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Autore: Night Fury96    07/10/2012    10 recensioni
Iris Knight è una ragazza come tante altre, forse leggermente più esuberante e riflessiva. La sua vita non è una delle più felici, dopo aver subito una terribile delusione d'amore e con i problemi familiari che continuano a ripercuotersi su di lei e suo fratello, Iris inizia a concentrare anima e corpo sul suo anime/manga preferito, ovvero sia Death Note. Con il suo migliore amico Matty, Iris organizza ogni anno serate a tema dedicate appunto all'anime, solo che quell'anno qualcosa va storto e i due amici per sbaglio porteranno in vita niente poco di meno che i protagonisti di Death Note
(ATTENZIONE: linguaggio molto scurrile XD In oltre è la mia prima storia che pubblico in assoluto, quindi siate buoni XD i primi due capitoli sono senza i personaggi di DN, ma arriveranno subito dopo, quindi non temete che Elle si vedrà abbastanza presto ;) a parte questo spero che vi piaccia ^^ )
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Beyond Birthday, L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 14: psicologia
Aprii un poco gli occhi. Ero nella mia camera, tutto sembrava normale, ma la mia testa mi doleva in maniera lancinante! Mi continuava a girare, a pulsare sulle tempie... un dolore atroce! Decisamente quello non era dei miei risvegli migliori... Mi misi seduta sul letto tenendomi la testa con una mano e gemetti lievemente di dolore.
Ad un tratto delle mani mi raggiunsero e mi costrinsero a distendermi nuovamente. Guardai il proprietario di quelle mani, era Elle...
-         Non dovresti alzarti così in fretta dopo uno svenimento.- mi disse. Io sgranai gli occhi.
-         Svenimento?!- domandai sconvolta –quando?- aggiunsi.
-         Ieri sera.- rispose lui tranquillo e sistemandosi nel suo solito modo sul letto a fianco a me.
-         Come?- domandai ancora.
-         Credo che l’analcolico che ti aveva servito il barista in verità fosse più alcolico del previsto- mi spiegò.
-         Mi sono ubriacata?- chiesi con un tono leggermente schifato per il mio stesso comportamento. Come avevo fatto a non accorgermene?
-         Temo di sì, ma tranquilla, non sei stata l’unica ad aver... alzato il gomito...-
-         Che vuoi dire?- chiesi. Elle mi indicò con il pollice un punto indefinito alle sue spalle. Io mi alzai leggermente cercando di ignorare il dolore atroce alle mie tempie. Vidi Light Yagami completamente abbandonato sul pavimento, senza camicia, ma con ancora la cravatta, che russava sonoramente. Io rimasi shockata. Non seppi se ridere o piangere.
-         Teoricamente era svenuto nel cesso e... non è un errore grammaticale, intendo NEL cesso, mentre stava rigurgitando l’anima. Mi ha fatto pena e così l’ho trascinato in camera, ma non avevo voglia di posarlo sul letto. – mi spiegò L.
M’ immaginai la scena e scoppiai a ridere, ma subito dopo gemetti di dolore a causa del mal di testa. Elle mi mise gentilmente il cuscino sotto la testa ed io mi appoggiai comodamente.
-         Grazie.- dissi.
-         Figurati.- mi rispose.
-         Senti... non ricordo molto della serata scorsa... ho brevi flash in verità, però... volevo sapere... non è che ho fatto qualcosa di stupido o sconsiderato?- domandai.
L si voltò verso di me e mi guardò in una maniera strana, come se sapesse cosa dire, ma non sapesse se dirlo o meno, la cosa mi preoccupò.
-         Tranquilla, non hai fatto nulla di stupido.- mi rispose alla fine. Non mi convinceva...
-         Sicuro?- chiesi.
-         Certo. Non hai fatto nulla di male, hai solo attaccato a parlare come una macchinetta e poi sei svenuta.- mi spiegò. Io sorrisi, sollevata.
-         Meno male... Sai, ho sempre paura di combinare qualcosa di male...- chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, quando un ricordo mi balenò per la mente.
-         Oh mio Dio! David!- dissi alzandomi all’improvviso e guadagnandomi un’enorme fitta alla testa.
-         Non ti preoccupare... dopo aver riaccompagnato te e il Dio di un nuovo mondo a casa, sono andato da Mary ed ho prelevato tuo fratello.-  io mi voltai verso di lui, stranita.
-         D... d’avvero?- lui annuì.
-         È in camera sua, è ancora a dormire. Mary mi ha raccontato che ieri sera Matt e Mello lo hanno fatto giocare fino allo sfinimento, sopratutto Matt. Mi ha detto di rassicurarti che è stato un angelo, al contrario del mio erede e del suo amichetto... -  disse l’ultima frase con un tono leggermente indignato. Io rimasi impietrita. Aveva veramente fatto una cosa così bella per me? Mi si strinse il cuore!
Automaticamente lo abbracciai, senza curarmi del fatto che lui non sopportasse il contatto fisico. Non potevo fare altro.
In quel momento, però, un altro ricordo mi giunse alla mente.
Gli occhi scuri di Elle fissi su di me, il suo profumo dolce e penetrante e poi... la morbidezza delle sue labbra sulle mie.
Sgranai gli occhi e mi staccai da L guardandolo in modo severo.
-         Sicuro che non ho fatto nulla di sconsiderato o stupido?- gli richiesi. Elle fece spallucce.
-         Non che io sappia.- mi disse.
-         Veramente?- gli domandai di nuovo.
-         Sì.- io lo fissai insospettita. Non me la raccontava giusta... però lui era così impassibile, così normale, così sicuro di se... forse me l’ero solo immaginato. Scrollai le spalle e mi alzai dal letto, non senza difficoltà, visto che ebbi subito un calo di pressione di quelli che ti sembra di svenire, ma alla fine riuscii ad arrivare alla scrivania. Alzai il cellulare e guardai l’ora. Le otto e...
-         Sono le 8:34, tua madre è uscita di casa sedici minuti fa e tuo padre un’ora fa. Non hanno controllato la tua camera, come sempre d’altronde. Tuo padre è rientrato quarantacinque minuti dopo di noi ieri sera e tua madre un’ora dopo. Hanno litigato un po’ e poi tuo padre ha dormito sul divano come quasi tutte le sere da quando è tornato dalla riunione.- mi spiegò.
-         Grazie di questa sintesi illuminante...- dissi io con un leggero tono sarcastico.
-         Ho detto qualcosa che non va?- mi chiese innocentemente portandosi il pollice alle labbra. Mi fece tenerezza.
-         No... è che... mi bastava solo sapere l’ora.- effettivamente non era bello sentirsi ricordare quanto i propri genitori abbiano disinteresse verso i loro figli e quanto si odino tra loro.
Aprii la porta e mi diressi verso la cucina quando Elle mi fermò.
-         Iris, aspetta.- mi disse afferrandomi per un braccio. Io mi voltai verso di lui stranita. L che... mi toccava e... di sua spontanea volontà? Ma... cosa?
Elle seguì il mio sguardo stranito e vedendo che mi stava tenedo per il polso, ritrasse immediatamente la mano portandosela in tasca. Io lo guardai con sospetto, ma lui si schiarì la voce e continuò a parlare come se nulla fosse.
-         Volevo avvertirti che.. abbiamo un ospite.- mi disse. Io aggrottai la fronte.
-         Cosa?- chiesi, ma non appena terminai la domanda sentii un rumore di padelle proveniente dalla cucina. Lanciai uno sguardo inquisitore ad Elle e mi diressi verso la cucina. L mi seguì e quando voltai l’angolo arrivando dal “ingresso” della cucina, sgranai gli occhi.
Un ragazzino dai capelli albini, un pigiama bianco e il grembiule da cucina di mia madre, stava trafficando con le pentole. Teneva il tutto con la punta delle dita e faceva movimenti lenti e calcolati mentre cuoceva quelle che sembravano delle.. crepes alla nutella!!!! Oro!!!
Però non mi feci distrarre da quella delizia cioccolatosa.
-         Near?- lo chiamai stranita. Il giovane ragazzo si voltò verso di me con un muovimento lento della testa.
-         Buongiorno...- disse con un filo di voce. Io rimasi basita. Che ci faceva a casa mia e sopratutto... PERCHE’ STAVA CUCINANDO??!!!
Mi voltai verso L, confusa.
-         Potresti gentilmente spiegarmi che ci fa Near a casa mia?- domandai.
-         Non ha voluto dirmelo. Quando ho riaccompagnato te e Mr Dio “so reggere l’alcool”, l’ho trovato sotto casa tua ad aspettarci e... ammetto che non  aveva una bella cera.- mi spiegò L.
-         Avevo bisogno di un po’ di pausa da Amane...- disse Near che stava ancora trafficando con i fornelli. Io compresi... più o meno.
-         Alan lo sai che sei qui?- gli domandai.
-         Direi di sì... credo di averglielo urlato dopo avergli fracassato lo sterno.- io sbiancai e con me vidi che pure Elle aveva sgranato gli occhi.
-         T..tu... hai... fracassato lo sterno ad Alan?!- esclamai basita.
-         Ed hai urlato?- domandò con più pacatezza, Elle.
Near si voltò verso di noi e chinò leggermente il capo, come fanno i giapponesi per chiedere scusa (anche se Near teoricamente non era giapponese, ma... dettagli!)
-         Chiedo umilmente perdono Last. Ho perso la pazienza e non sono riuscito a trattenermi. Un comportamente del genere non è degno per un erede di L... temo che non sono degno di essere considerato come tale... – disse Near con tristezza. Poverino... chissà quanto si sarà sentito male... forse la colazione l’aveva preparata per farsi perdonare da L?
Comunque la crepes sarebbe stata mia!!!
L si avvicinò a Near che aveva la testa ancora china a fissarsi i piedi e lentamente gli posò una mano sulla nuca.
-         Non ti preoccupare Near... non è così grave perdere le staffe, dopotutto, sei un essere umano, tutti gli esseri umani si arrabbiano, L compreso.- spiegò gentilmente lui. Che visione tenera! L che consolava Near! Era bellissimo! Sembrava un fratello maggiore che cercava di consolare il minore... che teneri!!!
-         Ma tu non hai mai usato violenza su qualcuno...- disse Near ancora affranto.
-         Non è esatto..- disse L levando la mano. Near alzò lo sguardo e lo guardò stranito.
-         Di certo ti ricorderai che ad un certo punto del anime ho preso a calci Light.- disse L. Near fece mente locale ed al ricordo sorrise.... era sempre uno shock vederlo sorridere!
-         Inoltre...- aggiunse L –Iris è anche testimone di una scazzottata avvenuta qualche settimana fa tra me e Light, dico bene?- mi disse lui. Ah! Se me la ricordo! Come avrei potuto dimenticarla! Una scena così epica, vista dal vivo... Che bel ricordo!
-         Dal tuo sguardo sognante ne deduco che sia così...- disse Near arricciandosi una ciocca di capelli. Io mi ridestai da quel pensiero.
-         Eh? Ah sì! In effetti me lo ricordo.- dissi io a Near, ma il mio sguardo cadde sul grembiule rosa di mia madre che portava addosso. Cercai di trattenermi dal scoppiargli a ridere in faccia.
Near con il grembiule rosa? Questo di certo non si vedeva tutti i giorni! Il che mi fece pensare ad una domanda...
-         Near, per chi è quella deliziosa crepes alla nutella?- domandai. Naturalmente sapevo che era per L, però la speranza era l’ultima a morire.
-         È per te.- mi disse.  Come volevasi dimostra.... aspettate! Ha detto, per me?!
-         Per me?!- chiesi sorpresa.
-         Sì, per scusarmi di esserti piombato in casa senza preavviso.- mi disse lui girandosi e tornando ai fornelli. Io rimasi piacevolmente sorpresa.
-         Ah! Beh... grazie!- dissi io sorridendo.
-         Figurati...-  disse con disinteresse. Per un attimo mi domandai se fosse stato sincero o se mi stesse prendendo in giro...
In quel momento sentimmo un gemito di dolore proveniente dalla mia camera. “Il Dio di un nuovo mondo” si era svegliato.
-         Porco cane! Che male!!!- disse. Automaticamente andai in camera a soccorrerlo.
Trovai Light accasciato a terra, mentre si teneva la testa con le mani, gemendo di dolore.
-         Stai bene?- domandai.
-         Devo anche risponderti?!- sbraitò. Beh, anche io sono stata male quella mattina, però lui stava esagerando! Possibile che avesse bevuto così tanto ieri sera? Uhm... forse non dipendeva da quello. Probabilmente dipendeva dal fatto che L per pura stronzaggine lo aveva cacciato a terra.
-         Aspetta.- dissi io correndo verso il bagno.
Aprii uno sportello vicino allo specchio e presi una pastiglia di antidolorifico. Poi andai in cucina e riempii un bicchiere d’acqua.
-         Prendi questo.- dissi io tornando da lui e passandoglielo. Stranamente lui obbedì.
-         Fra poco passerà- dissi io. Vidi Light rilassarsi un pochino, ma ancora teneva gli occhi chiusi dal dolore.
-         Grazie...- sussurrò lui. Io gli sorrisi e gli accarezzai gentilmente la fronte.
-         Di nulla. Comunque fra poco è pronto. Ah! Abbiamo una visita!- dissi io.
-         E chi è che disturba?- domandò lui in un sussurro acido, ancora in preda al dolore. Beh... non potevo dargli torto visto il  particolare feeling tra Light e Near.
-         Ehm... vedrai..- dissi io.
-         Near?- tirò ad indovinare.
-         Come hai fatto?!-  esclamai stupita.
-         È dietro di te...-  
Mi voltai e notai L e Near a pochi passi da noi, mentre guardavano con un’espressione indecifrabile il povero Light steso a terra.
-         ... ehm... sarebbe pronto- disse Near guardando Light con odio.
-         Grazie nonnina.- rispose Light guardando il grembiule rosa di Near.
-         Fottiti frocio.- rispose Near lapidario e girando i tacchi lasciando letteralmente a bocca aperta sia me che Light.
-         Oggi è un po’... emotivo.- disse L andandosene anche lui.
Light ed io ci lanciammo uno sguardo perplesso, ma alla fine ci alzammo e dopo aver dato una camicia pulita a Light, ci dirigemmo in sala da pranzo, dove la tavola era abbondante di ogni tipo di leccornie.
Che visione radiosa!
-         Cavolo Near! Non sapevo che sapessi cucinare!- dissi io addentando una crepes alla natuella e subito il favoloso sapore della crema al cioccolato mi innondò la bocca. Aahhh... che bontà!
-         Alcune volte, quando non avevo nulla da fare alla Wammy’s, mi cimentavo in qualche ricetta. Per passare il tempo.-
-         E poi sarei io il gay...- disse Light bevendo un sorso di té... strano che Near avesse preparato la colazione anche per lui... forse aveva semplicemente cucinato troppo... ma siccome si trattava del precisino Near, doveva avergli cucinato qualcosa apposta. Sperai solo che non fosse avvelenato.
-         Guarda Yagami, non è giornata... già ieri sera la tua ragazza mi ha fatto andare in bestia e non sto scherzando.- disse Near con il tono leggermente più irritato. Il che mi fece sobbalzare lievemente.
-         La mia chi?- chiese Light guardando stranito Near. Ci voltammo tutti verso Light con gli occhi sgranati. Passi che stava affrontando il dopo sbornia, ma dimenticarsi anche di quella piattola di Misa!
-         Amane, Light.- disse Near scandendo bene le parole. Light sbuffò e poggiò la tazza di té.
-         Insiste ancora con questa storia? Non ce la faccio più!-  disse portandosi le dita a massaggiarsi le tempie.
-         Ah! Tu non ce la fai più? Almeno tu non la devi sentir cantare ventiquattro ore su ventiquattro “quanto amo Light” e queste cose mielose, tremende e vomitevoli! Bleah! – disse Near bevendo un po’ di latte come per cercare di togliersi il pensiero di Misa canterina.
-         Almeno a te non ti sta appiccicata come una piattola!- disse Light.
-         Ci mancherebbe altro!-
Oooohhhh!!! Light e Near che parlavano in modo pacifico! Dio esiste!!!
Ad un tratto arrivò in sala da pranzo mio fratello mentre si stava stropicciando gli occhi, ancora assonnati.
-         Cos’è tutto questo trambusto? È la prima volta che mi svegliate voi.- disse David, ma quando incontrò lo sguardo di Near rimase qualche secondo fermo immobile come una statua.
-         Sbaglio o si sono moltiplicati?- mi chiese infine indicando l’albino.
-         Near starà qui finché non ritroverà la sua solita calma e razionalità.- dissi io.
-         O finché Misa non crepa...- aggiunse l’albino.
-         Near, non sono cose da dire.- lo rimproverò gentilmente L.
-         Tu non ci vivi insieme...- disse Near rabbrividendo.
-         Sì, va beh! Non me frega!- disse David andando verso la cucina.
-         Davi, c’è da mangiare anche per te qui!- dissi io. Davi si avvicinò  e dopo aver guardato intensamente tutto il ben di Dio che stava sulla tavola, rubò un biscotto a Near, una ciambella a L, un mini craffen a me ed una brioches a Light.
-         Grazie.- disse e si dileguò lasciandoci tutti quanti di sasso, me compresa.
Light, L e Near mi fulminarono.
-         Che volete? Anche a me ha rubato da mangiare!- sbottai.
-         Dirgli qualcosa?- suggerì Light.
-         Di prima mattina è noioso.- dissi io prendendomi un altro craffen.
Finimmo di fare colazione e ci rintanammo in camera mia. Light guardò tra i libri della mia libreria ed iniziò a leggerne uno, L fece altrettanto, mentre Near giocava ad impilare delle carte da gioco (per la cronaca... tema Death Note). Io, invece, guardai la posta elettronica sul computer. In quei giorni sarebbero uscite le date dei corsi di recupero a scuola, sicuramente.
Feci l’accesso e vidi in evidenza una nuova mail, come volevasi dimostrare, della scuola. La aprii.
-         Porca Takada! Iniziano la prossima settimana! Che palle!- sbottai.
-         Bell’esclamazione.- disse Near.
-         La smetti di farla? Non è male Takada!- disse Light. Io mi voltai verso di lui con gli occhi sgranati.
-         Mi permetto di dissentire!- dissi. Light fece un lieve sospiro e richiuse il libro.
-         Permettiti pure, tanto ormai... senti! Volevo chiederti il permesso di fare una passeggiata da solo.- mi chiese improvvisamente. Io lo guardai stranita.
-         Perché?- chiesi.
-         Voglio sgranchirmi le gambe.-
-         D’accordo, a voi va bene?- chiesi ad L e Near che mi guardarono come se mi volessero ammazzare. Equivaleva ad un “no” secco.
-         Ho detto da solo.- disse Light.
-         Sai che non mi sento sicura a lasciarvi da soli.-
-         Buon Dio! Ho diciasette anni, non sei! Sono capacissimo di farmi una passeggiata senza farmi la bua!-  sbottò Light indignato.
-         Ho i miei dubbi...- disse L sghignazzando e facendo sorridere anche Near. Light si limitò a fulminarli con lo sguardo.
-         Sai che non è quello il mio timore- dissi. Light sbuffò.
-         Non combinerò niente che possa crearti qualche guaio, ok?-  Cercai di valutare la sua richiesta.
Beh! Dopo tutto si era comportato bene in quei dieci giorni che era stato qui a casa. È sempre stato obbendiente e non troppo noioso. Probabilmente un po’ di libertà se la meritava, anche se si trattava del famigerato serial killer, Kira, colui che aveva ucciso centinaia di persone in soli due manga di una serie che ne comprendeva dodici, quindi provare a fare il calcolo sarebbe stato un suicidio (quindi un’altra ucciosione da aggiungere alla lista di Light) ... però senza Death Note era un normalissimo ragazzo. I fogli li avevo sotto chieve nel mio bel portagioie posto in un cassetto chiuso anch’esso a chiave ed entrambe le due chiavi le avevo in un braccialetto che tenevo sempre con me, anche mentre dormivo. Quindi ero piuttosto sicura.
Guardai nuovamente Light mentre facevo mente locale dei possibili disastri che poteva causare la sua momentanea libertà. Alla fine decretai che non sarebbe stata la fine del mondo.
-         Va bene... fai pure la tua passeggiata.- acconsentii. L e Near mi guardarono esterrefatti, mentre Light sorrise facendo un profondo inchino.
-         Arigatou goizomasu.- disse.
-         Dooitashemashite.-  risposi. Light uscì dalla mia camera e subito dopo dalla porta di casa.
-         Cos’è questa novità?- chiese L portandosi il pollice alle labbra.
-         Si è comportato bene in questi giorni, inoltre non vedo quali casini potrebbe combinare.- risposi.
-         Non saprei... forse ammazzare altre 58765 persone?- disse Near con il suo solito modo piatto, ma autoritario.
-         Ahhh! Ecco quante vittime ha fatto!- dissi io. Un altro mistero risolto e senza suicidarmi! Stavo facendo progressi!
-         Già... quindi non credo sia il caso di lasciarlo libero.- aggiunse nuovamente Near finendo l’ultimo tettuccio del suo castello di carte super gigante.
-         Non preoccupatevi, senza il Death Note non potrà uccidere nessuno. Insomma! Lo sapete anche voi! Se si tratta di uccidere a mani nude non lo farebbe mai! Lo ci vedereste mai Light ad accoltellare qualcuno? Andiamo! Si rovinerebbe la camicia!- dissi per scherzare, ma L e Near erano seri... fin troppo seri.
-         Ma ad uccidere 587...-
-         Basta con il numerone, ho capito!- lo interruppi.
-         Quello che Near vuole dire è che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.-
-         Ma senza il Death Note, il lupo è un agnellino! Lo avete visto anche nell’anime!-
-         E se invece lo avesse?- mi chiese Near. Io feci per ribattere, ma mi interruppi. Era vero! E se durante la notte mi avesse sottratto le chiavi? No... era svenuto! Ma io... ero svenuta prima di lui! Ma... lui era sbronzo... uffa! Magari lo aveva fatto prima di uscire ieri sera!
Nel dubbio controllai. I fogli erano al loro posto, come sospettavo in precedenza. (faceva sempre uno strano effetto toccarli. Sapere che quei “innoqui” pezzi di carta, erano in grado di uccidere una persona, metteva una strana inquietudine). Comunque, trassi un sospiro di sollievo e rimisi tutto a posto.
-         Avete visto? Un agnellino.- dissi. L e Near si lanciarono delle brevi occhiate.
-         Sapete, a volte bisogna essere più fiduciosi.- dissi sicura di me.
-         Come potrei provare fiducia per uno che mi ha fatto letteralmente prendere un infarto.- disse L. Non era una domanda... Aveva ragione... però io mi fidavo di Light! Insieme ad L era il mio personaggio preferito, inoltre non aveva motivo di uccidere nessuno, se avesse voluto lo avrebbe fatto molto prima... O forse no?
 
Passò una mezz’oretta. L aveva praticamente letto ogni libro presente sulla mia libreria, mentre Near, dalle carte, era passato ai geomag (avevo soltanto quelle poche cose da offrirgli, se no anche i lego).
Ad un tratto suonò il telefono di casa. Uscii dalla camera e mi diressi verso il cordless. Lo alzai e risposi.
-         Pronto?- risposi.
-         Brutta stronza!!!- sentii urlare dall’altra parte del telefono. Fu un urlo talmente acuto che iniziò a fischiarmi l’orecchio.
-         Prego?- domandai.
-         Non fare la finta tonta! È tutta colpa tua!- disse questa in lacrime. Solo una persona aveva una voce così squillante ed irritante.
-         Misa?- chiesi tanto per avere conferma delle mie supposizioni.
-         E chi altro poteva essere, brutta sfascia famiglie?!- sbottò lei.
-         Sfascia.. cosa? Ma che stai dicendo?-
-         Come se tu non lo sapessi!-
-         Infatti non lo so! Dimmi cosa cazzo è successo!-
-         Light mi ha lasciata per mettersi con te! Ecco cos’è successo!- io persi un battito.
-         Che?!- esclamai attirando, a mio malincuore, l’attenzione di L e Near, che si sporsero dalla porta della mia camera per capire cosa stesse accadendo.
-         Sì! È così! È l’unica spiegazione! Perché mai avrebbe dovuto farlo? Prima di venire qui, non mi avrebbe mai lasciata! Invece ora conosce te ed improvvisamente mi molla! È tutta colpa tua! Ti odio!- disse lei rincominciando a singhiozzare. Io cercai di riassimilare bene le cose che mi aveva detto Misa, a cominciare dal fatto che Light volesse mettersi con me... Ma... era impossibile! Io sapevo di non essere affatto il suo tipo (se gli piacevano quelle come la Takada). Inoltre non mi era sembrato interessato a me, sicuramente era più gentile che con gli altri, ma era una gentilezza più... da fratello che da ragazzo innamorato.
-         Fammi capire bene, Light ti ha mollata dicendo che voleva mettersi con me?- chiesi. Non seppi per quale motivo, ma notai che L si era improvvisamente fatto scuro in volto. Che gli prendeva?
-         No... non esattamente. Però l’unica spiegazione logica è questa!-
-         Potrei sapere allora cosa ti ha detto per giustificare la sua scelta?-
-         Ha detto che era stufo di me! Ma come si fa a stufarsi di me?!-
-         Oh! Ci si riesce, ci si riesce, tranquilla!- mi feci scappare.
-         Ma... come ti permetti?!-
-         Ok! Scusami, era cattiva! Senti... se vuoi ci parlo io con Light, ok?-
-         No... non serve più... ormai ha fatto la sua scelta... Ma... io non posso vivere senza di lui! Non posso!- e rincominciò a piangere. Uff! Che situazione imbarazzante... Come facevo a consolarla? Inolte non ne avevo neanche questa gran voglia... Ad un tratto sentii una serie di rumori provenire dall’altro capo della cornetta e questa volta mi parlò una voce maschile.
-         Pronto Iris?-
-         Dimmi Alan.- dissi io riconoscendo il suo timbro vocale.
-         Per favore, vieni qui a consolarla! Non la sopporto più! È da quando Light è venuto qui per mollarla che non fa altro che piangere! Mi sta bagnando tutti i videogiochi!-
-         Personaggio tuo, problema tuo. Già mi sto prendendo cura di Near al posto tuo!-
-         Sei una stronza!-
-         Grazie, lo so!-
-         Ti prego Iris! Sei brava a fare da psicologa!-
-         Ma se avrei bisogno io di uno psicologo! –
-         Dettagli! Dai! Mi ricordo quando mi avevi aiutato per la questione di Jasmine! Sei stata la migliore! Per favore! Solo una visitina, da brava psicanalista!-
-         Alan, la psicanalista qui ha ben quattro persone a cui dover badare, delle quali una non è ancora tornata! Mi dici come faccio?!-
-         Io vengo con te.- disse ad un tratto una voce profonda alle mie spalle. Mi voltai e vidi L a pochi centimetri da me, con le mani in tasca e un’espressione determinata. Sul serio, che aveva quel giorno?
-         Grande Elle! Digli che lo stimo!- disse Alan.
-         E con Near, Light e David?- domandai.
-         Lasciali da Matty.- suggerì Alan.
-         David non va molto d’accordo con Ryuk, diciamo che lo terrorizza e Light rischia sempre di venir stuprato da BB. –
-         Allora da Mary!-
-         Ha già Matt e Mello a cui badare! Inoltre... Near e Mello sotto lo stesso tetto? Ma lo sai cosa significa?!-
-         Pienamente d’accordo con te!- disse Near dalla mia stanza.
-         Non lo so! Lasciali da soli a casa!-
-         Giammai!- 
-         Sono tutti maggiorenni e vaccinati, ce la faranno a stare un’oretta da soli!-
-         Near e Light? Ne sei sicuro?-
-         Non credo si ammazzeranno.-
-         Non saprei... fossero L e Light ok, ma Near e Light...-
-         Sono la stessa cosa! Solo che Near è un po’ più bianco di L!-
-         Non ti aveva fracassato lo sterno ieri sera?-
-         .... -
-         Pronto?-
-         No comment.-  Cercai di trattenere una risata. -Per favore Iris! Ti imploro! Solo un’oretta!- mi supplicò nuovamente Alan. Io sbuffai.
-         E va bene! Ma un’oretta solo!-
-         Grazie! Sei un’amica!-
Lo salutai e misi giù il telefono.
-         Tu perché vuoi venire con me?- chiesi ad L.
-         Mi annoio.- mi rispose con voce atona.
Mi diressi in camera e spiegai la situazione a Near.
-         Ce la fai a non ammazzare Light in quest’oretta?- gli chiesi in fine.
-         Non preoccuparti, sto cercando di isolare l’ energia negativa e a farla tornare da dove è venuta.- mi disse lui chiudendo gli occhi e mettendosi in una posizione di meditazione.
-         D’ora in poi non torcerò un capello a nessuno e tornerò ad essere la solita persona pacata e tranquilla che sono sempre stato prima dell’incontro con Amane.-  mi disse. Io sorrisi.
-         Bravo piccolo!- dissi scompigliandogli i capelli. Near si irrigidì e mi lanciò una breve occhiataccia. Era così tenero!!!!
Andai in camera di David per annunciargli della mia assenza. Il mio caro fratellino si limitò ad annuire ed a farmi qualche cenno ogni tanto, sempre assorto nel suo solito videogame.
-         Mi faresti il favore di chiamarmi nel caso si volessero scannare?- gli chiesi. In quel momento (finalmente) staccò gli occhi dalla tv.
-         Per dieci euro, ci darò un’occhiata ogni venti minuti e ti farò un rapporto via sms.- mi disse lui. Io mi sorpresi.
-         Andata!- dissi passandogli la banconota.
-         È un piacere fare affari con te, sorellina.- e tornò al suo videogame.
Uscii di casa insieme ad L ed andammo da Alan.
Ci aprii quasi immediatamente.
-         Grazie a Dio siete qui! Venite!- disse lui guidandoci verso la sua camera.
Quando entrammo trovammo subito Misa sdraiata sul letto di Alan, con il viso nascosto tra le braccia conserte, intenta a singhiozzare disperatamente.
Io sbuffai e mi scrocchiai le dita.
-         Mi devi qualche centinaio di euro di parcella.- avvertii Alan che mi fulminò.
Mi sedetti sul letto vicino a Misa e le poggiai una mano sulla spalla.
-         Avanti Misa, non è una tragedia.- dissi
-         Sì che lo è!- sbottò lei alzando il capo e mostrandomi il volto completamente pieno di trucco sbavato. Era particolarmente inquietante – Light è la mia vita! Non posso stare senza di lui!- aggiunse.
-         Glielo hai detto?- le chiesi.
-         Sì! Ma lui non ha sentito ragioni! Dice che è stufo del mio comportamento, che sono inutile, infantile e dice che non vuole più perdere tempo con me! Non è giusto!- continuò lei abbassando di nuovo lo sguardo sulle braccia. Io le accarezzai il capo, guardando in modo supplichevole L ed Alan, che alzarono le spalle. Tsk! Uomini!
-         Beh Misa, esistono persone migliori di Light. In fondo, ammetti che era un po’ stronzo.-
-         No! Era perfetto! In tutto e per tutto! Sono io che sono sbagliata! Sono ridicola! Ecco perché mi ha lasciata! Senza di lui non sono niente!- 
Alzai gli occhi al cielo. Perché a me? Non ero affatto brava ad aiutare le persone, dovevo già aiutare me stessa!
-         Allora prova a dimostrargli che si sbaglia! Che tu non hai niente che non va, che non sei ridicola!- dissi io. Misa alzò il capo, tirando su con il naso.
-         Eh?- chiese lievemente.
-         Ascolta, da quel che ho capito, a Light piacciono le ragazze carine, intelligenti e astute. E tu sei tutto questo, Misa! L’unica cosa che devi fare è cercare di sembrare un po’ meno...- cercai di trovare le parole più appropriate per dirglelo.
-         Cosa? Bellissima, stupenda, sexy, irresistibile?- tentò di indovinare lei.
-         ...stupida.- dissi infine. Era l’unica parola che mi venne. Misa sembrò offendersi. Non la biasimavo.
-         Fammi finire.- l’avvertii – senti, io ho visto l’anime e letto il manga e sono sicura al centodieci per cento che dentro quella testolina bionda tu abbia un gran cervello!- sentii sghignazzare alle mie spalle e fulminai a tempo di record sia L che Alan.
-         Dici davvero?- mi chiese lei illuminandosi.
-         Certo! Chi è che è riuscita a trovare Kira ancora prima del più grande detective del mondo?-
-         Me lo devi ricordare?- chiese cupo L. Io lo ignorai.
-         Chi è che è riuscita a sgamare Higuci? E chi è che è riuscita a seguire le istruzioni di Light parola per parola senza combinare disastri?-
-         Io...- disse Misa.
-         Esatto! E se mettiamo in confronto il tuo operato con quello di Takada e Mikami, c’è un abisso! Anche perché se non erro, sono stati loro ad aver fatto perdere Light Yagami, non tu Misa! E scommetto tutti i miei manga di Death Note, che se Light avesse continuato a riporre la sua fiducia in te, avrebbe vinto anche contro Near!- spiegai. Misa si illuminò ancora di più ed iniziò a sorridere.
-         Dici davvero? Con me avrebbe vinto?-
-         Certo! Dimmi Misa, se Light ti dicesse di startene buona, di non giustiziare nessuno, di tenere il Death Note al sicuro in banca e di non utlizzarlo per nessuna ragione al mondo, tu cosa faresti?-
-         Beh! Ovviamente gli obbidirei!-
-         Anche se vedi che un’imbecille come Takada si è fatta rapire da Mihael Keel rischiando di far sgamare Light?-
-         Se Light mi dice che è tutto sotto controllo, io mi fido! Inoltre, conoscendolo, se fosse nei guai troverebbe il modo per dirmelo.- disse lei.
-         Ecco! Visto! Tu sei più intelligente di Takada e Mikami! L’unica differenza tra te e loro è che... loro hanno l’aspetto e il comportamento da intellettuali, mentre tu... ehm... da... ehm... tu!- dissi.
-         Ma l’aspetto da intellettuali fa tanto “loser”.- disse.
-         Però è quello che attira Light! Ascolta... lo vuoi riconquistare?-
-         Certo che voglio!-
-         Allora è il momento di fare un radicale cambio di stile! Sei con me?-
-         Sì!-
-         Perfetto! Allora, alla biblioteca!!!- dissi io prendendo per mano Misa e trascinandola fuori dalla stanza.
Alan ed L mi seguirono, con meno entusiasmo.
-         Scommetto dieci euro che non riuscirà a falla sembrare intelligente.- sentii dire da Alan.
-         Ci sto.- disse L.
Tsk! Che ragazzi di poca fede!



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