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Autore: ClaireTheSnitch    07/10/2012    4 recensioni
Sono tornata dopo un anno e mezzo di assenza, e sotto altre vesti.
La vostra Claire è qui, dolce popolo, e questa è la storia di Tanì.
E' una ragazza, ed è siciliana.
E' viva, ma non l'ha mai saputo.
Può amare, ma nessuno gliel'ha insegnato.
Ed è ferita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo.
 




C’erano giorni in cui non le dispiaceva appisolarsi sotto quel cielo di cotone, mentre il riverbero dell’Adriatico svaniva a poco a poco sotto le sue ciglia trasparenti.
Quell’aria così  impertinente regalava al suo cuore un battito in più e le barche, che fino a quel momento avevano veleggiato verso l’orizzonte, come messaggeri di sogni lontani, tornavano nel porto con le vele stanche e deluse.
Era un momento triste per lei.
Al tramonto tutto ritornava sulla terraferma: i pescatori nelle loro case tenute insieme dall’abitudine e dalle lische, i bambini attorno ad una tavola troppo stretta per i loro giochi spiritati, e lei sdraiata sotto la luce del sole morente.
Quando le sere erano particolarmente umide si sentiva soffocare, da dentro e da fuori, ma qualche volta riusciva ad allontanare la malinconia con il sonno.
- Tanì, Tanì – le avevano gridato mesi prima, quando lei non poteva ancora sapere. – Tanì!
- Che c’è? – aveva risposto, mentre il mare furioso copriva il suono dei passi degli adulti e di suo fratello Francesco.
- La barca è affondata, Tanì.
Lei si era voltata, dispiaciuta. – Non abbiamo più pesce da vendere?
Poi suo fratello era scoppiato a piangere. – Non abbiamo più papà.
Quello era stato il primo momento triste per Tanì. Ne era poi giunto un altro, dieci giorni dopo, quando sua madre aveva detto di voler restare da sola sulla scogliera, ma poi non era tornata, e aveva lasciato sul ciglio le sue scarpe col tacco e nient’altro.
Tanì si era raggomitolata su se stessa ed era tornata bambina per una settimana, piangendo, rifiutando il cibo, relegando la ragione in un luogo insicuro da cui sarebbe presto fuggita.
 
Aveva smesso di parlare il giorno in cui, lavorando in una pescheria, il proprietario l’aveva trascinata tra le reti incrostate, lasciandola tremante e inerte circondata dall’odore nauseabondo del pesce marcescente. Da allora, non aveva osato pronunciare una sola parola, per paura che la sua anima indiavolata potesse tentare qualcun altro.

Aveva un bel viso e tante ferite negli occhi, Tanì.








Dopo tanti mesi d'assenza, sono tornata. Non garantisco di essere costante, ma - ehi - sto ricominciando da zero, così come ho fatto all'inizio, tutta esaltata, nel fandom di Harry Potter.
Chissà che non torni a scrivervi, mi piaceva.
Ma ora ho altre esigenze, una tra le quali è essere letta.

Ho qualche speranza?
   
 
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