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Autore: whateverhappened    07/10/2012    3 recensioni
«Che succede?»
«Matematica. Come sempre. Ho il compito domani e non capisco nulla. Se studiassi cirillico ci capirei qualcosa in più» si lamentò. Alzò lo sguardo fino ad incrociare quello di Nick, che gli sorrise.
«Vuoi una mano?»
Jeff si morse appena un labbro. «Non so... Sei stanco, non voglio farti perdere tempo con limiti che tendono a zero, infiniti, risultati che non vogliono combaciare con quelli del libro».
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick aveva avuto una giornata pesantissima. Era stato svegliato da Trent che, fregandosene del suo desiderio di dormire mezz'ora in più, aveva ben deciso di provare la canzone per le audizioni proprio prima di iniziare le lezioni. Di malumore, Nick si era poi recato nell'aula di chimica, dove la sua simpaticissima insegnante aveva comunicato che quella stessa mattina avrebbero svolto un compito a sorpresa. Convinto che nulla potesse andare peggio di così, Nick si era dovuto ricredere quando il docente di inglese lo aveva mandato in punizione per due ore solo per aver scambiato quattro parole con Thad.

Finalmente, pensò Nick, quell'orribile giornata era giunta al termine e gli era permesso di trascorrere il suo tempo in modi ben più piacevoli del mettere in ordine tutti i libri della biblioteca. Si mise quasi a correre nei corridoi del dormitorio, salendo le scale tre gradini alla volta per raggiungere il più velocemente possibile la sua meta. Quando arrivò, non si premurò nemmeno di bussare.

«Ho avuto una giornata orrenda, mi serve un hamburger di dimensioni assurde e una coppa gelato altrettanto gigante» comunicò, buttandosi a peso morto su un letto.

«Mmh».

Non soddisfatto di quella che non poteva nemmeno definire una risposta, Nick trovò la forza di sollevare il volto dal cuscino in cui era sprofondato. Si voltò verso l'unica scrivania occupata.

«Jeff?» provò a chiamare, ma ottenne solo del silenzio. «Jeffie?»

«Mmh?» Ripeté il ragazzo, senza neanche voltarsi.

Nick alzò un sopracciglio, sollevandosi per osservare meglio la situazione. Jeff si stava tormentando i capelli con una mano, mentre con l'altra tamburellava una penna su uno dei tanti libri aperti. Nick riusciva a vederlo solo di profilo, ma sembrava abbastanza sconvolto. Sospirò, facendo forza su se stesso per affrontare l'ennesimo regalo di quella adorabile giornata. Raggiunse rapidamente Jeff, che non si accorse nemmeno della sua presenza. Sussultò, infatti, quando Nick gli passò le dita sulla nuca, iniziando a giocherellare con delle ciocche di capelli.

«Che succede?» chiese, abbassandosi a posare un leggero bacio sulla tempia del ragazzo. Jeff sospirò, lasciandosi andare al tocco gentile della mano di Nick.

«Matematica. Come sempre. Ho il compito domani e non capisco nulla. Se studiassi cirillico ci capirei qualcosa in più» si lamentò. Alzò lo sguardo fino ad incrociare quello di Nick, che gli sorrise.

«Vuoi una mano?»

Jeff si morse appena un labbro. «Non so... Sei stanco, non voglio farti perdere tempo con limiti che tendono a zero, infiniti, risultati che non vogliono combaciare con quelli del libro».

Nick scosse il capo, prima di recuperare la sedia dall'altra scrivania. «Quello che voglio io è uscire a mangiare un hamburger gigantesco con il mio ragazzo, che è bloccato su cose che potrei spiegargli in dieci minuti ma che da solo ci metterebbe ore a capire. È nel mio interesse, quindi, dargli una mano così che finisca di studiare in fretta e mi dedichi tutte le sue attenzioni».

Jeff sorrise, osservando Nick leggere i suoi appunti. Cercò la sua mano e la strinse con forza. «Potremmo prendere il doppio cheeseburger delle occasioni speciali. Offro io» gli disse. Nick non rispose subito, ma Jeff poteva capire dalla piega della sua bocca che stava tentando di trattenere un sorriso.

 

Chiusero i libri due ore dopo. Jeff era completamente esausto, aveva passato tutto il pomeriggio a tentare di capire inutilmente dei concetti che Nick gli aveva spiegato alla perfezione in sole due ore. Certo, probabilmente ne sarebbe bastata una sola se non si fosse distratto continuamente ad osservare l'espressione concentrata di Nick o il modo in cui le sue labbra si muovevano mentre gli spiegava che “nei limiti se il denominatore è zero, il risultato è infinito e viceversa”. Aveva idea che non si sarebbe mai dimenticato quelle parole.

«Mi dispiace averti fatto perdere queste due ore. Avresti potuto riposarti» borbottò dispiaciuto, notando la stanchezza evidente sul volto di Nick. Il ragazzo, però, sorrise e scrollò appena le spalle.

«Non dirlo neanche, a cosa serve avere un ragazzo nel corso avanzato di matematica se non ti dà una mano? E poi tu mi aiuti sempre in francese».

Jeff ghignò. «Quello lo faccio perché vengo ben pagato quando prendi bei voti».

Nick si avvicinò al ragazzo con la stessa espressione furba in volto. Gli passò le mani sui fianchi, attirandolo poi a sé con un gesto deciso. «Oh, credimi, lo so. Ma tu prenderai una A nel compito di domani e, allora, sarò io ad avere la mia ricompensa».

«Una A? Credo che avrò bisogno di molte lezioni private per arrivarci» avvicinò il volto a quello di Nick, sfiorando appena la sua guancia. «Fortuna che ho un bell'insegnante» gli sussurrò all'orecchio. Lo sentì ridere, il respiro di Nick gli solleticava la pelle esposta del collo.

«Devi solo...» sussurrò in risposta, posandogli un leggero bacio sull'incavo del collo. «...trovare un modo...» La mascella. «...per ricordare...» Il mento. «...i concetti».

Fu Jeff a intrappolare le labbra di Nick in un bacio irruento, che sapeva di bisogno e fretta di sentire il sapore dell'altro. Lo strinse a sé con forza, rifiutandosi di lasciarlo andare per più di qualche istante. Nick rise della foga del suo ragazzo, ottenendo come risultato solo una maggiore passione da parte di Jeff. Come ogni volta, si persero l'uno nell'altro.

 

In qualche modo, Nick aveva sempre saputo che seguire quel corso di matematica avanzata avrebbe portato dei risultati. E aveva sempre pensato che una giornata iniziata male poteva solo finire bene. Mentre stringeva a sé Jeff, ormai addormentato, riuscì solo a pensare che non avrebbe avuto alcun problema a vivere giornate terribili perseguitato da concetti assurdi, pur di continuare a vedere quel leggero sorriso che in quel momento increspava le labbra del suo ragazzo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stupidata serale scritta in un'oretta.

 

Dedica speciale a Somo, sperando di aiutarti a ricordare i limiti e di portar bene (:

 

Come al solito, grazie a Vale che beta sempre alla velocità della luce. Anzi, a velocità supereroe! XD

   
 
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