Elena? Fidatevi di Caroline, sa badare a Se stessa.. Adesso vado, ho un paio di commissioni d fare.. riposati Linz, hai avuto un duro colpo..au revoir.." si dileguò prima che qualcuno potesse dire qualcosa.
 
Tra bagagli, saluti e cose varie era passato l’intero pomeriggio, tanto che credette di essere giunta troppo tardi quando, al tramonto, imboccò il viale che conduceva a casa Michaelson. Ad aprirle non trovò nessuno, e questo la mise ancora di più sull’attenti, ma prima che potesse dire qualcosa la porta si spalancò, mostrando un Klaus incredulo.
 
Non ci credeva più. Era stato tutto il pomeriggio a dare disposizioni per spostare quadri, mobili e altre cose inutili, con la mente in realtà concentrata su Caroline. Era stato un tentativo disperato, non gli sarebbe parso strano se gli avesse riso in faccia, o meglio, alla lettera, quando l’aveva letta. Dio, si sentiva così imbranato, e idiota! Lui era Klaus, tutto gli era dovuto..
No, non ci credeva più neppure lui ormai. Sapeva che se non sarebbe venuta il suo cuore sarebbe stato spezzato, tanto per usare un’immagine poetica. Per questo era rimasto l’intero pomeriggio a scrutare la finestra, negando l’avanzare del giorno e del morire di quel sole così importante.
 Quando la vide risalire lo sterrato dal cancello non volle crederci. Non era possibile, non era concepibile per lui. Non lo meritava, eppure eccola lì, bella come una dea, splendente come il più alto degli angeli, che gli sorrideva dal pianerottolo della sua villa.
 
“Sei qui..” mormorò l’ibrido.
“Mi volevi, lo volevo, sono venuta.” Spiegò lei con semplicità. “sembri stupito..”
“lo sono.”
“Ma come, non eri tu che faceva tutto a colpo sicuro? Non dirmi che si è incrinata la tua splendida criniera..”
“Si è incrinata da tempo, se proprio lo vuoi sapere..” allungò un braccio, accarezzandola, non credendo che fosse davvero lì. All’improvviso la prese dalla vita, stringendola a se’.
“Non sai quanto mi faccia felice..” le sussurrò tra i capelli.
“Anche a me..” rispose lei, appoggiandosi a lui. In quel momento nulla e nessuno avrebbe potuto intromettersi. Erano insieme, completi, uniti.
“Non sarà facile vivere con me, lo sai, vero?” le disse dopo un po’.
“Ne sono consapevole.”
“E’ davvero questo che vuoi?”
“Si” Gli passò le braccia attorno al collo, avvicinando i loro visi. “Ora e per sempre.”
“Ora e per sempre” ripeté lui, baciandola dolcemente.
 
 

note: ho preso alcune  info dagli spoiler usciti sulla ventura quarta stagione. Li parlavano di cacciatori, solo che per far alleare i nosti vampiri preferiti dovevano essere più forti del solito, quindi gli ho dato la magia. Non mi sono diungata molto di di loro per scelta, anche perché mi sono fatta un idea bene precisa dei cacciatori, ma questa non voleva essere una fic d'azione.
Le lacrime. mi sono rifatta a una cosa raccontata nei libri, dove Elena, incorporea, riesce a piangere su...qualcuno.. e guarirlo. Bene ho approfittato di questo per il gioco con il senso figurato e fisico.
che altro dire... non conosco bene la dinamica in cui è stata detta la citazione*, perciò me la sono girata come mi serviva.
Che altro dire? Ah si! il delena, così come il beremy non era intenzionale, lo giuro! Sono spuntati così dal nulla!
vi lascio al giudizio..


Posto nr. 5 

Autore: Gipsiusy 
Titolo Opera: A tear 

Punteggio: 
Grammatica: 7/10 
Stile/Lessico utilizzato: 16/20 
Originalità: 10/15 
Utilizzo Citazione (o del suo significato): 16/20 
Gradimento personale: 10/15 
Caratterizzazione dei personaggi: 5/15 
Bonus eventuali (giustificati): 2/5 

Punti totali: 66/100 

Recensione: 
La prima cosa che mi ha colpito di questa fanfiction è lo shock iniziale che mi ha colpita. Ti spiego subito: hai inserito la nota come finale, perciò io l’ho effettivamente letta alla fine, dando per scontato che la sua funzione fosse spiegare qualcosa della fine, per l’appunto. 
Questo errore non influisce sulla storia in sé, ovviamente, ma rende piuttosto confuso…tutto! 
Soprattutto perché, da parte mia, non conoscevo minimamente gli spoiler della quarta stagione (tra l’altro, se ci sono spoiler, sicuri o non, va inserito l’avvertimento “spoiler”) e quindi mi sono trovata davvero disorientata. 
La confusione creata ha influito molto sul gradimento personale, perché solo alla fine ho potuto rispondere alla domanda “my god, cosa perdincibacco sta succedendo?”. 
Ho voluto dare molta importanza a questa cosa nella recensione perché molto spesso sento di utenti che smettono proprio di leggere quando non ci sono le avvertenze/note giuste, perciò vorrei evitare che tu facessi l’errore di pubblicare in tale maniera e magari perdere parecchi lettori! 
Detto ciò, andiamo avanti. 
A parte piccolissimi errori grammaticali (maiuscole non messe, ad esempio, nulla di grave!), ho trovato il tuo stile molto gradevole: utilizzi parole ricercate sia nel descrivere le situazioni sia nel portare avanti lo scritto, senza risultare pesante o noiosa. 
Sei riuscita a coinvolgermi nella lettura, perciò ti ho dato un punteggio piuttosto alto in questa voce. 
Una cosa che proprio non mi ha convinta sono stati i dialoghi… non so come spiegarlo, perciò tenterò forse una maniera un po’ brutale di farlo: mentre leggevo, non mi sarei mai immaginata i personaggi intenti a dire certe cose. Questo ha fatto anche abbassare il punteggio della caratterizzazione, perché effettivamente se avessi dato loro altri nomi (e non stessimo parlando di Vampire Diaries) avrei dato per scontato che fossero personaggi originali con molte somiglianze a quelli della serie che entrambe conosciamo. 
Non l’ho notato soltanto dai dialoghi, ma pure a causa di vari comportamenti che assumono Klaus e Caroline. Un esempio può essere Caroline che va a chiedere consiglio su Klaus ad Elena e Damon che s’intromette per darle una mano. Nella serie vediamo i personaggi un po’ più distanti, così travolti dagli eventi che di rado si confrontano l’uno con l’altro. Mi è parso molto strano un avvenimento simile. 
Anche il discorso che fa Caroline prima di partire, irrompendo dagli amici, mi è sembrato esagerato, un po’ teatrale. E soprattutto mi sono chiesta: a sua madre non dice nulla? :) 
Veniamo alla parte più piacevole: mi è davvero piaciuto il fatto che tu abbia scritto qualcosa a capitoli, lo sforzo deve essere stato notevole e l’ho apprezzato moltissimo. Ho trovato (pensa un po’!) Damon ed Elena adorabili (soprattutto Damon, consigli a parte l’hai reso molto bene!) e per questo accenno di Delena ti ho assegnato un punto bonus. Per i capitoli, come ho già accennato, ti ho dato l’altro. 
Sono parecchio sicura di dover commentare altro…ah, sì! Come dimenticare? 
Mi è piaciuto tanto come hai utilizzato la citazione, cioè inserendo un elemento in essa (la lacrima) e facendola anche dire espressamente durante la ff! L’ho trovato molto creativo e ben pensato. 






oook..questo è stato il giudizio della giudicia XD
mi permetto di scusarmi alla mia maniera per l'OOC. A parte che è la prima volta che li tratto, ma comunque mi è uscito tanto naturale fargli dire quelle esatte parole e quegli esatti comportamenti che lì per lì non me ne sono curata molto.
Sul fatto di Damon-aiutante, in questo caso il giovane credo si sentisse chiamato in causa perché in un certo senso capiva lo stato d'animo del nemico. Nella serie è evidente quanto i due siano simili,no?
Invece per gli scontri diretti..bhè, un gruppo di umani che gli da la caccia mette molta meno paura di un gruppo di originari, quindi immagino fossero tutti più rilassati..

ok, credo di aver detto tutto,ora passiamo alle idiozie XD
Mentre scrivevo, subito dopo l'addio, avevo iniziato a delineare una scena al grill tra Damon e Elijah, che poi non ho inserito per non complicarmi ulteriormente la vita, ma se capita la scriverò, stava uscendo una fantastica Delajah!
Altra cosa: quando pubblico sono solita fare una specie di copertina. In questo caso c'è il bannerino, quindi mi sono cimentata in questo:


a tear



non è perfettamente aderente alla storia, lo so', ma mi sono lasciata trasportare e quindi...


ok, ho detto tutto!
mi rimetto alla sentenza della corte!
un bacione!
Gip.






 
   
 
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